La banda dei tredici

La banda dei tredici La banda dei tredici I MI nella «Ile - I trucchi e II beffe dei ladri - Savete condanne a e e e n e l à a a Tredici imputata— per la maggior parte in istato d'arresto — custoditi con particolare cura da un nugolo di carabinieri; fi terzo grosso processo contro appartenenenti alla malavita, scaturito dalle vaste operazioni compiute dalla polizia nel corso dell'annata à __, Qualche mese fa comparvero m Tribunale gli affiliati a quella banda ladrésca specializzatasi nel dar l'assalto ai negozi di tessuti: verso la fine del mese scorso, in Assise, furono giudicati i giovinastri che rapinavano di notte i passanti col metodo sicuro della rivoltella e della bicicletta: ieri, in Tri-bunale, si è vista liquidare il suoconto quella schiera di pregiudicatiohe nel maggio scorso seminarono Inaltro modo l'allarme, svaligiando le ville della collina e della periferia. Una serie di imprese La teoria dei furti si apre con quello perpetrato la notte del 12 maggio nella villa sita in strada San Vito, .-96, di proprietà della signora Maria Manzoni, abitante in via Pastrengo 25. I ladri, introdottisi nei locali mediante scasso e dopo avere scalato 1 muri di cinta (con gli stessi sistemi 1 furfanti penetrarono anche nelle ville delle altre vittime) fecero un ingente bottinoper un valore di circa ifi mila lire. La notte del 16 maggio,. visitarono in strada Santa Margherita, la villa del colonnello Augusto Segre, abitante in piazza Vittorio Emanuele, 8, rubandovi orologi, posate d'argento, biancheria ed oggetti vari per un importo di quattro mila lire. Un bottino per un valore pressoché eguale facevano il 18 maggio nella villa sita in via Volpiano 573, di proprietà dell'avvocato40 bottiglie di vino ed effetti di bian eh erta. E la teoria continua: la notte del 20 maggio, fanno un'incursione nella vii la del signor Giavina Bianchi Desiderio, in strada Fenestrelle 435, rubandovi un prezioso bastone, un fucile a tre canne, bottiglie ed oggetti vari; la notte del 23 maggio, passando por tetti, si introdussero nella villa sita in via Del Brizio. 6. della signora Adele Abrate, abitante in via Legnano, 31, e vi rubarono biancheria e pre ziosi per settemila lire; la stessa nottecon metodo più spìccio e pio semplice, quello delle chiavi false, penetra, rono nella villa delPavv. Michele Chiono, in via .Amedeo Pevron, 31, dove riuscirono ad impossessarsi di un sacco di pelli del peso di Kg, 80 e devalore di 4000 lire. Infine, per rompere l'uniformità dqueste Imprese, si hanno i furti in danno della signora Maria Caretto in Petrinetto, abitante in corso Orbassa no, 67, alla quale venne involata la notte del 24 maggio, una motocicletta che era riposta nel cortile della sua casa; del signor Alfredo Delcrè, abitante in corso Orbaasano 33, dal cunegozio di privative, 1 ladri asportarono sigari e sigarette per mille lireuna bicicletta del valore di eoo lire e, ancora, 700 lire in contanti. Chiude la serie, un colpo ladresco di poca entità, commesso la notte del 28 maggio in danno del signor Mario ChanTerabitante in corso Vittorio Emanuele73, al quale i ladri trafugarono dalla villa di sua proprietà sita in via Bellavista 21, oggetti vari per un valore di cento lire, ed il furto di una bicicletta che il signor Guido Busti aveva lasciata incustodita nel cortile di corso Vinzagllo, 125. Niente di dado? Le indagini per la scoperta degli svaligiatori di ville furono promosse molto sollecitamente. Il ripetersi di tante imprese ladresche in cosi breve spazio di tempo, e loro caratteristiche uniformi non potevano non impressionare. E da parte degli agenti della squadra mobile, dopo i primi accertamenti si procedette alacremente alle investigazioni. Venne tosto In luce un episodio, che costituì lo spunto per dare un indirizzo sicuro alle indagini. Gli svaligiatori della villa Pomba, la notte del 19 maggio, per trasportare in città la refurtiva avevano dovuto oltrepassare la barriera daziarla. Per questo essi avevano inscenato le cose senza dare sospetti. Avevano caricato il bottino, costituito, come si è detto, da