Ridda di milioni e sfrenate speculazioni nel dissesto della Federazione Agraria Casalese

Ridda di milioni e sfrenate speculazioni nel dissesto della Federazione Agraria Casalese Ridda di milioni e sfrenate speculazioni nel dissesto della Federazione Agraria Casalese Casale Monf., 15, notte. La relazione presentata oggi al giudice delegato dall'ovv. Catterino Giorcelli, curatore del fallimento della Federazione agraria casalese, contiene una esposizione dettagliata di tutte le traversie subite dall'azienda caduta in dissesto, insieme ad una documentazione precisa sui disastrosi giuochi di Borsa da parte di alcuni amminis%atori, pei quali vengono specificate 10 relative responsabilità. Crediti inesigibili L'esame più accurato della situazione della F. A. C. ha potuto accertare che la F. A C. non portava mai a perdita i crediti divenuti inesigibili, ma 11 conservava come attività.. Da qualche elemento risulterebbe che i crediti, al momento della domanda di concordato, ascendevano .a circa sci milioni: nella situazione.in base alla quale fu presentata la . domanda di concordato, furono ridotti a 4.500.000 lire. Il commissario giudiziale fece un'ulteriore falcidia, calcolandoli a lire 1.510.000: ma a contatto colla realtà delle cose tale cifra, in sede di realizzo, subirà notevolissima riduzione -appunto perchè non si tratta di crediti recenti dell'annata ma per lo più di crediti antichi Circa le cause del dissesto si deve osservare che tutte le aziende esercitate dalla F. A. C. erano largamente passive: Fabbricazione del solfato rame, Stabilimento bacologico, Vivaio Baldesco, Panelliflcio Torti. Queste aziende servivano a mantenere una esuberante quantità di impiegati, a taluno dei quali si davano percentuali su utili che non vi erano, perchè l'azienda nelle sue singole parti e nella totalità era largamente passiva. Avuta a disposizione tutta la corrispondenza e tutti i registri, si è potuto accertare ben altro, e cioè un giuoco di Borsa sfrenato per cifre ingenti su merci svariate, su divise estero, con perdite gravissimo. Della cosa già si parlava pubblicamente, ma non si vollero raccogliere tali voci attesa la loro gravitò fino a che non se ne avesse la prova. Furono fatte accurate indagini e, pur constatando la sparizione di molti documenti, si e potuto rinvenirne alcuni, i quali danno la prova più precisa e più limpida del giuoco abitudinario cui si erano abbandonati e la F. A. C. e gli amministratori in proprio. Tonnellate di zucchero e di grano Cosi un carteggio scambialo dal 3 al 5 febbraio 1927 con la Società Commerciale Agricola, — Società create dal coniai. Bollicina, di Milano, e le cui Azioni appartengono a lui nella quasi totalità — documenta che di 8.000 tonnellate dì zucchero contrattate, quatliromila erano per la F. A. C, tremila per l'otn. Brusasoa e il suo gruppo, mille per l'Unione Provinciale delle Cooperative (Casa Bodenheimer), e ciò proprio nella imminenza del fallimento. La Federazione rilasciava effetti alla Società Agricola a garanzia del contratto. Parte di tali cambiali vennero a scadenza nel 30 giugno 1027 per lire ■2S0 00O e parte nel 15 luglio 1927 per live 3GO.0O0; come risulta dalle lettere 30 giugno o 15 luglio 1927, la Società agricolo, si pagò colla somma a sue mani. II curatore protestò e citò la ■ Sagricom ». Anche per altre 1-4.000 tonnellate di zucchero, grano, mais, contratti del 1925 proseguendo nelle ricerche, si c trovalo in ini angolo di un cassetto, un l'oscicoleMo di documenti, forse dimenticato. Fra l'ulti* è grave una lettera in data l.o giugno 1925 a firma avv. Brusasca quale consigliere delegato anche della fallita «Pro Monferrato», diretta alla F.A.C, in cui si dispongono contratti ili tale entità pel tramite della « Sagricorn » che, in data 3 giugno 1925, prendeva atto de^l'assunziione da parte della F.A.C, di tutti i contratti passati, liquidazioni, impegni contrattuali dei eignori conti Ranieri c Gianfranco Canori, Brusasca, Caroglio, Bertagà. Speculazioni rovinose Nel contratto di grano si ebbe un guadagno di dollari 43.753,19 (circa un milione di lire), ma la perdita di dollari 30.497,07 (ottocentomila lire) sullo zucchero di settembre, a quella di dollari 100.348,55 sullo zucchero Lévy (lire 2.000.000), assorbì la differenza attiva, lasciando un residuo di ingenti passività. E' notevole clic tali contratti sarebbero stali stipulati in proprio dagli amministratori che poi li trasferirono alla «Pro Monferrato». I contraili non vennero trovati nonostante le più accurate ricerche. Si sa però che la « Pro Monferrato » garantiva il pagamento pur essendo senza mezzi. Anche 1 contratti per divise estere non furono molto chiari. A tale riguardo nel 1925 si ebbe una perdita di lire 2.405.601,95, che fu, come di consueto, trasferita alla « Pro Monferrato » mediante giro contabile, cosicché la F. A. C. dissimulò questa perdita con un credito verso la « Pro Monferrato », saldando cosi in via contabile le differenze passive. Mancando i contratti, non è ben cerio se tale perdita sia av venuta tutta per giuoco di Borsa oppu erPdmtaCslcpCctCdmtnvghAiMtnctfifgs1cmvm«sec»ré