Solenne processione a Collegno con l'intervento del Cardinale

Solenne processione a Collegno con l'intervento del Cardinale Solenne processione a Collegno con l'intervento del Cardinale con Cardinale Le monache, 500 ricoverati, gli infermieri » La signora CaneHa con la torcia — Le povere faccie convulse dietro le inferriate dei finestroni. Nell'antica Certosa di Collegno, hai «bruto luogo, ieri nel pomeriggio, una| issolenne funzione religiosa con l'intervento di S. E. il Cardinale Arcivescovo Idi Torino. Dell'antico convento dei certosini (ora adibito a Manicomio) non si è conservato che la facciata in ìstile barocco, l'atrio, il chiostro col suo colonnato dorico, un grande salone ornato di affreschi ove i padri ricevevano in quei tempo le personalità, e primo Ira tutti S. Mi il Re Carlo Alberto, il quale tutti gli anni, nel giorno della SS. Annunziata, si recava al convento di Collegno, ed infine la chiesa dove si ammirano ancora i magnifici affreschi che ne adornano la volta. Nei sotterranei si trovano le ultime tombe dei Cavalieri della SS. Annunziata, poiché la chiesa, dedicata alla Vergine godeva di quel privilegio. La Provincia adibendo l'antico convento a ricovero dei dementi, costruiva in seguito locali adatti, nel luogo ove sorgevano i piccoli padiglioni dei certosini. All'entrata del Manicomio l'attenzio ne di tutti si volge al guardiaportone vestito in gran gala: tricorno, frack bosso e il grosso bastone dal pomo S'argento. Nell'interno del grandioso edificio si nota un'insolita animazione. E' presente il Consiglio di Amministrazione al completo : il Presidente generale grand'uff. Chiappirone, ed i con6iglieii: comm. Sacco-Oitana, comm. Motta, comm. prof. Molinai*] e comm. prof. Vecchia; del Corpo sanitario dell'Istituto: il direttore comm. prof. Rivano, il comm. prof. Bellini, e il comm. prof. Marro; e dell'Amministrazione il direttore comm. Cerotti, il comm. Argan, il cav. Raimondi, il cav. Talladini e il geom. Demicheli. Numerosi sacerdoti si uniscono al Rettore spirituale del Manicomio di Collegno don Flavio Glraldi e al di lui fratello, rettore del reparto di Torino, don Giovanni 'Giraldi e cioè: mons. Oliva, mons. Botano, il canonico Balma, il can. Passera,, il can. Converso, il can. Migliorerò, 11 teologo don Squassino, il teol. Porporato, il teol. cav. Suppo, il teol. Prelato, il teol. cav. Facta, e don Tallandini. Nel cortile attende la musica del Manicomio, costituita per la maggior parte di ricoverati e per il rimanente di infermieri. Quella Banda È molto bene addestrata e viene richiesta assai spesso per le cerimonie, specialmente di 'carattere religioso, che si svolgono nel Comune di Collegno. Essa non sembra Composta di ammalati, ma nella loro bella divisa, tutti appaiono individui normalissimi. Uno stuolo di suore con la loro superiora, molti infermieri, infermiere e serventi, coi candidi grembiuli, e dietro di loro un numero stragrande di ricoverati e ricoverate: cinquecento circa. Giungono alla spicciolata autorità ed invitati: il Podestà di CoMegno barone dott. Antonio Cavalehini-Garofoli accompagnato dal fratello barone Emilio, aiutante di campo di S. A. R. il Duca di Pistoia, il comm. iChazzelet, la contessa Margherita Marengo-Suant, la signora e sig.na Villarey, la signora del prof. Tirelli, Maria Pierazzi, e molte altre. I viali del giardino sono tutti gremiti. Le campane della certosa suonano a festa, uno squillo di tromba richiama l'attenzione di tutti e l'automobile : di'S. E. il Cardinale Gamba si ferma 'sotto* l'androne. Il portone viene subito chiuso con non poco disappunto della folla adunata sulla piazzetta. La Banda suona la Marcia Reale. Il Presidente generale Chiappirone ed i consiglieri, il Podestà, il comm. Rivano e le altre autorità accolgono il cardinale Che sorridente si avvia insieme a loro e, attraversato il primo ed il secondo cortile, entra nella palazzina della Presidenza. L'eminentissimo ospite è ricevuto in una sala dove, per cura del generale Chiappirone, sono radunati in autentici scaffali dell'epoca i bellissimi vasi di porcellana, (e sono numerosissimi) che padre Bottalino aveva raccolto nel '700 nella farmacia della Certosa. Il Cardinale rivolge parole di lode e di compiacimento