La piccola banda dei grassatori

La piccola banda dei grassatori La piccola banda dei grassatori a poa bd grUn avvocato, un banchiere e due commercianti tra i rapinati In bicicletta e con la rivoltella Le gest di iiti t i avere at l' i i di lt o a . a a r l a -, Le gesta dei giovinastri contro cui 6i sta procedendo attualmente in Assise, hanno avuto una paurosa eco nelle cronache di alcuni mesi or sono. Si tratta di quattro rapine a mano armata consumate la notte del 19 marzo in due zone periferiche della città: ne rimasero vittime l'avv. Cirillo Cerniti, il banchiere Eugenio Mareaglta ed i commercianti Ermenegildo Bianco e Renato Valle. Le brigantesche aggressioni vennero compiute tutte colle stesse modalità da due individui, i quali essendo muniti di bicicletta poterono, subito dopo la consumazione del colpo, sparire rapidamente indisturbati. L'avv. Cirillo Cerniti tornava quella 6era, verso la mezzanotte, alla sua abitazione in corso Moncalieri quando fu raggiunto dai due ciclisti. Spianandogli contro la rivoltella e sparando anzi in aria due colpi, al fine di incutergli maggior terrore, gli aggressori gl'imposero di alzare le mani: quindi, con estrema rapidità, lo spogliavano di un portafogli contenente circa 70 lire, di due assegni bancari per un importo di 375 lire, di tessere e carte personali, nonché di una busta contenente 200 lire e si allontanarono. Poco dopo gli stessi malviventi aggredivano nei pressi di corso Fiume il banchiere Marsaglla, al quale carpivano con gli stessi terrorizzanti sistemi, 700 lire, un orologio d'oro, una penna stilografica ed altri oggetti. Dopo questa impresa i malfattori si portavano velocemente in un'altra zona della città ed incontratisi in corso Principe Oddone coi commercianti Bianco e Valle che si dirigevano assieme alle rispettive abitazioni, li affrontarono, ottenendo dal primo 570 lire in contanti, un assegno di 300 lire, oltre all'orologio e ad altri oggetti di oro, e dal secondo la somma di 200 lire e diversi preziosi. Compiuta quest'ultima brigantesca impresa, i due rapinatori sparavano ancora un colpo di rivoltella per intimorire di più i malcapitati o per assicurarsi l'impunità. Ed infatti riuscivano a dileguarsi, senza elio la loro fuga fosse ostacolata da alcuno. L'indagine della Polizia La mattina dopo, in possesso delle quattro denuncie, il capo della squadra mobile, cav. dott. Ramella, disponeva le più alacri indagini. Sul conto dei rapinatori, le indicazioni date dalle parti lese erano concordi: si trattava di due giovani, l'uno sui 25 anni, l'altro sui 30: l'uno di statura media e l'altro un po' basso, che presentavano determinate caratteristiche. E le indagini furono coronate rapidamente dal successo: il 25 mar/o gli agenti della squadra mobile riuscivano a trarre in arresto in'un esercizio di corso Verona il trasgressore alla vigilanza Giovanni Violino, di 29 anni, già abitante in via S. Giidia, SI, che aveva connotati corrispondenti a quelli descritti dai rapinati per il più alto dei loro aggressori. Col Violino venne tratto anche in arresto l'elettricista Fiorenzo Rinaldi, di 30 anni, abitante in via S. Secondo, 60, che, come gli agenti erano riusciti ad appurare, aveva offerto in vendita degli oggetti d'oro a certo Angelo Bianchi, abitante in via Pio V, 13, necroforo presso la comunità israelita, il quale però non li aveva trattenuti, non essendo riuscito a collocarli. Il Rinaldi venne trovato in possesso di una rivoltella, avuta in imprestilo quella mattina stessa dal Violino. Nell'esercizio vennero poi sequestrate due biciclette, l'una di proprietà del Vio lino e l'altra di un temibile pregiudicato, amico dei due arrestati, certo Barreri. che, col Violino, aveva avuto ospitalità in casa del muratore Secondo . Macco in corso Verona, 20. I due arrestati vennero tradotti