Una specie di Oanella-Bruneri in diciottesimo

Una specie di Oanella-Bruneri in diciottesimo Una specie di Oanella-Bruneri in diciottesimo Se è Otello non è Marin... e è 5 o r a r L'ex-cameniere disoccupato Giuseppe Mariti, nato 26 anni or sono in Sioilla i residente nella nostra citta, in'corso Regina Margherita 137. ha al suo attivo un certificato penale costellato di numerose condanne dal quale si rileva avere una spiccata siimpatia per i furti con'«cèsso effettuati nottetempo. Altra sua predilezione è quella di privare il prossimo delle biciclette che legittimamente possiede. ' ■ La bicicletta al Balda Dopo un ceno periodo di inattività ladresca Giuseppe Mar-in pensò che era tempo ili mettersi all'usato lavoro: non a quello di cameriere, si intende, bensì a queMo preferito, più pericoloso ma più redditizio. E prese di mira le biciclette. Ma siccome i colpi non vannisempre bene, è comparso ieri mattina dav-anti a\ giudici deUVlll Sezione de! nostro Tribunale per essere giudicalo del furto di una coppia di biciclette, una da uomo e l'altra da donna, sottrane durante la notte, da una cantina dell'esercente Eugenio Sigliano che le aveva r.poste con numerose bottiglie di buon barbera. A differenza di altre volle, .ieri U Marin protestò energicamente la sua innocenza dicendo che ad un altro spettava di rivendicare la paternità del tiro birbone gluocato ai Sigliano. — L'iinpuiazione fattami — disse — e nata da un doloroso equivoco del locandiere presso il quale io ero soi.10 prendere i pasti. — Eppure — gli obbietta il presidente ~-, non vi può essere dubbio. Giuseppe Marin siete voi. — Non lo nego, ma V equivoco fu causato da una disgraziata omonimia. Nel locale in cui io prendevo I pasti ci deve essere stato un altro Giuseppe Mann, bisogna poi tener conto — esclama con enfasi l'Imputato — che nel mio rango mi si conosce col soprannome di « Otello ». — dello7 — domanda il presidente guardandolo con curiosità, — Sissignore: Otello. E' un nomignolo eli* mi dette la mia ex-fldatiza;a, forse perché ero geloso e bollente come I'« Ololio • di Verdi... Dalla lettura degW atti processuali si apprende che le biciclette furono tubate Beliti notte dalla domenica al umidi delio scorso giugno. II furio venne scoperto a mezzogiorno del lunedi dalia moglie del Sigliano, scesa ai caniina a prendere un riasco di vino, l.e due macchine erano passale in seguilo per diverse mani, e finirono — come solitamente avviene — al tradizionale « Balòn », dove una fortunata domenica -1' Eugenio Sigliano, in compagnia dal genero, alla ricerca d. una bicicletta d' occasione da donare alla figlia,- rimastane priva in seguilo al furio patiìo, ne v.de una, che sembrava facesse proprio al caso suo. Ma .-■nano! Non gl sembrava una bicicletta nuova. Difatti constatò che sotto la rossa vernice si nascondeva la bicicletta sourauagli. Di qui una regolare denuncia al Commissariato di P. S., il sequestro e una conseguente lunga serie di ricerche, risalendo da un venditore ad un altro, non si vuole sapere se in buonu o mala fede, fino all'origine, personificata in tale Fausto Torri-giani, locandiere di via Bava 48. I! quale, Invitalo nei locali del Commissariato, anunetteva di aver avuto !u bicicletta in pagamento di un suo credito di locand da taiie Giuseppe Marin, che successivamente ebbe anche a riconoscere. Fu in tal modo che lo specialista in furti di biciclette divenne, con-tiro la sua volontà, inquilino delle nostre carceri. «Seno sordo, signor Presidente! » Passo cosi qualche mese, durante il quale il Torregiani deve aver alquanto rimuginato nella sua coscienza su {abtercstqTtgd1dpntiratdrecqse(gsridt—grtsrlmecagprlduilclfawtipmudnqptlvcdaridqu«ila bicicletta da donna. 