I giornali in Inghilterra

I giornali in Inghilterra I giornali in Inghilterra r Stephanne Lauzanno, il brillantai giornalista parigino, che nel suo « reportage » di grande stile aula studiare temi di vivo Interesse Internazionale — di lui abbiamo già pubblicato le colorite pagine sulla Banca di Francia (• La Signora dal biglietti >) e sul contribuente francese (« Che cosa conti, pubblico? ») — Inizia ora una rassegna del giornalismo anglo-sassone. Ecco la Rrima pfìte, sul (tornali britannici. La stampa, ecco il quarto potere, almeno a quanto si dice. (Esistono dei giornalisti che non ne sono del tutto convinti, ma lasciano dire... Meglio parer potente che misero...). Certo, il giornalismo è una forza, anche se non rappresenta il quarto potere entro lo Stato: in Francia, metterei yolontieri la burocrazia dopo — o magari prima — il potere legislativo, esecutivo, giudiziario. Specie in In» ghilterra ed in America, l'opinione : pubblica è, so non la dominatrice so'. vrana, la sovrana arbitra della na1 rione, e soprattutto a causa del prodigioso sviluppo materiale, finanziai rio, industriale che vi assume un grande giornale o una grande rassegna. Studieremo dunque questa forza nei due paesi di lingua inglese dove ha preso proporzioni temibili ed incredibili. E, anzitutto, vediamo i fogli inglesi. L'informazione gL'inglese legge il suo giornale con fiducia e fedeltà. E' per lui un dovere rituale, qualcosa come il lardo nel breakfast o la chiesa la domenica. Egli non pratica, per le notizie, lo splendido isolamento, e vuol sapere ciò che accade nel mondo. Ne ha bisogno per i suoi affari, per il suo commercio, o per il suo amore degH sports. E del resto ha sempre amato essere bene informato: se prendiamo il primo numero del Times — che uscì il 1° gennaio 1788 — constateremo ohe il giornale pubblicava già un considerevole numero di corrispondenze dall'estero: due da Parigi e da Rotterdam in data 25 dicembre 1787 — di sette giorni avanti ; — una da Francoforte, 14 dicembre; una da Varsavia, 5 dicembre; e una infine da Costantinopoli, 1.0 novembre (cioè 52 giorni avanti). La tradizione si è mantenuta, e i giornali detti < popolani i pubblicano anche oggidì una quantità di informazioni dall'estero che non ha eguali nella stampa degli altri paesi. Queste informazioni non sono mai fabbricate, ma- provengono realmente dal loro luogo di origine, mediante la radio, il telegrafo o la posta; ne durante la strada sono state vittime dell'orribile microbo moderno, il miracolo del gonfiamento, grazie al quale con cinquanta parole di messaggio si confeziona una colonna di testo. Però, sono esclusivamente destinate al mercato britannico: redatte da inglesi, che invariabilmente 6Ì mettono nel punto di vista inglese. Ho fatto sovente questo raffronto : prendete tre giornalisti, francese, americano, inglese, ed inviateli sullo stesso campo d'azione, a studiare per esempio il bolscevismo-in Russia. E poi divertitevi a vedere quel che ciascuno di loro farà. Il francese, si sa, tornerà con un'opinione personale senza ambagi, sarà bolscevico o anti bolscevico. L'americano, non guarderà le cose in fondo, ma cercherà di raccogliere delle good stories, degli episodi sensazionali che possano far ridere o fremere al suo pubblico. L'inglese avrà scrutato gli uomini e le cose con il cannocchiale britannico, scoprendo gli uomini che possono servire all'interesse del proprio paese, e le cose che a questo interesse possono nuocere. Ciò spiega lo straordinario spirito insulare inglese, la sua incomprensione della Europa, il suo misconoscimento degli europei. Spiega