L'arresto d'un commerciante per bancarotta fraudolenta e truffa

L'arresto d'un commerciante per bancarotta fraudolenta e truffa L'arresto d'un commerciante per bancarotta fraudolenta e truffa E' stato tratto In arresto Ieri tal Andrea Giacometto di Giacomo dr anni 37, nativo della nostra città e già abitante iu via Lucento 37, in seguito a mandato di cattura spiccato dal giudice istruttore presso il nostro Tribunale avv. Vaccarino. L'arresto del Giacometto è l'epilogo di una intricata e complessa procedura fallimentare, della quale l'ex commerciante è il protagonista. U fallimento di costui venne dichiarato dal Presidente del nostro Tribunale il 13 settembre dell'anno scorso su istanza della ditta Emilio Clava per un credito cambiario di lire U.OUO. Il curatore dott. rag.. Muratore ebbe un bel da fare per districare l'aggrovigliata matassa e furono appunto le risultanze delle sue indagini che determinarono l'autorità giudiziaria a. prendere un così gravo provvedimento. Dal bestiame alla... cancelleria L'Andrea Giacometto da oltre un anno aveva aperto negozio di mobili d'ufficio, macchine da scrivere ed art;- coli di cancelleria in via Lagrange, 20, risultò ben genere del quale risultò ben poco esperto. Egli infatti era figlio di benestanti e fece il costruttore insieme ai propri fratelli fino al 1923, amministrando alcune cascine in regione delle Vallette presso Stura. In seguito, partiti i fratelli per la Francia, l'Andrea si improvvisò negoziante di bestiame per qualche anno dimostrandosi anche in questa partita inesperto, incauto e poco abile. Volendo a tutti 1 costi fare il commerciante, nell'ottobre del 1925, con la mediazione di tali Attilio Olivieri e Alfredo Del Conte rilevò dalla signorina Avigdor il negozio di via Lagrange, 20, par il quale sborsò la notevole somma di 50.000 lire. Ma l'azienda era destinata ad andare a rotoli sotto la direzione del Giacometto, il quale, privo di capitali, si trovava nell'impossibilità di fronteggiare le inevitabili crisi. Non solo, ma egli era anche molto depresso moralmente per ingenti perdite subite nel commercio dal bestiame nel quale, a quanto si afferma, avrebbe rimesso quasi 100.000 lire consumando non solo del suo, ma una parte di quanto spettava ai fratelli, emigrati, come si ò detto, in Francia, quale loro quota della vendita di alcuni stabili in regione Reaglie. Nel nuovo commercio dei mobili d'ufficio e delle macchine da scrivere seguì la strada battuta da tanti altri commercianti : ricorse cioè a mutui ed a prestiti, rilasciando cambiali a destra e a sinistra pur di ottenere il denaro che gli necessitava per fronteggiare le quotidiane esigenze del suo commercio. Le persone che maggiormente 10 favorirono In tale genere di sovvenzioni furono tali Carlo Ares. Battista Olivetti ed il rag. Botto Goddo Nicola. Fattorino in automobile Ben presto però la situazione del Giacometto si profilò tutt'altro che lieta, specie da quando una ingente partita di merce, acquistata a prezzo' piuttosto elevato, non trovò compratori, tanto che 6 mesi dopo l'acquisto rimaneva ancora nei suoi magazzini Invenduta. Questo stato di cose peggiorò 11 giorno che incominciarono a scadere i primi effetti cambiari con i quali era stato effettuato anche il pagamento del negozio di via Lagrange. Tale situazione potè tenere! in piedi fino al maggio dell'anno successivo, cioè nel 1926. In quell'epoca il Giacometto fu costretto a cedere la sua azienda alla ditta Torrtni o Breschi, sua creditrice, ricavando dalla cessione, a quanto egli afferma, 17.000 lire, e subendo in tal modo una perdita di quasi 00.000 lire. In questo periodo di tempo i-I Giacometto entrò come fattorino alle dipendenze della ditta rilevataria del suo negozio e si servi di una automobile che egli acquistò dal rag. Botto Goddo per l'importo di 32.000 lire, somma che egli s'impegnò di pagare scalarmente, per fare delle commissioni per conto della ditta stessa. Le scadenze intanto di altri effetti che il Giaco metto aveva dato in pagamento di debiti, nonché alcune scadenze di cam blali di favore rilasciate a terzi aggra vano sensibilmente la 6ua posizione commerciale. Coll'acqua alla gola tentò allora un accomodamento coi suoi creditori, accomodamento che non riuscì e ne venne di conseguenza la dichiara zione di fallimento. La situazione per I creditori non si presenta lieta: il passivo denunciato è di 219.000 lire, l'attivo di 118.000, che il curatore però riduce a