L'inaugurazione del piano del ferro e le aitre visite del Ministro

L'inaugurazione del piano del ferro e le aitre visite del Ministro Lia caricatura di Don Giovanni Evidentemente, Guido da Verona, • dopo tant'anni di sollazzevoli fatiche romanzesche, al posto d'uno stili) qualsiasi, — cioè quella bellezza che Schiller, sull'orme di Plotino, chiamava forma vivente, — s'è a poco a poco creata una pittoresca quanto ambigua e malinconiosa maniera. Ora, tale maniera sta all'arte press'a poco come il sentimentalismo sta al sentimento, lo stilismo allo stile, e via di seguito. Qualsivoglia scrittore, giunto che sia alla saturazione e alla decadenza di se btesso, e quindi all'esaurirsi e all'intristirsi della propria pura personalità, sdrucciola nella maniera e nella ripetizione; cioè nella seria caricatura di quegli elementi, che, bene o male, d'essa personalità furono in un primo tempo genuini e rappresentativi. Il fatto meccanico e volontario, subentrando a quello spirituale, riduce l'arte a un pratico giuoco, per cui non ci sono nè scaltrezze ne virtuosismi di scrittore consunrato che valgano a nascondere sotto il panneggio delle 6toffe lucenti e preziose la dozzinale paglia del manichino. Lo scrittore, nella malacopia di se stesso, crede di rimanere fedele alle qualità spirituali della sua arte, mentre invece non fa che contraffarle, falsandole sino alla elefantiasi. Altrettanto press'a poco accade agli imitatori e agli epìgoni, i quali, rifacendo dei modelli proprio i difetti più evidenti e grossolani, si condannano a una maniera pigra e di seconda mano. In vero, quella di Guido da Verona è almeno di, casa sua ; appartiene al suo ricco guardaroba di provinciale inurbato ; ed e, in certo senso, favolosa e simpatica, poiché gli permette di fabbricare cvrrenti calamo una prosa tanto umettata d'un provvisorio lirismo lagrimoso e dolciastro da sembrare concepita e messa in carta da qualche trovatore romantico, travestito da coiffeur dei dame*, in vena d'innamoramenti. Vuol dire che, dopo le serpentine danze di Mimi Bluette, il nostro Guido, ottimo e pensoso storico delle sartine d'Italia, s'è sentito padrone di una squisita anima di musico, onde ha barattato l'umile pennino con il plettro degli antichi citaredi, ed ha offerto all'ammirazione contemporanea alcuni lodatissimi romanzi a carillon. Che importa se questi moderni priapei mettono in ombra quelli venerati e già calunniosamente attribuiti a Virgilio? In vero, se la prosa canora di Guido, da Verona appare a noi un po' acquosa e approssimativa, la colpa è tutta nostra, che, fermi a concetti antiquati e barbosi, non sappiamo considerarla quale tipica espressione di tempi più tanta eiosi che deplorevoli. H nostro Gui do è padrone assoluto dei fatti suoi; quindi è assurdo che noi lo si pre tenda purista, vocabolarista, lin guaiolo e fraseggiatore, quando la sua natura più schietta e maggiormente rigogliosa, di uomo pratico e senza pensieri, lo porta ad essere uno scrittore democratico, accomodante, fervoroso, e svagato sino all'errore di grammatica. La colpa, ripetiamo, è tutta nostra, ìnquantochè a cotesto sciupìo di ricchézza istintiva preferiremmo, secondo i nostri gusti paesani, e perciò deplorevoli, la banale e consueta moneta da due soldi, con l'immagine di Re Umberto. Al contrario, come tutti i milionari, Guido da Verona è prodigo; e quando scrive, non bada a spese, da uomo e da artista, libero e dovizioso. In fondo, il suo carattere assomiglia assai a quello malieioso dei tenori sfiatati, che cantano l'operetta con l'aria di cantare l'Otello. Nei suoi romanzi, s'ha sempre la sensazione d'assistere a un dramma, mentre invece il dramma non esiste affatto; lo scrittore poi, par compii cato e perverso, mentre invece, alla fine del giuoco, comprendiamo ch'c l'uomo più tranquillo ed innocuo del mondo. Il male è .che, in questo innocente divertimento, il nostro Gui do s'è consumato fino alla corda, tanto da apparire triste per la deoenns le abitudine. Invano, da una prosa ora inami data nelle lussuosità dannunziane e ora fatta razzente, dai verismi zoliani, egli è passato a un tipo di prosa meno impegnativo e assoluto, ma asbai più facile agli abbandoni, ai sol< ■ ■ irlt i. ■ alle serenate, ai refrain*, ai ciò 'li petto, alle variazioni filosofieli'.', alle moralità immorali e alle catastrofiche freddure. Questo rapi nwa tipo di prosa, leggermente affi: turata c dilettantesca, ha preso un nome generico, di quelli a doppio fondo conio le tabacchiere pornografiche, e buono a parecchi usi: Uri smo. Por lirismo, si deve intendere una irrompente fiumana di parole un po' nebbiose e fumose e cadenzate sopra una musichetta bonaria e ca ealinga,. le quali mille cose possono esprimere, senza peraltro che ne esprimiuo una sola, e che appaiono irrorate da un espansivo romanticismo di terz'ordine. E' naturale che un siffatto modo di scrivere, il quale permette le più impensate evasioni e galanterie alla fantasia galoppante, si presti a mentire la profondità e a nascondere i trucchi; ma ciò, a dire il vero, poco importa, e tanto meno al nostro Guido, poiché è cosa che corrisponde pienamente ai caratteri del tèmpo moderno. Noi, con ciò, non voghamo aver l'aria di scrivere una stroncatura di Guido da Verona, che sarebbe, invero, facilissima e usuale. Abbiamo l'intenzione, invece, di scriverne l'elogio, ch'è al contrario difficilissimo, imbarazzante, e oltremodo inconsueto. Noi intendiamo di perpetuare in hii il tipo nuovo dell'artista, il quale s'è assunto il compito di rendere grande e terribilmente imponente ogni misera e banale faccenda di perdigiorno La sua, nella vita e nell'arte, fu quella d'apparire uno scrittore; ch'è cosa d'una certa importanza, e non mai ridovole, anche in quelli, pei quali l'arte dello scrivere s'è fatta fatica leggera, facile, e per soprammercato fruttifera. S'intuisce che Guido da Verona poco o nulla soffre sulle proprie scritture, dotato dal giusto destino d'una vena quanto mai spanta e docile, per cui le parole si sparpagliano sulla carta come un volo di lodole canterine. E' naturale, quindi, che la sua accorta letteratura non puzzi di lucerna; uè voglia apparire grave e fuor del comune; accontentandosi invece di mostrarsi in pubblico vestita di panni alla mano, rintracciabili presso i rigattieri più vistosi e fortunati. Fra toppe e rammendi, cotesti panni a poco a poco hanno ritagliata una spassosa figura di Don Giovanni novecentesco, portato a spasso pel mondo da qualche vettura-letto, e prestigioso di trovate e di aneddoti piccanti. Le sue qualità d'osservatore mondano lo hanno favorito sommamente, in cotesto travestimento, e nel tipo d'una prosa lodevolmente europea e spensierata, ottima per certi