Il più alto volo umano nel cielo di Torino

Il più alto volo umano nel cielo di Torino Il più alto volo umano nel cielo di Torino a a i o a L'aviatore Donati batte il record mondiale d'altezza 11.887 metri tims« gac aoi il hi si ni nce * e : ra- léri U pilota comm. Donali ha ese-\ guito con apparecchio «AC. 3», motore Tupìter, un volo di alta quota regolarmente controllato, raggiungendo foltezza di m. 11.827, stabilendo cosi il record mondiale. (Stef.) L'Italia h* uni nuovo glorioso primato. Il comm. Donati su un apparecchio A- C. 3 munito di un motore di 460 HP. ha battuto il record mondiale d'altezza, raggiungendo sul campo dell'Aeronautlca d'Italia, metri 11.827. Il nuovo la record 6 stato effettuato alla presenza no se a. te no la e- no da te a— er sa se n e la te ttà va va ui da on cie pa rio olgli in ta- iva atenlla os¬ uoche ghe un vimmoeva , e dei commissari dell'Acro Club, colonnello Bolognesi, prof. Pcrucca ed ing. Pavia che dopo 24 ore dall'effettuazione del record hanno proceduto alla verifica dei barografi. Donati è rimasto iin aria per 1 ora e 16 minuti, impiegando 40 minuti nella salita e 36 nella discesa. La temperatura incontrata dall'aviatore è stata superiore ai 60 gradi sotto zero. Se l'aridità delle cifre colle quali si annunciano 1 reeords aviatori hanno il pregio di far conoscere le straordinarie imprese di uomini, siano questi tecnici o piloti, non servono però ad illustrare convenientemente in base a quali sacrifici ed a quali sforzi questi risultati vengono ottenuti. Non tutti, logicamente, sono versati in materia, che i più, anzi, appartengono alla categoria cosi detta dei piofani. Capita sovente ad esempio in materia di reeords d'altezza, di sentire domande di questo genere : « Come resptrà un aviatore a 10.000 metri? •. Questo, dice chiaramente come il gran pubblico non sappia menomamente quali difficoltà, comporta un record d'altezza. L'audacissima prova di Donati potrà dare un'idea di cosa sia questa ardua e pericolósa impresa. L'apparsecelo Da tempo* nella quiete del campo dell'« Aeronautica d'Italia», tecnici e pilota lavoravano all'apparecchio, un « A. C. 3 • munito di un motore di 450 HP. che, già detentore del record italiano- d'altezza doveva, per espressa volontà del sottosegretario all'Aviazione, on. Balbo, tentare quello mondiale. Il motore era stato maggiormente compresso si da dare una potenza effettiva di oltre 600 HP. e modifiche eregio state apportate alla coda dell'apparecchio. Donati, in questi ultimi tempi, aveva fatto uno scrupoloso allenamento per assuefare i polmoni ed 11 cuore, alle particolari condizioni di pressione che si incontrano ad altitudini elevate. Apparecchio e pilota vennero cosi a trovarsi perfettamente a punto, e ieri mattina fu deciso il tentativo del record. La mattinata prometteva bene ; il sole appariva pallido dietro la cortina di nebbia che gravava bassa sul campo. mjuehlordi tereccocIrampaedtreorlinviL'ripmsi veDvelamlobisedonatololoore la era no, anve un per pre- teDriqudiglcagle ml'lampadv•cudtooleacpimmscpLe condizioni di visibilità — elemento.pindlspensabile per la buona riuscitalual- re jadel recòrd - si presumevano buone al:pmpcsìrno, ò e bocolo. Dico ce? hiaNon ven un ono un orse gli ella Ceronete? veva pre. ustime? afpore di qualutò eva- di sopra della nebbia che andava man mano diradandosi. Già dalle 8, l'apparecchio posava sul prato tutto biancheggiante di brina, ed il motorista Lenzi, che ne aveva curato la messa a punto, coi suoi aiutanti dava gli ultimi ritocchi. 