Gli Italiani in Tunisia

Gli Italiani in Tunisia Italia e Francia Gli Italiani in Tunisia Rilievi romani al sen. Benoist e nn voto per nna discussione Parigi-Roma Roma, 21, notte. La questione dell'italianità del nòstri connazionali in Tunisia torna ad affiorare attraverso un commento che il Messaggero dedica alle conclusioni cui giunge sull'EcAo de l'aria, l'ex-mini6tro francese Charles Benoist. terminando la serie di studi pubblicata su quel giornale, intorno al problema Mediterraneo. Il giornale rileva come il Benoi6t abbia scritto che bisogna far comprendere con fermezza all'Italia che non vi è e non vi sarà mai una questione tunisina e aggiunge che lo scrittore è assolutamente fuori dalla realtà facendo tali affermazioni. Il Messaggero ricorda come la stampa italiana 6t sia occupata soltanto delle condizioni degli italiani in Tunisia, e scrive : «Accennare a mire di espansione italiana per Tunisi e magari per il Marocco, significa spostare un problema che è cosi chiaro, così limpido, anzi, cosi preciso nei suoi elementi, da. non consentire in buona fede alcuna alterazione. In sostanza dipende dunque dalla Francia e non dall'Italia se in Italia si parla di Tunisi; e potremmo aggiungere che se ne parla anche poco se si tiene conto di quanto soffrono e sopportano nei loro più elementari diritti quei nostri forti coloni, che non hanno esitato ad affrontare danni non lievi pur di mantenere fede alla loro patria ed alla loro lingua ». Poiché il Bénoi6t accenna alla ne cessità di non comprimere l'Italia ma di secondare il suo sviluppo, il Messaggero conclude: « Evidentemente siamo nel nebuloso; aggiungiamo, nel volutamente ne buloso. Ora i problemi politici si chiariscono utilmente nel dibatiito quando il dibattito è franco ed esplicito». Anche !a Tribuna, nel suo editoriale si occupa dell' articolo di Benoist, e scrive: Lp«Noi non'abbiamó~nùlla~da rispon-! dere in' particolare al sen. Benoist, il quale è padrone di scrivere quello che'crede. Ma abbiamo bene il diritto di'-dire che, fino a quando lo stato d'ani- mai predonimnntei ini Francia assolili; ;gliera a quello da lui manifestato, lifrancesi non possono illudersi di po-\ter aver sull'opinione pubblica italia-Una i risultati che forse sperano. 11 ìproblema, mediterraneo italiano è trop- po vasto e importante per potere essere trattato senza completa buona te de. E' mutile indicare agli italiani terre altrui da conquistare; non c'è da risolvere un problema di guerra, nel qual caso sarebbe sciocco che noi aspettassimo consigli da altri; c'è da risolvere un problema di pace ». La Tribuna chiarisce che il Fascismo non ha inai parlato di conquista, ma che ha sempre parlato di un equilibrio mediterraneo da mantenere in vista degli interessi dell'Italia e dell'Europa, e soggiunge: « Il problema della espansione italiana, quale il Fascismo è riuscito a imporre alla attenzione del mondo, nonpuò essere sottratto a una amichevolee pacifica discussione internazionale, nella quale vengano da ogni parte i riconoscimenti di un concreto diritto italiano e insieme venga da parte nostra e altrui la concreta manifestazione della volontà di risolvere questo problema nell'interesse generale. Perchè il sen. Benoist, invece di indicarci invisibili obbiettivi estranei alle zone francesi, non incomincia con il consigliare il Governo del suo paese a smettere l'inaudita politica della snazionalizzazione tunisina, autentico « caso morale » nell'attuale clima dei rapporti internazionali ? Perchè non influisce sui dirigenti della politica francese affinchè smettano di indirizzare la loro azione in senso continuamente inverso a quello per il quale va l'Italia? Vi è ancora tatuo da discutere tra noi e la Francia su argomenti che interessano dilettamente i nostri due paesi, che è perfettamente inutile e prematuro di incomodare altri ». 11 giornale, dopo avere affermato la necessità di discutere tra Parigi e Roma, conclude: « Sono cinque anni che il Fascismo è" in attesa di questa discussione; attesa intimamente cordiale, perchè se è vero che il linguaggio della nostra stampa è spesso vivace, questo è un fatto di semplice ritorsione. La verità profonda è che la situazione spirituale e materiale del popolo italiano è tale che esso non ha nè fobie né filie, perchè è unicamente desideroso di risolvere i suoi problemi obbiettivi e reali e non altro. Comincierà mai questa discussione ira l'Italia e la Francia in una atmosfera rii amicizia? Lo desideriamo, ma non abbiamo ragioni per crederci. Caso mai cominciasse, avremmo da dire qualcosa anche in merito al1 articolo del sen. Benoist; oggi sarebbe fuori di posto ».

Persone citate: Tribuna