Compiacimento a Belgrado

Compiacimento a Belgrado Compiacimento a Belgrado r a a o o a i , o , o i ¬ gLa doccia fredda del commenti inglesi Rinvio della ratifica? Vienna, 8, notte Grande gioia In Jugoslavia, per la firma con la Francia del trattato che sanziona in forma nuova una situazione vecchia. Ma, per quanto con 11 documento alla mano si possa, sotti lizzando, andare alla ricerca di cause determinanti e di obbiettivi diversi da quelli da noi enunciati ieri, nulla ri sulta che possa apparire come un fatto nuovo od ignoto Superfluo dire che d'altro canto non è possibile neppure prendere per buona, moneta le esortazioni di Nincic agli italiani, dalle co lonne del Wreme, a non interpretare la" firma del Trattato in falso modo, L'ex-ministro degli Esteri nega che si possa parlare di atto ostile — o poco amichevole — per l'Italia, ed aggiunge che il Governo di Roma ebbe notizia dell'accordo franco-jugoslavo fin dal momento in cui il testo divenne per fetto. Del resto, Nincic ancora non vuole rinunziare alla speranza che anche con l'Italia si possa addivenire alla conclusione di un patto simile, perchè1 probabilmente ancora egli non ha rinunziato alla tattica che condusse al turbamento dei rapporti italo-jugoslavi, di fare cioè verso l'Italia una politica di cordialità e di ■ amicizia mentre all'interno del Paese, nel campo militare come in quello scolastico ed economico, veniva svolta una vera e propria" preparazione anti-italiana. Opinioni jugoslave Siccome Nincic oggi.è lontano dal potere, più interessante è conoscere quello che del Trattati pensano gli uomini politici jugoslavi di prima linea. Molto ragionevole e semplice è stavolta Radio. Dice che l'amicizia fra la Jugoslavia e la Francia di fatto già esisteva, e che quindi l'accordo non fa che conferirle concreta forma. Jovo Jovann-ic (che fu ministro di Serb'a a Vienna nel periodo dell'attentato di Serajevo, e al quale si debbono rivelazioni att3 a dimostrare che il Governo di Belgrado sapeva dell'attentato contro l'Arciduca Ereditario Francesco Ferdinando) interrogato dai giornalisti a motivo della sua particolare competenza in materia di politica estera, ha detto: Era utile e necessario che 1 pericolosi intrighi contro le pretese aspirazioni della Francia nell'Europa sudorientale e contro la Jugoslavia la sua sicurezza nei Balcani e la sua posizione nell Europa Centrale, fossero una volta per sempre sventati. E" da sperare che questo patto rappresenti nella politica estera della Jugoslavia una data, a partire dalla quale le cose nostre comincino ad andare meglio ». n capo dei democratici indipendenti Svetozar Pribicevic, che è uno ' dei francefili più accaniti e che nel 1920 attivamente lavorò alla creazione della Piccola Intesa, ha detto che, trattandosi di un accordo internazionale, il Patto con la Francia non sarà presentato alla Scupcina, e verrà semplicemente firmato dal Sovrano. Siccome la firma senza ratifica non conferisce al Patto Importanza eccessiva, il ministro degli Esteri, Marinkovic. con il quale Pribicevic si è a lungo intrattenuto, sarebbe stato del parere che alla ratifica non si potesse rinunziare. Viceversa, dei telegrammi ufficiali da Parigi parlano di rinvio della ratifica, e tutto questo osserva il capo dei democratici indi pendenti — ha finito con il creare una certa confusione. « Il Patto di amicizia con la Francia - ha aggiunto Pribicevic — è una buo a cosa, che l'opinione pubblica jugo slava deve accogliere con compiacimento. La sua firma è sinonimo di consolidamento delia situazione nell'Europa Centrale, e servirà a combattere la aggressiva politica dell'Italia, la quale era persuasa che la Jugoslavia tosse isolata e che si potesse attaccarla a piacere. Il Patto risponde allo spirito di Locarno e rafforza gli obblighi reciproci delle Potenze firmatarie circa la difesa in caso di attacchi — non provocati — da parte di terzi». Una doccia fredda per gli entusiasmi