Il bel cavaliere del torchio

Il bel cavaliere del torchio Il bel cavaliere del torchio PARIGI, ottobre. • Sarebbe stato veramente singolare se il quarto d'ora dell'inflazione monetaria fosse passato sull'Europa senza indurre nessuno a celebrare la memoria di Giovanni Law di Lauriston, gentiluomo scozzese, inventore della circolazione fiduciaria e Napoleone dell'alta banca. Vi ha pensato Giorgio Oudard, giovane scrittore francese, già segretario di Maurice Donnay, dedicandogli un interessantissimo libro (Paris, Plon, 1927) che non ha avuto bisogno di chiedere gran cosa alla sua fantasia per assumere l'aspetto del più fantastico fra i romanzi. Law alla tosta dello finanze fran-i' cesi significa, nei sei anni della sua, onnipotenza, il passaggio da un mondo a un altro, la vera aurora della.' ricchezza moderna, l'introduzione alla1 complicata e fragile ma gigantesca meccanica monetaria da cui usciri l'ipertensione economica del nostrJTJ eccolo. Esporre nello spazio di un ài: ticolo le vicende della sua meravigliosa avventura sarebbe difficile. Esisto-] no però nella vita di quest'uomo an che pagine che è dato evocare di scorcio in punta di penna.: quelle deiM suoi soggiorni in Italia. Lo scozzese* aveva pel nostro paese, specie per Venezia, una predilezione. Nato gran signore, le belle e dolci città della penisola lo attraevano col fascino dell'arto e del piacevole umore; Véneeia lo tratteneva, per di più, con le eegTete promesse delle sue bische. Venne in Italia quattro volte,. ed ogni volta in un'ora critica del proprio destino, incalzato dai creditori o perseguitato dalla sorte : la faraona e la concina lo rimettevano a gallai" Questo onest'uomo, che, dopo aver maneggiato milioni a centinaia e disposto a sua guisa del potere supremo negli stati del Re Cristianissimo, doveva ridursi in esilio senza aver inesso al sicuro tanto da camparla alla peggio il resto dei suoi giorni, risolveva con naturalezza il problema del pranzo e dell'alloggio chiedendo gli zecchini indispensabili alla fortuna delle carte, come un avventuriero da fondachi. Un giorno, a Torino, gli ingiunsero di lasciare la città entro le ventiquattr'ore, se non voleva far conoscenza con le regie galere. Ma, per vincere, Law non aveva d'uopo di barare. Matematico provetto, il • gioco era per lui un esercizio d'ingegno e quasi una igiene dell'anima. Era i tanti che gli sedettero di fron-r te ai tavolini dei ridotti veneziani, non pare che alcuno abbia mai seriamente sospettato di lui. Passate le Alpi la prima volta nel 1697, con poche economie in tasca, si affretta, non appena toccata Ge nova eotddMprrcfjVllcjcvfcd|. iiltcaatazrsiGbdbpG,nad assoldare un segretario e Aper giungere a Venezia, m c^|ir..... t«.» forestieri,fu viaggioper la reginaj^hello laguii-b»; elio assediano i cortili1 due servi. equipaggio de,:?.. ) di un uomo aspira a conquistare l'Europa. E: Carnovale, e si;i d« -Padova gli viene incontro la reisa chiassosa e festosa vc■ Raineri awcrcuorigiie « si gr la lingua dalle pettegole fialle finestre. Nella barca ddelle locande con le loro sedie da po sta e i loro staffieri attaccabrighe e si fanno tirar spenzolato che lo trasporta da Mestre in città à|iaccompagna a un conte tedesco al lampanaio e malinconico, che ha perduto il proprio intendente nel trambusto del pontile e non sa più come cercarsi alloggio nella capitale affollata pressappoco come oggi per una AtjmI a■ .-, . -, - . ,. , IrCoppa Scnneider: Il segretario di Law jfii i j-i i- i • dcontratta un letto anche per lui e, insieme, i due viaggiatori si avventurano nel dedalo delle calli, voltandosi a contemplare a bocca aperta il sinistro spettacolo della folla dal volto indistintamente mascherato di bian co, mascherati sin i putti attaccati al petto della madre e le vecchie patrizie calzate alla moda antica di scarpini alti come trampoli e sorretto dal braccio svagato delle ancelle, affinchè non ruzzolino giù dallo scalette dei ponti. La sera, in Piazza, ammirano il manéggio petulante delle dame dalla chioma adorna di fibbie, di gemme, di uccelli, di fiori, di frutta, che, sbirciandosi negli specchi, si appiccicano sfacciate il nèo or qua or là per rispondere col suo muto linguaggio al muto linguaggio delle dita tamburellanti intorno alla bautta dei galanti. Bello come un giovane Apollo, lo scozzese non tarda a far la conquista della più bella, cho lo presenta a un canuto protettore carico di ciondoli e se lo tira dietro gorgheggiando al Ridotto, dove i tavoli a ridosso gli uni degli altri fanno dell'intera sala un immenso tappeto verde sfavillante d'oro e sgargiante di rasi, di velluti e del più abbagliante tessuto delle spalle femminili. E' questo il suo elemento. Seduto a uno dei tavoli, vinco insolentemente. « Cento zecchini sul nove! Mille sul re! ». E Law raccoglie, anzi raccoglio la Canaletto. •Fortunato al gioco, e fortunato in amoro, a dispetto del proverbio. Prima la g.