Il Consiglio della Lega in vacanza sino a marzo dopo aver affrontato le ultime questioni della 48.a sessione

Il Consiglio della Lega in vacanza sino a marzo dopo aver affrontato le ultime questioni della 48.a sessione Il Consiglio della Lega in vacanza sino a marzo dopo aver affrontato le ultime questioni della 48.a sessione nvacanzasnoa marzo dopo aver affrontato li ultime questioni della 48,a sessione Ginevra, 12, notte. La quarantottesima sessione del Consiglio della Società delle Nazioni si è chiusa oggi con una seduta antimeridiano, la quale ha avuto da occuparsi di tre questioni: quella del Salamis, quella del regolamento pratico della Westerplatte, e quella dell'accordo relativo alla emigrazione greco-bulgara. La vertenza dei « Salamis » Della prima di queste tre questioni ho avuto occasione di accennare fuggevolmente ai lettori quando si era parlato di rimandarla. E' una questione che può sembrare piccola o di interesse limitato unicamente alle due parti In lite, ma che non è Invece nè tanto piccola, riè affatto 6cevra di interesse anche politico generale. Certo, se la si considera dal punto di vista della stretta materia della contesa, cioè di una nave che coloro che hanno commessa non vogliono più e per Ui quale coloro che avevano la commissione vogliono per lo meno essere pagati, esaa può parere trascurabile; e ci sarebbe da domandare alla Grecia — ricorrente ■— se proprio valesse la pena, per pochi soldi, di incomodare il Consiglio Ideila Lega delle Nazioni. Vero è che la Grecia potrebbe sempre rispondere che i soldi non sono poi tanto pochi) perchè 42 milioni di franchi oro) dei quali 30 ancora resterebbero da pagare) sono certamente qualcosa, per le sue stremate finanze... Ma di.fatto è che non tutto sta lì. Nel 1912, il Governo greco commetteva ai cantieri tedeschi Vulkan di Stettdno la costruzione di un incrociatore da 19.500 tonnellate a cui si sarebbe dato il nome della vittoria navale temtstoclea: Salamis. Scop piata, a metà della costruzione, la guerra, i cantieri tedeschi ebbero altro da fare che continuare a costruire per un Paese intesizzante e poi nemico — e che naturalmente aveva bospeso i pagamenti — e sospesero quindi la costruzione. Ma, dono la guerra, pretesero di riprenderla, e di consegnare la nave. I greci risposero che, invecchiata com'era dopo 15 anni, essa_ non aveva più alcun valore tecnico e che il Governo greco non credeva più di averne bisogno La lite si era discussa, senza alcun giudizio finora, in varie sedi, e ne era per il momento anche investito un tribunale misto greco-tedesco. Ma nel giugno scorso la Grecia credette di portare la questione davanti al Consiglio della Lega. Con quali argomentazioni? La Grecia si presenta al Consiglio, non già dicendo che essa non vuole più la nave — che ciò sarebbe fuori da ogni competen za del Consiglio e c'è per questo, se mai il Tribunale misto — ma investendo il Consiglio di una ben più -lata e importante questione giuridi co-politica: che cioè la Germania, in base al Trattato di Versailles, non può nè costruire, nè consegnare armi all'estero; e siccome il Consiglio — com'è noto — nel gennaio scorso ha assunto in luogo delle Commissioni interalleate, l'incarico del diritto di investigazione per gli armamenti in Germania, così la Grecia chiede al Consiglio di investigare in proposito e di dichiarare che la Germania non può nè continuare a costruire, nè consegnare il Salamis. E' un punto di vista dettato quanto volete dalla mancanza di mezzi e dalla cessata volontà di acquistare, ma è un punto di vista rispettabile. La Conferenza degli Ambasciatori e il Consiglio Però la Germania aveva pensato in tempo a parare la cosa; e nella sua legge del 27 luglio scorso con la quale, a nonna del trattato, interdice gli armamenti, 'aveva introdotto un articolo, l'articolo 11, nel quale — dopo espressi negoziati e tacito consenso ottenutone dalla Conferenza degli Ambasciatori, si badi — faceva una eccezione per il Salamis, di cui autorizzava l'esportazione. Ora è appunto contro questo articolo 11 della legge tedesca che si rivolge la Grecia, impugnandolo come contrario al trattato di Versailles e sostenendo che — in ogni caso — la autorizzazione tacita della Conferen za degli Ambasciatori può essere corretta dal Consiglio, il quale di detta Conferenza sarebbe il succes sona. La Germania contesta, con facilita, queste affermazioni della Gre. eia. Essa dice che l'articolo della sua legge fu autorizzato dalla Conferenza degli ambasciatori- che il Consiglio non è affatto il successore di quella Conferenza; e che infine la questione è in mano al Tribunale misto greco-tedesco, ed il Consiglio quindi non v'entra. Le questioni che questa apparente mente semplice e limitata vertenza comporta, sono giuridicamente e politicamente