iugoslavi sono oggi stali i primi ostili commenti londinesi, che la stampa parigina ha subito raccolti protestando. Fino a stamane, si poteva leggere in giornali di Zagabria e Belgrado (dove si ripongono grandi speranze nel viaggio di Marinkovic a Londra) che ormai l'impronta decisiva della situazione l'avrebbe data l'Inghilterra, che si riteneva e si supponeva d'accordo con la firma del Trattato franco-jugoslavo. Ove l'Inghilterra avesse assunto posizione contraria all'Italia, la firma del Patto di Parigi avrebbe segnato l'inizio di una nuova fase della politica europea. Ma ecco l'Inghilterra manifestare diverso parere ed accusare la Francia di mutamento di rotta nella sua politica, e perciò rimandiamo a domani la discussione dei commenti jugoslavi, impostati sull'attitudine britannica. Questa sacra, telegrammi da Belgrado segnano un mutamento nell'opinione dei circoli politici e diplomatici nei confronti dell'Italia. Si dice che il viaggio a Roma del ministro d'Italia, generale Bodrero, verrà seguito con molto interesse, ritenendosi che il ministro debba preparare il terreno per la sollecita ripresa di trattative miranti olla conclusione di un nuovo patto di amicizia colla Jugoslavia. Alcuni Informatori spingono il loro ottimismo al punto da ritenere probabile un Incontro di Mussolini con Marinkovic. Commenti austriaci Dei giornali viennesi, umico a commentare l'avvéniménto è la Neue Freie Presse osservando che la Francia si è finalmente decisa a firmare il trattato pronto già da mési perchè la visita a Tangeri di navi da guerra italiane le ha fatto rompere gli ultimi indugi. La Francia ha voluto dimostrare di non essere sola neppure se Chambarlaiìn tradisce una certa prediOezfcvne per gli Stati mediterranei latini, Italia e Spagna. Il giornale, che giudica la posizione francese nell'Europa orientale come salda, dice che l'accordo con Belgrado rende tale posizione ancora più solida. Quanto al contenuto dell'accordo la Neue Freie Presse si interessa in modo particolare degli articoli 3, 4, 5 che prevedono il continuo contatto dei due firmatari im materia di politica europea e l'unità di azione nel caso che si tenti di modificare lo statu quo. Questi articoli sembrano importanti pure per l'Austria, giacchè essi significano che la jugoslavia aderisce alla politica francese nel bacino danubiano e quindi assume il punto di vasta francese anche nei riguardi àéUVAnschluss. Bisogna riconoscere che, a rigore di logica, questa interpretazione che la Neue Freie Presse dà del Trattato è assurda. Ma adesso bisognerà stare a sentire cosa diranno in proposito l'ex-ministro degli Esteri jugoslavo, Trumbic, e tutti quelli ohe con lui erano andati diventando favorevoli all'unione dell'Austria con la Germania, ripromettendosi vantaggi di carattere nazionale. Fra l'altro, questo gruppo ha sostenuto e sostiene la tesi ohe se un giorno l'Austria dovesse unirsi alla Germania, il plebiscito del 1920 nella zona di lOagenfurt dovrebbe essere sottoposto a revisione perchè esso fu effetto di una intesa intervenuta fra Belgrado e Vienna, e non fra Belgrado e Berlino. « La parte principale del Trattato — conclude la Neue Freie Presse — è diretta naturalmente contro l'Italia. Noi vediamo casi porre una nuova pietra noll'edifloio del sistema politico dei patti della nuova Europa : vediamo (trionfane i mezzi della vechia politica dell'anteguerra. E vediamo quanto rimanga ancora da fare alla Società delle Nazioni. Lo spirito di Locarno, del quale Lloyd George è tornato a parlare ieri; l'idea dei disarmo, alla quale egli ha alluso opponendola alla realtà degli inauditi armamenti, sono ancora da noi lontanissimi. Il Trattato frianco-Jugoslavo — possano anche i suoi firmatari averlo ideato quale risposta ad altri accordi — ne fornisce purtroppo una nuova prova ». I. Z.

Persone citate: Bodrero, Francesco Ferdinando, I. Z., Lloyd George, Marinkovic, Mussolini, Svetozar Pribicevic