^iza del Baduari, inscritto nel Libro d'Oro, poi una ballerina, che lo introduce a sua volta presso una gentildonna curiosa e lunatica, poi una cantante del Sant'Angelo, che non sa leggero nò scrivere ma *ide con voce d'usignuolo. Ma, poiché le dissipazioni non gli fanno perder d'occhio gli affari, le donne gli •ervono anche per giungere ai Senatori e studiare il meccanismo del famoso Banco del Giro, l'arto del commercio, la crisi segreta minante la potenza della Repubblica, della quale nessuno sembra ancora accorgersi. Filantropo, vorrebbe comunicare al Doge un suo miracoloso progetto per risollevare le sorti dello Stato : parte invece per Firenze, dove macchina un piccolo fruttuoso colpo di borsa, del genere di quelli imparati ad Amsterdam, senza tuttavia riuscire ad attaccarsi a una città i cui abitanti vanno ia teatro per risparmiare la candela e che, dopo Venezia, gli sembra scolorita. Roma gli piace meglio, coi suoi vlclcIcGpmdnpSfCtctrRzlpdnmsosvingvmntzEVviqsctFprèsrrssLugenti/quattro teatri, le sue cantari-*in TJ M * e ballerine, le Bue pergole suburbane, opache sull'oro dei bicchieri, al ritorno dalle quali è^prudente munirsi da sipistole per respingere gli assalti d$Si briganti; ma anche i briganti Mli sembrano una bella istituzione, pjerchè in grazia loro le dame impaurate cedono subito, nel fondo delle orline, quali colombe palpitanti. A lapoli, finalmente, lo interessano la anca dell'Annunziata ed il San Carlo. E, dopo tre anni di questo scorribande, l'Italia è per lui — lo giurerebbe — il più delizioso paese del mondo, la terra benedetta della bassotta e degli amori, il paese dove vorrebbe vivere, se egli non fosse Law,cioè l'uomo destinato a conquistare l'Europa. Partito, fra il 1700 e il 1720 si iùfwouve la parabola della sua più grande avventura: nel 1701, unione, il-, legittima con Caterina Knollis, contessa di Bambury e pronipote di ria Bolena, cognata di Enrico Vili; nel 1705, primo progetto dismissione fiduciaria, presentato al, dùca- di Argyll: t Ho inventato una moneta nuova, che non è se non l'antica perfezionata. La moneta che avete in jmano è un semplice pezzo di metallo Vson su una stampiglia. Di che avete lusógno ? Di numerario. Il metallo lion posso crearto, ma posso moltiplicare la stampiglia sulla carta. Ora jio vi dico che è proprio la stampiglia che costituisce la moneta »; nel 1707, opo avere inutilmente tentato di ìonvertire a questa religione geniale 1-lord Tesoriere di S. M'^Brittannica, nza con moglie e figlio per Brusislle, ondo sottrarsi agli avversari che varrebbero gettarlo' in carcere per fifcrgli scontare la morte di un vecclhio bellimbusto ucciso in duello tredici anni prima a una cantonata di | Andra. L'anno appresso, ecco Law ifcfParigi, capitale' di un reame desolatio pieno di villaggi affamati fra le teiere incolte. E anche qui sarà il gioco | ad aiutarlo a trarsi d'impaccio e ad\aprirsi il var^p sino ai grandi. Ma a Versaglia regna madama di Maintenon, e Luigi XIV rimane sordo alle! proposte magiche di un finanziera protestante. Esacerbato, l'uomo risaie in berlina con una moglie bisbet^cache lo copre di sarcasmi e di insuMi, e inizia attraverso l'Europa una •periégfinazione di sette anni. Prima .meta, di nuovo, l'Italia. A Genòma una fortunata operazione di borsa teli frutta un milione e un ordine diVsi'ratto da parte della Repubblica, il Venezia piglia a pigione un palazzol A Firenze chiede udienza al Grandilca, che lo riceve in letto, infermo, 1 con al capezzale un secchio d'argento pieno di bottiglie di liquo- ,n. A Torino ò ricevuto da Vittorio Alncdeo, E a tutti vanta l'eccellenza de] siàim*, promette ricchezze e po|tenza. Vittorio Amedeo gli risponde ijnemenfe :' « Non sono abbastanza ricco'per rovinarmi ». Allora l'infa. ticàbile peVisa di fare il sriro delle ^-g d; Germania, in cerca di un sovrano che lo capisca. Ce ne sono trecontosessanta: possibile che nessuno g- Iastì C0BVincere, Ma per trovare-, filUtìfanfej Vnomo che %H occorre d(m.