Il messaggio di Mussolini nel V annuale della Rivoluzione

Il messaggio di Mussolini nel V annuale della RivoluzioneIl messaggio di Mussolini nel V annuale della Rivoluzione Continuare l'opera L'avvento del Fascismo fu credulo dagli avversari un episodio di cronaca, perchè essi non ne compresero uè le ragioni, nè la forza. Oggi, dopo cinque anni, sono convinti — se anche non lo confessano — che il Fascismo è un grande avvenimento storico. Donde esso trae la sua ragione d'essere, la sua forza, la sua importanza sociale e politica, che va olire i confini d'Italia e investe del suo valore la civiltà contemporanea? Sostanzialmente da questo: che il Fascismo non è un semplice mutamento di istituti giuridici che lascino intatta la struttura della vita politica e sociale, bensì un nuovo sistema di rapporti nella organizzazione deJla società, negli attributi dello Stato, nell'atteggiamento della coscienza nazionale. Il Fascismo è, a dirla con una parola sola, una rivoluzione. Molto si è discusso negli anni scorsi, e si discute ancora, se esso sia stato una rivoluzione nel senso consuetudinario ed anzi volgare di questa espressione, cioè un violento sconvolgimento dell'ordine esistente. Ma non v'è bisogno di sconvolgimenti violanti per caTatterizzare una rivoluzione: grandi terremoti politici possono accadere, senza che il mondo cambi la sua vita; e profonde trasformazioni possono avvenire senza il terrore die segnò della sua impronta la rivoluzione francese e senza le barbariche stragi che hanno fatto l'orrore della rivoluzione bolscevica. La vera rivoluzione è quella che penetra nel modo di vivere di una società, trasforma le relaziona tra il nucleo dirigente e gli altri nuclei vitali, crea un nuovo atteggiamento .della compagine nazionale e una nuova coscienza, stabilisce istituzioni che impongono un nuovo modo di operare alle varie classi od ai Vari interessi e forma al centro di questa sintesi materiale e ideale un'anima nuova. Questo ha fatto o va facendo il Fascismo; e perciò è una vera e profonda rivoluzione. Non vi sono stati — è vero — nè la ghdgliottina, nè le orribili stragi in cui si inabissarono la rivoluzione francese e la rivoluzione russa; ma tutto ciò è ad onore della rivoluzione italiana, che con mezzi più semplici, ma non meno diritti nella loro finalità, fece scomparire quasi pacificamente il vecchio regime. La rivoluzione era in marcia quando, di fronte alla tracotanza bolscevica e anarcoide del dopo-guerra, alzò la bandiera dell'ordine e della disciplina. Se i bolscevichi e gli anarcoidi si lasciarono abbattere quasi senza resistere all'impeto nemico, non per questo è da dire che i fascisti abbiano vinto senza virtù; furono senza virtù invece coloro che dominavano la piazza, ma non seppero tenerla nelle loro mani di fronte all'assalto delle nuove forze e delle nuove idee. In altro campo, i detentori del Governo del 1922, cioè coloro che avevano lasciato crescere e svolgersi fino alle estreme conseguenze il dissolvimento del Paese, senza aver l'autorità di fermarlo, erano essi stessi un'altra prova dell'impotenza delle vecchie classi a dirigere il Paese e a garantire la pace interna. 11 Governo di allora rappresentava la estrema degenerazione del parlamentarismo imprevidente, in consapevole, e incapace di agire. Sarebbe stato facile al Fascismo venire a un accomodamento e inserirsi nella vita politica del tempo. TI Fascismo invece questo accomodamento non volle, escluse sì la violenza, ma fin dagli inizii fece tabula rasa dei sistemi e dèi metodi di quel regime. Le parole di Mussolini alla Camera nel giorno che presentò il suo Ministero non potevano dar luogo ad equivoci, nè lasciare dubbi nell'anima di chi intendeva: egli fu reciso e tagliente, le sue frasi furono una sfida e un suggello a quel mondo che cessava di esistere. Quale importanza può dunque avere il postumo dibattito sul carattere del momento culminante del transito dal vecchio al nuovo ordine di cose? Gli avvenimenti si giudicano dai risultati e dalle conseguenze, non dai mezzi pratici adoperati per raggiungerli. Gli avvenimenti si giudicano d'altro verso dalle idee che portano con sè, dai sistemi nei quali le svi luppano, dalla vita che organizzano Idee, sistemi, vita, che hanno impo sto il Fascismo nei fatti e nelle co scienze. Il Foglio d'Ordini ha elencato le opere salienti che il Begime ha compiuto durante l'ultimo anno; le opere 6ono veramente imponenti; ma non è da esse che si può principalmente dedurre il valore e la potenza del sistema fascista. Numerose opere materiali possono essere realizzate anche da un Governo mediocre, che non abbia in sè la virtù di creare una nuova società ed un nuovo Stato. Il gran segno della potenza vitale del Fascismo non è tanto in questa espressione materiale di attività, quanto nella sua forza direttiva, quanto nell'orientamento dell'anima nazionale, quanto nella capa 'Art" " ' '— *■ • • le. E' in questo, soprattutto, la sua vera fisionomia storica. Il Capo non illude se stesso e non illude il Paese sulle difficoltà che bisogna vincere, sulle «nuove, più grandi fatiche che ci aspettano »; ma egli ha « l'immutata certezza » di superare ogni ostacolo; e gli italiani con lui. La disciplina e la fede accompagnano la volontà della Nazione e danno rinvigorita potenza all'opera sua. L'Italia ha oggi una figura nuova in mezzo agli altri grandi popoli più fortunati per le ricchezze accumu¬ late, ma non più freschi e baldi di lei, non armati di una organizzazione civile più solida. Già il nostro sistema sociale attrae l'attenzione del mondo come un esempio; già la nostra sintesi spirituale della nazione appare, qual'è, una energia singolare a cui .bisogna rendere omaggio. Ma sentire che quel*che si è fatto, pur essendo grande cosa, è solo un inizio, deve costituire la virtù più necessaria degli Italiani, in questo .momento. E questa virtù è un dovere ed una potenza nuova. ANDREA TORRE.

Persone citate: Mussolini

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