Dramma in piena festa

Dramma in piena festa Dramma in piena festa Trotzky e Zinov'eff saranno arrestati ? „,„,„ ' ,ncnPttn ntflittn Hjt riillirnllà n roosa- sospetta, afflino aataincoua MOSCA, novembre. Mosca vive incessantemente d'una vita tutta sua particolare : dinamica. a l è e o e i r i e , o i n e o o , e o a , i e e a te n e o i e a r • ar ubo. aiae o an e o e a l l bi e uiti o rd'ogni sorta, dovute a tutto Vinsie me della sua situazione, in eterno contrasto fra teoria e realtà, fra aspirazioni e realizzazioni, fra speranze e delusioni. Ma questo contrasto ha assunto forme eccezionalmente paradossali in occasione del X anniversario della rivoluzione bolscevica. All'esterno festa, all'interno lotta. Con questa aggravante che « la festa » è per tutti, specie per la massa, che sempre e ovunque rimane particolarmente sensìbile a spettacoli e manifestazioni pubbliche; la lotta invece svolgesi prourio in seno al Partito, che di queste u feste » è causa ed effetto. I protagonisti: l'astratto e la realtà Fin dal 15 ottobre, da quando cioè la solenne « sessione » del Supremo «Comitato Esecutivo Centrale dell'V.R.S.S. » annunziò da Leningrado l'apertura del giubileo del X anniversario, Mosca ha preparato l'Unione delle Repubbliche soviettiche alla grande, storica celebrazione; e proprio dal 15 ottobre Mosca ha dovuto constatare che la grande festa era turbata da un gran dramma e che questo dramma era improvvisamente maturato proprio a causa della solennità giubilare : U « Manifesto » emanato per l'occasione, quel « Manifesto » che nella mente almeno di alcuni degli stessi autori ritenevasi dovesse o potesse servire di base di conciliazione fra-i capi e gli apostoli del Ibninismo, ne era la causa di retta e immediata. I protagonisti apparenti.di questo dramma sono le due correnti di Stalin e di Trotzky, ond'è che il dram ma potrebbe apparire un capriccio degli uomini; invece ì veri ed ■effettivi protagonisti sono i due eterni inconciliabili avversari: l'astratto .e la realtà, il primo rappresentato dal bolscevismo e 'dalla sua pratica applicazione, il secondo dalle leggi economiche e della vita umana, e dalle imperiose necessità della situazione. Dieci anni or sono e fino al'1921, gli attuali avversari erano uniti e compatti. Si ripromettevano di mutare la faccia al mondo. E allora tutto sembrava facile e bello. L'Europa, a breve scadenza, e presto tutto il mondo, si sarebbe unito al loro movimento; un Paese dòpo l'altro avrebbe seguito l'esempio della Russia sovietica, avrebbe fatto la rivoluzione proletaria, avrebbe abbattuto il capitalismo, avrebbe soppresso la miseria e ogni ingiustizia sociale, avrebbe portato l'uguaglianza nella felicità di tutti. Invece, si ebbero presto le prime amare delusioni. Non bastava aver distrutto il vecchio marcio mondo russo : bisognava ricostruire la nuova vita, quella sognata attraverso le teoriche della dottrina dei profeti del bolscevismo. Senonchè nel 1921, ossia dopo circa quattro anni d'integrale applicatone dei principii di Marx e di.Lenin, lo stesso Lenin deve constatare e confessare il fallimento di questo ideale; la rivoluzione mondiale non la ricostruzione della Russia non può avvenire che al prezzo di un compromesso col mortale nemico, col capitale privato. Il compromesso fatale II compromesso è realizzato con la famosa « rVep » (Nuova Economia politica), instaurata dallo stesso Lenin; e poiché questo scuole già la compagine del bolscevismo e dei bolscevichi, un'autorevole corrente, facente capo a Trotzky, piegasi mal volentieri alle supreme decisioni del « Dittatore ». Il nuovo periodo s'inizia, ma nuove e più amare delu sioni si succedono, 