Un romanzo vissuto: il conte corsaro

Un romanzo vissuto: il conte corsaro Un romanzo vissuto: il conte corsaro a o a n a i e i l a o o i e o , e a e o e i e a e . a ; i u n n e a a o o l n , . , o l n ; a. ' lo , è e, o a in; one ; il o a.. o. oi o e, aa o ei la eui n el di ra¬ Quando sì vorrà completare la storia della guerra mondiale, una delle pagine più ricche d'interesse bisognerà certamente dedicarla alle navi corsare: il Goeben,- il Moewe, il Seeadler... Ed una delle più caratteristiche figure di combattente avventuriero rimarrà quel conte Felice de Luckner che, comandante del Seeadler, riuscì a tenere in iscacco per anni le più potenti marine del mondo. «Cerchiano ni spi*...» Il lettore si compiaccia di trasportarsi con noi a Geestemunde, sul mare del NoqI, allo sbocco del Weser. Epoca: 1916, non molto tempo dopo la battaglia dello Jutland. La scena 8i svolge all'albergo Beermann. Un vecchio capitano, che h% cominciato a nutrire sospetti su un compagno di table d'hóte, comunica i suoi dubbi alla polizia. — Si fa chiamare ingegner von Eckmann, si spaccia per membro della Commissione di vigilanza sulle navi in cantiere, mentre a me consta che nessun Eclonami esiste Ira quegli onorevoli signori. D'altronde ha la faccia da inglese: scommetto che è una spia. Recatisi all'albergo, gli agenti non trovano più von Eckmann. E' partito poco prima col direttissimo per Brema. Sul treno, il sedicente Eckmann, comodamente installato in uno scompartimento di prima classe, fuma un sigaro. Entra uh signore, lo squadra e gli chiede la carta di identità. Gentilissimo,, il viaggiatore porge il do cumento, che gli viene tosto restituito con mille scuse. — Vorrà perdonare: cerchiamo una spia, montata sul treno a Geestem ùnde. — Una spia? Donnerwetter! Spero che l'acciufferete! — Faremo del nostro meglio. Tutta la polizia, sino ad Amburgo ed oltre, è in moto per questo. .Giunto a Brema, l'ingegAere si reca all'albergo Hillimann. Prima ancora di salire in camera, è avvicinato da un signore, che gli chiede la carta di identità. Cortesissimo, come sempre, Eckmann gliela porge: breve interroga torio, scuse come sopra, strette di mano. — Uff! — sbuffa Eckmann — non si può più viaggiare in questo paesel — E decide di consolarsi con qualche bicchiere di Porto, al Troeadero. Al Troeadero, terzo atto della commedia. Un ufficiale, accompagnato da due uomini, fa irruzione, si precipita al tavolo dell'ing. Eckmann, come fanno gli attori del Grand Gulgnol. — Seguiteci, signore, siete in arresto ! — In arresto io 7 Mi meraviglio! — Pochi discorsi e seguiteci! Tutto il caffè, in piedi, vociferava: « Morte alla spia! ». Qualcuno, più fé roce, brandiva la sedia. Tutto si spiegò, finalmente, all'ufficio di polizia. — Chi siete ? — Il conte De Luckner. — E l'ing. Eckmann, allora chi èT — Io. L'ufficiale perdeva la testa. — Ma, insomma, chi siete ? Eckmann o Luckner? — L'imo e l'altro. Non è necessario che. voi sappiate il perchè. Telefonate, se volete togliervi ogni dubbio, al Comando di Stato Maggiore della Marina. La risposta dello Stato Maggiore non si fece attendere. Ordine di rilasciare immediatamente il conte De Luckner, alias ing. Eckmann. Una carriera che non ha precedenti Figlio di distintissima famiglia, il futuro comandante del Seeadler fu da ragazzo un pessimo soggetto, incapace di studio e d'applicazione. Fuggito da casa, a quindici anni, si imbarcò ad Amburgo su un veliero russo, diretto ai porti dell'Australia. Dopo varie avventure di terra e di mare, fu accettato come marinaio sul veliero inglese Pinmore. Esercitò i mestieri più diversi, nei più diversi paesi: fu boxeur, fachiro, cacciatore di canguri, guardiano di faro e soldato di Porfirio Diaz. Trovandosi alla Giamaica con una gamba rotta, senza danaro ed affamato, un giorno vide apparire al l'orizzonte una nave bianca. Era l'incrociatore Panther, il famoso incro datore tedesco di Agadir. 