Gloriosa giornata di nel cielo di Milano

Gloriosa giornata di nel cielo di Milano Gloriosa giornata di nel cielo di Milano Milano, 7 mattino. Ieri mattina, a mezzogiorno, Milano è stata bombardata dal cielo. Stormi di velivoli-■■ hanno Invaso la terra lombarda; si son diretti sulla metropoli e giù bombe fumiganti sui principali edifici. Naturalmente, come avviene in una battaglia sul serio, furono preferiti 1 casamenti pubblici come le stazioni, le poste, le caserme e le Banche, destinati per primi ad andare sempre in aria per provocare la necessaria paralisi ad ogni movimento di difesa, di aiuto, di attacco, di assistenza e via dicendo. Ma, questa volta, non andarono in aria che delle fumate sbrindellate e cortesi che appena appena accarezzarono l tetti degli edifici individuati. Per 11 resto gran tumulto di rombi e di scoppi ed un ronzare assordante per quanto è larga e lunga la città, per oltre due ore. C'era, come 11 pubblico ha letto, una grande manifestazione tattica di guerra, tra un partito che assaliva una zona e proveniva da dell lontani ed un altro che la difendeva e che doveva controbattere e vincere: ali rosse contro ali azzurre. Ali nemiche che vennero dalle Alpi, da Aosta, da Arona, da Como, calate altissime dal ghiacciai e dalle roccie, in tre stormi di bombardamento ed uno di combattimento in formazione diverse : a triangolo di pattuglie a triangolo, ed a colonna di pattuglie a triangolo, cariche di bombe incendiarie e di bombe a gas. Ali azzurre di difesa, lanciatesi dai porti di avvistamento al primo allarme e dall'aeroporto di Clnisello, tra il crosciare delle batterie antiaeree che non consentirono agli avversari molta baldanza, tenendoli a bada, fin tanto che. velivoli contro velivoli, a pari forze, la battaglia non potè impegnarsi nel cielo : dove avvennero le fughe e le imboscate che gli alti Comandi, per provare le eventualità e le sorprese, avevano tecnicamente prestabilite. Centinaia di migliaia di occhi fissi nel cielo Ma tanta tecnica aerea non è facile e neppure visibile. Non è facile e visibile almeno pel gran pubblico che non conosce le carte planimetriche del cielo, nè fa i calcoli delle distanze, nè quelli militari delle possibilità e degli uviluppi. Il gran pubblico — che si era issato sui tetti, sulle terrazze, che popolava le antane ed i balconi, che aveva chiesto al curati delle Chiese di salire nei corridoi tra le cuspidi, o al portinai delle fabbriche di inerpicarsi su gli stabilimenti, alla ricerca, insomma di una piattaforma qualsiasi che fosse libera nel vuoto — 11 gran pubblico di Milano, incredìbilmente entusiasta di questo spettacolo che ancora ignorava, è andato in visibilio per altre ragioni, che non quelle tecniche e militari che gli saranno oggi sapientemente illustrate dai competenti. Gli occhi in aria — quante migliaia? — brillavano certo per un compiacimento più semplice, ma non meno fervido e bello. Brillavano per quella magnifica potenza che l'Ttalia innalzava nell'azzurro, in una parata fantasmagorica di grandezza. Il gran pubblico non distingueva i partiti e seguiva ogni squadriglia con eguale interessamento e fosse amica o nemica giubilava se saettava via in una velocità paurosa o se discendeva a radere i comignoli e quasi quasi le teste — fiato sosi>eso e brividi di paura — o se, per gli ordini improvvisi di manovra, caprioleggiava con la lievità delle rondini. Ernn tutti italiani 1 duecento calabroni Incidi e imbrlllantatl di Ieri mattina, ed era giusto che ad ognuno fosse perciò legato un palpito di amore. Cielo un po' nuvoloso e nebbioso, con quella nebbia di madreperla opaca che quando il tempo è torbido, il dilata sem pre su Milano: quindi a una certa distanza 1 velovoll sparir ano «la manovra, nel suol aspetti tecnici dileguava in pieno. Soltanto l'assalto alla citta fu goduto In tutta la sua portata di audacie, di Ini ziative, di corse e rincorse ed anche di effetti. Di effetti soprntutto, perchè la folla seguiva 1 razzi pirici che rigavano il cielo, tra scoppiettìi e geroglifici, volendo a tutti 1 costi precisare i bersagli. — Là, là, la Posta, scoppia alla Posta ! Qual precisione, che occhio... — Ma no. è contro la Banca d'Italia.. SI vede 11 lancio... Acrobazie E ad ogni lancio era sospesa un'emo zione ; fino a tanto che, dopo mezzoglor ko, il bombardamento si fece cosi interw