I BALCANI

I BALCANII BALCANI L'agitazione macedone Un documento dall'America Parigi, 21, nono. I giornali ricevono (la Sona che la Sobranje continua a discutere animatamente il ilecreto relativo allo stato d'assedio. Volta a volta i rappresentanti dei gruppi dell'opposizione si sono pronunciali contro la proclamazione dello stato d'assedio dicendo che nulla all'interno del paese giustifica questa decisione del Governo bulgaro, perche la Bulgaria non ha nessuna responsabilità nel mantenimento dell'ordino e della tranquillila all'interno degli Stati vicini e non ha nessun rapporto con eli agitatori. Gli oratori hanno rilevato che la radice dell'agitazione macedone in Serbia risiedo nella non applicazione delle clausole di difesa dei diritti delle minoranze, inserite nei trattati. 1 rappresentanti, dei gruppi dell'opposizione hanno soggiunto che solo la salvaguardia dei diritti e della libertà della popolazione della Macedonia può costituire un rimedio efficace contro l'attività rivoluzionaria che turba ingiustamente questi rapporti. A conferma dell'opinione emessa da questi gruppi, giova riportare un recente ordine del giorno, votato al sesto congresso dell'Unione delle organizzazioni politiche macedoni degli Stati Uniti d'America e del Canada, li quale non lascia sussistere dubbi sul carattere universale dell'insurrezione e ■ al sentimento patriottico macedone contro le malefatte del trattato di eully. Dice il documento: «Gli emigranti macedoni organizza ti negli Stati Uniti di America e nel Canada affermano che il trattato di pace, concluso a Neuilly nel 1910, e l'espressione di una ingiustizia supre ma, non tiene conto degli interessi reali e dei bisogni delle popolazioni macedoni e nemmeno dello sviluppo pa croco della penisola balcanica. Lo spezzettamento della Macedonia a Bu karest nel 1013 e la ratifica di questo spezzettamento a Neuilly nel IMO. e causa degli attuali torbidi nella nostra patria. Questo spezzettamento è una negazione completa del principio dell'autodecisione dei popoli. Gli emigranti macedoni organizzati degli s>tati Uniti di America e del Canada ritengono che l'unica soluzione del problema macedone e della crisi balconica risiede nella creazione di una Macedonia libera ed indipendente che servirà come base di conciliazione e di unione per tutti i popoli balcanici, rotto in forma di una federazione. Il coniVesso protesta «mrgicamenUi ce* tre- il disinteressamento della Società delle Nazioni verso le sorti deUe popolazioni macedoni, ì cui diritti reninosi, culturali e nazionali sono garantiti dai trattati per la protezione delle minoranze, poste sotto 1 egida della Società delle Nazioni. Il Congresso condanna con indignazione la convenzione detta di «emigrazione volontaria, della popolazione greca e bulgara, che, applicata con la più irrande brutalità dal Governo greco, è stata pausa dell'espulsione con violenza di centinaia di migliaia di nostri compatrioti dal loro focolare nativo Il congresso dichiara che la situazione attuale della penisola balcanica e soprattutto l'intolleranza asso: luta del regime serbo, toglie qualsiasi possibilità di vero riavvicinamento tra gli Stati balcanici. Il congresso nrotesta contro l'arresto da parte delle autorità serbe degli studenti macedoni delle università di Usleub, di Belgrado, di Zagabria, di Lubiana, che sono sottoposti a torture inaudite. Inoltre il congresso non può non dire, con un sentimento di ardente simpatia, la sua ammirazione per la lotta nazionale organizzata in Macedonia contro i regirai barbari di violenza degli intrusi conquistatori e non può non augurare ai combattenti del paese una forza instancabile, uno spirito potente e il successo dei loro sforzi, sforzi gravi, sforzi santi, i più ardenti che siano stati forniti fino ad oggi dalla Macedonia per la sua liberazione ». Sullo stesso argomento rileviamo con piacere in un ebdomadario macedone, pubblicato in lingua francese a Ginevra, La Macedoine, una vigorosa confutazione della, sciocca e iniqua campagna «©ridotta ««al Quotidien per mettere l'agitazione macedone sul conto dell'Italia. Scrive La Macedoine-. «Il Quotidien che è benissimo «informato» sugli affavi macedoni, sovrattutto da che uno dei suoi redattori e passato in vicinanza dell'ufficio di propaganda del Ministero degli Esteri di Belgrado, calunnia con insinuazioni indegne il movimento di liberazione macedone e propaga la menzogna che sarebbe stato provato « parecchie volte che i macedoni sono 6tut.i sostenuti in c-uestl ultimi anni, ora da Mussolini ora da Zankoff, e ora finanche dai So vieti!». Questi disgraziati scribacchi ni ci dicano dunque chi, quando e do ve ha stabilito ciò! Noi respingiamo con disgusto questa menzogna del Quo lidien Ma non siamo stupiti del conte cno d'i questo giornale. I suoi redatto ri non possono comprendere in verità come è possibile seguire una causa senza vantaggi pecuniari! Per questi signori del Quotidien tutto quello che avviene in Macedonia è il risultato della influenza dell'Italia fascista e della colitica bulgara; ma non della situazione insopportabile della nostra pa tria Quale vergogna coprirebbe la fronte degli eroi della rivoluzione francese se potessero vedere ora le «idee » di alcuni loro discendenti ». Questo commento dei patrioti mace doni è tanto piii eloquente in quanto 11 sentimento che lo ispira è perfettamente disinteressato e per nulla volto a far piacere all'Italia. 