11 freddo era intenso: 5 gradi sotto zero. La piccola palazzina del campo ospitava già Donati che seguiva attentamente dal vetri della porta il lavoro dei meccanici, il fratello, l'ing. Nardi, il rag. Rocca e il cav. Dlanati lo attorniavano. L'aviatore si preoccupava del cielo ed ogni tanto lanciava occhiate in alto, un po' preoccupato. Non poteva nascondere il suo nervosismo: si alza-ìnsssdasva, si sedeva, veniva a battere una ma- no sulla spalla di uno di noi, col suo|s sac O. coni otte. a in duce idio largo sorriso di buon ragazzone. — Come andrà? — Andrà benone! — rispondevamo. Poi si mise una sigaretta tra le labbra e ne aspirò avidamente alcune boccate. Fu un coro generale di voci: Non fumarel E' la seconda sigaretta — risponde Donati pregando con gji occhi i suoi... guardiani di essere indulgenti. La tessera-mascotto A poco a poco la piccola saia della palazzina si gremisce di altri ospiti. Arriva Piero Negro ohe consegna a Donati una tessera dell'Aero Club. E' una tessera che ha una 6toria. E' (niella dello stesso Negro, che egli consegnò a Debernardl come augurio prima che questi battesse il record mondiale di velocita. La tessera era ritornata al suo proprietario arricchita dell'autografo del .recordman mondiale. A Donati dovrà servire come mascotte, come ha già servito a Debeirnardi. Giungono poi ancora Lovadina, il compagno di volo di Donati, i commissari dell'Aero Club che dovranno controllare il record: colonnello Bolognesi, prof Perucca ed ing. Pijvia. PiCt tardi giunge il colonnello Df Robilant, che molto si interessa a questo record, col suo segretario dott. Toso. Donati intanto veste lo scafandro termico, uno scafandro che tra la stoffa esterna e la flanella di lana che lo copre internamente, porta delle resistenze elettriche che attaccate per mez-llgdaapavtP(pSzo di un filo alla presa di un accu-'• n i d a . a e . a r e e . e i . mjulatare ohe è a bordo deffl'apparecehlo, assicureranno all'aviatore un calore costante. Anche gli ampi oalzar' di tela cerata od il casco che copre Interamente rj voMo dall'aviatore, se 6i eccettuano due piccoli buchi per gli occhi, portano la resistenza elettrica. I meccanici sono sempre attorno alraj>!parecohio e tentano di mettere in moto li motore, ma questo si rifiuta di partire. HI freddo è sempre intenso, ed il motore molto compresso... Due o tre giri all'elica colle mani, poi Lenzl ordina al meccanico che ò nella carlinga: Contatto! Ma il motorino d'avviamento gira a vuoto, inutilmente; L'elica non si muove. L'operazione è ripetuta parecchie volte con calma dai meccanici, che sanno il fatto loro e non si preoccupano sovea-chiamentB di dover girare l'etica a forza di braccia. Donati al contrario è nervoso. Già vestito dello scafandro, col naso Incollato ai vetri, segue l'operazione dei meccanici e brontola,.guardando II.cielo che sta coprendosi di !egg«re nubi bianche. Si volta, passeggia eu e giù sempre brontolando per andare subito dopo a schiacciare un'altra volta il naso contro i vetri. Diana/ti, il direttore del campo, che irli è molto amico, lo guarda sorridendo e paternamente lo ammonisce: Mi hai l'aria di una prima donna. d'Mmebapopilitoincapimgrf,Atrcodedi^™a milaoiedri-frprilaa vel'adiAtrli balzo Bell'azzurro! Finalmente un rombo cupo e possente ci avverte che li] motore è avviato. Donati vorrebbe precipitarsi subito fuori, ma iil rag. Rocca e Dianà-ti lo requisiscono, gli fanno spalmare id volto di grasso, finiscono di abb-igiiarlo e gli assicurano eolia schiena il paracadute. Donati è ormai! completamente abbigliato. Esce oonrendO dalla palazzina e continua la corsa su e giù ned prato mentre id motorista sta verificando per l'ultima volta i comandi. Tutto è in ordine. Lenzl scende dalla carlinga, e Donati vi si insedia. I-a maschera per l'ossigeno gli viene applicata dai! fratello e da Uianati, che aggrappati adi'apparecchio stanno dan- uesdase•amfoorGtrirmtafivd„nmrdo gli ultimi consigli al pfflota. Un avolto completamente mascherato, irri- ; n•conoscibile, che si'gira verso di noi, : sun braccio che si alza, con un cennoi adi saluto, un rombare lacerante di