come, nei tragici giorni del luglio 1914, sir Edward Grey abbia risposto a Paul Cambon, che lo supplicava di gettare immediatamente la spada della Gran Bretagna sulla /bilancia internazionale: « No, non posso farlo. L'opinione pubblica inglese non comprenderebbe che rischiamo la guerra per la Serbia... ». E infatti il pubblico non avrebbe capito il gesto, perchè i suoi giornalisti non gli avevano mostrato, della Serbia, che quanto concerneva i rapporti commerciali di questa con la Gran Bretagna, non essendosi mai immaginati che questo lontano arboscello avesse potuto appiccar© il fuoco alla foresta europea sì che le fiamme giungessero sino a lambire le rivo delle isole britanniche. Per non avere considerato mai altro che gli interessi immediati dell'Inghilterra, essi non scorsero gli in teressi morali ai quali la sorte del ' loro paese era legata. L'automobile di Northcliffe nggttgcsbDrsvrmFMrNfMasisscvIl più curioso risultato di tale spirito insulare è quello di mettere il paese più metodico e flemmatico del mondo alla mercè di un'impulsività che ne costituisce l'antitesi. Sapete, per esempio, che Vintesa cordiale èin gran parte dovuta al fatto che.gran parte possedendo nel 1900 un'automobile lord Northcliffe decise di fare una escursione in Francia? La storia vai la spesa di essere raccontata. Nel 1900, la Francia avevain Inghilterra an nemico furioso: il Daily Mail, H quale diceva ogni mattina al suo milione di lettori l'ira di Dio contro la Francia e i francesi. Durante l'affare Dreyfus, il Daily Mail era giunto a chiedere il boicottaggio dei prodotti francesi, e persino della lingua francese ! Ora il caso volle che il proprietario del giornale si decidesse a condurre la propria macchina su del' le strade di cui si vantava la magnificenza. Northcliffe comincia dunque a percorrere 1© nostre strade, aspettandosi di passare d'incidente in incidente: forse che il suo giornale non Scriveva quotidianamente che le con"ifèdoni fatte in Francia ai turisti in- gissi erano insopportabili? Invece,Ì1non successe niente: i minori alberghi ricevettero con i maggiori riguardi questo gentleman dal volto tondo e dagli occhi chiari. Lo trattarono bene, lui e il suo chauffeur: gli ammirarono la macchina. Northcliffe fu sorpreso, rallegrato, conquistato. Lealmente, capì che il suo pubblico era stato ingannato, e lo disse... Di ritorno a Londra, prese la penna, raccontò quanto aveva visto, distrusse l'impalcatura di fandonie che aveva lasciato costruire, fece cambiar direzione al Daily Mail, spingendo la macchina giornalistica incontro alla Francia. E, da allora in poi, il Daily Mail è stato nostro amico. Non tutti i gesti hanno gli stessi risultati. Sentite questa, ora. Lord Northcliffe, morendo, lascia a suo fratello, lord Rothermere, il Daily Mail. Anche lord Rothermere ha una auto, e il ghiribizzo di correre per le strade d'Europa. L'estate scorsa, va in Ungheria e, a 27 anni di distanza, si sente colto dal medesimo entusiasmo per la repubblica magiara, che era sorto nel fratello per la repubblica francese. Prende la penna a sua volta, e celebra, rientrando in patria, le pianure ungheresi, i loro abitanti, i loro governanti. Spinge l'entusiasmo sino a chiedere la revisione del trattato del Trianon, rendendo una parte della Slovenia ai suoi antichi padroni. Ecco Budapest giubilante e Praga agitata, l'Europa Centrale in ebollizione! Chi negherà ora la gran parte che l'automobile ha negli affari del mondo, e la stranezza delle cause onde dipendono la sorte dei popoli e le ondate della pubblica opinione? Gli inizi del « Times » i2dnmTlpEcddtffGuardiamo