svaghi pittorici e lirici, i quali rappresentano oggi gli exempla del bello scrivere erotico e salottiero. Fattosi, quindi, irraggiungibile e maestro d'un genere alquanto invidiato da quanti conciliano l'arte con le cose più gioconde e quotidiane di questo mondo, e resosi conto che per scrivere è sufficiente il coraggio, ii nostro Guido s'è messo a raccontare le suo avventure di terra e di mare, presentandoci via via le donne più suadenti e fatali di Parigi notturna. Eccoci, finalmente, ai piedi di t Azyadth, la donna pallida » (1), sorella germana di Mimi Bluette, d'Yvelise, di Madlen, di Cléo. Le eroine del nostro Guido hanno tutte nn nome esotico e melodioso, che si scioglie in bocca come una profumata caramella. Ma, dopo tanta poesia morbida e femminile, cinguettante in qualche migliaia di pagine di romanzo, la vena del poeta abbandonato soffre d'improvvisi oscuramenti Si ripete. Mostra la cifra. Gargarizza il solito ritornello. Arriva persino alla caricatura dei passi .celebri della indimenticabile Mimi Bluette. « Rime buttate .via, nella fuga vertiginosa d'un treno, per la terra che non ha mete, ma solo strade e strade, piene di polvere e di sole — uno dei mille treni che mi portarono alla ricerca del mio dio, e si fermarono, vecchia ferraglia, che serve a cercare il sogno nella vorticosa vanità di una striscia di fumo... >. Navighiamo così in pieno lirismo daveroniano, alla scoperta della lontananza, con il sentore del divino vagabondaggio appiccicato alle scarpe, sincopato sulla cadenza di qualche ossessionante charleston. La maniera, sotto l'altalena delle parole, è evidente come 10 scheletro sotto la carne del malato. « Ed ora non ti vedrò più, pallida Azyadèh.. La vita ricomincia tutte le mattine; bisogna pur viverla. Tu hai avuto il coraggio di prender sonno prima del tempo; ma, se ben rifletti, questo è un coraggio inutile. Certo è noioso, anzi è assurdo vivere; ma più noioso, più assurdo, è morire. La città canta. Come sempre, le sue finestre, Je sue strade, mandano in alto, verso le nuvole azzurre, i trilli d'infinite canzoni. Vedi?...; e quando si è di là, donna pallida, non si ode più cantare — sola cosa bella che abbia il mondo ». Qui assistiamo alla esatta e persuasiva dimostrazione di come Guido da Verona scriva con facilità, di getto, senza rimorsi, senza cancellature, schiavo delia irrompente, e quindi un po' torbida, ispirazione. Lo scrivere, in lui, non è un mestiere, nel senso nobile della parola ; ma è, piuttosto, un esercizio ginnastico qualsiasi, il quale pretende soltanto il giusto allenamento, il fiato corrivo, l'energica esuberanza. E giustamente si sorride, se si ripensa ai manoscritti leopardiani, dove le parole appaiono soffocate sotto cumuli di freghi 1 Altri tempi !, e noiosi. Oggi, se Dio vuole, si vive in fretta; s'è dinamici e strapazzoni ; s'adopera non la penna d'oca, ma la stilografica, o addirittura la macchina da scrivere; nè c'è tempo di voltarsi all'indietro. Che importa se qualche periodo zoppica, o s'infiora di sgrammaticature? « E per la stessa ragione, se le sorelle, germane di Pataflou hanno qualche vòlta l'aria di uscire fresche fresche da un educandato, vuol dire che i gusti dei frequentatori di Maxim's, uomini rotti e consumati a tutte le depravazioni della crapula notturna, desidera procurarsi con poca fatica l'illusione di defiorare l'innocenza ». Sono coteste, al giorno d'oggi, vere e proprie inezie, che prudono tutt'al più le- schifiltose narici dei puristi, dei quali è notoria l'inutilità. Altro temperamento è quello di Guido. I suoi romanzi nascono sui marciapiedi delle città tentacolari, e nou nell'ombre melanconiche delle biblioteche. Oggi, anche la Laura del Petrarca sarebbe una ballerina di Montmartre, o un nudo della Revue ArcHi-nue, o una cocotte delle Folies Bergères; e i sonetti del povero innamorato si cambierebbero in un lirismo celebratorio, spumoso come la sciampagna, e olezzante di Coty. • Ti ascoltavo, Azyadèh, senza rispondere, senza muovere il capo, con 11 labbro immerso nel bicchiere — senza bere. Ti ascoltavo, Azyadèh, perchè la tua voce era calda e etanca, la tua bocca era umida e efiorita, e dietro la tua mano trasparente che reggeva il bicchiere vuoto vedevo disegnarsi, più scollata e più nuda che mai, gonfia di cipria e di respiro, la forma de' tuoi seni pallidi, che sem¬ bravano ergersi di piacere sotto la Staffilata del forte vino ». E' Vero; cotesti aggettivazione è alquanto logorata e U6a alle labbra dei barbieri nelle scampagnate domenicali; le immagini sono nn po' troppo enfatiche e oratorie; l'analisi appare superficiale; il colore scialbo e generico; tuttavia è incredibile come una prosa siffatta possa far presa sulle signorine di buona e di cattiva famiglia, sugli impiegati del lotto, e sopra gli studenti di liceo. Lo scroscio dei battimani, però, non ha minimamente alterato il carattere nè il buonumore del nostro illustre romanziere, il quale, con la povera e immacolata Azyadèh, continua imperterrito a girare la manovella del suo organo di Barberìa. Ma, purtroppo, o che la mano si sia un po' stancata, o che i rulli si siano un po' logorati, cotesta orecchiabile musichetta s'illustra di solenni stonate, tanto da far dubitare delle qualità dello spartito. Ma il musico è quello che è. Nessuno mette in dubbio la sua fantasia di cantastorie, o la sua prestigiosa abilità nel l'impastare romanzi L'imponente manifestazione torinese con l'intervento dei ministro Ciano La ricorrenza del V Annuale della Marcia su Roma è. stala celebrata con grande solennità. La città, con tutti i suoi negozi chiusi, e<l tino sventolio pittoresco di innumerevoli bandiere, ebbe fin dalle primissime ore della mattina un aspetto di viva festosità e l'eccezionale animazione delle vie del centro durò Ininterrotta fin oltre n mezzogiorno, quando, cioè si conchiuse la prima parte della cerimonia celebrativa, cui ha dato maggior risalto la presenza del Ministro delle Comunicazioni S. E. Ciano, venuto ad inaugurare ufficialmente in nome del Governo la serie delle notevolissime opere compiute in quest'ultimo scorcio di tempo dal Regime. Il primo salato si Ministro il Ministro Ciano è giunto alla stazione di P. N., accompagnato dal suo capo di gabinetto «rami. Minale nlle ore 0,5. Lo attendevano 11 Prefetto De Vita, il Podestà ammiraglio Di Sambur, il gen d'Armata Petltti di lloreto, il colonnello di Bobllant segretario della Fé- spiritosi, smargiassi ed edificanti. |jje^Ìoné"provincìalè fascista, il senatore Se, stilisticamente, le sue scritture Agnelli, il senatore Bistolfi, 11 sen. Resono un po' gracili, dobbiamo incoi- " pare, non lui, ma la frettolosa ingordigia dei suoi lettori, i quali pretendono un capolavoro ogni anno, senza lasciargli il tempo di limarlo e di ripulirlo dalle varie disattenzioni. Le quali poi, in uno scrittore democratico e antimanzoniano, si addicono come caratteristiche e gustose. Sono come le medaglie sul petto del combattente. Vogliano dire anche, che Guido da Verona, s'è fatto sempre più maestro della sua maniera, in una salace caricatura di se stesso. Cioè, porta a spasso i suoi periodi senza una meta, lungo le strade del sogno e della fantasia, come docili cagnoli. Ed è questo, senza dubbio, il trionfo definitivo e disperato del lirismo moderno ed europeo. , Guido da Verona: Azyadèh la donna ■pallida. — Firenze, Bemporad. 