Francia e Jugoslavia

Francia e Jugoslavia Francia e Jugoslavia Il patto è una garanzia per la pace balcanica? I friornali francesi e jugoslavi in una cosa hanno veramente ragione: quando affermano che la firma del patto Parigi-Belgrado risponde perfettamente alla logica politica del due Governi. SI, è vero. La Francia crede di trovare nella Jugoslavia un punto fermo nei Balcani di fronte alla politica italiana. Il regno serbocroato-sloveno ha fiducia di avere nella Francia la protezione e la garanzia per quella sua politica orientale fondata sulla presunzione di ina dittatura di Belgrado sulla Penisola Balcanica. Le due logiche si incontrano. Ma per arrivare a quale conclusione? Perchè — veramente — non si tratta, come qualche giornale ha detto, di difendere l'esistenza e lo sviluppo civile della Jugoslavia; ne. uno li minaccia, nessuno vuole metterli in pericolo. Anzi, tutti coloro che vogliono sostanzialmente la pace — fra i quali in prima linea l'Italia — desiderano che lo Stato serbo-croato-sloveno accresca la propria civiltà e riesca a fondere in una unità spirituale le diverse anime nai..anali che lo compongono. Solo in questo modo, la Jugoslavia può avere urt solido assetto interno e una interna pace che renda meno pesanti e dolorosi alle popolazioni macedone e albanese il crudele dispotismo, ancora barbarico e quasi disumano, che Je affligga. Gli orrori che hanno re so la Macedonia un inferno dovrebbero cessare, per l'onore e la salvezza della civiltà. Il mondo civile pi augura e spera che questo avvenga. La Francia o un'altra potenza ci yfle potranno forse avere influenza mi questa trasformazione interna del governo e dello spirito jugoslavo? Sarebbe ingenuo il crederlo. Non è quindi da questo punto di vista che ai possono considerare le cose e dare un giudizio sul nuovo patto. Esso (dev'essere giudicato invece dall'an solo visuale delle ambizioni serbo croato-slovene, che sono sproporziO' nate alla forza politica-civile dello Stato e sono in contrasto evidente eolle esigenze dì indipendenza nazionale e di libertà dei paesi con cui la Jugoslavia si trova in antitesi, cioè con l'Ungheria!, con la Bulga irla « l'Albania. Il patto colla Francia non sarà concepito a Belgrado come nna specie di garanzia per questa politica egemonica che la Ju goslavia presume di poter fare verso i popoli più vicini? Noi crediamo che Belgrado si illuda, perchè nella attuale situazione internazionale non è tollerabile un'azione politica che crei ^quietudini e torbidi in Orien te. Le grandi Potenze hanno un so 10 supremo interesse: che la pace non sia turbata nei Balcani, che ciascuna delle piccole Potenze orienta- 11 possa compiere la sua opera di ricostruzione politica ed economica Che ciascuno Stato stia al suo posto, teicuro da minacele esterne e da sub tiole agitazioni ai propri confini. In questo senso è da intendersi Tinte resse europeo e specialmente l'interesse italiano — nelle cose balcaniche: non in altro. Ma la Jugoslavia concepisce le cose in tutt'altro modo; e mentre non riesce a dominare, se non col terrore, i dissensi interiori e le giuste indignazioni dei popoli perseguitati, ha l'ambizione di esercitare una dittatura morale e di sognare una dit tatura politica su altri popoli non inferiori a lei per civiltà, per orgo glio di razza e capacità di organizzazione civile. E' qui la fonte del disagio e del perpetuo pericolo per la pace orientale. La cosa più stravagante che sia stata detta Sai giornali è questa che la Francia sia la potenza che rappresenti la vera politica pacifica in Oriente. Incoraggiando le folli ambizioni jugoslave, certamente no. L'assicurazione alla pace in Oriente si può dare in un solo modo, che è quello dell'Italia: cioè volendo ed esigendo che ciascuna potenza balcanica 6tia al suo posto, senza irre quietezze, senza smanie di creare dif ficoltà alle altre, senza suscitare incidenti di frontiera, senza ordire intrighi contro gli altri paesi. Una politica, sia anche tendenziale, che contrasti a tutto ciò, non può essere una politica di pace. ANDREA TORRE

Persone citate: Orien