Samuel Butler e l'Italia

Samuel Butler e l'Italia Samuel Butler e l'Italia La traduzione a la pubblicazione in italiano delle opere di Samuel Butler è una impresa coraggiosa, della quale va data ampia lode.tanto al traduttore, G. Titta Rosa, quanto all'editore milanese Corticelli, che l'hanno iniziata dando oggi alla luce per prima opera il satirico e mordacissimo Erewhon. Se la lettura di Savnuefl Butler richiede una iniziazione, essa non apparirà però faticosa a chiunque avrà cominciato a scoprire i tesori di originalità che il Butler ha condensati nelle sue pagine. Molti anni sono occorsi agli stessi inglesi per accorgersi di questa originalità potente e fecondatrice e per assegnare al Butler quel posto che gli spetta tra gli scrittori della seconda metà del secolo decimonono, il primo posto, al dire di Bernard Shaw, che dell'opera del Butler si è nutrito sino al midollo. Ma l'antipatia e la cecità di cui il pubblico inglese ha dato prova nel giudicare il Butler possono avere avuto le loro giustificazioni o le loro attenuanti. Lo scrittore di Erewhon e della Via della carne minava dalle fondamenta gli edifizi più consacrati dalle loro convinzioni e dalle loro consuetudini, aveva posto in dubbio irrispettosamente i postulati della religione, aveva mancato beffardamente di rispetto alla sua stessa famiglia, esponendone in un romanzo lé gretterie e le debolezze, che erano poi quelle di cui egli accusava tutta una chiesa, tutta una società. Inoltre, egli non era mai riuscito a dar piena logica contezza di so. Ribelle ai disegni dei suoi genitori che volevan far di lui un uomo di chiesa, un pastore di anime, egli, dopo certe pagine blasfeme in cui poneva in dubbio la resurrezione di Cristo, aveva emigrato nella Nuova Zelanda a fare il pastore di greggi.' N'era ritornato, dopo vari anni, scrittore di un viaggio fantastico, Erew'hon, in cui il ricordo delle sue vere esperienze si mescolava a spietate satire dei costumi e delle leggi del proprio paese, e scrittore di saggi scientifici sulle teorie darwiniane. Ma non era solo scrittore di così disparati argomenti. Faceva anche il pittore ed il musico. E con questo stava lontano da tutte le compagnie dei letterati -e degli artisti, benché abitasse a Londra in un quartiere consacrato da grandi tradizioni letterarie. Scompariva, a quando a quando, anche da Londra per viaggiare nella Svizzera e specialmente in Italia e per compilare dei libri sui paesaggi italiani delle Alpi, del Piemonte e del Cantori Ticino. Sembrava evasivo, scostante, irritante, sconclusionato. Si sapeva che stava scrivendo un tremendo romanzo in cui avrebbe messo in scena, sotto le vesti più ridicole e coi colori . più corrosivi, padre e madre e zie e sorelle e. che questo romanzo non sarebbe stato pubblicato che dopo, la sua morte, tanto a lui stesso sembrava irriverente e vendicativo. Ce n'era abbastanza per non far su di lui la concordia degli animi e dei voti e perchè il successo popolare lo sfuggisse, a malgrado dei solleciti riconoscimenti di pochi critici e- di pochissimi amei. Erewhon, ritenuto oggi il miglior libro satirico del suo genere dopo I •viaggi di Guttiver, quando venne offerto dall'autore agli editori Chapman e Hall venne rifiutato su parere, nientemeno, ch9 di George Meredith e Butler dove, se lo volle pubblicare, risolversi a farlo stampare a proprie spese, sotto il velo dell'anonimo, e se il libro alla prima edizione ebbe un corto esito, questo fu dovuto semplicemente al fatto che fu* ritenuto opera di Lord Lvtton. Quando si ven ne a conoscere il nome del vero autore, la vendita del volume diminuì Idei novanta per cento. Il pubblico italiano non aveva naturalmente i motivi del pubblico inglese per considerar