un po' da vicino Sua Maestà la stampa inglese. Il decano — che è rimasto del resto il prototipo dei giornali britannici — è il Times. Nato il l.o gennaio 1788 va sui centoquarant'aniM. Ma la sua lunga esistenza fu ricca di incidenti: l'anno che seguì la sua apparizione, il suo proprietario, John Walter, ve niva imprigionato per aver lasciato scrivere che « il principe di Galles e il duca di York avevano tenuto tale condotta che il re aveva deliberato d'infliggere loro un severo biasimo ». John Walter subì 16 mesi di prigionia, ma non perciò il giornale cessò di pubblicarsi. Più tardi, nel 1810, i tipografi proclamarono di botto lo sciopero. Per fortuna, era sabato, e grazie alla vacanza domenicale John Walter aveva dinanzi a se 48 ore, Senza dir nulla, assoldò qualche apprendista e alcuni operai non del giornale, indossò il camiciotto a sua volta, e con la sua squadra improv risata lavorò indefessamente per 36 ore. Al lunedì mattina, gli sciape ranti ebbero la sorpresa di vedere il Times uscire puntualmente e vender si come al solito. La lotta durò cin que mesi, durante i quali John Wal tea- lavorò da semplice operaio, e grazie alla sua indomabile energia il giornale non fu sospeso nemmeno per un numero. Un'altra volta il Times ebbe a che faTe col governo, Non potendo il ministero Pitt trarlo ad appoggiare la sua politica, risolse di screditarlo e di rovinarlo. Per or dine superiore, le corrispondenze dirette al Times vennero fermate noi porti d'arrivo, onde quelle dei fogli ministeriali le precedessero. Ma John Walter, ristasi tagliata la posta, creò un servizio particolare di corrispondenza, con nari e corrieri propri Battè anzi il governo organizzando il primo servizio mensile di corrispondenza fra l'Inghilterra e le Indie. Dispacci per mezzo milione mopnpdldptIpacttplgOggi queste tribolazioni sono lontane. Il foglietto del 1788 ò diventato un quotidiano di 20 pagine perfettamente stampato su bellissima carta. La prima pagina rimane consacrata agli avvisi economici, e, secondo una tradizione ormai lesrjjen ... . . . 00 darla, le nascite, ì matrimoni, i decessi, vengono pubblicati in testa alla prima colonna, nel luogo stesso dove in Francia collochiamo gli editoriali. Le pagine 9 e 10 appartengono alle notizie dall'estero e dall'Impero. La pagina 11 è riservata agli editoriali (che sono, quasi sempre, tre). La pagina 14 è riservata alle illustrazioni ve rappresenta una concessione al gii sto moderno per le fotografie. Le pa-ìgino 15, 16, 17 appartengono abi- fcualmente alle Borse e Mercati, che j non occupano meno di 21 colonne di giornale. L'orgoglio del Times c stato, per |lungo tempo, il suo servizio dall'oste-jro. « Noi abbiamo — diceva un gior-| no Disraeli — duo ambasciatori nel- le grandi capitali: quello di Sua Maestà britannica e il corrisponden-ite del Times ». Questi corrispondenti I dì cui parecchi, come O' Reilly, Bil ]y Btissel, Prèvost-Paradol, Blowitz, Morrisson, Steed lasciarono o lascio-ranno nomi famosi nella storia dei giornalismo, non orano soltanto dc-\jgli informatori di prim'ordine, cheijcompirono delle straordinarie impre- se di reportage, bensì dei temibili manipolatori dell'opinione pubblica, che esercitarono una considerevolej influenza. A differenza degli amba- sciatori di Sua Maestà britannica, Ìche talora, per tenere al corrente i Downing Street, facevano i conti con'la borsa dell'erario, i corrispondenti del Times non badavano a spese. Ecco alcuno cifre classiche. Nel 18S2 un cablogramma da Colombo sul Tonchino. costò 40.000 franchi; e i dispacoi da Alessandria sugli avvenimenti egiziani