al Presidente, all'amministrazione, al corpo medico ed alla superiora delle suore, per le cure messe nell'alleviare le pene dei ricoverati, poiché — egli aggiunge — cgRsmstpLpednpcSsuiilcgicdetingvstsdvvqlr*hcdticprCdpsuddlogiqgarlccqcsifmilassunn «non vi è alcuna malattia fisica clic ispiri tanta pietà, quanto quella che o e i — colpisce la mente ». S. E., accompa gnata dalle autorità e preceduta da! Rettore don Flavio Giraldi e dagli altri sacerdoti che hanno indossato i paramenti sacri passa poi nella bella chiesa dove all'aitar maggiore ardono una teoria di ceri II Cardinale, rivestiti i paramenti sacri, entra nel presbitero Le monache con le torce accese occupano i primi banchi, poi le autorità, ed infine, dietro il cancelletto, la turba dei ricoverati e degli infermieri. Ma non tutti hanno trovato posto nel tempio. Dall'altar maggiore i turiboli lanciano nugoli d'incenso, i cantori (la Scola Cantorum di Collegno è composta anch'essa di ricoverati) intonano un salmo, e la processione si avvia Precedono i chierici, poi i sacerdoti in cappe rosse e violetto, quindi viene il baldacchino, sorretto da quattro ricoverati, sotto il quale il cardinale regge il Sacramento. La musica suona, il corteo si snoria sotto il porticato de] chiostro attraversato da festoni di verde, da drappi e da bandiere tricolori, ed il canto dei sacerdoti è ripetuto da tutti. Lungo il percorso passano come in una fugace visione grandi finestroni, protetti da robuste inferriate e aggrappati a quelle si notano faccie convulse di disgraziati, le cui condizioni sono tali da non permetter loro di partecipare alla processione. Una breve sosta si ha a mezzo di un porticato dove un piccolo altare è stato improvvisato. Il cardinale si inginocchia, si volge lentamente, e benedice tutta quella gente che a testa china attende la grazia più grande: quella di guarire 1 Un signore che ci 6ta vicino ci dice: * Lo scorso anno a questa processione ha preso parte il o ricoverato », quello che ha fatto e fa ancora tanto parlare di 6è ». Quest'anno quell'uomo non è presen te a questa cerimonia, ma a ricordarlo, in prima fila fra le signore, ve n'è una che regge una grossa torcia e le cui pallide labbra mormorano un'ininterrotta preghiera: è la signora Giulia Cartella. Compiuto il giro del porticato, il cardinale, i sacerdoti, le autorità ed una parte dei ricoverati, ritornano in chi<; sa. Noi assistiamo alla cerimonia da una finestra che si apre sul coro e cioè da un reparto di maniache. Alcune delle ricoverate guardano con interesse le luci che segnano punti d'oro nella oscura navata e accendono vividi bagliori sull'oro dei paramenti sacri. « Sia fatta la volontà tua », cantano i sacerdoti. Le ricoverate ripetono quella frase, chinando il capo, rassegnate al loro triste destino. Il cardinale parla; ringrazia tutti, autorità e clero per l'iniziativa di cerimonie religiose che portano un sollievo a tutti gli oppressi, e chiama su] capo di tutti la divina benedizione. La cerimonia, veramente suggestiva in quel luogo di dolore, è finita, ma il cardinale non 6i allontana subito: egli si interessa vivamente di tutto quanto il gen. Chiappirone gli dice circa il funzionamento del vasto istituto, delle migliorie apportate e di quelle che ha in animo di attuare per sollevare, nel limite del possibile, gli sventurati, per alcuni dei quali il Manicomio rappresenta ormai tutto il loro mondo. Nella sala direttoriale, trasformata in sala da pranzo, ha avuto luogo ieri una colazione alla quale parteciparo no col presidente, il Consiglio d'animi nistrazione, il direttore ed 1 medici del Manicomio, ed i sacerdoti dei Comuni collegali a Collegno. Il presidente gen Chiappirone pronunciò nell'occasione un elevato discorso, al quale rispose il parroco di Collegno teol. Converso, congratulandosi per le benefiche opere, introdotte, mercè l'interessamento del presidente e dei consiglieri, nel Manicomio. Nella 6tanza vicina, sua abituale residenza da oltre sei mesi, si trovava l'uomo di Collegllo, vigilato da tre agenti di P. S. e da un infermiere. Molti sguardi, anche involontariamente si volgevano alla porta, che sola impediva di vedere l'individuo attorno al quale si è scatenata una cosi appassionante battaglia.