Butler un eretico e un paria. Al contrario, aveva con lui un debito di riconoscenza, che è bene si cominci oggi a pagare. Portato a visitar l'Italia sin da bambino, Batler ha straordinariamente amato ilTioatro paese, dal Piemonte alla Sicilia, ne ha imparato benissimo la lingua, ne ha apprezzato le virtù del popolo, ne ha adirato l'arte e le tradizioni. Conoscere direttamente l'o pera del Butler è per noi doveroso anche pel fatto che essa è intimamente collegata colla nòstra terra. Non solo egli ha scritto il noto volume su Le Alpi e i santuari del Piemonte e del Canton Ticino, ma tutta quanta la sua vita e l'opera sua sono etate sempre ricche di impressioni, di ricordi, di riferimenti italiani. In tutti i suoi libri, anche in quelli per ispirazione e finalità più lontani dal nostro suòlo, dalla nostra storia e dal nostro clima, memorie di casi, di aneddoti, di personaggi italiani affiorano in abbondanza. Egli ritornava tra noi a ritemprare le sue forze, a nutrire il suo spirito, a controllare le sue impressioni e le sue ricerche di studioso d'arte e di filologo. Non cercava tanto i luophi sin troppo illustrati e le opere d'arte sin troppo decantate quanto i luoghi meno noti, soprattutto dell'Italia settentrionale e la frequentazione dpi popolo minuto. 8^ attardava coi contadini e gli artigiani, si assideva alle tavole delle trattorie compagno lei non gli dispiaceva la comunanza ed piccoli artisti da villaggio e con tinti entrava in confidenza, si intratteneva dei loro lavori e delle condizioni del luogo, lieto delle simpatielche si acquistava, del buon rieordolche lasciava ad ogni visita annuale e di riuscir sempre a farsi considerare non più uno straniero, ma un loncittadino. • IUButler giungeva persino a riconoscere la superiorità del popolo italiana sul popolo inglesu e specialmenmWt a**** '»giona ;. ohe gli itali*nvvnblipsiargzga« tndmfaSmainsaLqrczrscpclpBrimnnsnripdtrsrimdaatecprrctedmstesbW a . 1 i gli apparivano privi di quei conenzionalismi e rigorismi che gli aveano reso insopportabili i connazioali, che qui il clima sociale gli semrava più libero dalle ipocrisie e reigioserie chh egli odiava. PorBe prorio in Italia, a Venezia, a quanto i narra, egli ebbe il primo stimolo far opera di creatore da una signoa russa che aveva immensamente oduto il fascino della Bua conversaione su argomenti di critica e che li disse alla fine, un po' in tono di ugurio, un po' in tono di comando: Et maintenant vous allez créer ». Ma sarebbe troppo lungo rievocar utti i punti in cui l'Italia si insinua nell'opera di Samuel Butler. Ricordiamo soltanto quella sua stranissima teoria, secondo la quale l'Odissea u scritta, non da Omero o da un ltro poeta, ma da una donna e in icilia, precisamente a Trapani I Aveva visitato la Sicilia per la prima volta nel 1892 e vi ritornò ogni nno. Nel 1902, proprio mentre era n viaggio per Trapani, a Palermo, i ammalò seriamente. Pu portato, ppena possibile, a Napoli e poi a Londra, dove morì il 18 giugno 1902, quando stava lavorando ancora a coreggere il suo romanzo La via della arne e a preparare una nuova ediione di Ex-Voto, il suo libro su Vaallo Sesia. Per rispondere al suo tesso desiderio, il suo corpo venne remato e le ceneri "furono sepolte ai piedi d'un albero nel giardino del rematorio, senza nessuna scritta che e indicasse. Il romanzo La via della carne fu pubblicato un anno dopo la morte di Butler dal suo esecutore testamentario così come egli lo aveva lasciato, ma non v'ha dubbio che le correzioni che Butler pensava di apportarvi non ne avrebbero intaccata' nè la sotanza nè la forma. Come ho accennato, esso è una tremenda requisitoria contro « le relazioni esistenti tra padri e figli all'ombra della chiesa