so, rabbioso e tumultuoso che non fu possibile seguirlo se non nei rombi : 1 milanesi andarono a pranzo con le orecchie ancora assordate. •«. -• — — Nel pomeriggio gli esperimenti di guerra lasciarono posto a esperimenti di eleganza. Al mattino 11 coraggio prepotente, nel pomeriggio il coraggio virtuoso : prima il pugno nel cielo, poi il ricamo. Sempre mirabili audacie, comunque. Lo dissero gli stessi giornalisti stranieri — oh, bella, erano sbucati da ogni parte in maggior numero degli italiani...: — che ebbero, davvero, espressioni di meravilia. Ma, all'aeroporto di Cinlsello, fu un guaio serio l'arrivarci. Si è rinnovato lo spettacolo del Gran Premio d'Europa del '2.">: folla, automobili ed automobili e folla in teorie interminabili, anche sui campi, fuori delle strade, anche pei viottoli, pel sentieri, per le callaie. Chi è partito alle quattordici e arrivato alle sedici, chi si è incolonnato alle 16 è giunto col buio. Metà della folla è arrivata, ad ogni modo, a voli finiti, od ha veduti i voli più modesti e meno interessanti. Perchè 1 voli grandi, quelli che han dato l'angoscia durarono un'ora Il cielo di Cinlsello si era come trasformato In un favoloso trapezio in cui 1 minuscoli acrobati tentarono ogni rischio. Diecine di velivoli volteggiavano, si rovesciavano, s'avvitavano, roteavano, si capovolgevano con la più familiare indifferenza. Foglie morte che il frullo di un vento capriccioso faceva giocare nello spazio: ma foglie che sapevano poi, diritte e sicure e Ionie, dove posarsi. Ognuna di fronte alle tribune. Palloncini colorati erano presi d'Infilata, come si prende con infallibile mira i'uovo che dondola sui guizzi d'acqua nei baracconi dei « tiri a segno « ed ogni aeroplano 11 ricercava e molti se li disputavano per gareggiare in precisione. Il lancio di nove paracadutisti Ma se a Cinlsello ci fu dell'entusiasmo, ci fu anche del terrore. Non molto : per qualche attimo solo : due paracadutisti, dei nove, tutti torinesi, che piombarono dagli apparecchi sollevarono alte grida di raccapriccio. Già, di per sè, questo lancio nel vuoto, è di una tal quale emozione: un punto nero sguscia d'un tratto con una piroetta e sembra un bioccolo di olio o di benzina perduto dal motore. Precipita forte, per 30. per 40 metri, sinché non si spande. E' allora che miracolosamente si gonfia, si allunga, si precisa: un ombrello candido e un pupazzo grigio che scendono plano piano oscillando dolcemente. Vi è chi vuole mostrare il suo ardire, e agita braccia e gambe proprio come quelle marionette che spalancano gli arti tirando al disotto uno spago. Ma due pupazzi tardarono oggi a gonfiarsi : restarono nel cielo come due manciate di stracci, vertiginosamente veloci. Per cento, duecento metri discesero cosi, solcando il tramonto, già cadaveri nella Immaginazione esterrefatta della folla. L'urlo fu tremendo. Ma ecco che si scuotono, che fremono, che si disbrigliano: si scorge un groviglio di corde, poi il cappuccio si scioglie. Evviva, evviva ! Tuttavìa i due paracadutisti toccarono l'erba trepidanti Avevano ancora la morte negli occhi, eppure ridevano. Che cosa era avvenuto? Nulla. Un velo torbido sul viso, il sangue leggero nelle vene e un senso di annui lamento che la vertigine stava per tramu tare in agonia. Ultimo numero del programma, i voli coi passeggeri. Oltre un miglialo erano gli iscritti, 200 o poco più furono 1 favoriti, fra i quali cinque signore. Gli altri potranno volare oggi o domani. Già la luce era fosca e II sole si nascondeva e la sera avanzava tranquilla. Ma nell'aria rimase un turbinio di ali fino al buio. E i borghesi — cento lire a testa — toccarono terra alla luce del fari ; certo, per qualunque viaggio che ancora faranno da mnre a mare, da continente a continente, non godranno più l'ebbrezza di questa prova, In cui ogni pilota col passeggero più novizio o timoroso giuoco di temerarietà e di azzardo. Perchè un non so che di delirante era nel cielo, che fu sfidato per ore ed ore con una invulnerabilità prodigiosa. Questa giornata di ali è stata gloriosa. Forse la più gloriosa per risultati militari, per prove di anda ola. por propaganda alle folle, di quante si siano avute in Italia. Non meglio po leva esser celebrata la vittoria GIUSEPPE BEVILACQUA.

Persone citate: Giuseppe Bevilacqua

Luoghi citati: Aosta, Arona, Como, Europa, Italia, Milano