in questura e qui portati alla presenza delle parti lese. I quattro rapinati riconobbero 6ubito, senza alcun dubbio, nel Violino uno del due aggressori, quello di statura più alta; non riconobbero invece nel Rinaldi l'altro correo. Per contro riconobbero nella rivoltella sequestrata al Rinaldi quella impugnata dal Violino nell'atto della rapina. Dopo questi risultati gli agenti andavano alla ricerca del Bianchi, il quale confermava di aver avuto dui Rinaldi degli oggetti d'oro, che aveva però restituito perchè non gli era stato possibile di smerciarli. Contestata questa circostanza al Rinaldi, costui fini per ammettere di avere avuto il 20 marzo dal Violino e dal muratore Macco, in una o6toria di corso Brescia, 81 grammi d'oro che consegnò tosto al Bianchi perchè ne curasse la vendita. Ma non essendo riuscito a disimpegnare l'incarico il Bianchi gli aveva restituito i preziosi. E per questo egli s'era deciso ad occuparsi direttamenie della faccenda, riuscendo a vendere l'oro al muratore Giuseppe Pellissero, di 37 anni, abitante in via Porta Palatina, 12. Aveva ricavato dalla vendita 648 lire, somma che consegnò al Violino. E, quale compenso, aveva avuto da quest'ultimo 65 lire. A scaricabarile Interrogato in merito alle rapine, il Rinaldi negò tenacemente di avervi partecipato, affermando che il correo del Violino doveva essere il pregiudicato trentenne Romualdo Cordella. Tale sua opinione si fondava su queste circostanze: alla consegna fatta al Violino del denari ricavati dalla vendita dell'oro, assisteva il Cordella. Ed a costui il Violino, invece di far parte del denaro avuto, aveva rimesso un orologio d'oro, trattenendo per sè due altri orologi che non si era riusciti a vendere perchè il Pellissero aveva offerto un prezzo assai vile. 11 Macco Pd il Pellissero av10riBcimPsecoptrdstnl'psoan11egdmdst25RconratrlisBlacausgcdrzsrflaVfurstadeqtazfnsteplehcaLptrcssmsnpgthSdtrnpnlvdasssvrcstfmEasVafacqlrpvlqpatstzptlarrestaii1 alla loro volta, confermavano quanto si era andato accertando. Ed il PellLs-sei'O, allegando 1* sua buona fede perl r a a a o a e e a l i o . e l d e n e a avere pagato l'oro in ragiono di oltre 10 lire il grammo, aggiungeva di aver rivenduto l'oro all'orefice Giovenale Brocchiere, abitante in via Palazzo di città 18, il quale non nego l'acquisto, ma offri anzi gli oggetti stessi alla P. S. che potè appurare come essi fossero parte del compendio della rapina consumata la notte del 19 marzo A questo punto si verificò tra gli imputati un episodio che ricorre spesso tra i criminali. Il Violino, confessali dosi autore delle quattro rapine, so stenne di aver avuto per correo il Ri naldi. Il giorno dopo però ritrattava l'accusa ed ammetteva che il suo com plice era il Cordella. A carico di tu sorgeva, perciò alle altre imputazioni, anche quella di calunnia. Ma contro 11 Rinaldi l'accusa di rapina pigliava egualmente corso per un altro fatto delittuoso verificatosi la notte del 6 marzo. In via Veleggio, quella notte, da due individui sui trent'amii, era stato rapinalo del portafogli! contenente 250 lire il signor Guido Zirotti. E sul Rinaldi, la vittima dell'aggressione riconobbe senza esitazioni uno dei rapinatori. Ieri in Corte di Assise con un apparato eccezionale di forza sono stali tradotti, il Violino, il Rinaldi, 11 Pellissero ed il Bianchi. A piede libero sono comparsi il Macco e l'orefice Brocohiero. 11 Cordella, che è ammalato e ricoverato all'infermeria delle carceri non potò essere portato In udienza Per lui la Corte ha deciso lo stralcio. Gli imputati che siedono nella gabbia vestono tutti civilmente, quasi con eleganza. Il Violino ha un fardello di imputazioni: quattro distinte rapine a mano armata, contravvenzione alla vigilanza, calunnia e omessa denuncia d'arma; Rinaldi quelle di ricettazione, omessa denuncia di arma arRdomseLcola Prrio.'