d'Inghilterra » ed è largamente auobiografico. Butler vi prende di mira specialmente suo padre, canonico, ua madre e le Bue sorelle, facendone ritratti dal vero, Bpesso con documentazioni tratte q-.vtsi testualmente da carte ed epistolari di famiglia. La realtà che il Butler descrive è apparsa così esosa e gretta che due aspre critiche si sono appuntate contro di lui. La prima riguarda l'uomo e si è chiesto con maraviglia, ed anche con sdegnò, come un. figlio abbia potuto, dopo aver offeso i sentimenti religiosi del padre e di tutta la parentela ed aver tradito tutto quello che essi si attendevano da. lui, divertirsi a farne una beffa oltraggiosa e spietata. La seconda critica riguarda l'artista, di cui si sono negati i meriti, appunto per la soverchia rispondenza del suo racconto alla realtà. Butler — si è detto— non ha fatto che copiare e fotografare dal vero e i suoi meriti di romanziere non esistono. A questa seconda accusa ha ben risposto anche recentemente Orlo Williams, dimostrando come il Butler, anche copiando dal vero, abbia rivissuto la realtà e tratto dal suo genio 3. fuoco necessario a fonderla e a riplasmarla. Quanto alla prima accusa, essa è ancora e sarà per molto tempo argomento di aspre polemiche, ma chi comprende l'importanza' della requisitoria antifamiliare del Butler e ne sente tutto il valore d'arte sarà sempre pronto ad ammettere che il grande scrittore si è assolto magnificamente della colpa dell'uomo. E' necessario tuttavia scendere un po' più a fondo nell'estone delle relazioni che intercorsero tra il Butler e la sua famiglia. Non è ammissibile ormai il giudizio che fa del Butler solo un figlio ingrato, irrispettoso e fedifrago e il giudizio che fa della sua famiglia solo una congrega di ipocriti ciechi, esigenti, pretensiosi e avari. La verità, secondo gli ultimi studi, è questa: i Butler erano in fondo gente più umana e affettuosa di quel che appare dalla raffigurazione che Samuel ne ha fatto, ma Samuel si era posto per una via che non poteva esser la loro, aveva offeso e abbandonato la chiesa che essi avevano cara, la fede che era il loro patrimonio più prezioso. Riaccoglierlo nel loro* seno essi non avrebbero potuto senza dargli ragione e vincer gli scrupoli e i terrori che incutevan loro i suoi atteggiamenti. Non gli volevano male, ma non potevano augurargli un bene che si sarebbe risolto nel trionfo di una forma mentis che essi non potevano concepire che come diabolica. Da parto sua, Samuel Butler, pur scrivendo la sua requisitoria contro di loro, non fece mai nulla per rom pere i ponti che lo univano an scora ai parenti e, in modo diretto o indiretto, mantenne con essi rapporti più o meno seguiti. Non solo: la requisitoria antifamiliare che leggiamo nel la Via della carne non proviene da uh animo malvagio in cui si siano atrofizzati tutti i più sacri sentimenti. L'amara ironia e 1a satira feroce dello scrittore furono — come è stato detto — la supèrstruttura difensiva in cui si richiuse uno spirito delicato, Una sensibilità facilmente ferita ed esposta a tutti i colpi di una società meschina e non rispondente in alcun modo alle sue più effusive esigenze, si irrigidì in un sogghigno motteggiatore, che restò fissato sul volto dolorante come una maschera brutale. Anima complicata e sconvolta pur nella sua composta serenità, scrittore di purissimo stile che ha lasciato una profonda .orma del suo pensiero e del bUo metodo sulla letteratura inglese del nuovo secolo, fervido amante del nostro paese, è bene che oggi Samuel Butler cominci finalmente ad esser scoperto e riconosciuto anche in Italia. ALDO SO MANI. « socoddadtrscp—MpapcmccpspcoCledCgsardtrCsIndlasvMt'CpccmcvstggdGadppgbppddsaateirsaqpsdidivabdpasddtlrodilaqmsdt