Uomini del mare e del cielo

Uomini del mare e del cielo Uomini del mare e del cielo Il sottomarino Non rispondono più Il gigantesco tentativo dell'estremo salvataggio non è riuscito: 600 uomini, numerose navi, la gru galleggiante - L'ultimo cilindro d'ossigeno, gli ultimi fiochi colpi • Un'agonia di 70 ore nella oscurità e nel gelo della tomba d'acciaio • Milioni d'americani hanno pregato - Cordoglio mondiale NEW YORK, 20 notte. Purtroppo, le innumerevoli squadre di salvataggio che stanno tentando sforzi sovrumani sul luogo delaffondamento del sottomarino S. 4. per salvare i superstiti, non sono oggi riuscite a introdurre nel compartimento di prua, per il tramite del tubo lanciasiluri, alcuno dei cilindri di ossigeno con cui si sperava di scongiurare fi soffocamento dei sei oprawissuti alla collisione. Gli esperti navali ritengono che, se gli infelici ormai, non sono morti di asfissia, la loro fine sopravverrà senta scampo entro la nétte. La voce spenta Stamane alle 8,15 vennero uditi fiochi rolpi dall'interno del sommergibile, ma i palombari non riuscirono a decifrarli. Probabilmente, gli sventurati, rinchiusi netta tomba d'acciaio, si trovavano già cosi presso la morte, che non erano più in grado di usare il codice Morse. Per l'intera niornata di ieri il freddo accanitissimo ed il mare burrascoso costrinse ro la fiotta delle navi di salvatàggio ad un'inerzia esasperante, mentre una nazione ansiosa veniva leggen do i bollettini eh* tenevano accesa qualche fioca speranza sull'eventuale salvezza dei sei membri dell'equipaggio del S. 4. che risultavano ancor vivi. I bollettini peraltro non *« scitavano che una certezza: essi as siluravano che i 6 sventurati rima nevano ancor in vita. Le ultime pa role ricevute da questi ultimi vennero raccolte ieri sera alle 19,20, me diante un apparato di segnalazione oscillante a bordo del sottomarino S. 8. J sei sopravvissuti domandarono — Esiste ancora qualche speranza? Il sottomarino S. 8. replicò con questo breve messaggio in codice Morse : m — Si, Io speranza esiste ancora Si ignora peraltro se il messaggio sia stato ricevuto in fondo al mare. Qualche ora prima, il tenente Gra ham Fitch, probabilmente il solo ufficiale superstite,. aveva fatto sapere che si stava aprendo Vultimo cilin dro di ossigeno disponibile nel compartimento di prua. La manovra fallita La notte scorsa, milioni di cittadini americani accolsero Vinvito — trasmesso attraverso il Paese dalla radiotelefonia — di « recitare preci per la salvezza di questi prodi marinai ». Per un minuto, la radiofonia fece silenzio. Stamane, til vento si era alquanto moderato e, ad onta della burrasca che persisteva, i palombari si preparavano a scendere verso lo scafo sommerso recando seco cilindri di ossigeno e vettovaglie ed aequa potabile nell'intendimento di fare pervenire il tutto entro il compartimento di prua, per il tramite del tubo lanciasiluri. Gli allestimenti per il tentativo furono imponenti. Due navi vedetta, tre navi spazzamine e varie cannoniere si trovavano sul posto. Il personale adibito al salvataggio saliva a circa seicento uomini. Esso disponeva, fra l'altro, di due maestose gru galleggianti e di un'certo numero di pontoni. Il disegno era di segnalare ai sei prigionieri del compartimento di prua di aprire lo sportello interno del tubo lanciasiluri per dar luogo all'introduzione dell'ossigeno e delle provviste. Naturalmente, si sapeva che questa manovra non avrebbe mancato di introdurre una eerta quantità di acqua nel compartimento, ma si considerava che la quantità non sarebbe stata sufficiente per inondarlo da 'éima a fondo. Come ab* biamo ietto, la manovra non è riuscita. . Le 70 ore Si ritiene che, dal momento in cui il subacqueo nel pomeriggio di sabato colò a picco, i sei superstiti abbiano attraversato 70 ore di indicibile agonia, sprofondati nell'oscurità e in lotta con un freddo intensissimo, giacché gli apparecchi di illuminazione e di riscaldamento erano andati distrutti nella