mo- ;tore, una violenta ondata d'aria che ;1 oi coglie in pieno. E' partito 1 Sonojdle 12 e 4 1 nL'apparecchio dopo 50 metri è fS^aflziato, e punta arditamente verso il wcielo. Dopo prende la impennarsi subito dopo più mente di prima 1 1000 metri sono presto raggiunti. A queste quota. Donati compie un'ampia spirale sul campo, per poi puntare decisamente verso il f, no.più largo squarcio di .azzurro, su, so- ala al Monviso: 1500, 2UX), 2500... L'apjjai t* cu ìuutivigv. ìwv, tvuvu, t-wv... u 0.47- l:parecchio sale sempre memvigUòsa-moTitP icnn imo jlf, : " : •" • • ■ i D' A- 9* 31 ncm è T>i\°rmm cne m fpunto piccodiissimo, nerazzurro à-A ecielo. Lo scorgiamo ancora mentre, asflora una nube bianca, poi scompare ;; pì nostri occhi io cercano invano. Si;urientra nella palazzina. , vicino aliai sn a a 5 iao l rel n a a-ìnon dovrebbe tardare. stufa. Nessuno parla. Il nostro pensiero è rimasto al piccolo punto che sale, sade senza soste nell'immensità dello spazio... La disossa Un'ora è passata. Slamo sempre in attesa, non pi fi nella palazzina, ma sul campo co naso m aria. Donati ia- Ed o|sguardc fedcucpdinfatti poco dopo, aguzzando lo cio,'vediamo 1 apparecchio plcco-ubce .. a i. a E' elema le al ooonmari olsi, arhe ol ro fa lo siez-l l'apparecchio piccolissimo ancora, die gradatamente s'ingrandiiisce e prende tarma, abbassandosi su di noi. Donati compie alcune ampie spiiradà, e ben presto non è che a 100 metani dal campo. Mentre tutti ci prepaiiiiamo già a correre verso l'appaaiecchiio, vediamo questo alzarsi nuovamente. Due volte Donati tenta di atterrare e per due volte si adza ancora. Per ri-portarsi sul campo compie un (largo virage., Per chi ha visto compiere da Dona/ti le più pazze acrobazie, Sa cosa dovrebbe stupire, ma non stupisce noi olle sappiamo in che condiziona si atterra dopo aver raggiunto squna quota che deve essere stata sica- ramenite superiore ad 10.000 metri. !Finalmeinitie l'apparecchio si abbassa ancora fino a sfiorare la terra, pai si Iposa dodoemente sul campo senza il mi!m.imo sussulto, e col motore al |li rallenti » muove verso la piazzuola;di cemento, punto d'arresto degli ap-jparecohd. Due meccanici sono lesti ad iattacoarsi adla coda deld'aA.C. 3» men- tre l'eJftoa gira ancora. L'apparecchio e'fermo, il motore ha ancora qualche sussulto, poi si arresta. Svenuto! Ci precipitiamo, è la parola, verso Donati, ma l'aviatore non risponde al nostri ricb'iamd. Appena l'apparecchio si è fermato, egli si ù abbandonato colla testa riversa aliindietro. Par** svenuto Passa qualche minuto. Qualcuno voiTsbbe tfrar fuori l'aviatore u-'• -laida carlinga, mà poi si prende la; Misiiione di lasciario rtposefle. Un lamento continuo, come queftto di un ambino caco dalla bocca di Donati poi sd ha rimpnesstane che l'aviatore ianga, lamentandosi. Il fratello, sato su urna scoila, gflii regge la testa, ed n«oimninci1ia a slacciargli lentamente 11 a sonetto e ilo scafandro. Basta questo piccolo movimento, compiuto colla massima delicatezza, per strappare grida di dolore a' Donati che. deve sof cafrscdidempesecrpem« dagnni,Aw, rv.^n«„ ™~,~T~.~r«t*. <,i -™Hi«*o ™,ai uàrwe moto. Finalmente il pillate puO peon ogni sguardo essere tratto racrtj podetta oairtiiinga, e portato a bracala su audi una coperta che 6 state stesa sul pe^™,t„ «i t.,,,^.™ >. «.^^.tr. „; l'olatoundufl turedaa aiig-zag, indi-canti In salute, i 12.000 JPa Ti , ^ . ;iametal. Attraverso i vetri che chiudono faa cartina non sd può vedere con pre- seoistane. Donati si mostra soddisfatto, l'eed alquanto' rinfrancato, adulato dwl'rli-„i*w*. !