1 marinai lo accolsero con affabilità, lo fecero salire a bordo e lo sfamarono alla meglio; ma poi, un ufficiale, vedendolo male in arnese, lo fece gettare a terra. L'aspetto dell'infelice Sra invero dei meno rassicuranti: i suoi abiti erano a pezzi; il suo volto, fagellato dai venti dell'Oceano, raggrinzito come era, muoveva a pietà e provocava disgusto. Il destino, talvolta, si vendica: cacciato come un paria da quella nave che rappresentava per lui, in quel momento, tutta la sua patria, De Luckner vi ritornava, qualche „ anno più tardi, in feluca e marsina, coma1 comandante. Tornato in patria, il De Luckner fu preso dall'ansia di riabbracciare i suoi. Non gli fu difficile avere novizie e seppe che da anni i famigliari lo piangevano morto. Cercò tra le carte, nel suo sacco da marinaio, e ritrovò una sua fotografia in tenuta da lottatore, fatta per poeln soldi alla nera di una città lontana. Suo primo'Impulso fu di spedirla al vecchio padre, con questa dedica: « Al mio caro babbo, per affettuoso ricordo. Amburgo, l.o aprile. 1902 » ; ma l'animo gli mancò. Un falso pudore lo trattenne. Era troppo stridente il contrasto fra quella fotografia ed i ritratti di famiglia! Che cosa aVrebbero detto le zie canonichesse quando avessero visto riprodotto U nipote a torso nudo, con il petto villoso, ed avessero appreso che l'ultimo Luckner era marinaio a bordo d'un veliero? Non sarebbe stato uno schiaffo per l'orgoglio paterno quella foto grafia? Più tardi, quando egli offri ri den do a suo padre quel cimelio d'un tempo oramai lontano, il povero vec chiù pianse e portò quel ricordo nel portafogli sino alla morte. De Luckner studiò. Studiò fermamen te come soltanto può fare chi ha lottato nella vita ed ha appreso quanto valga il sapere. Consegui il brevetto da pilota ed entrò alla Scuola di Navigazione. Curò l'estetica della persona: le grinze bituminose ed i calli sparirono, i tratti stessi del suo volto si nobilitarono. . „ L'atto più notevole della sua v'ita di pirata lo compi andando all'arrembaggio della tavola pitagorica. Vinse. Eb¬ bcdnmlmnnngqnsdmacavtDccctszpsnsucvsKamsddtlbvtcczsdvd?) be il brevetto di capitano di lungo orso e fu ammesso, come 'volontario d'un anno, nella Marina da guerra. Il morto che torna Un radioso mattino 11 guardiamarina di complemento Felice de Luckner, munito di una breve licenza, parti per a città natia, in uniforme ordinaria, ma con una feluca nuova fiammante nella cappelliera, un paio di spalline nell'astuccio ed una sciabola dorata nella foderìna verde. Il cuore pareva gli si volesse spezzare, tanto batteva, quando premette il bottone del campanello elettrico alla porta di casa. La ua carta da visita fu come un colpo di fulmine in famiglia. Pallidissimo, in mezzo al salotto, il padre incanutito attendeva, tormentando il cartoncino con le dita nervose, fisso lo sguardo alla maniglia della porta che si doveva aprire. H giovane de Luckner enra, con passo malfermo. Due grida: — Papà ! — Figlio miiol Quel giorno vi fu tramestio in casa De Luckner; tutti erano in gran faccende e molti telegrammi furono lanciati a tutto il parentado per annunciare il ritomo del flgliuol prodigo. Poeva il vitello grasso sfuggire alla sua sorte in una circostanza simile? Le zie canonichesse ebbero forse un palpito di mondano orgoglio, sotto la maschera austera, e tutto il Gotha germanico seppe che Felice De Luckner ero stato ritrovato vivo, in uniforme da ufficiale di marina. * Venne la guerra. La Germania, bloccata per mare, senti il bisogno di tro vare uomini cui bastasse l'animo