mezzo milione di franchi. Sul finire dell'800, un corrispondente del Times che si trovava per caso in Argentina allo scoppio di una rivoluzione, non esitò a spendere di propria iniziativa cinquantamila franchi in due giorni per tenere l'Europa al corrente di quel lontano oaTOHamenfco di governo. Nel 1900, durante la rivolta dei Boxers,inil Times spese in qualche settimana n250.000 franchi per i dispacci del frdott. Morrisson, assediato a Pechino pnel quartiere delle Legazioni, e 300 mila franchi per i cablogrammi da Tien-Tsin, Shangai e Tokio, sicché l'insurrezione cinese gli costò da sola più di mezzo milione di soli dispacci. Eppure, per quanto enormi queste cifro possano sembrare, esse impallidiscono — come vedremo nella seconda parte del nostro studio — di fronte alle somme che gli americani profondono nella telegrafia con o senza fili. I documenti, gli annunci I corrispondenti del Times, commentatori più che informatori, sono oggi forse meno apprezzati da un pubblico che desidera anzitutto le notizie e tiene a farsi un'opinione personale degli avvenimenti. Bisogna dunque cercare altrove il segreto della supremazia del vecchio giornale della City. Forse, esso sta nell'ampiezza dei documenti che ogni mattina continua a fornire al pubblico. Il Times dà i in extenso » le sedute parlamentari, tutti i titoli quotati allo Stock Exchange, il programma completo e particolareggiato dei teatri, delle corse dei cavalli, ecc. Inoltre, vige tuttora la tradizione, da parte degli statisti, degli scienziati, dei letterati, di scrivere al Times: è dunque assai raro anche oggidì che un numero del Times non porti una lettera firmata da qualcuno dei grandi nomi della politica, della diplomazia della finanza o del teatro, e che termina: I ara, Sir, your obe client servant. (Sono, signore, il vostro obbligato servo). Infine, gli av visi economici sono di gran classe. Non invadono tutto il numero, man tenendosi in otto delle venti pagine, e sono classificate per categorie. La pubblicità di carattere immorale o dubbio è respinta senza pietà, ma ciò non esclude nò il pittoresco, nè il curioso. Vi si potò leggere, per esempio, un giorno : « Un povero pastore, che non sa come tirar avanti e ha sei figli, chiede in regalo un pianoforte affinchè la figlia maggiore possa imparare la musica », E un'altra volta: a Da noleggiare giornalista pagato a righe o a stipendio mensile. Fornisce cronache, biografie e critiche ». E il bello è che i due annunci ebbero pieno successo : il giornalista è oggi una delle migliori penne inglesi, e il pastore ricevette 6 pianoforti per ognuno dei suoi ragazzi. Nel suo primo numero, il Times aveva proclamato: « Avremo due volti, comò Giano bifronte: con il primo, sorrideremo costantemente agli amici della vecchia Inghilterra, con l'altro, corrugheremo le ciglia contro i suoi nemici » e ha tenuto fede a se stésso, sì che oggi, dopo 139 anni di vita, è certo il più caratteristico giornale inglese. Quando lo si sfoglia, si comprende il magnifico elogio chs sir Bulwer Lytton pronun ciò un giorno in piena Camera dei Comuni: — Signori, se dovessi tra smettere ai posteri una prova della civiltà inglese del secolo decimonono, non sceglierei ne i nostri docks, nè le nostre ferrovie, nè i nostri edifici pubblici o il magnifico Parlamento in cui sediamo. Mi basterebbe un semplice numero del Times. Vecchio e nuovo giornalismo nJcaceudpdcasadtuNstnlimnPreilredzCriPsedpcdfuVuplgptrcbquTdpdttrtcfgasnndtns„vstTlrBeninteso, vi sono in Inghilterra degli altri giornali: sia a Londra, che in provincia. Ma il fenomeno interessante è che sono poco