I laburisti e l'opportunismo elettorale

I laburisti e l'opportunismo elettorale I laburisti e l'opportunismo elettorale La seconda giornata dei Congresso di Blackpool Londra, 4, notte. Oggi, al Congresso laburista di Blackpool, non appena apertosi il dibattimento sulle diretti ve del nuovo programma, si è prospettato il solito caleidoscopio di dispareri, che è sempre stata la croce del partito laburista, al di sot to delle sue apparenze di unità. Mac Donald e gli altri caporioni della vecchia guardia, fortificati dalla mansuetudine del Congresso tradu nionista di Margate, si sono contenuti di fronte al riemergere delle escandescenze caleidoscopiche, atteggiate a liti in famiglia, esatta mente come si contennero in passato, lasciando che 1 guastamestieri dottrinari si sfogassero a loro piacimento, e poi chiudendo loro la bocca col tappo procedurale. Saltante c obbiettivi ImntedlitU L'esito è che ti Consiglio esecutl vo del Labour Party e il gruppo parlamentare laburista hanno ricevuto stasera dal Congresso il formale incarico di redigere il nuovo programma elettorale del Partito in base ai criteri della vecchia guardia di MacDonald, ossia di non spianare la strada al socialismo, ma soltanto nell'immediato proposito di adescare l'elettorato, e strappare collegi ai conservatori e ai liberali L'idealismo è stato esplicitapteti'te messo da parte dai progettisti del programma laburista per le nuove elezioni generali, quando esse avverranno, vale a dire non più tardi dell'autunno del 1929. Il principio confesso dei progettisti è che, per il momento, non bisognerà sbandierare « se non obbiettivi Immediati ». Questa formula può ridursi ad una sola parola, che tutti capiscono: opportunismo. I liberali naturalmente stanno cogliendo al balzo la tendenza opportunistica affermatasi a Blackpool. Essi in verità sono tutt'altro che contenti di ciò che ebbe a dire l'exministro Roberts nel discorso inaugurale di ieri, particolarmente 1n rapporto alla politica estera. Per esempio, leggiamo oggi sul Daily News una certa apologia di Chamberlaln, in antitesi col verbo presidenziale di Blackpool. Similmente i liberali non possono mandare giù la pillola della famosa sovratassa che dovrebbe colpire le rendite superiori alle 500 sterline. Essi rimangono dispostissimi a servirsi dei laburisti, ma non a lasciarsi falcidiare di soverchio i giusti introiti, e quantunque inclini essi pure a stanziare fondi per provvidenze sociali di ogni sorta, non vedono come II bilancio, già Ipertrofico, debba essere accresciuto in ragione di quegli 85 milioni di, sterline, che. secondo 1 finanzieri laburisti, rappresenterebbero 11 gettito della nuova sovratassa sui rentiers. (Questo è il calcolo. Quanto poi alla realtà, la prima cosa che accadrebbe sarebbe che la miriade di rentiers tenterebbe di prendere il volo, e tutta la City si trasformerebbe in una crisi irresistibile, come accennò a fare quando salì al potere MacDonald, i cui atti iniziali furono sforzi erculei per rassicurare la City, e rabbonirla). Ma i liberali, ad onta delle divergenze sulla politica estera, nonché sul piano finanziario che i laburisti si accingono ad offrire all'appetito degli elettori di piccolo calibro, non abbandonano la speranza di collaborazionismo, poiché non è mai Impossibile collaborare a proprio profitto con un partito il quale solleva a Blackpool l'incontestabile stendardo dell'opportunismo. Resta a vedere se lo stendardo potrà essere tenuto ritto nell'eventualità che esso procuri al La.bour Party sia una maggioranza assoluta nella futura Camera de! Comuni (scarse probabilità), sia un numero di seggi sufficienti per l'andata al Governo in