11 risultato'pfu che messo a confronto in carcere col Marin ebbe ad uscire in esclamazioni che lasciarono interdetto il giudice istruttore. — Ma quello è Otello! Non è Giuseppe Marin. Otello, signor giudice, appartiene ad una categoria speciale; perchè Lui lo sappia, la mia locanda ho, due categorie di frequentatori: una che 6 chiamata la categoria dei • consumatori », l'altra, quelia dei « passeggeri ». Gli appartenenti alla prima consumano soliamo i loro pasti; quelli della seconda non mangiano ma dormono soltanto nel mio alberguccio. Otello dunque appartiene alla categoria dei « consumatori ». Quello che mi diede la bicicletta e che dai miei registri risulta chiamarsi Giuseppe Marin. apparteneva alla categoria del « passeggeri ». E giuro sui miei morti ohe quanto affermo è la pura vvrita. , . Ciò non impedì però clic 11 Marin « consumatole » comparisse davanti al nostro Tribunale Imputato di furto. Torregiani ciiato come teste non comparve all'udienza ed invano l'ufficiale giudiziario Maìagoni lo chiamò. Mandati due carabinieri a prenderlo a casa fu tradotto all'udienza. — Suno sordo, signor Presidente, e mi ero dimenticato di comparire... — I carabinieri però vi hanno rinfrescata ìu memoria... Pves . _ conoscete quelluomoT (Indicando U Marin). Teste: — Altro che lo conosco! E' Otello. . » Pres. : — E' lui che vi ..vendette la bicicletta ? Teste : — Nemmeno per sogno. La bicicletta me la diede Giuseppe Marin che era « passeggero ». Pres. : — Ma quello è proprio Marin in carne ed ossa. Teste: — Loro sono padroni di dire ciò che vogliono. Per me è Otello. Il P. M avv. Cottafavi gli fa osservare come davanti al commissario avesse indicato il Marin come la persona che gli diede ia bicicletta da donna. Ma il Torregiani pronto risponde: — E' semplice, signor accusatore, jpiego l'equivoco. Quando mi pres»m- ncbsAnfacfmgialbPibldlclpnFtqdds {al al commissario avevo la pipa <n bocca per la qual cosa fui severamente redarguito dal commissario. Io allora, tutto confuso, ho scambiato Otello con Giuseppe Marin... — Sarai — commenta il presidente sorridendo. Per chiarire un po' la cosa viene sentito il maresciallo che lo Interrogò, il quale conferma punto per punto che il Torregl-ani riconobbe nel Marin il cliente che gli aveva venduta la bicicletta — Noti è vero, signor presidente I — grida il Torregiani gesticolando. « Quel signore là! •• » In questa confusióne di affermazioni di ritrattazioni, e di contraddizioni r 1*. M. chied-3 11 riinvio degli atti al giudice istruttore perchè sia elevata l'imputazione d; ricettazione al Torregiani. « i.e risultanze della causa sono tali, conclude il P. M., da convincer il Tribunale che il Torregiani debba, rispondere del reato di ricettazione. Al sentire la richiesta delia pubblica! accusa, il Torregiani che era gddl!odruSagtcdfrdlc—. venuto; ti uo^ malgrado in Inbunaie. in veste tdi itero e sicuro teste, coll'intenziona recondita forse di salvare l'imputato e gali bare la giustizia, pensando Invece che ritornerà a casa in veste di inquisito, eleva le sue proteste più altisonanti, prendendosela col P. M. : — Colui chequi Ma gettato nel fango e quel signore ià de! banco dell'accusa (indicando l'aw. Cotiafavl.ché ride di guslo). E dire che io non Ilio mai visto nella mia locanda, nA nella categoria dei « consumatori » nè in quella dei « passeggeri ». Lei, signor accusatore, non e mai staio mio cliente!... — Spero anche di non divenirlo mai ! — gli risponde divertito il giovane magistrato. 