1927, L. 11. GIUSEPPE RAVEGNANI Le vittime de! ciclone Inglese Decine d? posoatorl periti sulle ooste irlandesi •• Il cimitero dfesepolto: ■na bara porrata via dal vento, Londra, 31, mattino. Sono continuate nelle ultime venti quattro ore ad affluire a Londra i ragguagli delle vittime che ha fallo il tremendo uragano di venerdì notte e dei danni che esso ha prodotto. La confusione disseminata da questa scatenazione. di elementi si è mantenula così inestricabile nelle località più colpite che ancora stamane, a più di 48 ore dall'uragano, rimane impossibile accertare il numero dette vittime. Fu senza dubbio il più devastante sconquasso meteorologico esperimentato in Gran Bretagna da molti anni in qua, ed ora si calcola che almeno 50 persone perdettero la vita tanto per terra che per mare. I fatti più gravi furono i seguenti: da 30 a 40 pescatori perirono lungo le coste irlandesi di Galway; almeno 5 persone annegarono e 400 rimasero senza tetto a Fleetwood, una borgata litoranea del Lancashire, dove una immensa ondata della marea invase i quartieri abitali e per certe strade produsse un'inondazione di quasi due metri d'altezza; un'ondata dominante si rovesciò sull'ospedale di Lunside, presso Lancaster e tre ammalati di tubercolosi annegarono. La maggiore velocità del vento venne registrata ad Holjhead, dove la raffica raggiunse le 85 miglia all'ora ed a Craniuell nel Lincolnshire dove il vento raggiunse le 80 miglia orarie. Un episodio pietoso avveniva a Morécambe, nel Galles Settentrionale. Il villaggio si trova a poche decine di metri dalla spiaggia e cosi pure il suo cimitero. L'ondata della marea si rovesciò anche su quest'ultimo ed abbattè il muro di cinta e spazzò via una quantità di terriccio che ricopriva la base. Alcuni feretri furono messi a nudo, altri frantumati dall'irresistibile sferza delle acque e le salme divennero visibili. Una piccola bara di bimbo venne dissepolta dalle acque e poscia agguantata dal vento che l'ha trasportata in un campo, a mezzo miglio dal cimitero. La morte di Massimiliano Harden Parigi, 31, mattino. Un telegramma particolare giunto dalia Svizzera annunzia la morte avvenuta ieri, alle 19.30. a Montana Vermala del grande polemista tedesco Massimiliano Harden. Questi non si era mai rimesso dall'attentato di cui fu vittima nel giugno del 1922, quando dei malfattori, pagati dalle associazioni rivoluzionarie tedesche, lo colpirono, mentre tornava alla sua villa di Grunewald, a colpi di sbarra di ferro sul cranio. Da quell'epoca Harden aveva interrotta la pubblicazione della sua rivista Die Zukunft. E' noto lo scandalo che Harden suscitò 20 anni or sono con le sue rivelazioni sull'affare Eulenburg, e i tasti della tavola rotonda. A quell'epoca Harden venne condannato a varie riprese e scontò anche lì mesi di fortezza nei dintorni di Danzica per delitto di lesa maestà. Con Harden scompare il pubblicista forse più originale delia Germania e che riuniva due qualità divenute ormai rare: il talento e il coraggio. ^ ^ Sciagura aviatoria in Francia Parigi, 31, multino. II sergente Millot che aveva tentato saltato senza successo di battere il record di distanza in circuito chiuso su un aeroplano leggero, è stato ieri mattina vittima di un grave accidente. Partito dall'aerodromo di Vii la Coublay alle 3,30 per effettuare un nuovo tentativo, il pilota, accecato dalla luce dei proiettar accesi soltanto da una parte dell'aerodromo, è andato a urtare contro un pilastro, L'aviatore lanciato fuori della car- baudengo, gli on. Mazzini e P.agnasco, il dottor Del Giudice segretario della Federazione Provinciale dei Sindacati fascisti, in medaglia d'oro Salamano, il gen. Di San Marzano, i vico rodesti conte Buffa di Terreni e eonte Alessandro Orsi, 11 cav. uff. Mncerotta della Giunta esecutiva dei ferrovieri romani, ed altre personalità. Nell'atrio della stazione, dal lato arrivi, stavano schierati i Sindacati ferrovieri fascisti col loro gagliardetto e la Milizia ferroviaria agli ordini del Console Bonino e di altri ufficiali. Ad incontrare il Ministro si recarono le autorità. Il Capo Compartimento delle ferrovie, grand'uff. ing Edilio Khrenfreund. offrendo all'on. Ciano, a nome dei ferrovieri del Compartimento un bronzo dello scultore Glorgls, allievo del senatore Ristolfi, rappresentante la beffa di Buecari, ed una pergamena ha detto : « All'alba del sesto anno del Regime fascista, nel giorno saero alla riconoscenzn degli italiani verso il Duce dell'Italia rinnovata, qui dinanzi alle autorità che hanno voluto onorarci, mi e gradito recare all'È. V. il saluto del ferrovieri del Compartimento di lorlno ». Il grand'uff. Ehrenfretiml dopo aver parlato della grandiosa opera dell'« abbassamento del piano del ferro» che si compie per volere dell'on. Ciano in esaudimento di nn antico voto della città di Torino ha conchinso dicendo che I ferrovieri si dichiarano pronti a seguire devotamente il Ministro in ogni suo ordine «1 invitando I ferrovieri tutti a gridare con lui nn fascistico «alala» a S. E. Ciano. . D'invito è. stato accolto da tutti i presenti che risposero con unanime acclamazione. . , Il Ministro, accettando il dono ha risposto: «Ferrovieri, con sincera cordialità che dopo quattro anni di proficuo lavoro cempluto insieme vi porgo il mio saluto affettuoso che è 11 saluto di tutta la Nazione, che sa come i ferrovieri italiani si siano profondamente trasformati nello spirito e nell'azione. Il sistema ferroviario italiano sarà portato merce vostra a tale altezza da non dovere abbassare la fronte dinanzi ad ogni più perfetta organizzazione straniera. Il Governo prende a cnore ogni vostra aspirazione, che voi oggi questo ben meritate perchè siete un esercito meraviglioso a servizio del He. del Duce e «Iella Patria». Calorosi applausi accolgono le parole del Ministro e subito dojxi la Milizia ferroviaria ed i Sindacati sfilano davanti a lui. L'on. Ciano, accompagnato dal Prefetto, dal Podestà e dalle altro autorità dopo aver accettato un vermouth d'onore ni buffet della Stazione si è diretto in automobile