in seguittf all'acquisto dolio, divisa n o e i estera necessaria per In operazioni sul rame destinato alQ'A.V.I.S. di Vercelli. Paro però che la maggior parte derivi da giuochi di Borsa. Un sistema . per dissimulare le perdite La divisa estera era comperata a mezzo della « Sagrkoni » e per le trattative su questo argomento fu inviato a Milano in Borsa l'amministratore D, Capra, parroco di Frassineto, non si sa con quale competenza. Sfogliando la corrispondenza della • Sagricom » colla F.A.C, si trovano lettere le quali provano altre speculazioni di Borsa. Cosi da una lettera del 5 gennaio 1927 consta l'esistenza di 20 effetti da ventictnquernila lire caduno firmati dal Consiglio d'amministrazione a favore della Casa Lévy di Parigi che era la molare di tutti i contratti aleatori. Tutte queste operazioni, che appaiono di natura aleatoria al massimo grado, involgono le più gravi responsabilità degli amministratori, che in tal modo hanno dissipato tulle le attività della Azienda. Il curatore passa poi ad esaminare i rapporti della F. A. C. colla «Pro Monferrato». Qvn*tw Società, costituita il 26 settembre 1916, acquistò coi danari della F. A. 0. la tenuta Tenaglia, che la F. A. C. ha sempre amministrato spendendo somme Ingenti, girate a fine d'anno a debito della « Pro Monferrato »; amministrata da don Caroglio. conte CaLlori-Ranieri e on. Brusasca. Tali passività, assommanti a 18.441.997 lire, alla fine del 1926, trovano corrispondenza in crediti nella massima parte inconsistenti per L. 18,961,736 verso gli «amministratori. Portando a debito de.Ua « Pro Monferrato » tutte le perdite e passività, e facendole coprire colle firme degli am ministratori, la F. A. C. apparentemente e contabilmente dissimulava le perdite, ma neFsuno poteva illudersi «he quei orediti fossero consistenti, meno d.i tutti gii amministratori, che sapevano la potenzialità del loro patrimonio e i loto molteplici impegni. La « Pro Monferrato » aveva un capi tale di L. 150,000, che non si sa se sia stato effettivamente versato, e con tale esiguo capii ale assumeva passività per circa L. 19,000,000. I rapporti con una Banca dissestata La relazione, doipo aver accennato anche ai rapporti tra la F. A. C. ed il Credilo Agricolo Provinciale — il quale ha pure in Alessandria chiesto il concordato preventivo, la cui (procedura è in corso — rapporti sui quali si riserva di meglio approfondire il suo esame, cosi si esprime sulla condotta degli aMiiii'inistratori della F. A. C.: « Raramente si trova una più com pietà commistione di rapporti fra Ent. amministrati ed amministratori, e cioè Brusasoa, i due Callori, don Caroglio, don Bei-tana e don Capra. L'irug. Caselli non compare quasi mai, e quando nel corso della piresentte si parla degli amministratori, si intende sempre escluso il Caselii. Orbene, gJi amministratori avallavano o emettevano in proprio ingenti quantità di effetti per la Federazione, ne garantivano lè opcirazlotn-i, ne assumevano le passività. E' impossibile fare un conto anche approssimativo. Ciirca la graduatoria delle responsatrtl'ittà, escluso il Caselli, nessuna differenza può farsi tra gli altri Amministratori. Si e potuto sul- principio avere qualche impressione divieirsa, ma lo stadio della gestione ha dato una convinzione affatto opposta. CarogHo e Brusasca rispeittdvainenite presidente ed amministratore delegato, sono certo in prima linea: ma con ossi vanno pure posti il conte Callori Ranneri vice presMenito e gli altri ammimisti-atori che tutti prendevano parte agli atti principali deMa gestione e ne conoscevano de disastrose candtizioni. Le responsabilità degli amministratori Dal 5 giugno 1922 alla fine, il Con stiglio di amministrazione della F.A.C, si radunò 27 volte: il conte Ranieri Cai/lori vi inlervernne 25 volte: due se dute furono tenute ned suo castello di Vlgnoile, forse, perchè inidisposto, non poteva recarsi a Gasale. Il conte Gianftranco intervenne ad un numero minore di seduto, ma lo si trova presente quando si devono stipulaire contraiti a termine c prendere accordi col Credito Agricolo Provinciale. Quindi essi non erano estranei alla vita so olaJe, prendevano parto diletta conti nua e costante- a loro erano note le condizioni disastrose della Società e bene sapevano come coi giroconti passivi della Federazione alla « Pro Monferrato » alteravano le risultanze dell'esercizio. Il giuoco cui si erano ap pigliati gli Amministratori per tentare di rifaixi le sorti dell'Azienda, valse solo ad aggravarne le condizioni ». 11 testo della relazione, la precisa documentazione sui contratti della F.A.C, e particolarmente le gravi conclusioni sulla responsabilità degli amministratori della fallita hanno profondamente impressionato la cittadinanza che segje con viva attenzione 1»? vicende di questo gravissimo crak finanziario, nel quale andarono perduti ingenti depositi di piccoli tì^paHaiatoci mcutadiDnacopue gomderimcoinfoseBunochalTvodeprArtastaziinnote16crBchppticolagca delia ctasse agricola. ilgtisctfdpèlvm—lgriinnnrclcndtclmfncs\stm«tbnDcpctcaplnlnflmzrtrbPfdds«

Luoghi citati: Alessandria, C., Milano, Parigi, Vercelli