Il processo per la rapina alla gioielliera di Alessandria

Il processo per la rapina alla gioielliera di Alessandria Il processo per la rapina alla gioielliera di Alessandria Alessandria, 15 notte, 'raOggi tn Corte d'Assise il è inizialo u uro- cesto a carico degli augrcssori c del rapi- ga- del rapinatori della signora Teresa lvaldl. proprietaria (lcll'oivhccria tn via Modena. Nella auln si accalca una ressa enorme di gente Bscdespecialmente irli popolani, che si appassiona ?assai ali, vicende di ..uesta criml'.Iosa lm-1JglacidiPrimo ad essere interrogato e 11 maggiore Imputato, II manovale Settimio Calvi di M'iWiato^'Sù vo^reiSS'ad òr- «^mzzaredrammatiche fuX- rial circhi ,lrftevoiSonderrdl^taatiiuo t»iu£ldted3£ 5?signora ìvaÌTlI e di arerìf no° ràninaia del '"-«la^ySS^MÌaimt»\S^SirS'^tm-ìui chia lancia eonicnenie preziosi Pei 30.000 lire. .nIl tesoro trovato... per caso di^o^r,„^iruaSli«u'??,,aino,^^, n,ar «3SS£#SSI& ydfafrìPl&X r 10 'el'-ì *3%«??Z^J&0,^J1,,Dl™0l%J*??™ì, "•Jf l'£5£^^*E*-i*!S£3 '} ^ualc Ca,'1° -V' «Str ?;,„aT^0lb€, 1 ,PrezlC1^ 'n m giornale. Uane fece un Involto e lo nascose In unal|abuca presso Porta Marengo. Il giorno dopo| confidò ad amico t.iusepne Repossl. attuale e nr.pulato. la scoperta fatta, eri insieme si siI recarono a Tortona poi a Genova allo sco¬ i 4v*in "iiv t . x 1 ; i Lutiti L/VTI A 'pt ai sbarazzarsi di quella merce Colà jimontrarono con un individuo chiamato a Gino, non meglio Identificato, che II Calvi aveva conosciuto tempo prima tn faretre. Senz'altro 1! Gino propose la vendila Iella refurtiva ad un suo amico. Tutti e tre fecero allora ritorno in automobile ad Alcs-xindria. prelevarono i preziosi nr,«;»rti e quindi si recarono a Pcgli alla ricerca del coni pra'orc. Qui. alla Trattoria Genovese, fc- LFdIOcecero conoscenza del Giovanni rmtti. che mp-"le ,<?1ipos,0„a, Son,f1£,ar? vantaggiosa- trmeme 1 affare. Quindi II «Silvi nascose gran cede nane della refurtiva in un pacco con- vlenenle pennelli da dlpincrerc. Senonche gli vagcntl della forza pubblica fecero lrruzlo-- rane nell esercizio e tutu quanti furono ar- areyaM- , saNaturalmente. Il Calvi si proclama com- tapletnmente Innocente del mancalo omicidio ae della rapina, polche rtaflerma ancora, omalgrado le contrastanti precedenti deposi- azioni e le varie conti-addizioni in cui è ccatìnlo. di avere trovato la valigia casual- liniPiite. senza commettere alcun reato. |rL'Imputato Giuseppe Itoposi e più sbrl Mpativo nenia sua deposizione. Secondo l'ac ! mcusa costui deve rispondere di complicità znella rapina, avendo fatto da palo nll'an-!ggolo di via Modena mentre si compiva la psanguinosa grassu-zioue e di essere fuggi- inlo subito dopo per l'allarme duo da'la. lelcrlla. Anche in questa seconda deposi- Tzionc si rLscontrano .incertezze, negazioni cidcontraddiziodii con le altre rose più volto i ne - l a i e a a ol a r i a oe a so In istruttoria. Sostanzialmente egli" ora dice d! non sapere nulla del reato di cui deve rispondere. Seppe dal Calvi del fortunato rlmentmeiilo della valigia, e con lui si recò a Pegli por smaltire i gioielli. Niill'altro sa dive; e polche tanto il presidente quanto il procuratore espongono le varie versioni e dichiarazioni rese in istruttoria, il Reposi non si scompone, come già fece il Calvi Ln simile