a piazza Vittorio Veneto. La grandiosa adunata L'imponente massa di tutte le forze del Partito della Provincia nelle prime ore del mattino si era raccolta nelle varie zone circostanti alla piazza Vittorio Veneto per convergere poi, più tardi, passando per strade diverse, in questa che costituiva il centro della radunata. Com'era stato precedentemente disposto i Fasci della Provincia, affluendo da via Po, dove già una duplice ala di folla stazionava iu attesa del passaggio del corteo, sono andati direttamente in piazza Vittorio. Contemporaneamente, sotto la sorveglianza deL cav. uff. Valentino, gli avanguardisti si ammassavano in piazza Carlina, i ferrovieri fascisti in piazza Carlo Alberto con 1 Postelegrafonici; le associazioni del Pubblico Impiego, gli insegnanti fascisti, il Sindacato del giornalisti, iu piazza Carignano; 1 Sindacati in eorso San Maurizio; l'Ente Nazionale delle Cooperative e l'Associazione agricoltori in piazza Denina; iu Federazione Comunità artigiane, quella dei Commercianti e degli Industriali in piazza Montebello: il Dopolavoro e gli Euti sportivi In piazza Cavour. Erano inquadrati nel Fascio al quale opparteigono tutti i tesserati del Partito. Prima delle 9, le trombe hanno squillato Va attenti 1 » nelle diverse località, e le colonne si sono poste in marcia cou i gnglinrdetti e le musiche in iesta, precedute dal rlsiiettlvo settario politico e dai Podestà. 11 concenti-amento in piazza Vittorio Veneto e avvenuto cosi nel niodo più rapido <• più perfetto, senza generare uno solo di qnegli ondeggiamenti quasi inevitabili quando la massa diventa enorme, come era quella di ieri. Circa centomila persone, pochi minuti dopo le ì), con una precisione militare, hanno «manovrato» sulla piazza; le colonne, i plotoni, le squadre, senza intralciarsi nel movimenti, come procedendo sul tracciato di invisibili linee geometriche hanno assunto lo schieramento prescritto e la magnifica piazza ne è stata colma dall'imbocco di via Po a quello del ponte della Gran Madre di Dio. Migliaia di gagliardetti hanno costellalo la nereggiante massa umana tagliata In mezzo da un'unica strada di accesso e alla quale si affacciavano le bandiere e le zone lucenti di centinaia di musiche e di fanfare. Unga è precipitato sul tetto di un capannone dove rotolo dall'altezza di!j|] [johiiànf G metri. Il sergente .Millot ha ripor- prof. Colllno. .. tato la frattura di una gamba e inni- ji conto Buffa di ferrerò, 11 cóiiini. Borteplici contusioni. |diu «ulu.-il «mini. Couvert, ii barone S. E. Ciano a lo Autorità Il palco sul quale doveva salire il ministro delle comunicazioni S. E. ciano, era stato costruito alla metà del Iato destro della piazza, e quasi al centro. Attorno al palco si scorgevano subito, per la nota pittoresca delle fiammeggianti camicie rosse, 1 veterani delle patrie battaglie e accanto ad essi, raccolti attorno al labaro. 1 rappresentanti dell'Associazione del Nastro Azzurro, col gene rale libo e il segretario Anfossi; venivano quludi i grandi invalidi di guerra col colonn. Di Majo e il maggiore Fa seri, poscia uno stuolo di Arditi d'Italia della Federazione Nazionale di Torino, col loro gagliardetto di seta nera ricamato'd'oro e uno stuolo di ufficiali dell'esercito, in grande uniforme. In rappresentanza di tutte le Armi, Corpi e Specialità del Presidio della nostra città. Sul palco dal quale, come una loggetta. si spingeva un po' in fuori la pedana, fasciata di bandiere e sorretta da due colonne raffiguratiti il fascio littorio, riservata all'oratore ufficiale, on. Ciano, avevano preso posto le autorità In attesa del ministro. Notiamo tra ! presenti, tutto il Direttorio della Federazione fascista al completo, 11 colonnello ring Alessandro Orsi, 11 il maestro Giuseppe i'.ianc Mazzolila, il conte Fossati Reyneri, il marchese ScarampI e il generale di San Marzano; il conte Civalleri di Music, il marchese Saibante, il dottor Del Giudice, con i segretari Federali cav. Dembo, dott. Buccino e dottor Capponi, e il capo dell'Ufficio Stampa, comm. Conigllone Stella; il dott. Toso, i generali Tiscornla comandante del Corpo d'Armata, Da Pozzo dei carabinieri, Cambria, Piva, Cazzerà, Didero, Musso, Sasso, Avogadro di Vigliano; il colonn. capo di S. M. Olivelli, il gr. uff. Anselml Commissario della Provincia, il comm. Bertele, il comm. ing. Devecchl, l'ing. Gluppone, il gr. uff. "Debeuedettl. il gr. uff. Bozzalla, 11 gr. uff. Deponis. il comm. Barberls della Cassa di Risparmio, 11 prof. Pocchettlno, il prof. Gerelli, ecc. Sono quindi, ossequiati dai presenti, il primo presidente di Corte d'Appello S. E. Casoli, 11 procuratore generale S. E. Trabucchi, l'avvocato generale Crosfa-Curti, il presidente del Tribunale grand'uff. Martinengo, 11 Procuratore del Be comm. Ma loia, il procuratore del Re aggiunto comm. Bruno. C'erano Inoltre il dott. Lorenzo Gigli, poi il Sindacato dei giornalisti, il direttore del telegrafi comm. .Torlo e il direttore delle Poste comm. Gavianl. Poco prlmn delle 10 tre squilli di tromba annunciano l'arrivo di S. E. Ciano. Sulla enorme piazza si stabilisce un ultissimo silenzio e il ministro sale sul palco. Egli è accompagnato dal Prefètto e dal Podestà, dal generale Petitti di Rorcto. dal senatori Agnelli, Orsi e Blstolfl, dagli onorevoli Mazzini e Bagnasco. dal questore comm. De Roma, dal comm. Ehrenfreund e dal comm. Gualco. AI piedi del palco, In servizio d'ordine si trovano il vice questore cav. uff. Palma, Il capitano dei carabinieri cav. Mlozzi, e i commissari Micacei, Ramelln, Rossi e Finuccl. li discorso del Ministro Un triplice «alala» saluta l'on. Ciano quando appare sulla pedana. All'occhiello gli brilla la medaglia d'oro. Ristabilitosi il silenzio egli pronuncin con voce sonora il seguente discorso che due altoparlanti ripetono e fanno ascoltare da tutta la folla : «Camicie Nere, Cittadini, « Salutiamo da questa Augusta Torino, culla del Risorgimento Italiano e della unità politica della Nazione, il V annuale delln Marcia su Roma! Il trionfo di Vittorio Veneto, concluso internazionalmente nel malcontento nazionale, fu seguito dal più sinistro disordine sociale, che voi Torinesi sperimentaste e bene ricordate nelle sue fasi più acute : l'idea fascista apertasi il varco attraverso l'interventismo, col sacrificio dei seicento mila morti sui confini sacri della Patria e con quello delle nostre eroiche camicie nere nelle piazze d'Italia, mostrò di essere solo essa capace di tenere uniti e di imporsi a tutti gli Italiani, perchò solo essa raccoglieva lo spirito eroico ed unitario del nostri padri che vollero unita e grande la Patria. « Questa Patria che si distinse nei secoli del dolore e della servitù per l'assenza di idee unitarie e per l'orgia