circa 60.000 lire per deprezzamento fi «valutazione della merce, mentre durante le moro della procedura fallimentare il passivo aumenta a circa 300.000 lire. Somme sparite Le successive indagini accertarono però quelle tali malefatte che indussero appunto l'autorità penale a epiccare contro il fallito il mandato di cattura. Infatti risultò che nel luglio del 1926 il Giacometto, in unione ai fratelli Antonio ed Eugenio ed altri, vendette par te dei terreni di loro comune proprietà siti in regione Reaglie per lire 100.000, delle quali 75.000 andarono all'Andrea e delle quali il curatore noi registri non trovò alcuna traccia. Dove erano andate a finire? Altre somme e notevolissime il Giacometto avrebbe ricevuto dal padre all'atto dell'acquisto del negozio di via Lagrange e delle quali pure il curatore non ha rinvenuto trac eia alcuna, mentre il Giacometto after mò che quando entrò nel negozio non aveva il becco di un quattrino Il rag. botto-Goddo, poi, presentò una denuncia contro 11 fallito per truffa, in quanto egli ebbe a sovvenzionare il Giacometto, dietro 6ue assicurazioni di non avere un soldo di debito, mentre le indagini del curatore hanno di mostrato il contrario. In tutti questi fatti il giudice istruttore ha ravvisato gli estremi della bancarotta fraudolen ta c della truffa, per cui ha ordinato la cattura del fallito, che. come abbiamo detto, è avvenuta ieri manina, meni re il falltto Htava por alzare i tac |chl verso la Francia. I n iirrwrrliirn fallimentare e ora sos.l»o.<a in attica dui procedimento pe- naie dal quale usciranno notevoli con- seguenze di diritto per la massa dei creditori. Il curatore pertanto ha con-itestato in sede di verifica Insinua- zioni di credito per la somma di i56mila lire per le au-ali manca una com- piata documentazione e per le quàll x — — — ^ |fvi iti , rii e attesa la relativa sentenza del Tribunale che è stato chiamato a giudicare in merito, il dott. Muratore inoltre ha chiesto ed ottenuto la retrodatazlono del fallimento al I o novembre 1925 perchè a quell'epoca risalo il dissesto del Gia-ometto. inutile appena vide le cose volgere a ' mnl„lasciò il suo domicilio dTvia r«Sntosi trasferì a GrugLias-o. Egli rite- elio ossa comporta e delie quali :1 curatore- si sta attivamente occupando. Un passaporto iitardato Ma la parte comica, poiché anche alle cose serie è quasi sempre Irammisch ato un po' d'umorismo, e rappresentato dall'arresto del Giacometio. Questi non neva che fosse sufficiente cambiare abitazione, e con questo l'uomo dimostra tutta la sua ingenuità, la stessa che concorse al suo dissesto, per crearsi una nuova verginit:. Non era però sua intenzione dimorare lungamente nel piccolo paese che aveva scelto a sua nuova residenza. Informato che il curatore stava spulciando tutto il suo passato e quindi mettendo in luce cose delle nuali avrebbe dovuto Interessarsi l'Autorità «Indizia ria egli, per adottare una misura di prudenza pensò di emifr-àre all'estero Il Giacometto voleva perù fare le cose regolarmente, e prima che il g;udi e d'istruzione emettesse nei suoi confronti un mandato di cattura, richiede il passaporto. La pratica segui il corso comune e rjoichf le tnformnz oni pervenute da firugliasco sul commerciante Andrea Giaometto erano buone, perchè nel periodo che que-ti aveva soggiornato in quel paese non aveva dato luogo a rimarco di sorta, si approntò il richiesto papsrmortn SenonehO- proprio in quel turno di tempo giunse il mandato di cattura a suo carico. Il Giacometto aveva evidentemente fretta di lasciare la Patria e si presentava giornalmente a vedere se il documento richiesto era pronto L'altro giorno egli senti allargarsi il cuore sentendo che il pas=anorto era stato compilato e non occorreva a'tro eh» la sua Anna per essere consegnato. Per questa formalità doveva nceomo-'ar 1 nel vicino ufficio da un funzionarlo il. commerciante, più che tranqui'lo, addirittura sorridente fa accampagli o davanti a un commissario delta Pol'"'a Giudiziaria, ma la sua flsonom'a cambiò espressione quando in luoeo di vedersi consegnare il desiderato documento che doveva permettergli di varcare la frontiera si trovò fra le mani un regolare... passaporto valido per varcare la... soglia del carcere EtII non ebbe parola per dimostrare il suo disappunto. Rassegnato e trasogna'o seguì gli agenti che per servirsi1 da scoria d'onoro gli si erano messi a (lanco. ^ ^

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