contingenza, c rimane fermo nelle sue dichiarazioni. L'ultimo imputalo è U Giovanni Trotti, che dove rispondere di ricettazione della refurtiva, avendo egli accollato di contrat-r! lare e di acquistare la merce a prezzo molto favorevole. Anch'etili ritiene l'affare più che corretto. Non seppe da dove proveniva quol grosso pacco di catenelle, orecchini c pietre preziose. n£ si occupò eccessivamente di saperne l'origine. Nessun reato crede di avere commesso essendosi limitato a trattare la compera e la vendita della merce. La vittima: « E' lui! » Finito l'interrogatorio degli Imputati fi la volta della parte lesa, signora Teresa lvaldl, che rievoca 1 drammatici particolari del ferimento, /della rapina, dell'allarmo dato e deU'tnseguimento del malfattori che si dirigevano di corsa in via Modena, particolari gli noti nella narrazione fatta dalla ■ Stampa •> di ieri mattina. Come giù nel primo confronto, la signora conferma recisamente di aver riconosci uto nel Calvi Il suo aggressore. Messa nuovamente a confronto, mentre l'Imputato protesta la sua Innocenza, la signora conferma il riconoscimento: — E' lui ! E' lui i — ripete concitata la lvaldl. — Non vi è dubbio di sorta. Ne sono pienamente convinta •2dcBrgumssStefned]ufhnlvDnUag,Con questa battuta che desta profonda tmpressione nell'aula rigurgitante di puh-'sbllco. ha termine la deposizione della par-lste lesa. |dSI passa quindi alle testimonianze, clic riassumiamo brevemente. La signorina Maria Baralls. figlia della parte lesa, narra che al momento del fatto s'. trovava nell'alloggio soprastante il negozio. Alte grida, guardò dalla finestra e vide motta g^ntc innanzi al netrozlo e sua madre che, sanguinante, rincorreva due individui. Scese al pian terreno e poco dopo vide por- e tare da duo passanti sua madre svenuta a!Altra teste Importante è la signora Gtu 'sepptna Damano, nuora della signora Ba t ratte, rttcorda clic, ritornando dalia sta-IJd "-amvtarla acccmnajniaia da un ra- lit gazzhJO. vide fuggire dalla ri.i Arnaldo da ODBrescia due giovani clic anelavano a nascondersi sotto i porticati ilei un. 15 e 17 del caseggiati della delio via. Incuriosita ?"CIV" alquanto M.pwo, sinché ylde i Jg^gfflg^B ^J^T^K^ la vallila, che si rivolse anzi alla teste ciilerlendo se avesse visto scappare due individui perchè inseguiti In quel breve «*\<wlo la Dardano ebl^ napdò di squa- ,lr'lre 4«entamente U Calvi, che rlconob- 5? s"l>"° nel prin,° confronto seguito. Non '"-««nobhe Invece 11 suo compagno Renosi, cho Ip 6 t"1">Ta '^noto. Altri testi dicono .np vi(ìero touìm due niarluoll. Seguono le deposizioni itegli agenil rhe «™ x ì ^ a^llfeS' rw Tr^"l dicono essere l'impntatn un ottimo lavoratore. Seguono «lire rì^rslzlonl ni mlnovc rlltovo. La luiiUa lldienza fc cosi terminata l|a nrOTa tc=tlmon1ale | Domani avremo la rcmilsltorla del P. M. e rlella P. r.. e le arrinirlic. A sera tardi si avrft, probabilmente la senlenza. ccai pure La condanna di cn automobilista fuggito dopo l'inveslimento Giolla, 15 notte. In Tribunale ù comparso oggi tale Ginn Faustino Mollo, imputalo rli avere, guidando un auto sullo stradale Mielln-C'ossato 11 IO dicembre dello scorsi» amvj, investito certo Francesco RIvardo. cagionatone la morte, e poi di essersi dato alla fuga. Al tri duo compagni di viaggio del