sciagurata delle discordie, delle particolarità, dei municipalismi : quest'Italia che dolio Vittorio Veneto dette lo spettacolo più nefasto dei movimenti particolari pieni di infamia, di odio e di iinpoteirza, trovuva finalmente la sua strada maestra, trovava finalmente un uomo universale, un Capo, un Genio, un Duce: l'enlto Mussolini. « La Monarchia è in punto formo » «La Nazione che uvevu faticosamente conquistata la sua essenza politica era alla vigilia della marcia pazza ed ebbra di disunione; un inovimejito rivoluzionarlo come il Fascismo non poteva aver dubbi sulla via da seguire. Solo la Monarchia poteva rappresentare iu fonte e la garanziu permanente dell'Italia una ; ad Udine ed a Napoli, il Duce prò clamò che la Monarchia è un punto fermo. « Camicie Nere torinesi. Non è senza reverenza e religione verso le idee e le memorie più care e saere della Patria ebe si può parlare in questa città, alla quale sono superbo ed orgoglioso di portare, in questo giorno fatidico, il saluto del Capo. E' da questa Torino, da cui l'aquila di Savoja spiccò il suo volo, che noi fascisti più sentiamo la gioia di mirare e di salutare la riconquistata, rin saldata ed Intangibile potenza dell'Italia ! ». Il Ministro rievoca quindi concisamente gli sviluppi della rivoluzione fascista iniziata con la Marcia su Roma e ricorda le opere «non parziali o locali, ma totalitarie e nazionali » condotte a termine in cinque anni dai Regime, in tutti i campi, affermando che il Fascismo è una nuova civiltà che va perfezionandosi. Il compito non è finito «L'ora che attraversiamo — ammonisce S. E. Ciano — non è scevra di asperità e di sacrifici. E il Governo 60tto la guida del Capo ha fatto e fa il suo dovere, il popolo fa mirabilmente il suo. Il Governo ha provveduto e provvede economicamente e finanziariamente con ogni fermezza e con ogni energia. Il Duce ha tolto agli Italiani 11 vezzo antico dell'ottimismo e di prendere allegramente e alla leggera la vita, il Duce che vuole gli Italiani siano forti, non gaudenti, ci ha ammonito dal giorno che ingugglò con la rivalutazione della lira la battaglia economica della Nazione, interpretando la volontà del popolo Italiano, sempre generoso e Idealista, che sarebbero venute ore difficili e serie. Ebbene Mussolini non trema, non impallidisce, non indietreggia mai. L'Italia che è tutt'uno col suo Duce, non trema, non Impallidisce, non indietreggia. Ed è pronta a tutti gli ulteriori sacrifici che le saranno chiesti per la salute e per la grandezza del popolo e dello Stato, Solo 1 popoli economicamente stretti dai bisogni e pungolati dalle necessità, che hanno per loro legge il sacrificio, sono forti e destinati alla vittoria ! Lo soppia l'antifascismo di tutti i paesi, che privo della luce di un'idea che si possa misurare con la nostra è destinato a soccombere ed a perire In ragione diretta del trionfo in estensione e in profondità della nostra rivoluzione. « Camicie Nere torinesi. Benito Mussolini pur Ieri scrivendo cosi ci ammoniva: a A cinque anui di distanza, nessun fusclsta si Illude che 11 compito sia finito o vicino a finire. Bisogna dirsi e dire che non avremo mai un anno di ri1k>si>: che 11 102S Anno VI, non sarà meno irto di difficoltà e di problemi dell'Anno V. Ma questo è bene, perchè ci tieue svegli e affina tutte le nostre capacità». Oggi 80 ottobre 1927, celebrando il V annuale della Marcia su Roma, eleviamo commossi e reverenti 1 nostri indomiti gagliardetti e i nostri moschetti nella memoria dei nostri gloriosi Caduti, martiri ed apostoli dell'idea, Riandiamo alle origini, ritorniamo al principi! in cui è sempre la salate e la vita. Oggi è la festa delia fede e dello spirito Fascista, che qui celebriamo e riaffermiamo nel giuramento di fedeltà al Duce invitto, ni Re vittorioso ». Un'acclamazione fragorosa accoglie la fine del discorso — sovente interrotto da vivi applausi — e mentre le bandiere, I gagliardetti e 1 moschetti della Milizia si agitano in segno di saluto le fanfare e le musiche intonano gli inni patriottici. Il ministro scende quindi dal palco e In automobile si reca in piazza Castello, salutato al suo passaggio per via Po, da entusiastiche ovazioni da parte della folla che fiancheggia i due lati della strada e di quella che si affaccia ai balconi e nlle finestre imbandierate. Frattanto, per cura del Commissario Capo dott. Labbro, coadiuvato dai funzionari dott. Tornabene, Gennari, Panvini e Casella, e dal capitano del carabinieri Stacchini, la piazza Castello era stata tutta sgombrata, dalla cancellata del palazzo reale lino all'imbocco di via Po e cordoni di militi fascisti e di carabinieri segnavano una linea trasver sale lungo il palazzo Madama contenendo ii pubblico 11 quale • aveva però potuto trovar posto anche sotto I portici del teatro Regio. Sul palco d'onore, eretto sotto la Ixjggetta dell'Armeria reale, sventolavano due oriliammi e sullo sfondo di un roseo cupo spiccava il gonfalone della città a guardia del quale stavano i valletti, le guardie municipali ed 1 pompieri in grande uniforme. A ravvivare il grigio dei fabbricati, una larga fascia tricolore, festonata, correva lungo 1 balconi del palazzo della Prefettura e del « Regio », affollatissimi di signore. Gruppi di ufficiali dell'Esercito e della -Milizia, attendevano presso ii palco, sul quale prendevano posto alla spicciolata le maggiori personalità invitute alla cerimonia. Tutt'lntorno ad esso erano, coi Corpi Armati municipali, carabinieri in alta uniforme, gli Esploratori cattolici e le alunne del Collegio per le figlie dei militari. Alle 10.30 precise giunse il Ministro insieme al Prefetto, al Podestà ed a tutte le autorità che l'avevano accompagnato in piazza Vittorio Veneto. Ije musiche intonarono l'inno « Giovinezza » e l'imponente corteo cominciò subito a sfilare. Il Ministro, avendo a lato il generale Petltti di Roreto ed il generale Tiby comandante la prima Zona della Milizia, saluta romanamente i primi reparti di militi che agli ordini del console Rr.mdlmarte, sfilano davanti al pnlco d'ono¬ re. Da questo momento fu nn interrotto succedersi di centurie In perfetta formazione militare, al comando dei loro ufficiali; poi passò la lunga teoria dei Balilla eoi loro gagliardetti e le fanfare, marciando come piccoli soldati, In un ordine mirabile. Tutte le scuole avevano inviato le loro giovanissime camicie-nere salutate, lungo il percorso, da numerosi applausi dalla folla che dietro i cordoni dei carabinieri e del militi si era venuta sempre più infittendo. Dopo 1 balilla sfilarono le centurie degli Avanguardisti, le Famiglie dei caduti in guerra e quelle del caduti fascisti accumunate nella cerimonia, } rappresentanti del Na« stro Azzurro col