vastisssime, e possono avere ripercussioni imprevedibili — quali precedenti — su tante altre questioni scottanti e fondamentali. E la Germania lo ha capito. Prima eli tutto, è per lei in ballo la questione dei limita del diritto di investigazione entro il suo territorio, che viene per la prima volta In discussione, e che sveglia quindi tutte le sue prudenze e gelosie. In secondo luogo, 6 in questione anche tutto il prestigio e l'efficacia dei tribunali internazionali, che sarebbero messi in forse se il Consiglio si investisse di una questione di cui un tribunale misto è già investito; e ciò sarebbe un terribile precedente per una infi nità di altre questioni, come ad esempio quella degli optanti ungile resi che travaglia tanto il Consiglio è.1 altre ancora. Infine, se il Consi plio si dichiarasse successore della Conferenza degli Ambasciatori, allora davvero non si saprebbe più dove si- andrebbe a finire. Una infinità di delicati equilibri e di assetti giuridici più o meno traballanti ne sareb'-■•ro scossi forse dalle fondamenta: *. cominciare — per non citarne che ano — da quello dei mandati colo <tf>*U. grossissima questione spinosa. Mi chi è la sovranità? E' della Con f erema degli Ambasciatori (e per es. sa delle Potenze di Versailles) la quale quindi ha incaricato il Consi glio di dare le investiture" dei mandati? 0 è addirittura del Consiglio, 66 11 Consiglio è il successore giuridico della Conferenza?... Come si vede, bisogna a Jare piano piano, il più piano possibile... A quante cose ha trascurato di pensare la Grecia per trenta denari! Issine in Grecia dice ancora (sen oGqocFrprmmFdqdssmCmdcipCqetGibsunmrlRliac: ' ros tite questa!) che essa non vuole più il Salamis perchè non intende contribuire a provocare nel Mediterraneo una nuova corsa agli armamenti. E qui sarebbe il lato politico della cosa. L'incrociatore è invecchiato, sì, ma è grosso, ha il doppio del tonnellaggio di quelli che costruiscono oggi l'Inghilterra e l'America. Se la Grecia spostasse con il Salamis l'equilibrio navale del Mediterraneo _ osserva Atene — 6 certo eli e la Turchia per prima correrebbe ai ripari. Fino a che punto? Non sarebbe allora la Grecia trascinata a controreplicare con nuovi armamenti? E clic ripercussioni questo rimbalzo di armamenti potrebbe avere sugli armamenti navali dell' Italia e della Francia? Dove si andrebbe a finire? Una solanone elegante Qualunque cosa si possa pensare di quest'ultimo genere di induzioni, questo è il complesso della questione di cui era investito slamane il Consiglio. Era — in fondo — una questione di competenza, ma difficilissima e tutta piena di trabocchetti. Il Consiglio però, che la sa lunghissima, l'ha risolta bene. Su relazione di quel diritto e inflessibile relatore che è il colombiano Urrutia, esso ha intanto dichiarato che non si può parlare di successione giuridica del Consiglio alla Conferenza; e per quanto riguarda la sua competenza e capacità di interpretazione dell'articolo del trattato invocato dalla Grecia, salvando al medesimo tempo il prestigio e la competenza del tribunale misto esistente, esso ha deciso di rivolgersi per lettera a questo ultimo, dichiarando che se il Tribu¬ npCptceppctssdivdrqtzmrtcnsiGcglèmsfpcn r nale lo riterrà utile, il Consiglio è pronto a chiedere per suo conto alla Corte di Giustizia dell'Aja una interpretazione autentica ed esatta del trattato. Elegantissima soluzione, conio si vede, che salva tutto e tutti, e clic non è vero — come potrebbe parere — che risolva poco in merito; perchè fa fare un altro, sia' pure piccolo, passo alla cosa. E' questa la tattica della Società, la quale costituisce orinai una tradizione di saggezza, che di otto anni soli, pare di otto secoli. Roma non si è fatta in un giorno. E ci sono cose che, a volerle risolvere di colpo, si rischia di rovinarlo e di trarne con osse in rovina non si sa quante altro. Danzica e la Westerplatte Il Consiglio infine ha ripreso la questione della Westerplatte, invitando la Polonia o Danzica ad iniziare negoziati diretti per il regolamento particolare sulla base del parere emesso dai giuristi e comunicato nella precedente sessione. Se l'accordo non avvenisse, il Consiglio se ne investirebbe nella prossima sessione. Circa l'emigrazione greco bulgara, il Consiglio ha accettato l'accordo di Ginevra intervenuto l'altro ieri, e che regola la questione delle obbligazioni risultanti ai due Governi per l'emigrazione. •Così è finita la sessione. La quale è stata, come si è visto, assai più movimentata dietro le quinte che sulla scena; e assai più importante forse per gli accordi politici di vasta portata circa la pace d'Europa, di cui ha tentato i primi assaggi, che non per la specifica bellicosa verten¬ zdvdocfacd—teaBcdmpsdpvlmpldaPsnagVp

Persone citate: Consi, Urrutia