à fa Parigi, nel 1715," al i^dom^rden/mórte dei B<- v : Allora, di punto in bianco, è il trionfo. Padrone di un milione e seicento- mila sterline guadagnate in borsa, affitta un palazzo di Piazza Venderne, radunandovi i quadri e eli oggetti , ... . ^ T, .. fc , ,6& , d arte raccolti m Italia e reclutando- vi uno stuolo principesco di servi in livrea rossa : il cocchiere deve attaccare dieci volte al giorno per condurlo a tutte le conferenze che lo sollecitano presso i dignitarii del regno. Il 2 maggio 1716 grazie al favore accordatogli dal Reggente, la Banca Generale c fondata. Pochi giorni dopo vengono stampati i primi dieci milioni di biglietti da 10, da 100 e da 1000 scudi. Caterina si c rabbo nita, non lo insulta più. L'anno' appresso, tenuta a balia dal duca di Saint-Simon, prezioso manovratore fra gli scogli della Corte,. nasce la Compagnia d'Occidente per lo sfruttamento della Luisiana e si dà principio al 1(# deportazioni di sfaccendati e di Mànòn « per popolar le Americhe ». Nel 1719 la Banca diventa Regia. Comincia, cioè, la moltiplicaziono dei biglietti, di pari passo con l'ascensione delle azioni della Compagnia, che passano da seicento a dodici mila luigi e diffondono la follia nell'intera Parigi, dove tutti sono ormai milionarii. Law vien portato allo stelle, la Francia è sua... Ai primi di ottobre dell'anno seguente, la catastrofe è già consumata, con la stessa vertiginosa rapidità con cui si era improvvisata la fortuna. Le azioni non valgono più che un luigi, i biglietti non valgono più niente ; e davanti alle botteghe dei cambisti della me Quincampoix piene di folla minacciosa i gazzettieri satirici cantano : Francais, la bravoure vous manque, % Ycnis Stes pleins d'aveuglement Pendre Law avee le régenl Et vous emparer de la Iìanque Cefi l'affaire d'un moment! Non lo impiccano: ma la prudenza gli consiglia di mettersi in salvo. E il 18 gennaio del 1721 rieccolo a Venezia, dopo una assiderante traversata delle Alpi, con pochi zecchini in tasca, come la prima volta, e cinquantanni sullo curve spalle. La semplice vista della Piazzetta lo riconforta, col vinetto asprigno di una tranquilla malvasia, donde si gode la Fusta all'ancora e San Giorgio e la palla d'oro della Dogana. Italia, meravigliosa medicina ! Del resto non è solo: suo tìglio lo accompagna, eoi suoi vent'anni dissipati e la sua curiosità. E' Carnovale, di nuovo, e giureresti che le donno abbiano gli stessi occhi di brago dietro lo stesso maschere sinistro di vent'anni prima. Law compra due bautte, una per »è, una pel figliolo: e il sogno veneziano ncomincia, con le sue notti di Ridot-' to e squisita malinconia dei ritorni meditabondi sulle orme cancellate. Venezia non è forse la città ideale di tutte le decadenze? Con lui, due altri vinti si mescolano oscuri alla folla noncurante: Carlo Edoardo d'Inghilterra e il cardinale Alberoni... Ma, prima di abbandonarsi del tutto, Law tenterà un ultimo viaggio a Londra, dove lo attendono ringhiosi gli «cartafacci-degli avvocati, sudanti a districare dal groviglio dei processi un'ombra di patrimonio, per risparmiare a Caterina il calvario di una vecchiaia desolata. E Venezia non lo rivede se non nell'inverno del 1726, ancora di Carnovale, affinchè le tavole della bassetta e il Monte di Pietà possano ancora rimandarselo ironiche a vicenda, come due giovani cortigiane un vecchio barbogio. Le ultime notizie di Francia gliele porta Montesquieu, che aveva sparlato di lui nelle Lettres l'ersaiics, ma cui Law non serba rancore. E muore per aver preso freddo uscendo dal Ridotto all'alba, dopo aver vinto il denaro per il sarto e per la legna, il 21 marzo 1729. A poco meno di un secolo di distanza, nel 1808, nn maresciallo dgnntsv di Francia, Alessandro di Lauriston, governatore generale di Venezia in nome del Bonaparte, ritrovate le ceneri del prozio avventuroso e dimenticato, le fa comporre, come tutti sanno, in un sepolcro degno del nuovo lustro della famiglia, in San Moisè : HONOW BT MEM0B"E JOANNIS LAW EDIMBURGENSIS , REGI GATXIAIHJM AERAMI PRAEFECTI CLARISSIMI... Un pugno di cenere. CONCETTO PETTINATO.