generale Rho, ppl i grondi torpedoni sul quali 1 mutilati avevano issato 1 loro gagliardetti. Subito dopo 11 Direttorio del Fascio al completo con a capo il colonnello Di Robllant passava davanti al Ministro e facendo una conversione andava a prender posto nel palco d'onore. Il corteo intanto seguitava ininterrottamente la sfilata: 1 volontari, gli arditi di guerra, i combattenti, gli ufficiali in congedo, il gruppo Universitario fascista, poi la lungn teoria dei Circoli rionali fascisti di Torino, le rappresentanze del Fasci della Provincia, 1 ferrovieri, 1 postelegrafonici, l'Associazione del pubblico impiego, gli impiegati, e tuttn la numerosa categoria del sindncatl, dagli Intellettuali alle classi operaie, gli agricoltori, gli artigiani, i commercianti, gli industriali, 1 dopolavoristi ed Infine gli enti sportivi. DI fronte al palco intanto le musiche si alternavano. Quella della « Sabauda » era sostituita dalla « Prestinarl », questa dalla Banda della Legione Alpina, che lasciava posto a quella degli Avanguardisti, a quella della Cosa Benefica e cosi via. L'inno « Giovinezza » era sempre ripreso ed al suo ritmo 11 corteo sboccava da via Po, attraversava diagonalmente la piazza, divisa in due giganteschi triangoli, e scompariva verso via Garibaldi, senza interruzione, come se non dovesse arrestarsi mai. La sfilata seguitò fin verso le 18, ordinata, composta,' disciplinata fino all'ultimo ed il Ministro si dichiarò vivamente soddisfatto di aver assistito ad una cosi imponente manifestazione. Il cielo terso ed il sole avevano concorso a rendere più bello e pittoresco lo svolgersi del corteo Quando l'on. Ciano accompagnato dalle autorità lasciò in automobile la piazza, la folla, che a sfilata ultimata era rimasta sul posto, lo fece segno a calorose acclamazioni. L'inaugurazione del piano del ferro e le aitre visite del Ministro1convegno delle autorità e degli Invitati per l'innngurazlone del piano del ferro abbassato e per le altre cerimonie e visite successive, era stato fissato alle 14,."0; ma già alle 14,15 la stazione di Porta Nuova rigurgitava di una folla di eccezione, in cui, con le alte personalità, figuravano tutti gli esponenti più rappresentativi della vita cittadina. Sotto la tettola esteriore plotoni di milizia ferroviaria, guardie municipali e carabinieri trattengono il pubblico che fa ressa per assistere al passaggio del Ministro: altri militi ferroviari sono schierati all'interno sulla banchina, davanti al treno speciale phe dovrà scendere nella nuova sede verso Modano per la cerimonia inaugurale. La stazione è tutta imbandierata. Sul treno inauguralo Quando arriva il Ministro, reduce dalla colazione intima offertagli al Cambio, 1 presenti prorompono in grandi applausi. La Milizia ferroviaria presenta le armi, mentre S. E. e tutto il seguito salgono sul treno che subito si poue in moto e percorre sulla sui>erflcie normale il tratto sino ail'ex-blvio Vallino, dove comincia il piano di discesa, con una livellata del sette per mille al piano abbassato. Qui avviene la prima fermata. Tutti discendono. II Podestà, che ha a lato il Ministro, taglia ii nastro tricolore steso attraverso la linea, tra nn nuovo scroscio di applausi. Battono le mani anche 1 numerosissimi spettatori che si sono assiepati sui parapetti laterali lungo tutto li percorso del treno, il cui passaggio ò vigilato ancora da militi ferroviari, in servizio d'onore. Al momento della caduta del nastro, l'on. Ciano dice: «SI attua cosi una nuova via della pace ». NIent'altro. Si risale in treno e si prosegue nella visita. Apprendiamo nell'intervallo che gli Impianti di sicurezza, di blocco e segnalazione furono progettati dall'ing. Flacchetti ed eseguiti dall'ing. Arias ; che direttore delle oliere grandiose, ben note ai nostri lettori, fu l'ing. Carmina, coadiuvato dall'ing. Dragone, il quale ha assistito all'intero loro svolgimento; che. infine i lavori di elettrificazione sono dovuti all'ing. Santi. I segnali sono i primi del Compartimento azionati elettricamente, senza fili. All'altezza del cavalcavia di viale Stupinigi, per metà demolito, il treno fa la sua seconda sosta. L'amenità del luogo e la bella giornata, hanno attirato qui una folla anche più imponente, che saluta il Ministro dall'alto del terrapieno e dalle adiacenze della linea. .Sulla pa rete del cavalcavia rimasta ancora in piedi, un grande fascio littorio è intrecciato con lo stemma reale sullo sfondo del colori nazionali. Bandiere sono, del resto, a profusione dovunque. Al punto d'innesto L'on. Ciano sale egli pure sul terrapie no da cui, insieme con una magnifica vista della città, si domina interamente il quadrivio Zappata, alle cui estremità stanno : dal lato del corso Stupinigl, la linea proveniente da Porta Nuova percorsa dal nostro treno, e la linea dello Smistamento; dal lato del corsi Vinzaglio e Orbassano. la linea ancora incompiuta verso Porta Suso e la linea verso Modane, meta della gita inaugurativa. Il Ministro esterna ai presenti la propria ammirazione per 11 supèrbo quadro che gli sta dinnanzi, quindi, poco dopo, il treno, su cui riprende jhisIo, si ferma un'altra volta. Siamo nel quadrivio, presso la cabina di Noce». Un folto gruppo di ferrovieri graduati, al passaggio del ministro, saluta romanamente: l'on. Ciano risponde, sorridendo; poi, su l>er la scaletta, raggiunge la sommità della cabina, dove e atteso dol cav. Sola e dal cav. LuraschI, che gli forniscono spiegazioni sul funzionamento degli apparecchi, spiegazioni nlle quali 11 Ministro mostra di interessarsi moltissimo Xella cabina, sono presentati all'on. Ciano anche parecchi altri funzionari che hanno avuto parte nel lavori. In prossimità di Collegno, il treno si arresta per l'ultima voita. Insensibilmente, il convoglio, pervenuto in piano abbassato al limite estremo della città, ha ripreso a salire per raggiungere il piano di campagna, dove non c'è più nessuna ragione i>er proseguire» con l'abbassamento. Quivi il binarlo del piano abbassato, deve innestarsi a quello del plano di superficie. E* in tale congiungimento che consiste in vera Inaugurazione odierna. Tutto è pronto. Una squadra di sessanta operai, agli ordini di ingegneri delle Ferrovie, dà gli ultimi colpi, alla presenza del Ministro e del seguito. L'operazione non dura più di un quarto d'ora. L'innesto è compiuto. I treni della linea dt Modano, possono da cessato di esistere ed essa Infatti seom- ' parirà. Il grande evento è compiuto. 