11 difensore avv. Salza, ptrr rammaricandosi che 11 suo difeso abbia potuto trov.are un concorrerne nella s>ia specializzazione, non poi') non chiedere, di fronte alle risu'ianze processuali, 1 assoluzione del proprio cliente, almeno i>er insufficienza di prove. — Se è Otello — conci urie — non può essere Giuseppe Marini Il Tribunale ritiratosi in camera d consiglio rientra poco dopo. Esso ha ecqaccolto la richiesta del P. M. rinviando gli atti al giudice istruttore per gii or.-! - per gii or. portutn accertamenti a carico del Torregiani Otello, forse per la prima volta nella sua lunga e movimentata carriera di imputato, se ne tornò in carcere con un tenue tilo di speranza. Torregiani invece ninfrir, mr»t„ „«„.„v""vr° ì .^IV'iPJ^.^^^Ilocanda pensando alle disavventure ii cui incorre elli ad ogni costo vito! dire la veritA -Presidente: Viale; p. M. avv. Cottafavi; Difesa- avv. Salza. Cancelliereavv. PetruzzeMa. Due Iatiivendoli disonesti (Pretura Urbana di Torino). il mesi e mesi di condanna e le molw migliaia di lire di multa-che quotidianamente il uóstrp Pretore urbano infligge ai commercianti disonesti colpevoli di attentare nltre che alta bors-i modesta dei lavoratori, alln salute pullulici., non fiervt.no a infrenare l'ingórdigia di cui molti di essi poiio dominati. I più pendano di cavarsela .'on qualche .centinaio di lire di ammendapagala quella continuano, ripromettendosi in pochi giorni di rimettersi. ! li pubblico per fatale neces<5;jj'i deve varcare la soglia dei loro negozi per comperare la pasta o il pan-.-, o il latta di cui giornalmente abbisogna. E In aspettano al varco, tranquilli, ulcuri d' rifarsi senz'altro. Segnaliamo duo cai-*; die meritano veramente l'altèhislónn 'pubblica per la loro gravita e che de e a - notano una sfrenata ingnrri;gia. II lattivendolo Pietro Cavallo di Giacomo, d'anni 35, con negozio in via b'altea, 28, qualche giorno fa ct»bp una sgradita visita. Il brigadiere dì P. S. Angelo Grimaldi presentatesi al suo negozio con molta cortesia lo pregò ili fargli esaminare il latte che smerciava al pubblico. Fatta l'analisi constatò con la pifi grande sorpresa come esso fosse stato annacquato al 9°: e scremato all'S7%! Denunciato all'autorità giudiziaria il lattivendolo è comparso ieri davanti al nostro Pretore urbano — fi latte che fu analizzato — disse a sua giustificazione — doveva essere lavorato... — Oh! l'avevate già lavorato molto bene e con molta facilita — osserva il Pretore. - Volevate forse trasforinprit. in acqua? — No. ma doveva servire per la fabbricazione di ricotta — piagnucolò lattivendolo. Ma egli fu condannato al massimo della pena: sei mesi di reclusione, mille lire di multa, sospensione do!!'cf:erclzlo per sei mesi e alle cpese, senza la concessione di alcun benefìcio. Lo segue subito dopo' un degno compare: il lattivendolo Francesco Zaceone fu Giovanni, d'anni 40, con latteria In via Scarlatti, 18. Un giorno l'agente Francesco Perlini fermò un carretto trainato dallo stesso Zaccone. e sui quale erano caricati quattro recipienti da latte. Li volle esaminare e in uno di essi riscontrò che il Unte era stato scremalo al 100 per centoI — Facevate le cose per bene, eh? Aumentavate di Tiotto del 100 per cento il vostro lattei — Ouei quattro o cinque litri in oar te privati delle sostanze nutritive li adoperavo per mescolarli col latte b:-no. Ma era la prima v..Hn che facevo questo lavoro, signor Pretore. — Speriamo sia anche l'ultima — osservò severamente '1 magistrato. — Sei mesi dì rechi.' 'one, mi'-e Hré di multa sospensione dvH'eserciz'o por sei mesi e le spese vi Inciteranno ad essere più umano col prossimo. Pretore: cav Pirani; P. M.: Pucci; Cancelliere: Carelli. p•ÌM

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