condizioni analoghe a quelle del 1924, ossia contando sull'appoggio tacito od esplicito del gruppo liberale. In quella occasione MacDonald cadde al decimo mese, non tanto per la gelosia del gruppo liberale,- quanto per le costanti compromissioni a cui vennero esponendolo gli Idealisti, i teorici e gli estremisti di parte sua Tutti costoro hanno fatto riudire la loro voce stridula anche oggi a Blackpool, durante il dibattito sull'ordine del giorno, che incaricava la vecchia guardia di redigere il nuovo programma elettorale a suo piacimento. MacDonald, che ha preso la parola immediatamente per Illustrare l'ordine del giorno, ha detto che il nuovo programma non dovrà essere e non sarà « sensazionale ». Esso tratterrà anche delle grandi questioni fondamentali, le quali però non potranno risollevarsi, sinché la società non possegga l'intelligenza ed il volere di risolverle. Per adesso sarebbe meelio non formulare nemmeno un programma ufficiale, ma come « petit oller » si credo necessario formularle, perchè la sua assenza darebbe 1a stura ad una fungaia di programmi non ufficiali, che rappresenterebbero il maggiore male. Ora. p»r compilare il nuovo programma ufficiale, si ricorrerà all'enciclopedia dei programmi del passato, cavandone quei brani che. nel frattempo, non sono morti, ed accoppiandoli a criteri attuali, in merito a certe questioni concrete del giorno. TI risultato sarà molto voluminoso. Il dibattito tra onderai! • estremisti II tempo per questo «opus magnimi » non mancherà, dato che MacDonald ha dissentito subito dal vaticinio, lanciato ieri da Roberts, che avremo le elezioni generali nel 1928. No: il Governo conservatore si terrà afferrato al potere come una ostrica, sino al termine automatico della legislatura, cioè a quasi tutto il 1929. Naturalmente MacDonald si è diffuso sul difetti e sul visi del Ministero. Le lotte elettorali si fantri o o non si tanno. Le voci stridule si alzarono non appena il rea dar sedette, n vecchio Lanebory, vke-t*s- srmlctrtdnvtgtpirnlccdbtpnmnsltsddcmssElrsdmBdlstmpgIgntmvnialgoepdSccdlFpalszs1ovu o i l e - sidente del Partito, si levò a perorare in favore della realizzazione immediata del socialismo, contro le colende greche, che rientrano nei concetti macdonaldiani. Poi la deputa* tessa Wilkinson proclamò che occor» re un programma audace, altrimenti le classi lavoratrici mancheranno di ogni richiamo. Segui il comunista Polliti, inai, nuatosi nel Congresso per via traversa. Egli denunziò gli intendimenti programmatici della vecchia guardia, come spogli di ogni attrattiva. — I caporioni laburisti si propongono evidentemente — lamento' ; il Pollitt — di tornare al potere carne Governo di minoranza, puntellandosi sull'appoggio liberale, e facendo cosi un'altra frittata. I loro criteri sulla crisi mineraria rispondono semplicemente a quelli del liberale sir Herbert Samuel e di molti altri capitalisti. MacDonald e compagni — terminò Pollitt — non «sano nè anche più pronunziare fi termine socialismo. Questo sembra tTfa* nito dal loro dizionario. Replicò il moderatissimo Henderson, il più costituzionale dei politisi laburisti. Egli dichiarò che le direttive laburiste non sono state travisate tanto dagli avversari, quanto da certi correligionari, che nanna disseminato confusioni e vespai. Perciò è ora indispensabile un programma ben definito. Interloquì subito dopo 11 deputalo scozzese Maxton, che presiede il cosidetto Tndependent Labour Party. Egli spezzò una lancia per il socialismo a fondo. « Inalzate la bandiera socialista chiaro e netto — egli sostenne — e le moltitudini vi manderanno per una volta tanto alla Camera in grande maggioranza! ». Dovette