11 Ministro Ciano, che è del consueto umore gioviale, esprime alle Autorità tutto il suo più vivo compiacimento per la sunerba opera compiuta. Il saluto dol Podestà Si retrocede. Una diversione del treno verso la biforcazione dello Smistamento che si è pure voluto far vedere a Sua Eccellenza, determina un ritardo di venti minuti sul programma, che aveva calcolato li ritorno verso le 16. Il treno si ferma a Porta Nuova allo stesso punto // di partenza. Rapidomentt, sulla banchina, dnvimtl al Ministro e alle autorità, dispostesi in semicerchio, il Podestà, Ammiraglio di Sambuy, a voce alta • chiara, pronuncia il seguente discorso: « Eccellenza. E' una semplice elencazione che ho l'onore di presentarvi oggi delle opere che si collaudano nel V Annuale della Marcia su Roma. Ma verrei meno ai miei doveri di ospitalità ae come Podestà della mia Torino non vi rivolgessi a nome della cittadinanza 1 sensi di riconoscenza per la vostra ambita nresonzo fra noi. « In luglio abbiamo Inaugurato a Loano, allu presenza di G00 alunni delle Scuole elementari di Torino, la Colonia marina che è oggi il più grande e moderno istituto del genere in Italia. Opera squisitamente fascista per il rinvigorimento della nostra gioventù. Sempre a favore della nostra gioventù scolastica il Comune ha ampliato le Scuole: «Gabelli». «Riccardi di Nedo», «Muratori », «Ponte Stura », con 50 nuove aule scolastiche ed una spesa di oltre 4 milioni. « Ai Regio Parco sorgono 7 nuove case economiche municipali, per un complesso di 498 camere ; a Lucento 10 case con StiS camere; ed a Mirafiorl 10 case con S22 camere, che nel loro insieme assicurano entro l'anno l'abitazione alla popolazione meno abbiente torinese. Il « Liceo Musicale » ha iniziato in questi ' giorni 1 suoi corsi nel nuove Palazzo che a Giuseppe Verdi si intitola e che rappresenta oggi quanto di più moderno si può realizzare nella tecnica edilizia del genere. « Or ora, Eccellenza Ciano, avete inaugurato la linea abbassata del piano del ferro, che sulla linea di Modane fa capo a questa stazione di Porta Nuova, ed è grazie alla vostra energica volontà se l'intera opera sarà compiuta entro il marzo dell'anno venturo fra le due principali stazioni di Torino, « permettete che 11 mio animo accarezzi il sogno di vedere In. nn non lontano avvenire l'inizio def lavori di abbassamento del piano del ferro della stazione di Porta Nuova, per cui Torino avrà lo scalo passeggeri più comodo nel cuore della città, senza Intralcio per la circolazione stradale. L'Esposizione - 135 milioni di spaso « Ed ancora : fra breve attraverserete il Parco del Valentino e cosi initrete rendervi conto dell'importanza del padiglioni in avanzata eostruzione, che prepariamo con lena per l'Esposizione che segnerà nell'anno venturo lo apoteosi delle nostre silenziose fatiche e dei progressi delle nostre fiorenti industrie italiane. La ridento Cnvoretto soleggiata, è ora allacciata a Torino con una bella strada nuova che rappresenta una primo opera per la valorizzazione delle nostre belle colline. E limitando lo mia esposizione alle opere ultimate, debbo accennare all'Impulso dato olle opere di moderna pavimentazione stradale, alle fognature, alle comunicazioni tranviarie urbnne e interurbane, al servizi cittudlnl tutti, che sono uua paleso dimostrazione del lavoro compiuto, con ognora rinnovontesi spirito ed ardore fascista. « Riassumendo sono state compiute nel 1927 opere pubbliche per circa 30 millo- , dì, sono in corso lavori per 80 milioni, od a circa 25 milioni ammontano i lavori di prossimo inizio. Termino questo mio succinto'rapporto a V. E entrassi- ì curazione eh» l'anno VI del Regime si inizia nella regale Torino con rinnova-. » tu lena, che ci viene dal vt^rro intere* ■ samento e dall'incoraggiamento che ci patate in nome del Duce». La risposta di S. E. Ciano Un'acclamazione altissima accoglie 11 succoso discorso del Primo Magistrato cittadino. Il Ministro Giano risponde con brevità altrettanto tacitiana. La scomparsa di qnei parlamentari inconcludenti che erano i vecchi Consigli comunali, voluta v.al Capo del Governo, ha potuto rendere possibile 1 fatti annunciati dal Presta di Torino. Questi fatti sono !>'"".plieati in tutto Italia e rap¬ ii questo istante correre veloci verso l'orla iire.-eiiiaiio il nostto progresso. II GbNuova, scendendo nel piano abbassato, verno è lieto, per sua hoeea, c&e l'abbasLa linea, di superficie ha virtualmente Isamcjfco dsl piano del ieii-o, ;,'.UuU> «U| A" L'inaugurazione del piano del ferro e le aitre visite del Ministro e e e o : e a a r e a o a e a a o i e e e , e e n è e r , i e o a o i 1convegno delle autorità e degli Invitati per l'innngurazlone del piano del ferro abbassato e per le altre cerimonie e visite successive, era stato fissato alle 14,."0; ma già alle 14,15 la stazione di Porta Nuova rigurgitava di una folla di eccezione, in cui, con le alte personalità, figuravano tutti gli esponenti più rappresentativi della vita cittadina. Sotto la tettola esteriore plotoni di milizia ferroviaria, guardie municipali e carabinieri trattengono il pubblico che fa ressa per assistere al passaggio del Ministro: altri militi ferroviari sono schierati all'interno sulla banchina, davanti al treno speciale phe dovrà scendere nella nuova sede verso Modano per la cerimonia inaugurale. La stazione è tutta imbandierata. Sul treno inauguralo Quando arriva il Ministro, reduce dalla colazione intima offertagli al Cambio, 1 presenti prorompono in grandi applausi. La Milizia ferroviaria presenta le armi, mentre S. E. e tutto il seguito salgono sul treno che subito si poue in moto e percorre sulla sui>erflcie normale il tratto sino ail'ex-blvio Vallino, dove comincia il piano di discesa, con una livellata del sette per mille al piano abbassato. Qui avviene la prima fermata. Tutti discendono. II Podestà, che ha a lato il Ministro, taglia ii nastro tricolore steso attraverso la linea, tra nn nuovo scroscio di applausi. Battono le mani anche 1 numerosissimi spettatori che si sono assiepati sui parapetti laterali lungo tutto li percorso del treno, il cui passaggio ò vigilato ancora da militi ferroviari, in servizio d'onore. Al momento della caduta del nastro, l'on. Ciano dice: «SI attua cosi una nuova via della pace ». NIent'altro. Si risale in treno e si prosegue nella visita. Apprendiamo nell'intervallo che gli Impianti di sicurezza, di blocco e segnalazione furono progettati dall'ing. Flacchetti ed eseguiti dall'ing. Arias ; che direttore delle oliere grandiose, ben note ai nostri lettori, fu l'ing. Carmina, coadiuvato dall'ing. Dragone, il quale ha assistito all'intero loro svolgimento; che. infine i lavori di elettrificazione sono dovuti all'ing. Santi. I segnali sono i primi del Compartimento azionati elettricamente, senza fili. All'altezza del cavalcavia di viale Stupinigi, per metà demolito, il treno fa la sua seconda sosta. L'amenità del luogo e la bella giornata, hanno attirato qui una folla