Mello. certi Onorato Lavino e Mario Canotto, da valle Mosso, dovevano rispondere di ta voregglamento, per avere raccontato al ca- rahlntcrt di Cessato, che Indagavano per accertare la verltft e<l arrestare 11 respon- sahlle detrinvestiment'D. cose non vere, aiu- tando cosi U Mello a sottrarsi colla fuga alle ricerche dell'autorità. Il dìbattimpnto occupò l'intera udienza.' I tre imputati, assistiti dagli avvocati corte e Carpano, cercarono di attenuare le loro responsabi lità. I numerosi testi sentili - stabilirono |rhn l'tnvesttmento era avvenuto penile i! Mello, abbagliato dai fan di altra auto ! mobile che veniva in senso contrario, an zìche fermare la macchina, aveva prose, !guito ia corsa e cosi non distinguendo piti eli ostacoli che si paravano dinanzi, investiva il novero Rlvardo lanciandolo vio. lentcnionte gliì dalla scarpata stradale. 11 Tribunale ha condannato ti Molto a i mesi idi detenzione e a L. 300 di multa: Il lavt i no ed il Cartono rlspottivamente a giorn BBaBaB. BaCrCrCoCrCoMMRuLiAdCoLlLlCoAlr! fi a , a ù a i a a o •2r> e 30 d1 reclusione, coi benefici della condizionalo e «lolla non iscrizione. La condanna del giovane che accise con un pugno il creditore Cuneo. 15 notte. Questa sera è terminato II processo a carico di quel certo Battista Uonadio di Busca, rinviato a giudizio del nostri giurati sotto rfinputazione di ferimento seguito ria morte, per aver cagionato, con un pugno, lo scorso anno in Busca, la morte di certo Rosso. L'Imputato ha gin st locato il suo agire affermando di essere slato tn quella triste notte ubriaco. Il P. SI., avv. Dompò. ha sostenuto la colfpviv tozza dell'Imputato, affermando però che esso era meritevole delle attenuanti. T difensori, on. Rossi e aw. Berardengo. hanno sostenuto invece che la morte del Rosso era lonscgnenzn direna della caduta e non del pugno infcriogll dal Donadio; hanno ]>ol sniiordlnatatneiite sostenuto la totale ubriachfz.-a dei loro difeso. I durali, con il loro verdetto, hanno affermato la roltievolez7B del Donadlo e srl' hanno concedo i benefici della ruovocazlrne grave, del]ubriachezza rcmpllce e delle attenuanti £rer,(,i|,-ho. ln lwse a tale venie!lo, il presidente ha condannato il Donatilo ad f anno e giorni M di detenzione, danni e upese. Una condanna por (erimonto a Gasale Ostale, 15 notte. •Davanti al nostro Tribunale si ò oggi avuto l'cpilog" di un grave latto di sangue. Il ventenne Lorenzo Pctrlno, die vlve,va separate, dalla madre. la quale si era a unita al suo amante, LI pregiudicato Erne-'sto Boril!gnt>im La notte del li ottobre -lsrorso dovette accorrere ctai 1 nonni in |difesa della genitrice, percossa bintalmen- CoIdIdLaIdSoLiRoToSiVaAUMElMFeMBFiIsMDItSuSeSiEF.MTUDInLOSEAFIImRDBAASCGKPtiMFSLNBVBDSPBABONAc a , - —3n033Tale intervento irritò \'fCOtri dal Bordlgnoni !l pregiudicato, clic si avvento contro a! Fetrlno ferendolo con un coltello e cagionandogli l'impotenza funzionale del braccio destro. li feritoie é comparso oggi a questo Tribunale, assistito dall'avT. Ferraris, mentre il Pctrlno si era costituito P. C. con l'avvocato Julilln. Dopo Io conclusioni del P. M.. avv. Miiias, :I Tribunale condannava l'imputato ad l anno, mesi 1 e giorni iu di reclusione ."3f

Luoghi citati: Alcs-xindria, Alessandria, Busca, Genova, Pcgli, Valle Mosso