0. P. Le dimissioni del Ministero albanese Tirana, 21, notte. A causa 'della mancanza di accor 'do tra i membri del Governo su alcune questioni di carattere ammini Btrativo, il Governo albanese ha presentato ieri sera le sue dimissioni al presidente della Repubblica, il quale le ha accettate. I ministri con tinuano a restare in carica per il disbrigo degli affari correnti fino »Ha formazione del nuovo Gabinetto. {Stefani). L'ora di Garol sta per suonare? La separazione dalla Lupesco -- Il disaccordo tra i fratelli Bratìanu — L'agitazione contadina in Transilvania Vienna, 21, notte. Notizie parigine tornano a far con vergere l'attenzione sul principe Carol e sugli avvenimenti rumeni. Ben può darsi che le informazioni dell'Oeuvre non rispondano alla realtà, ma la situazione o U',le che di questo leniti non si finirà mai di discorrere uel resto abbiamo sentito giorni addietro che gli stessi fratelli Jonel e Vintila Bratìanu, arbitri del partito nazionale liberale e della Romania, non sono più d'accordo in merito alla condotta da seguire nei confronti di Carpi, giacché pare che Vintila, ministro delle Finanze, si sia schierato fra i partigiani dell'ex-Principe Ereditario. Un telegramma da Bucarest dice che in ambienti ufficiosi si nega essere proposito dei partiti dell'opposi zione riuniti proporre il 4 di gen naio in Parlamento una modifica della legge per 'la successione eredi taria, in modo da porre nuovamente sul tappeto la questione del Re; e si aggiunge che una simile proposta sarebbe in ogni caso inaccettabile Intanto i partiti dell'opposizione trattano per formare un blocco compatto; uè è escluso che de trai tative conducano ad un risultato: sentiamo, per l'occasione, riparlare del seguaci di Averescu, al quale la pubblica manifestazione di amicizia per Bratianu nella seduta del Sena to, che seguì alla sepoltura di Re Ferdinando, alla fine di luglio, ha giovato poco. Siccome la stampa romena è piut tosto laconica sulla situazione politica interna, non si è informati che da viaggiatori e da giornali unghe resi e czechi. Ora si sente che il par tito transilvano dei contadini prepara a Gyulafehervar — la città nella quale dopo la guerra i romeni di Transilvania vi proclamarono la loro riitnloiie a Bucarest — un grandioso comizio di protesta contro il regime Bratianu e questo comizio dovrebbe essere la prima pubblica manifestazione a favore del principe Caro!. I! partito transilvano dei conladini, capitanato da Manin e da Vaida, non ha mai fatto mistero delle sue idee di restaurazione, alle quali si è attaccato ancora più dopo un trimestre di esperienza con il Consiglio della Reggenza. Un giornale cecoslovacco, e quindi insospettabile dati i rapporti di alleanza tra Bucarest e Praga scrive : «I tre membri dei Consiglio della Reggenza sono de-i pupazzi niella mani del Presidenite deil consiglio dei Ministri Briatianu e di suo fratello il mi reistro delle Finanze. Ttittn e ire i membri del Consiglio della Reggenza — il Patriarca, i,l presidente della corte di Cassazione ed 11 principe Nicola, zio del reueioio Michele — sono inamovibili I primi due sono così vecchi da non appartenere più a questo mondo, e il primaipe Nicola s'' inteiressa di ippica e di automobilismo in maggior nvtsura che degli affari di Stato. Il vero signore del Paese, Bratianu, si mantiene al potere solo med.ia.nite la violenza. Finora, gli e riuscito di impedire ogni dibattito sulla questione dimiasttoa; ma adesso .la pubblica opinione si dimostra più forte di lui. Adesso Bratianu deve affrontare apertamente Ja lotta per il.potere; lotta il cui epilogo gli si annunzia sfavorevole, giacché l'mniioa vera forza del Paese dimostratasi nel passato ubbidiente alla sua volontà, l'Esercito, esita. Nell'Esercito lMnflaiemza del principe Caro! fu sempre grande e grande essa riinane ancora oggi. Q giorno in cui Bratianu dovrà imchnnars- dinanzi al principe Carol sta per suonare. La Romania è alla vigilia di nuove scosse, le cui ripercussioni saian.no sensibili! oltre le sue frontiere ». . I telegrammi da Parigi dicono che il distacco di Carol dalla signora Lupescu è già avvenuto. Anche questo sarebbe un indizio di prossimi grandi avvenimenti, essendo notorio che i partigiani di Carol hanno sempre posto la condizione che la Lupescu non potesse sotto nessuna forma accompagnare il Principe al momento del suo ritorno in Romania. Non troppe settimane addietro è anche corsa la voce che la signora Lupescu avesse offerto le sue memorie a qualche giornale americano, e che. da parte rumena si tentasse di impedire tali pubblicazioni. I. Z. Protesta dei giornalisti jugoslavi per violenze subite a Sofia Delgrado, 21, notte. L'Agenzia «Avala» dice: « Un comundicato dedla Associazione d-ella stampa protesta, a nome di tutti i giornalisti jugoslavi, per le agitazioni a Sofia contro i giornalisti jugoslavi e fa appello ai colleglli bulgari perchè proteggano i loro colleglli e li aiutino nell'esercizio dei loro doveri professionali ». L'agenzia stessa riferisce a questo proposito che secondo un dispaccio da Solla pervemuto all'Associazione del giornalisti di Belgrado, mercoledì a Sofia in un ristorante due individui armali si lanciarono contro due corrispondenti di giornali di Belgrado. 1 giornalisti, avendo richiesto la protezione della polizia, furono insultati da un gruppo di studenti che si trovavano nello stesso locale, i quali avrebbero intimato ai giornalisti di lasciare la Bulgaria entro 24 ore. {Stefani).

Persone citate: I. Z., Manin, Mussolini, Patriarca, Re Ferdinando