La medaglia d'oro Scapaccino glorificata in Monferrato

La medaglia d'oro Scapaccino glorificata in Monferrato La medaglia d'oro Scapaccino glorificata in Monferrato e , i Nizza Monferrato, 7, malt. Il Monferrato Nlcese ha celebrato degnamente la memoria dell'eroico carabiniere Giovanni Battista scapaccino, prima medaglia d'oro dell'Esercito nazionale. I.a gente dei centri e della campagna ha avvicinato con devozio ne e con affetto trepidante la sua anima alla figura di questo martire della fedeltà, leggendario come un cavaliere amico; e nel fervore deiJa consacrazione, lo ha amato, nonostante i 110vant'annl di storia intercorsa, come un figlio della propria terra, del quale si 6 tramandato il ricordo più ammirato nelle cronache orali di tre generazioni. Un pellegrinaggio di reduci Tutte le valli del Beino, da Canelli ad Alessandria, sono state percorse ieri da un'ondata di entusiasmo, che ha spinto una folla innumerevole di veterani e di combattenti, di autorità, di fascisti e di popolo, all'adunata di Incisa. Gli squilli di fanfara portati di colle i.n colle dalla tepida brezza del mattino, e il suono rombante del ■ campanone » di Nizza, grave come la voce del tempo, hanno diffuso il primo fremito tra i crocchi di uomini raccolti alle testate di ponte e sui sagrati, sollecitando le case che già anticipavano la colazione. Essi segnavano l'inizio delle cerimonie intime, che sono culminate in una solenne funzione sacra nella chiesa d'Incisa- Ma trascorso da poco il mezzogiorno i-ono cominciati M pellegrinaggio e hi discesa a valle da tutti i borghi e con tutti i mezzi. Dalla cclllna più alta si potevano vedere, cerne non mai, un formicolio di pedoni venuti dai treni, lunghi cortei di calessi e di biciclette segnati a scaglioni da qualche bandiera, e vecchie diligenze che a sentire il ritmo stentato delle sonagliere dei cavalli dovevano essere stracariche; e di tratto in tratto, poi, rombi affrettati di automibili che scuotevano questa placidità georgica abituata soltanto a lontane risonanze di incudine e a qualche stornello di viticultore sperduto. Ma l'adunata, pure cosi sonante, non ha assunto il carattere di festa. Non poteva esere festoso un pellegrinaggio al quale partecipavano-mutilati appoggiati ai bastoni e sorretti amorevolmente dai compagni; e la processione di uomini provati a tutte le fatiche e a tutti i sacrifici non poteva smarrire lungo la strada il sentimento di puro omaggio che andava a rendere all'eroe nazionale ed ai fratelli caduti al fianco 0 dispersi nella tormenta dell'ultima guerra. L'eroe della fedeltà Incisa ha messo gli archi tricolori alle sue strade per ricevere con onore le autorità e la folla delle rappresentanze, che ha accollo con una cordiale 1 signorilità consentita anche da! tono gentilizio della sua casa comunale. Dai paesi prossimi mezza la popolazione si e merlata sulla piazza della cerimonia, insieme coi dirigenti locali, civici e fascisti; dalle citta della regione sono venute alte rappresentanze. L'Arnia dei carabinieri era rappresentata dal gen. Da Pozzo di Torino, l'Esercito dal comandante il Corpo d'Armata di Alessandria gen. nomei Longhena, il Partito fascista dal segretario federale conun. Marchese, il Governo dal viceprefetto corani. Frattaroll. Dinanzi all'austero busto di marmo bianco, inghirlandato d'alloro, il gen Da Pozzo ha esaltato la figura di Gio vanni Battista Scapaccino, ricordando che essa è anche la prima delle tredici medaglie d'oro dei carabinieri. Con parola semplice, quasi scarna, egli ha interpretato da militare il significato ed il valore del sacrificio del carabiniere incisiano, additandolo ai militi dell'arma, a tutti i soldati, come l'esempio sublime della fedeltà al Re. Nel suo breve discorso sono passati un pensiero reverente agli eroi della guerra, della quale si risente maggiormente l'epica grandezza ad ogni. anniversario, e un sentimento d'omaggio al Re vittorioso e all'uomo della ricostruzione nazionale. Mentre la folla applaudiva e verso i! busto di Scapaccino sorgeva una selva di gagliardetti e di braccia tese, le autorità si sono intrattenute ad osservare il foglio incorniciato ed ingiallito