di spezzare quel cerchio di ferro, ed il Kaiser pensò che un uomo, più d'ogni altro, poteva rinnovare i fasti della marina da corsa: De Luckner. Al Ministero della Marina gli proposero toul court di prendere il comando di un veliero, di forzare il blocco e di battere i. mani, esercitando la piraeria, a suo piacimento, ai danni del'Inghilterra e dei suoi alleati. Senza batter ciglio. De Luclcner accettò. Il bastimento destinato a quel servizio era'un ottimo veliero, con motore ausiliario di 2000 cavalli, in bacino di raddobbo a Geestemùnde, nel cantiere di Tecklemburg, sotto la direzione del tenente Kling, che era imo strenuo sostenitore della superiorità della vela per la guerra da corsa. Per nascondere alle maestranze il vero scopo dei preparativi, si fece credere che il bastimento dovesse essere armato per l'istruzione dei cadetti, ed il De Luckner, celando la sua qualità di ufficiale, assunse il nome posticcio di von Eckmann. La nave col trabocchetto Lasciando il Mare del Nord, polche passare per il Canale della Manica non era consigliabile, la nave corsara avrebbe dovuto sboccare nell'Oceano Atlantico, tra le isole Faroèr e Kirkwall. Assurdo era sperare di poter passare inosservati: l'Inghilterra, vigi lava sul mare con ocelli d'Argo, ed ogni nave, grande o piccola, veniva attentamente visitata. De Luckner e i suoi dovevano farsi passare per norvegesi, con carico norvegese. Falsificate le carte di bordo, si scelsero 1 marinai come si scelgono le comparse cinematografiche, secondo la faccia, marinai dell'Irma (questo era il nome dipinto, ma quello di battaglia era Seeadler, ossia Attuila del mare) dovevano avere la faccia norvegese: naturalmente, si ebbe cura che conoscessero la lingua, tanto da poterla correntemente parlare. Ciascuna cosa fu studiata ed organizzata con tedesca meticolosità. Ognoggetto di bordo, anche .il più insigniflcante, doveva ossero di manifattura norvegese. Nulla doveva ricordare la Germania: si giunse persino a fabbricare delle lettere di madri e di fidanzate norvegesi posticcie, che i marinaavrebbero dovuto tenere, in vistapresso le cuccette. Come uno sperimelitato metleur-en-scéne. De Luckner prevedeva ed organizzava ogni cosa. Un dispositivo speciale, veramente kolossal, fu ideato per il caso in cugli ufficiali britannici, visitando la nave, si fossero insospettiti. Che cosa avrebbero fatto, in questo Caso, gli inglesi? Avrebbero dato alla nave corsara un equipaggio da preda incaricato di condurla al porto di visita. GU ufficiali si sarebbero installatnel quadrato, unico ambiente confortevole, a bere ed a suonare Tipperary. uno di essi soltanto sarebbe rimasto sulla plancia a controllare la rotta. Orbene, herr doktor Claussen, del cantiere di Tecklemburg, aveva pensato di installare un sistema di leve, comandate da un bottone, per le qualtutto il quadrato, al momento opportuno, si sarebbe sprofondato nella strva, come un ascensore: giunti in fondoinvece del lift-boy, ossequioso, gli in glesi avrebbero trovato quaranta baio nette: tante quante bastano per ridurre un pugno d'uomini alla ragione. Ma il dispositivo del dottor Claussen non fu terminato, per mancanza di tempo- Gli inglesi capitarono a bordo il 2dicembre, quando il veliero, attraversl'uragano, passatele linee di blocco era riuscito già a sboccare noll'Atlan tlco. La visita degli uffloiali dell'inorodatore Avenae durò, a bordo dell'/rma, un'ora e mezza, compreso il temptrascorso a bere dell'ottimo whiskyEbbe momenti d'intensa drammaticitàquando gli inglesi vollero controllarle carte di navigazione, le quali nocorrispondevano perfettamente alle caratteristiche della nave. In esse noera fatto cenno al motore ausiliario Ma la cosa andò liscia. ' Scomparso VAvenge