intervenire il riformista Bevine, segretario del Sindacato dei lavoratori portuari e affini,- un uomo che parla senza peli sulla lingua. Egli trattò da visionari i socialisti puri. Questi ignorano che tra i tradunionisti figurano anche molti operai conservatori, e non capiscono la mentalità delle masse inglesi. Il loro idealismo è un incubo. Il programma che ci vuole deve mirare a obiettivi immediati, senza bagagli di frasi pedantesche. Se si andasse agli elettori coi criteri di Lansbury-oppure di Maxton, senza nè anche parlare di Pollitt, la sconfitta sarebbe immensa. Il segretario minerario Cook tentò di ribadire le perorazioni estremiste; ma l'on. Thomas insorse e 10 pose a tacere. Da ultimo Mae Donald riassumeva il dibattito dicendo che Pollitt conosce rutti 1 mezzi per perdere le elezioni, e Che Maxton approverebbe soltanto : un programn-a eteso di proprio pugno. & ques;j punto la maggioranza reclamò la chiusura, quantunque le voci stridule avessero presentato una serie di emendamenti all'ordine del giorno. ii Gli emendamenti non sono ammessi dalla procedura in corso », dichiarò il presidente Roberts; e l'ordine del giorno passò automaticamente La deplorazione dalla fucilazioni di Mosca Il rimanente della seduta venne impiegato in battibecchi sporadici, uno dei quali scoppiò allorché i delegati comunisti Indussero il Congresso a levarsi in piedi, in atto di omaggio verso la memoria di Sacco e Vanzettl. Subito poi l'on. Thomas proponeva che il Congresso tacesse un tributo analogo alla memoria delle recenti vittime del Governo del Sovieti. Uno scambio di invettive accese l'Assemblea. Il presidente troncò la scenata, dando la parola a un delegato estremista, che voleva parlare della politica inglese in Cina. Fu una nuova occasione per il caporione comunista Pollitt, il quale accusò addirittura di imperialismo larvato la vecchia guardia laburista. Thomas e Mac Donald lo rintuz- ' zarono acerbamente. I comunisti, presenti tentarono alla fine di indurre 11 Congresso a deplorare l'attitudine ostile assunta dal Consiglio esecutivo del Labour Party contro le recenti fucilazioni di Mosca. Il Congresso, ad enorme maggioranza, approvo invece l'atto di deplorazione ufficialmente compiuto dagli organi ufficiali in quella drammatica circostanza, I lavori proseguiranno domani. MARCELLO PRATI. Direttissimo miracolosamente arrestato sull'abisso Londra, 4, notte. Per puro miracolo un direttissimo, partito stamane da Aberdeen, in Iscozia, alla volta di Londra, non precipitò in un viadotto alto più di sessanta metri. II viadotto si trova ad una ventina di miglia al sud di Aberdeen. 11 direttissimo viaggiava a grande velocità, nelle tenebre che precedevano l'alba. Giunto presso il viadotto, il convoglio deviò, e la macchina, insieme coi carrozzoni di testa, andò a cozzare contro il parapetto del viadotto. Il parapetto si infranse; ma per fortuna il macchinista riuscì ad applicare in quell'attimo medesimo il controvapore. Cosi la porzione anteriore del direttissimo rimase pencolante sul margine del viadotto, nel quale si era apèrta una profonda, gola. I passeggeri se la cavarono con un quarto d'ora dì terribile spavento. I ferroviari cecoalovacchl , minacciano lo sciopero _ Praga, *, notte.' Suited^BBf ulsu'.dega elementl.'-coriiti» nlsti, 1 ferrovieri cecoslovacchi sono venuti a trovarsi in conflitto col Governo, conflitto dal quale probabilmenre deriverà lo sciopero. Sebbene non si sia perduta la speranza di raggiungere all'Ultimo momento un arcordo, fl ministro dell') ferrovie dichiara di avere gtà. preso tutte le misure per assicurare & traffico.

Luoghi citati: Cina, Londra, Mosca, Praga