'che vanno a rafforzare le previsioni di Trotzky. il compromesso porta, sì, alla ricostruzione del paese ma porla pure a fenomeni opposti a quelli desiderati, ossia alla differenziazione di classi, all'arricchimento dei più forti, il che rappresenta evidentemente la più sicura minaccia a tutto l'edificio bolscevico. I due sistemi uniti nell'ibrido con nubio dalla « Nep » si dividevano il Paese: l'uno, quello della vecchia economia privata, largamente prò sperando nelle campagne; l'altro, quello della nuova economia socialista, progredendo lentamente e. con difficoltà enormi nei centri industriali. Si ebbe così la camp/tfna contro la città e la città contro, la campagna. Occorreva gran tatto per evitare che si Ritornasse ai ■ tempi tragici del comunismo integrale, del 10 comunismo di guerra da evi Le nin con sovrumano sforzo, aveva saputo uscire. Ma ciò significava vedere fi pericolo per il bolscevismo e andare ad esso incontro. Ma oramai indietro non si può an dare; ormai non esistono solo le responsabilità di Partito,ma prendono 11 sopravvento quelle del Governo, il quale avverte che bisogna andare per. tappe : il s.ocialismo ha da rima. nethsgpdQmlvlftMcsitltstamccmpnC1llz a e ner sempre in cima a ogni pensieri, e ad ogni atto del Governo proletario di Mosca, e a questo ideale han da essere sempre tesi tutti gli., sforzi del partito e dei suoi vari organi legislativi ed esecutivi; ma seni' pre Lenendo, conto della realtà e. delle possibilità interne ed esterne. Questo avveniva nel 1923, e determinava un nuovo inasprimento fré le due correnti. A rendere più grave la situazione si aggiungeva allora la malattia di Lenin, che dei facto non era più al potere, e più tardi, nel 1924, la morte di lui, ti Maestro. Nella lotta, che potremmo chiamare ludi successione », che né, segui^ furono Trotzky e i Trotzkisti i ressinti, e Stalin continuò la polir tica della « IVep ». La « discussione » Ma intanto nuove e gravissime 3*i lusioni, nella politica comunista interna e nella politica internazionale, sia del Partito come del Governo, aU tarmano sempre più la corrente estremista, che, rafforzatasi di numera, crede esser suo dovete d'intervenir A. con un'azione violenta e decisiva, di mut.ar il corso degli avvenimenti e in primo luogo quello della politica generale interna ed estera di MoscaCosi, sulla fine del 1927, ossia dopo 10 anni di lavoro e di sforzi enormi^ l'Opposizione denunzia al mondo che. la rivoluzione internazionale allontanasi sempre più dalla sua realizzazione, che il comunismo in Russia diventa sempre più problematico e. accusa come causa e autore di tutti i guai e di tutti gl'insuccessi bolscevichi il partito al potere, ne chiede, l'immediato allontanamento e propone, l'esperimento proprio. Ma Stalin risponde che l'esperimento di governo dell'Opposizione affretterebbe la catastrofe del comunismo russo; che dietro alle sue frasi rivoluzionarie si nasconde la sicura fine della dittatura proletaria russa, la quale sarebbe sostituita dal «menscevismo » di Trotzkìj. E afferma che solo la sua politica, forte e paziente, può salvare la situazione, della quale non disconosce peraltro la gravità. Per queste ragioni e su queste basi si svolge ora, festeggiandosi il X anniversario del bolscevismo, la «discussione », alla quale, attraverso la stampa, assiste tutto il. Paese e U proletariato mondiale. À questa « discussione », che è il vero e terribile dramma bolscevico, partecipa tutta l'opinione pubblica sovietica, più ancora che alle feste giubilari. La realtà è inesorabile. PIETRO SESSA.

Persone citate: Lenin, Marx, Pietro Sessa, Stalin

Luoghi citati: Europa, Leningrado, Mosca, Russia