numerosi e, in certo q-ual modo, stereotipati. Mentre in Francia annualmente nuove fronda fioriscono e vecchi rami avvizziscono sull'albero giornalistico, in Inghilterra esso non muta, uè deperisce. I giornali vivono a lungo dall'altro lato della Manica... A Londra, pressapoco, essi sono gli stessi di venticinque anni or sono: Times, Daily Telegraph, Morning Post, Daily Chronicle, Daily News, Daily»Mail, Daily Express, Westminstcr Gazette. Il vecchio conservatore Standard è morto e il filocomunista Daily Herald è nato. In provincia, otto giornali soltanto contano realmente qualcosa: il Manchester Guardian, la Liverpool Post, la YorJcshirc Post, lo Sheffield Daily Telegraph, lo Scotsman, il Glasgow Herald,- il Plymouth We- South stern Morning News e il JFn/cs News. Ciascuna di queste te state indica chiaramente la regione e la città in cui il giornale regna, Quanto all'etichetta politica, pre- vale nettamento la sfumatura conservatrice. Liberali sono soltanto a Londra, il Daily News, il Daily Chronicle e la Wcstminster Gazette; in provincia, il Manchester Guar^w;», la Liverpool Post e il South I Wales News. Nelle grandi rassegne si nota un eguale predominio della tinta con¬ servatrice : la National Review, la Fortiiiglitly Review, la XIX Century Review, la Saturday Review, lo Speclafor, tutte riviste antiche, forti, robustamente nutrite e ben stampate, molto lette nei grandi clubs, sono conservatrici. La Truth e la Nation., più smilze, difendono la dottrina liberale, e mentre il New ÌStatesman interpreta il pensiero la burista, Mosca non ha voce alcuna. Ma in fondo, meglio che suddividere i giornali e le rassegne in conserva tori e liberali, varrebbe catalogarli in antichi e moderni. V'è, da u lato, la vecchio stampa conservatrice o liberale fatta su modelli di trenta o cinquantanni fa, e dall'altro, il nuovo giornalismo di cui il Daily Mail e il- Daily Express sono i prototipi. Quando creò il Daily Mail, Northcliffe non rivoluzionò soltanto l'impaginazione e la presentazione della materia, ma la mentalità dei lettori e lo spirito pubblico. Foce saltare i vecchi schemi tipografici e la epe ssa crosta delle tradizioni radicate) sElmgonldlb1nmvia2sBsmsrtqcdnvcfaupncdsisqdcodsediCm nella massa dei lettori. Northcliffo non era un grande organizzatore (suo fratello lord Rothermere gli mise in piedi quasi tutte le sue pubblicazioni) nè un grande giornalista (Kennedy Jones gli suggerì quasi tutte le sue campagne di stampi:), nè un gran cervello, nè un gran cuore. Ma aveva una straordinaria intensità di vita e di immaginazione. Chiunque avrebbe potuto creare uno dei suoi giornali o delle sne riviste, ma soltanto lui era capace di farli rivere con la necessaria mobilità di pensiero, d'azione, di entusiasmo, di colWa, che costituisce la specifica qualità della vita. Nella lotta tra la vecchia e la nuova stampa, puntate dunque sulla nuova... II « Punch » e il ce Tit-Bits » gfrfoschdsDpal'lepsdpmqvpbi scmzsntetecfEnNon si può abbandonare il giornalismo inglese senza fare speciale menzione di due pubblicazioni che non hanno riscontro altrove: il Punch e il Tit-Bits. Il Punch è il re dei giornali satirici: ha compiuto il miracolo di attraversare i tempi restando allegro senza sforzo, mor-i dente senza cattiveria, spiritoso sen-jsza asprezza. Chiesto un giorno a Paul eCambon come definisse rispose: — Comprate un numero del Punch, e lo saprete. Il Punch è infatti una compressa settimanale di humour non soltanto di ciò che vi è di meglio in materia politica, ma altresì in materia sociale. Raffigura i costumi e lo spirito di un popolo, e meriterebbe