anche più imponente, che saluta il Ministro dall'alto del terrapieno e dalle adiacenze della linea. .Sulla pa rete del cavalcavia rimasta ancora in piedi, un grande fascio littorio è intrecciato con lo stemma reale sullo sfondo del colori nazionali. Bandiere sono, del resto, a profusione dovunque. Al punto d'innesto L'on. Ciano sale egli pure sul terrapie no da cui, insieme con una magnifica vista della città, si domina interamente il quadrivio Zappata, alle cui estremità stanno : dal lato del corso Stupinigl, la linea proveniente da Porta Nuova percorsa dal nostro treno, e la linea dello Smistamento; dal lato del corsi Vinzaglio e Orbassano. la linea ancora incompiuta verso Porta Suso e la linea verso Modane, meta della gita inaugurativa. Il Ministro esterna ai presenti la propria ammirazione per 11 supèrbo quadro che gli sta dinnanzi, quindi, poco dopo, il treno, su cui riprende jhisIo, si ferma un'altra volta. Siamo nel quadrivio, presso la cabina di Noce». Un folto gruppo di ferrovieri graduati, al passaggio del ministro, saluta romanamente: l'on. Ciano risponde, sorridendo; poi, su l>er la scaletta, raggiunge la sommità della cabina, dove e atteso dol cav. Sola e dal cav. LuraschI, che gli forniscono spiegazioni sul funzionamento degli apparecchi, spiegazioni nlle quali 11 Ministro mostra di interessarsi moltissimo Xella cabina, sono presentati all'on. Ciano anche parecchi altri funzionari che hanno avuto parte nel lavori. In prossimità di Collegno, il treno si arresta per l'ultima voita. Insensibilmente, il convoglio, pervenuto in piano abbassato al limite estremo della città, ha ripreso a salire per raggiungere il piano di campagna, dove non c'è più nessuna ragione i>er proseguire» con l'abbassamento. Quivi il binarlo del piano abbassato, deve innestarsi a quello del plano di superficie. E* in tale congiungimento che consiste in vera Inaugurazione odierna. Tutto è pronto. Una squadra di sessanta operai, agli ordini di ingegneri delle Ferrovie, dà gli ultimi colpi, alla presenza del Ministro e del seguito. L'operazione non dura più di un quarto d'ora. L'innesto è compiuto. I treni della linea dt Modano, possono da questo istante correre veloci verso l'orla Nuova, scendendo nel piano abbassato, La linea, di superficie ha virtualmente I cessato di esistere ed essa Infatti seom- parirà. Il grande evento è compiuto. 11 Ministro Ciano, che è del consueto umore gioviale, esprime alle Autorità tutto il suo più vivo compiacimento per la sunerba opera compiuta. Il saluto dol Podestà Si retrocede. Una diversione del treno verso la biforcazione dello Smistamento che si è pure voluto far vedere a Sua Eccellenza, determina un ritardo di venti minuti sul programma, che aveva calcolato li ritorno verso le 16. Il treno si ferma a Porta Nuova allo stesso punto di partenza. Rapidomentt, sulla banchina, dnvimtl al Ministro e alle autorità, dispostesi in semicerchio, il Podestà, Ammiraglio di Sambuy, a voce alta • chiara, pronuncia il seguente discorso: « Eccellenza. E' una semplice elencazione che ho l'onore di presentarvi oggi delle opere che si collaudano nel V Annuale della Marcia su Roma. Ma verrei meno ai miei doveri di ospitalità ae come Podestà della mia Torino non vi rivolgessi a nome della cittadinanza 1 sensi di riconoscenza per la vostra ambita nresonzo fra noi. « In luglio abbiamo Inaugurato a Loano, allu presenza di G00 alunni delle Scuole elementari di Torino, la Colonia marina che è oggi il più grande e moderno istituto del genere in Italia. Opera squisitamente fascista per il rinvigorimento della nostra gioventù. Sempre a favore della nostra gioventù scolastica il Comune ha ampliato le Scuole: «Gabelli». «Riccardi di Nedo», «Muratori », «Ponte Stura », con 50 nuove aule scolastiche ed una spesa di oltre 4 milioni. « Ai Regio Parco sorgono 7 nuove case economiche municipali, per un complesso di 498 camere ; a Lucento 10 case con StiS camere; ed a Mirafiorl 10 case con S22 camere, che nel loro insieme assicurano entro l'anno l'abitazione alla popolazione meno abbiente torinese. Il « Liceo Musicale » ha iniziato in questi giorni 1 suoi corsi nel nuove Palazzo che a Giuseppe Verdi si intitola e che rappresenta oggi quanto di più moderno si può realizzare nella tecnica edilizia del genere. « Or ora, Eccellenza Ciano, avete inaugurato la linea abbassata del piano del ferro, che sulla linea di Modane fa capo a questa stazione di Porta Nuova, ed è grazie alla vostra energica volontà se l'intera opera sarà compiuta entro il marzo dell'anno venturo fra le due principali stazioni di Torino, « permettete che 11 mio animo accarezzi il sogno di vedere In. nn non lontano avvenire l'inizio def lavori di abbassamento del piano del ferro della stazione di Porta Nuova, per cui Torino avrà lo scalo passeggeri più comodo nel cuore della città, senza Intralcio per la circolazione stradale. L'Esposizione - 135 milioni di spaso « Ed ancora : fra breve attraverserete il Parco del Valentino e cosi initrete rendervi conto dell'importanza del padiglioni in avanzata eostruzione, che prepariamo con lena per l'Esposizione che segnerà nell'anno venturo lo apoteosi delle nostre silenziose fatiche e dei progressi delle nostre fiorenti industrie italiane. La ridento Cnvoretto soleggiata, è ora allacciata a Torino con una bella strada nuova che rappresenta una primo opera per la valorizzazione delle nostre belle colline. E limitando lo mia esposizione alle opere ultimate, debbo accennare all'Impulso dato olle opere di moderna pavimentazione stradale, alle fognature, alle comunicazioni tranviarie urbnne e interurbane, al servizi cittudlnl tutti, che sono uua paleso dimostrazione del lavoro compiuto, con ognora rinnovontesi spirito ed ardore fascista. « Riassumendo sono state compiute nel 1927 opere pubbliche per circa 30 millo- dì, sono in corso lavori per 80 milioni, od a circa 25 milioni ammontano i lavori di prossimo inizio. Termino questo mio succinto'rapporto a V. E entrassi- curazione eh» l'anno VI del Regime si inizia nella regale Torino con rinnova-. tu lena, che ci viene dal vt^rro intere* ■ samento e dall'incoraggiamento che ci patate in nome del Duce». La risposta di S. E. Ciano Un'acclamazione altissima accoglie 11 succoso discorso del Primo Magistrato cittadino. Il Ministro Giano risponde con brevità altrettanto tacitiana. La scomparsa di qnei parlamentari inconcludenti che erano i vecchi Consigli comunali, voluta v.al Capo del Governo, ha potuto rendere possibile 1 fatti annunciati dal Presta di Torino. Questi fatti sono !>'"".plieati in tutto Italia e rap¬ iire.-eiiiaiio il nostto progresso. II Gb verno è lieto, per sua hoeea, c&e l'abbasIsamcjfco dsl piano del ieii-o, ;,'.UuU> «U|