collisione. Nessun segno di vita è stato dato dagli altri 34 membri dell'equipaggio. E' convinzione generale che essi perirono al momento dell'urto fatale. Nondimeno, continuano febbrilmente le operazioni per l'agganciamento dei cavi da usarsi per sollevare U sottomarino, ma per questi lavori occorreranno almeno 36 ore (o, più probabilmente, diversi giorni) cosicché non essendo stato possibile introdurre l'ossigeno attraverso il tubo lanciasiluri, il sottomarino S. 4. quando finalmente sarà posto a, galla non conterrà se non dei cadaveri. Le famiglie della maggior parte dei membri dell'equipaggio hanno fatto cospargere di corone di fiori le acque burrascose che rappresentano la scena del disastro. L'Inghilterra, la Francia, l'Italia e il Giappone ed altre nazioni, per il tramile delle rispettive ambasciale hanno espresso al Presidente Coolidge il loro cordoglio per il disastro. U ministro della Marina inglese ha inviato uno speciale messaggio di condoglianza. Il pubblico é piuttosto impressio nato da alcuni rilievi fatti alla Camera dei rappresentanti dal deputa to newyorkese Griffln, il quale ha detto che i sottomarini americani, come pure gli inglesi, non sono attrezzati come dovrebbero essere per agevolare il salvataggio in caso di affondamento. 1 sottomarini tedeschi invece, secondo il deputato, recano degli uncini per l'agganciamento dei cavi di sollevamento. Questi uncini, al contrario, mancano nei sottomarini americani. < - Un altro disastro Un altro disastro navale è segnalato intanto da San Diego di California. Una esplosione è avvenuta a bordo della nave aerodromo Langley, che stava ancorata nella rada di S. Diego. Immediatamente si sviluppò un incendio che fu bensì localizzato, ma avviluppò l'intera nave in immense nuvole di fumo. Varie scialuppe di pompieri accorsero sul posto, ma l'equipaggio della Langley aveva già represso l'incendio -con le pompe di bordo. Due marinai rimasero uccisi e cinque feriti. Si crede che l'esplosione sia avvenuta nel deposito della benzina. (Daily Telegraph). Il palombaro ferito Il dramma di un salvatore Boston, 20, notte, n palombaro Mikael giace all'ospedale di Boston, dove viene curato delle, ferite da lui riportate nel tentativi di salvatàggio dell'. S. 4 ». Egli è stato seriamente ferito dà un rottame galleggiante staccatosi dal sottomarino. Il tenente di vascello Elsburg ha raccontato la storia di Mikael, che si trova in uno stato di debolezza tale da non poter fare alcuna dichiarazione. « Dopo parecchi tentativi infruttuosi — ha detto Elsburg — per lanestare un tubo di aereazione nell'S. 4, parecchi palombari si erano fatti tirar su perchè letteralmente gelati. Mikael si immerse a sua volta. .Cercò di introdurre l'estremità di un tubo di aereazione attraverso le valvole del piroscafo. Stretto, tra due pezzi del l'inestricabile massa di acciaio, Mikael tentava di sfondare una parete, quando alcuni pezzi di metallo Improvvisamente vennero giù, colpendolo brutalmente. Mikael, ostacolato da questi rottami, tirò violentemente la corda di richiamo, ed un palombaro piombò in suo soccorso portando seco un'ascia colla quale potè liberare il suo compagno. Mikael era svenuto a causa della pressione d'aria, fortissima. Appena fu liberato dai rottami, la stessa pressione d'aria lo fece salire alla superficie, dove fu raccolto e condotto a bordo di un vano re. Fu posto in una camera di de compressione, dove durante la notte riprese coscienza. I medici sperano di salvarlo ». *■*•« Vapore affondato sulle coste irlandesi Tutto l'equipaggio perito Londra, 20, notte. Un vapore sconosciuto, che probabilmente trasportava carbone, ha urtato in uno scoglio presso Oldhead Kinsale. (Irlanda) ed è affondato quasi subitp. Il mare agitato ha impedito le operazioni di salvataggio. Sembra che tutto l'equipaggio sia annegato. ' dmhPpdc

Persone citate: Coolidge, Fitch, Langley

Luoghi citati: California, Francia, Giappone, Inghilterra, Irlanda, Italia, Londra, New York, San Diego