KOSSUTH

KOSSUTH KOSSUTH Oggi Budapest inaugura il raniraoicito d suo grande patriota morto in Torino. AiriI onori che l'Ungheria oggi rende al suo grande patriota partecipa, come è noto, una rappresentanza Italiana, della (piale è membro 11 Podestà di Torino. Il nome di Kossuth legato a lincilo della nostra città c altresì alla storia dell'Italia. Affinchè la nobile figura venisse decnamente ricordata, ci siamo rlvoltt a Geza Herezeg. uno del più illustri giornalisti ungheresi contemporanei. Lodovico Kossuth riceve il suo posto davanti al Parlamento di Budapest salutato dai colpi dei cannoni dell'eserciio magiaro, che oggi è _ià indipendente, da rintocchi di campane la cui eco va oltre i confini troppo angusti, e dal palpito' di ogni cuore ungherese. Il grande Kossuth è salito al di sopra di tutte le valutazioni storiche, ha superato tutte le critiche, ha fatto sì che la sua figura passasse dalla storia ungherese alla storia mondiale del diciannovesimo secolo. Monumenti di ogni piccola città o villaggio d'Ungheria ricordano la sua persona, giusto come la ricordano il monumento in Cleveland e la lapide sulla casa torinese nella quale egli spirò; solo nella capitale della sua patria finora non si era potuto consacrargli nulla che lo rammentasse. Morì in esilio a Torino, ai 20 di marzo del 1894, perchè insanabile era il suo dissenso con la dinastia degli Absburgo. Se tutta la sua vita era stata un trionfo, il secondo trionfo gli fu decretato quando la salma, trasportata dall'Italia, rice vette sepoltura in Ungheria. Oggi siamo alla terza glorificazione. Tren tatrè anni dopo quella morte, un popolo rimpicciolito ma non abbattuto, e del proprio avvenire sicuro, sta davanti al monumento come vicino alla bara del suo passato e alla culla di un domani pieno di spe ranze, convinto che la via mostra tagli, circa 80 anni addietro, dal più grande di tutti gli ungheresi, sia l'unica a guidare verso l'evoluzione nazionale e sociale. Dal giorno della morte di Kossuth a quello dell'inaugurazione del monumento in Budapest è stata scritta una pagina di storia che non è sol tanto ungherese ma mondiale. Dove sono le forze che si ostinano a negare a Kossuth il giusto posto e a riconoscere il suo valore? Dove la dinastia, dove i potenti intrighi viennesi, dove quella Vienna che. tremava perfino al cospetto della sua marmorea figura e che mai più avrebbe permesso che la si fosse collocata in una piazza? Su tutto questo ha trionfato lo spirito dell'uomo davanti al cui monumento un popolo vuole iniziare una nuova vita. Alla Camera dei deputati è stato presentato uh progetto di legge che enuncia le patriottiche benemerenze di Kossuth: gli .ungheresi, senza differenza di classe, fanno in tal modo sapere al mondo che si sentono forti abbastanza- per vivere onorando il pensiero kossuthiano. Una volta in cui ebbi la fortuna di parlare col rinnovatore dell'odierna Italia e Mussolini e Kossuth si uguagliano non soltanto nei geniali inizii, nella dinamica del loro linguaggio e nell'arte della loro rettorica, ma anche negli obbiettivi politici), il Duce ridusse il fine e l'importanza della rivoluzione fascista ad una breve concisa formula: «La rivoluzione francese — esclamò — ha liberato l'individuo, la rivoluzione fascista libera lo Stato ». Ora Kossuth aveva un triplice compito: seguendo le traccie della rivoluzione francese, si accinse a liberare gli individui oppressi, assicurando la libertà della stampa, del pensiero e del lavoro. Prima di liberare lo Stato, doveva però redimere la nazione. Il suo tragico destino e la grandezza della sua tragedia stan no nel fatto che egli, pur avendo esattamente intuito la via e il compito, dovette rimanere a mezza strada. L'emancipazione del singolo gli riuscì e le direttive da lui indicate ancora oggi si riscontrano in tutte le fondamentali idee che reggono gli Stati. Ma la prevalenza austriaca