all'orizzonte, uhurrah potente salutò l'ascendere dellbandiera imperiale tedesca al cornoaccompagnata dalla fiamma della prateria, rossa con un teschio biancoDurante tutta la guerra, il Seeadler fl'unica nave che corse i mari con linsegne del pirata. Viaggio dì nozze interrotto La prima nave predata fu il Giada Rovai, con 5000 tonnellato di carbondi Cardiff diretto a Buenos Aires. Lo comandava il capitano Chewn. Povenne la volta del Lundy t.iland, con 4500 tonnellate di zucchero del Madagascar. Tanto l'una quanto l'altra furono colate a picco, dopo il trasborddell'equipaggio ed 11 saccheggio dellmercanzie. Identica sorte seguirono iCharles Gounod, proveniente da Durban, con un carico di mais, ed il Perce, nave canadese carica di pesce. Icomandante del Perce aveva la mogli go io a rier, er a, te ne ta va a, aLa po in ito no do vensa acannPoua Le almamaro da ocro di il gni lla poano e raelza ermobanel remo ità il reere ed ità cio to che ica ara ano rkter igi ed iva e i orifio 1 rse , me eeano eninargagni gniura la bri! annai sta, eli, rente cui la sto lla da vilati rte, ry. sto Oranato couali porstr. do, in aio urMa non po. 25 rso cco an oro, l'/rmpo sky, ità, lare non canon rio un ella rno, pi nco, r fu n le tto da s one Lo Poi con da furdo elle o il DurPer. Il glie con sè, ed era in viaggio di nozze: la simpatica canadese accolse 11 contrattempo come un piacevole thrill. Essere catturata dai pirati, in compagnia dello sposo, come al tempi di Morgan buonanima! Quale donna anglo-sassone resisterebbe al fascino di un'avventura simile? Curiosa fu l'avventura capitata al' comandante del tre-alberi francese Dupleix. Accostatosi al Seeadler per chiedere notizie della guerra, ne rice vette un cortese invito. — Abbiamo dell'ottimo whisky — gli gridò col megafono De Luckner. — Venite a fare quattro chiacchiere. Il capitano del Dupleix non se lo fece dire due volte. Quando la dura verità gli fu comunicata, si rammaricò : — Una cosa mi dispiace:' che, trovandomi a Valparaiso, con due altri velieri francesi, non ho voluto ascoltare i consigli dei colleghi, che mi esortavano a sospendere il viaggio sino a quando non giungessero notizis rassicuranti da questi mari. Ho preferito approfittare del vento favorevole Ora, essi giungeranno in porto, parleranno della mia ostinazione e gli armatori mi lincierannol Ecco una cosa assai spiacevole — rispose De Luckner. — Ma vediamo un po': io potrei aiutarvi, affondando per esempio, i due velieri. Anche questa sarebbe una soluzione. Come si chiamano ? — Uno è YAntonin. — Antonia! Capitano Lecocq, se non erro! Precisamente: l'altro è il Larochefoucauld, comandato da... Il De Luckner non lo lasciò finire. — Chiamate i capitani 5 e 9 — ordinò ad un timoniere che si trovava li presso, e pochi minuti dopo due prigionieri facevano il loro Ingresso nel quadrato. Ecco 1 comandanti deWAntonin e del Laroahefoucauld! Buon brigante, il De Luckner aveva esaudito il desiderio dell'ospite prima che questi lo formulasse. La gioia dei tre prigionieri fu grande, ma sarebbe difficile stabilire se il giubilo del capitano del Dupleix fosse causato dalla vista di volti amici o dal pensiero che nessuno avrebbe potuto farsi bello del sole di luglio, a spese sue. Ricordi affondati Un giorno la vedetta annunciò il veliero Pinmore. Il De Luckner sussultò, leggendo quel nome sul coro namento. Il Ptnmore! La nave sulla quale egli aveva servito come marinaio! Abbordato il legno inglese, non fu difficile ottenerne la resa: tutto l'equipaggio passò sul Seeadler. De Luckner sali sulla nave nemica ordinando agli uomini di lasciarlo solo. La brezza, sibilando.attraverso le sartie, pareva animasse la nave d'una vita soprannaturale. Ognuna idi quelle vecchie tavole odorose