materassi e da bottiglie di vino, su un carretto a mano. In prossimità del posto daziario quello che tirava 11 carretto si fermò spontaneamente, prima ancora che fosse avvistato dagli agenti. . Senza attendere la sacramentale domanda: «Niente di dazio T «, egli col fare più innocente di questo mondo, denunciò che nel carretto aveva 40 bottiglie di vino e domandò a quanto ammontava la tassa daziaria — Dove portate questa roba? — Interrogò tuttavia il vigile. — A casa del mio padrone, il cav. Pleuman che abita in via Villafranca. Per fare rapidamente 11 trasloco, egli mi fa lavorare anche di notte — rispose lo sconosciuto. Le spiegazioni date valsero a fargli passare senza sospetti ila barriera daziarla. Pagò la tassa, ritirò la bolletta e riprese cosi il cammino verso Torino. Le indicazioni ed 1 connotati dati in seguito dall'agente daziarlo sulsconosciuto, giovarono al capo della squadra mobile, cav. Bamella per individuare quest'ultimo SI trattava di un pregiudicato, Eusebio Blandrino, di 28 anni, già noto alla polizia e che abitava nella locanda di via Bava. 48. Intanto i marescialli Di Pietro e Satragno rinvenivano in un prato di via Desanctis, il sacco contenente le pelli trafugate dalla villa dell'aw. Chiono In via Pevron, SI. Tra i due fatti, per certe circostanze che non è qui 11 caso di ricordare, si ritenne di scoprire un nesso. L'irruzione nella locanda E cosi il 25 maggio, di buon mattino, gli agenti della squadra mobile compivano un'irruzione nella locanda di via Bava, 48, gestita dal ventinovenne Fausto Torreggiani. Nel locale fu trovato il Biandrino, che venne tratto in arresto insieme al meccanico Giuseppe Vaira, di 30 anni, ed al panettiere Giuseppe Diano, di 35 anni. Due altri individui, legati a costoro da vincoli di un'affinità di... mestiere, si erano al lontanati in bicicletta pochi miratiCarlo Pomba, abitante in via Ormea75, al quale trafugarono sei materassi r i i o , o l e - prima che arrivassero gli agenti. La locanda, come si potè celermente accertare, era una specie dì quartiere generale della banda: là convenivano i malfattori per organizzare le loro un prese e là trasportavano la refurtiva In alcuni scaffali vennero trovati infat ti materie ed oggetti trafugati dal la dri durante le loro Incursioni nelle vii le della collina. ., . Questi i risultati Iniziali che permisero gli ' ulteriori sviluppi dell operazione. La più parte degli oggetti rubati nelle ville attorno a Torino, vennero rinvenuti presso il meccanico Vittorio Pennone di 36 anni, abitante in via Buniva IL che li aveva acqul- o---- -__.«„« .ntinez. i stati dai ladri; altri presso il tappez niziare Lorenzo Ruga, di -2 anni am- plavLplsdIpavne o , I e i i o, a n l n oo r o a o tante in via Bellezla, 8. E ciò determinò altri arresti. Nella rete caddero ancora alcuni vigilati, frequentatori della locanda di via Bava e da essi la polizia potè ottenere confessioni od ammissioni preziose. L'istruttoria giudiziaria, seguita alle indagini della polizia, si conchiudeva con il rinvio a giudizio di tredici persone, a dieci delle quali venne anche mossa 1 accusa di essersi associate per commetter» delitti contro la proprietà. Dinanzi ai giudici, 1 13 imputati sono tutti comparsi. Eccone i nomi: Evasio Blandrino, Giuseppe Vaira, Giuseppe Diano, Andrea Rosso di 25 anni, abitante in via Lavinì 5, Vittorio Pennone. Lorenzo Ruga, Giuseppe Chino di 26 anni, Gerardo Amelottl di 36 anni, Giovanni Fraschini di 29 an ni abitante In corso Vercelli 85, Antonto Deorsolà di 29 anni, abitante in via Madama Cristina 14, Carlo MastriPieri, di 33 anni, abitante in vicolo Leone, 1. Ambrogio Martino di 29 an n 0 i na a i a a , ia, oe cel i n n a a a a ii ae, e e no r, . a e a i e i e i i n e a r a . , a a i a l , 0 o . , — i a o r o n o e i a.jnl, abitante in via Sant Anselmo, 13, i ì Fausto Torreggiani, esercente la locanda di via Bava, 48. Biandrino, Vaira, Diano, Rosso, Chino, Amelottl, Mastripieri e Fraschini erano Imputati di correità nello svaligiamento delle diverse ville; Chino, Amelottl, Mastripieri e Fraschini anche del furto in danno