„ „i^j< t- «_ nermteMo, si altea in piedi. La fotografia mprato al sole. L'aviatore 6 adagiato e aacteto tranouiMo a riposai*. A poco a poco pi riandma. volge lo sguardo verso dn noi e chiede: « A quanto sono seJJiito ? »'. I barografi che sono stetd tediti dal'appaipecchio sfiorano con le loro linee di! prammatica lo trova già sorridente. Appena seduto su una comoda pol- tl(vrona di vimini neffla palazzina, chiede!?duna sigarette. E' id primo desiderio che esprime, dopo aver... toccato terra. Se a gode lentamente. L'aria dd soffe enza è scomparsa dal suo volto. Un amico gli porge id ricevitore del telefono: E' la sua signora. « SI cara, sto bene, tutto bene ». L'eloquenza del baregrafl Parla ancora lentamente, stanco, ma ormai è ritonnato dui, HI buon Donati. Glie lo dice sorridendo Lovadina mem tre lo abbraccia e lo bacia. I barografi vnsòch« citrinedcbiresuasgrn»T,-tr. ,«,™kv, - simento cambiano sede. Vengono por- gtati dal prof. Perrucca al gabinetto di mfisica del Podiitecralco dove ÌA ore dopo 'Mverranno poi spiombati e confcrolitati pdai cmmTii^sarf »™.Af Da»^,-„o „„i™ m„ìi PJ /• Perrucca> colon- cnello Bolognesi ed ing. Pavia. rCosi si e svolto il tentativo, piena- ! hmente riuscito, di Donati per assicu- crare all'Italia il record mondiale di1 |altezza. Sono,, con quello di De Ber- unardi, due i reeords mondiali, i più vsignificativi, conquistati dalla nostra &aviazione. ;|! Precedente record apparteneva al- S1 americano Champion che nel luglio dd' quest'anno con un apparecchio mu- pnit0 di un motore « Curtiss » raggiun-1,n^S^^StS^T ^T'^wiampion s incendiava 1 apparecchio, pfiamme Resistenza di polmoni Presentare Donati, ai nostri lettori, zdgpsnon ò più il caso. Avemmo srià occasio-'u di farlo miando il nnt rn nrrtitnIv. ri7 °="_ cGf\ Hi (Tiiorri cr«j>\iì*'i j 9Ì'mL^-SóI^^ • , 1^liano d altezza. Basterà ricordare che -p Donati è nato 32 anni fa a Forlì, che è g fregiato di quattro medaglie al valore, e che na abbattuti undici appareccM austriaci. E' uno del nostri migliori pU'otii m0desto quanto valoroso ed un ottlmo compagno. Assistendo al, suo record d'altezza ci siamo potuti ^«cstoo i(Iea di riuscire m SUQ antidivo fare un'idea delle enormi difficoltà che esistono per il pilota, e di quale grande prova di coraggio egli ha dato. Per raggiungere tali altezze, il cuore eu i polmoni hanno bisogno di un lungo allenamento. Donati stesso che questo allenamento aveva compiuto scrupolosamente con la ferma . ha dovuto subire, come abbiamo visto, le conseguenze deUo sforzo al quale il u„„ nr™nUm« j, . suo organismo è stato sottoposto. A questo si aggiunga, il pericolo che grava minaccioso e continuo sul pilota, la possibilità che venga a mancare l'ossigeno. Basta un piccolo guasto, tm'otturazione qualsiasi del piccolo tubo che porta l'ossigeno dalla bombola alla maschera, per provocare una catastrofe. Abbiamo ricordato altra volta 11 triste caso di quel pilota francese che ebbe 1 duo polmoni lacerati — come 'stabili la radioscopia — in uno sforzo d'espansione alla ricerca dell'elemento vitale, essendogli venuto a mancare l'ossigeno. Da tutto ciò si può dedurre che In - un record d'altezza ha forse più im! portanza il fattore uomo che non quela lo apparecchio. Non ò a dire però, coi Ime molti credono, che i reeords non l servano a nulla poiché invece non | no un gran valore per gli insegnaa; menti che offrono nella costruzione jdei comuni apparecchi. Tutti i perfe i zlonamentr infatti che vengono stu diati per gli speciali apparecchi di 'reeords vengono poi applicati nella co¬ AbvcGAsaFirsimo l o o * e a; struzione degli apparecchi in serie, poi'tando a questi grandi vantaggi nella rapidità di salita, nella stabilità nel rendimento del motore ecc. 1 meravigliosi exploits dei nostri piloti, dunque, non sono solo degli eroismi isolati destinati a non avere una pratica utilità, ma servono al contravio al perfezionamento continuo delle nostre meraviglioso macchine aeree ohe solcano vittoriose i cieli. GIUSEPPE TONELLI.

Luoghi citati: Debernardl, Forlì, Italia, Pavia, Torino