di andare fra le mani de' nostri studenti come un testo di Shakespeare o di Bacone. Tit-Bits è invece uu'altra faccenda. Verso la fine del secolo scorso, c'era un povero avvocato senza cause che passava le sue giornate londinesi a leggere i giornali. Si chiamava George Newnes. Quando qualcosa lo colpiva od interessava, tirava fuori di tasca un paio di forbici e metteva il ritaglio in un cassetto. Allorché i cassetti furono pieni, risolse di pubblicare i ritagli in volume. Jlise dunque in vendita un fascicolo verde di una ventina di pagine, lo intitolò Tit-Bits (Bocconcini) e lo vendette a dieci centesimi. Il fascicolo scora parve in un batter d'occhio, e se ne dovettero rifare dieci edizioni. L'au tore ne pubblicò un seconlo, indi un terzo, e ne fece una pubblicazione periodica che usciva ogni sabato. Dopo tre anni, il Tit-Bits era a centomila copie. L'avvocato deliberò allora di fondare una società anonima rivolgendosi a un pubblico speciale di azionisti, ai rivenditori di giornali, e stipulando che per possedere un'azione del Tit-Bits bisognava essere giornalaio. Il risultato è chiaro: la vendita prosperò poiché ciascun rivenditore vi era interessato o Tit-Bits or non è molto tirava 1.200.000 copie ;,„_,..., i fenumour> ifirefrLcprdspcgtmfsLd•rctpcmsettimanali. Quanto all'avvocato di- ; J„ . ,, . fvente quaranta volte milionario e (ssiedette ai Comuni. (n_. . . . pLa trovata della statistica I 1 dCiò che costituiva l'originalità del i lt>u n:4„ x „• ■ _ « i■ilTit-Bits e che non si occupava ne di tletteratura, ne di filosofia, nè di ino- rale, nè di relijrione, nè di politica. (rUfilpdtstica, ma di una statistica senza dEra di un'esemplare castigatezza, e le più puritane figliole potevano permetterne la lettura alle più svergognate delle madri, poiché Tit-Bits si occupava esclusivamente di stati- nulla di pedante e sempre di attualità. Avveniva, per esempio, l'incendio di un teatro? Ecco Tit-Bits darvi l'elenco esatto e completo dei teatri bruciati dopo la veuuta di Cristo : 18.783 ! ed annunciarvi contemporaneamente che ogni teatro contando in media 1200 spettatori ed essendo provato che un decimò di questi finiva incenerito, le vittime degli incendi ammontavano alla bellezza di 2.253.960. Uno squilibrato sparava sul Principe di Galles, ebbene il TitBits vi offriva per lo mono cinque statistiche: 1.) quella di tutti i criminali che, nell'ultimo secolo, sono stati riconosciuti come dei degenerati o dei pazzi; 2.) quella degli attentati andati a vuoto, dal 1900 a questa parte, contro personaggi principeschi; 3.) quella dei celebri colpi di rivoltella; 4.) l'elenco dei personaggi famosi vittime di accidenti di viaggio; 5.) l'elenco delle stazioni iu cui .sono avvenuti degli attentati. Vi sono delle persone a cui le cifre fanno un effetto deprimente, a lungo andare, e che non possono mangiare un uovo al guscio senza pensare che proprio quel mattino 8.400.933 galline hanno fatto 17.800.483 uova, ciò che basta per interromperò loro la digestione. Ma altri individui invece sono felicissimi di saper tutto ciò, e in Inghilterra, prima della guerra, se ne contavano almeno 1.200.000, i quali spendevano settimanalmente due pence a tale scopo, ciò che faceva sette milioni di pence al mese, ottantaquattro milioni all'anno... Ma fermiamoci qui. La statistica dà, come il bp.llo, le vertigini. "Vi tra scina, e quando siete aggrappati ad essa, non sapete più dove dovete andare. E noi dobbiamo ancora studiare il t quarto potere » in America. STEPHANE LAUZANNE. Copyright, in Italia, della «Stampa». EpvGdagFim' fdlnbcngPngdiinrWennlvccdfndcogcenl