Challier; Fraschini in particolare del furto della bicicletta In danno Busti; Pennone di ricettazione continuata; Ruga dello stesso reato; Diano, in particolare, di contravvenzione alla vigilanza; 11 trattore Deorsola di complicità nel furto In danno Giavina; Martino di avere acquistato da ricorsola un fucile a tre canne proveniente da reato e di omessa denuncia dell'arma; Torreggia ni, infine, di ricettazione continuata Una canzonatore Gli imputati, come succede sempre In questi macchinosi processi, hanno dichiarato di assuin n .. responsabilità di taluno dei fatti delittuosi respingendola invece per tutti gli altri. Cosi Biandrino ha ammesso di avere partecipalo allo svaligiamento della villa Pomba, e Mastripieri al furto di pelli in danno dell'aw. Chiono. Vaira, da parte sua, ha ammesso di avere trafugato la motocicletta della signora Caretto, in corso Orbassano, e da questa accusa ha scagionato gli altri: — 11 furto l'ho commesso io solo. Tolsi la motocicletta dal cortile e cer cai naturalmente di metterla in movi mento per allontanarmi più velocemente. Ma era priva del carburatore e dovetti cosi spingerla a braccia sino alla locanda dove abitavo. Faticai tutta la notte ed arrivai in via Bava solo alle 5 del mattino — conclude l'imputato. — Egli ha l'aria di voler aggiungere: — Me la sono quasi guadagnata. Il DearsoLa spiega come fu coinvolto in questa vicenda. Egli esercisce una trattoria in via Madama Cristina. Una sera andò nel suo esercizio un giovane che egli non conosceva. Pranzò abbondantemente, e quando si trattò du pagare il conto, verme fuori con questa proposta: — Non ho da pagare, ma non voglio che lei sia danneggiato. Si prenda perciò questo fucile (si trattava del fucile a tre canne rubato nella villa Giavina) e se lo tenga Quando ripasserò aggiusteremo il conto. Il Dearsola, solo in seguito alle Insistenze dell'avventore, ai trattenne il fucile che rivendette poi per 370 lire por U tramite di un facchino, al man tatore fumista Ambrogio Martino. Un curioso particolare ò venuto In luce attraverso la deposizione del cav. Bamella, capo della squadra mobile, del suoi dipendenti, marescialli Di Pie. tro e Satragno, che procedettero agli accertamenti ed all'arresto degli im putati. In quasi tutte le ville dove rtu. scl.rano e penetrare, gM imputati si abbandonarono a testini ed a libazioni. Le bottìglie non mancavano per festeggiare l'imprese. Nella villa dsll'avvocato Pomba, i malfattori bsvetterò abbondantemente. E quando se ne andarono, lasciarono sul tavolo, nell'entrata, un fogHo di carta sul quale avevano scritto a grossi caratteri: Siete pregato di farci trovare, un'altra volta, da mangiare e da bere ancora meglio (ti oggi. La Questura». E In un angolo: « Buono per lire mille » La setrterua Dopo la requisitoria del P. M. cav Cottafnvi, che ha richiesto pene severe per tutti gli imputati, hanno parlato ì numerosi patroni: gli avv. FUipeiio, Toa-chio, Alfredo Del Vecchio. Viencini, Bevinetto, Porzio, Faldella. Libate. Pavesi o e Vdllabruna. Il Tribunale (Presidente cav. Zanetti) escluse l'associazione a delinquere, assolvendo tutti gli knputeu da tale accusa per insufficienza di prove: condannò Biandrino per il furto in danno del Pomba a 4 anni di reclusione; Vaira per i furti in danno Giavina, Caretto De loro e Chiono, a 7 anni e 6 mesi di reclusione; Bosso, per gli stessi reati a 7 anni di reclusione; Fraschini per il furto della bicicletta ad 1 armo; Mastropieri per 1 furti in danno Caretto e Belerà a 6 anni; Diano, per complicità nel furto Pomba a 3 anni e 3 mesi; Pennone ed un armo e 6 mesi, e 1400 lire di multa; Ruga e Deorsola per la semplice contravvenzione all'art. 493 C. P. (incauto acquisto a 500 lire di ammenda ciascuno; Torreggiano a 5 mesi di reclusione col doppio beneficio della condizionale e dalla non lrcrizlone. Ambrogio Martino venne assolto dal. la ricettazione e condannato per omessa denuncia di armi a 50 lire di multa; Amelottl e Chino vennero assolti da ogni Imputazione per Insufficienza di prove. 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Luoghi citati: Torino