Un articolo de!l'«Echo de Paris» a proposito della Squadra a Tangeri
Un articolo de!l'«Echo de Paris» a proposito della Squadra a Tangeri Italia e Francia Un articolo de!l'«Echo de Paris» a proposito della Squadra a Tangeri Parigi, 28, notte. Parlando dell'arrivo di una Squadra VEcho de Paris navale a Tangeri, scrive : « -Navi da guerra italiane sono inviate deliberatamente a Tangeri per celebrare con solennità il quinto anniversario dell' avvento fascista. A buon intendilo" poche parole. Nessuno ha dimenticato che nel 1905 una Ingiunzione abbastanza brusca venne fatta nello stesso porto marocchino. Il precedente è di cattivo augurio. Qual'è il significato dell'avvenimento? Notiamo anzitutto che i membri del Governo locale, l'amministratore capo ed i suoi due aiutanti, non sono stati invitati al pranzo della Legazione. Solo il « Mendoub » è stato invitato, quale rappresentante personale del Sultano, unica autorità ohe il Governo di Roma abbia riconosciuto in città. Questo è chiaro. L'Italia, che non è stata chiamata a negoziare ed a firmare il trattato del dicembre 1923, che è la base dello statuto di Tangeri, ha colà una colonia che forma uno Stato nello Stato, governata da un ministro plenipotenziario, mentre gli altri paesi non hanno sul posto che dei semplici consoli. Questo ricorda che l'Italia è sempre in attesa della revisione dello statuto di Tangeri. Se questa revisione si farà attendere troppo a lungo, l'Italia accentuerà senza dubbio la difesa e la salvaguardia dei suoi diritti. D'altra parte, la manifestazione è ben calcolata per servire la causa spagnuola e le due dittature, quelle di Roma e quella di Madrid, '.egate in materia marocchina e mediterranea dall'accordo del 4 agosto 1926. Il regime di Tangeri non può essere ritoccato per aderire ai desideri italiani fino a che le conversazioni franco-spagnuole, iniziatesi per dare soddisfazione alle richieste del generale Primo De Rivera, non abbiano approdata a qualche conclusione. Ci si fa dunque comprendere che sarebbe opportuno accelerare. « Ma l'invio della Squadra italiana ha una portata che oltrepassa il quadro marocchino. Aggiungendosi a molti altri fatti, questo invio testimonia la poca cordialità dei rapporti tra Francia e Italia. Basta sfogliare la collezione dei giornali fascisti per esserne illuminati. L'assassinio del conte Nardini al Consolato Italiano avvenuto .in settembre; la condotta dei fuorusciti italiani ohe noi copriamo, insieme coi loro giornali, con le nostre leggi liberali ; le amare critiche all'ultima circolare Barthou relativa ai provvedimenti per la naturalizzazione ; la recentissima apoteosi di Crispi, tratto dalla tomba nella sua qualità di « Santo d'Italia » e di precursore della religione mussoliniana; tutto ciò può considerarsi come la causa della francofobia. Inutile ricordare che in tutta l'Europa centrale e nei Balcani le due politiche s'incrociano sempre. E' trascorso un anno da quando vi fu l'affare che mise in causa il nome di Garibaldi, da quando avvennero i fatti polizieschi che destarono '.anta inquietudine sulla frontiera delle Alpi. In quel momento noi abbiamo riconosciuto che bisogna temporeggiare. Oggi, dopo dodici mesi di calma molto relativa, non e forse giunto il momento per i due paesi di passare in rassegna le loro divergenze? Spetta anzitutto ai regolari rappresentanti della Repubblica e della dittatura di esplorare il terreno e di giudicare so si presti sufficientemente per una discussione molto ampia ». (Stefani).
Persone citate: Crispi, Nardini, Primo De Rivera
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