con cui 93 anni fa il ministro della guerra comunicava alla famiglia del prode l'ordine del i e e gmbssscgahnlscPpvdsstscptdvorbhrctsLpglpirerrddtlMtll giorno all'Armata, per l'episodio erol- 0 di l.es Echellee. Subito dopo è stato inaugurato 11 monumento ai Caduti di Incisa. E' una bella opera d'arte di una giovane artista torinese, Claudia Formica, che ha scolpito un combattente all'attacco, sotto la protezione della Patria alata. Dinanzi al bronzo che perpetua il ricordo del valorosi Caduti, 11 comm. Marchese ha rievocato, con fervore giovanile e con calda passione patriottica, il sacrificio di tutti quelli che attraverso la guerra ed il dopoguerra hanno dato se stessi alla causa nazionale: le madri piangenti e fiere del loro dolore, le spose abbandonate, i soldati travolti e risorgenti dalla loro caduta nel pensiero indiscutibile della Patria e ne! nome del Re. come Scapaccino, i reduci misconosciuti e i giovani risorti contro l'àmi-Nazione. Dalle azioni di piazza all'idea del Capo che doveva raccogliere falangi di coraggiosi, da Milano a Udine, fino alla consegna dell'» Italia In camicia nera fatta da Mussolini al Re ». l'oratore ha scorso rapidamente le vicende politiche degli ultimi anni e si è fermato al punto d'oggi nella battaglia che continua, ricordando quale sentimento dì dovere debba animare ogni cittadino verso la Nazione, quand'egli si ispiri ai sacri ricordi degli eroi, che ci sono offerti dalla riconoscenza e dall'ammi razione popolare. Lo sventolio delle bandiere e gli applausi pili fragorosi hanno salutato l'orazione del segretario federale di Alessandria. L'anima e 1 fiori dei compaesani Quindi ha parlato il podestà di In cisa, cav. Molinari. Egli si è reso in erprete della cittadinanza e dei fascisti, capeggiati dal segretario politico Lorenzo Albengn; ma soprattutto ha epresso la sua commozione e il 6uo orgoglio che riassumevano senza dirlo 'anima della nostra gente. Nelle sue parole disadorne e incisive si è riflesso l carattere della popolazione monferrina rude e tenace come la terra ros eigna delle sue colline più alte, esuberante e fedele come la milizia volontaria di un aspro ideale. Questo angolo di Monferrato, 'battuto da una raffica di bufera, ha risollevato subito la frone e.d ha preso a ricostruire i «noi valori morali e la sua vita materiale; ora continua nella fatica e riuscirà. Jl cav. Molinari è. stato vivamente complimentato e ringraziato dell'accoglienza delle autorità. Hanno parlato anche altri oratori, U sacerdote officiante don Rossott.l, il cappellano militare capitano don Pronzati e il comm. Bezzi, esaltando la gesta di tutti gli eroici caduti ; e ad essi le folte schiere di ex-combattenti e mutilati hanno manifestato con caloroso plauso la loro simpatia. E prima che le bande regionali e banda militare di Alessandria chiudessero con la Marcia Rea!e i! vibrante convegno, le autorità mid Stari e fasciste hanno fraternizzato, in una nera cornice di folla, coi reduci di guerra e con le squadre di militi. Cosi il gen. Romei Longhena, che era accompagnato dal colonnello Cherubini comandante delia Legione carabinieri d! Alessandria, si è intrattenuto cordialmente con le rappresentanze di combattenti : mentre il comm. Marchese, insieme col podestà di Acqui conte Vezzi e co! podestà di Nizza geom. Arlolfo, passava una amichevole rivista alle sue devote squadre di militi e di avanguardisti. Al tramonto — era uno di quei tramonti infocati che hanno una fama meritata — la grande adunata s'è sciolta rapidamente; erano cinque o sei processioni che s'irraggiavano per le valli diverse affrettandosi, senza canti questa volta, ai focolari lontani. E Incisa ripiombò nel suo silenzio stagnante. Ma due donne, tra quelle poche che parlano ancora per tradizione della famiglia Alnia, di cui era la madre di Scapaccino, scesa la penombra e scomparsa la soggezione delle autorità, hanno varcato anch'esse il cancello della casa comunale stringendo un po' di fiori degli orti contro il grembiule nero e li hanno confusi -- povero omaggio rusticano — tra le ricche corone delle florale. Sono due mamme che forse iersera sentivano la casa vuota, E. SOAVE.