•igfigin dubeglsugnnenegresCafualPavasapeunlesesecamunLteUn criminale nato La presentazione degli imputati 6 fatta in modo brillantissimo attraverso la lettura dei loro certificati penali: Violino fu giù condannato 4 volte per furto, 5 volte per lesioni, una volta per ricettazione, minacce agli agenti e trasgressione al monito; Rinaldi una volta per rapina, e altra volta per furto, diserzione, truffa, oltraggio agli agenti e inosservanza di pena; Pellissero quattro volte por furto, due per ricettazione; Macco una volta per diserzione, poi per gioco d'azzardo e per furto; Bianchi inllne, fu già condannato per furto. L'orefice Brocchiero, solo, è incensurato. Il Violino, nell'attesa del giudizio, è stato esaminato dal prof. Carrara, incaricato di accertare le sue condizioni di mente. E il perito ha concluso il suo esame, riferendo che l'imputalo, per i suoi precedenti atavici, b da ritenersi criminale nato. Lo 'squilibrio determinato in lui dai precedenti, è stato poi aggravato attraverso l'uso dell'alcool e della cocaina. E per questo il Violino può considerarsi privo del normale controllo su se stesso, ciò che attenua grandemente la sua imputabilità. Negli interrogatori resi, il Violino solo è stato pienamente confesso: Ri naldi ha respinto l'accusa di avere partecipato alla rapina di via Valeggio, sostenendo che in quella notte si trovava all'albergo Ginevra e gli altri hanno protestato la loro buona fede. Sono sfilati quindi le parti lese, le cui deposizioni hanno rivelato taluni particolari sinora ignorati. L'avv. Cerrut', riferendola disavventura toccatagli, lui narrato che oltre al portafogli col'te poche decine di lire rubategli, aveva negli abiti un plico contenente 3000 lire. Riuscì miracolosamente a salvarle. 10 riuscì pure a salvare l'orologio d'oro e la catena, perchè mentre gli aggressoori slavano per afferrarglielo sopraggiunse in distanza un carro. Il saluto al vigili Pres. : — 1 malviventi si sono dati subito alla fuga? — Si. Io allora mi diressi verso la caserma dei carabinieri Bussai .e mi venne ad aprire il piantone al quale riferii succintamente quanto mi era accaduto, aggiungendo che se avesse disposto di una bicieletta si sarebbe potuto rincorrere i colpevoli. Ma non fui fortunato, li piantone apparve gravemente negli imbarazzi data l'ora tarda. E dopo avermi ascoltato, mi consigliò a tornare il giorno dopo: « Ora sono solo: non c'è alcun altro in caserma. Venga domattina allo 8». Altri particolari che coloriscono sotto aspetti diversi i rapinatori vengono riferiti dai commercianti Valle e Hianco, aggrediti come è noto in corso Principe Oddone. I malviventi si erano qualificati fascisti in servizio di polizia. Molivo per cui .quando affrontarono i due commercianti, avendo visto passare dall'altro lato della strada due vigili notturni, li salutarono con... colleganza e fraternità: — Buona sera, colleghi. I vigili risposero naturalmente a quel saluto estremamente cordiale e proseguirono la loro strada. Il Bianco aveva nelle dita alcuni anelli e li contendeva al malvivente che lo aveva già spogliato del portafogli. Ma il rapinatore insisteva per ottenere anche i pre ziosi. Alla fine intervenne l'altro com-| pare: — Lascia stare, probabilmente si tratta di ricordi di famiglia. Ed il Bianco fu lascialo in pace. Allontanandosi, i due figuri spararono però un colpo di rivoltella. U processo continuerà oggi. Presiede il conuii. Itohba; P. fi. Il rninni U principale iniptdato. il Vi n.-ird" nebpgpsestncral'qladslaarplucdabrsinbmbCmrrecodTomtemcmdARMgpdmITucsr2fa:ipeDAnaLhmbtnEttHh\roca.Idno, b si1 difeso dagli avv. Magliola e Bardes- vo sono; gli altri da uno stuolo di patroni: n-gli avv. Farinelli, Ma.-cari, Viancljil, arlAsloie, Bevinet-lo, Faldella fi Bertolino,ll

Luoghi citati: Ginevra