accoppiata alle forze russe gli impedì la realizzazione dell'ideale supremo di assicurare all'Ungheria e dql al suo popolo i giusti e vitali diritti. Che il suo esilio in Turchia, Francia, Inghilterra e America sia stato l'esilio di un trionfatore; che il mondo intero abbia riconosciuto ed apprezzalo il contenuto del suo spirito rivoluzionario ed il suo genio capace di creare organismi statali, sono fatti che tornano a onore di quanti paesi onorarono Kossuth dopo la sua fuga dall'Ungheria. Ragione di orgoglio eterno rimane per .'Italia che Kossuth. ritornando dall'America, si sia stabilito a Torino e dalla seconda patria italiana abbi profetizzato ed intravisto tutto quello che poi, nell'incendio della guerra mondiale, è anche accaduto. Il monumento che s'inaugura è dovuto a uno dei più illustri scultori ungheresi: Johann Horvay, che ha scolpito anche la statua a Kossuth per New York (che raffigura il patriota con la sciabola regalatagli da Washington al momento del suo arrivo a Broadway) e che sarà scoperta nel marzo venturo. L'artista ha lavorato all'opera gigantesca per oltre quattro lustri; sul suo lavoro ha detto: « In questo monumento a Kossuth io ho voluto raffigurare la tragedia ungherese. Noi siamo caduti quante volte abbiamo aspirato a qualche co sa di grandioso. Rakoczi e Kossuth rappresentano atti della tragedia magiara, che sempre si ripete. Il mio monumento è un simbolo : Kos suth vi è riprodotto da seminatore. Le figure che gli stanno vicino sono : : lestra, il primo presidente del Consiglio ungherese conte Ludwig Batthyany, Bertalan Szeinere, Franz Deak e Emmerich Meszaros; a sini stra il conte Stefano Szechenyi, quin di i ministri Eòtròs, Gabriel Klauzal e Eszterhazy. Dal punto di vista architettonico, il monumento rispon de ad un progetto originale, non im prontato a nessun modello; la figura principale non è posta sopra un piano separato, ma si trova fra le altre, e su queste la fa risaltare solo lo spezzarsi della linea su cui è posta. Tutta l'opera e fatta in marmo ungherese; ungherese è pure la pietra adoperata per lo zoccolo. I bassorilievi ai piedi del monumento rappresentano l'apoteosi del la lotta per la libertà: una madre che si distacca dal figlio, un maritt che va in guerra, un giovane tam burino a fianco al padre che va in guerra anche lui, e infine, quasi allegoria della grande rivoluzione, un honved ungherese agonizzante. Sull'intera scena aleggia un tricolore coronato da una ghirlanda di rose Ho lavorato per 20 anni, e avevo quasi finito già prima della guerra, ma difficoltà continue impedivano che il monuménto venisse scoperto Raffigurando Kossuth assieme ai membri del primo Ministero indi pendente ungherese, credo di essere riuscito a farlo apparite non il rap presentante di un'idea di partito bensì dell'idea della nazione tutta! Durante il periodo bolscevico ebbi molte noie : i comunisti pretendeva no da me il prezioso materiale del l'intero monumento, per ricavarne busti di Lenin e Trotzki. A furia di lotte riuscii ad impedire il ladro cinio. Le critiche fatte alla mia opera sono state già molte, ma io spero che dopo l'inaugurazione si capirà che ho scelto la giusta via, giacché non potevo fare a meno di indicare in Kossuth il protagonista principale della tragedia ungherese ». Trentatrè anni ci sono voluti pri ma che Kossuth venisse in Budapest così onorato, e la sua vera grandezza risulta giusto dal fatto che il monumento che adesso finalmente sorge mostra con immutata intensità il suo non dimenticato e indimenticabile spirito. Una cerimonia come se ne vedono tante assurge stavolta a significato quasi storico: la Patria spera che al Kossuth marmoreo riesca quello che al vivo non potè riuscire, quello che il morto, ritornando alla terra natia, non ancora trovò. Come un faro, la statua guida verso il migliore domani l'Ungheria, ormai indipendente se pur mutilata. GEZA HERCZEG.