di catrame, parlava al suo cuore con voce accorata. Che cosa farai di noi ? — gli chiedevano le scotte, flagellando l'aria con tragica disperazione. Ed 1 puntali bisbigliavano : — Che cosa hai fatto sinora? Dove sei stato tutto questo tempo? Nella camera comune, trovò ancora una plancia che egli stesso aveva inchiodato e sulla quale era ancora inciso il suo nome a punta di coltello. Strano destino, che lo conduceva a distruggere, con gesto di pieno arbitrio, quel tempietto di ricordil Chi non ha vissuto sul mare non può capire queste cose appieno, ma quando il Pinmore, subendo la dura legge della guerra da corsa, si inabissò, un uomo, sulla plancia del Seeadler. piangeva. Con l'andare del tempo, la nave corsara fini per essere segnalata e la caccia al Seeadler cominciò. Le Compagnie d'assicurazione, preoccupate dal; la sparizione di tante navi nei man i!'\nierlca, imponevano tassi enormi; gli armatori, toccati nella borsa, levarono altissime proteste e l'Ammiragliato inglese corse ai ripari facendo correre la notizia ufficiale della cattura del Seeadler. il De Luckner lo seppe da alcuni prigionieri e si vendicò trasmettendo ogni tanto, con la stazione T. S. F. di bordo, un segnale disperato: « S. O. S. Sottomarino tedesco ». La voce corse che i sommergibili erano apparsi nei mari del Sud e i premi di assicurazione risalirono vertiginosamente. A corsaro, corsaro e mezzo! Il naufragio, l'evaiione Ma la vita a bordo diveniva impossibile, per la difficoltà degli approvigionamenti. La mancanza di cibi freschi procurava gravi disturbi alla gente di bordo. Lo scorbuto e U beriberi serpeggiavano. 11 De Luckner, in tale frangente, mise la prua all'isola di Mopelia, possedimento francese del Pacifico, ove giunse una bella sera, come ad una terra promessa. Ma una terribile ondata a mare calmo sorprese la nave alla fonda. L àncora, non avendo presa sullo scanno madreporico, arò, ed il Seeadler andò a- sfasciarsi contro i banchi. I naufraghi vissero qualche tempo la vita di Rohinson; poi il comandante, presa con sè una parte dei compagni, si imbarcò su un canotto salvato dal naufragio, per andare alla caccia di un altro veliero, col quale liberare i compagni rimasti a Mopelia e proseguire la crociera. Dopo aver vagato per le isolette dell'arcipelago di Cook, presentandosi ai presidi! come olandesi che viaggiavano per scommessa, i corsari riuscirono a trovare, a Wakaya, una goletta con motore ausiliario, che faceva al caso loro. Riuscirono facilmente a farsi accettare a bordo come passeggeri, ripromettendosi d'assalire la ciurma non appena al largo; ma quando già la nave era in moto e stava per uscire dal piccolo porto, una lancia a vapore si fece sotto l'anca ed un ufflciaile, con alcuni cipayes, sali a bordo a dare l'allarme. Qualcuno, a Wakaya, aveva scoperto che i presunti olandesi erano degli autentici tedeschi ed aveva denunciata la cosa al Comando. De Luckner e i suoi furono arrestati. Evasi, dopo quaftobe mese di prigionia, De Luckner e i suoi ripresero, per breve tempo, la guerra da corsa, riuscendo a catturare, con un classico abbordaggio, una goletta inglese; ma qualche giorno più tardi, assaliti da un vapore neo-zeelandese armato, i corsari dovettero arrendersi — e definitivamente — alla forza. Tramontava cosi la stella del Seeadler. MASSIMO ESCARD. argni la e cvereseperpattrameziaza di Dnore « Fdelpriromza, di mealtesenattrscezurpiafluodovIl s« gda bandocsindegdelrondo cescolra,cavvencrusueMovivterSce langiatilupripreno annsitoporessnatantorle si, pachee sGromvoprFirriadi di rienapalo.quluctarCFirrage dcelsi facpiùElli mrennasanglidalbuPdiundorodifl dedipodeincobimcaGncorocie dco« depediavneFifiatediBealtast« digliLedipi(egrgrinl'HbegustiannePeml'itòe