I nove comunisti di Asti condannati dal Tribunale Speciale

I nove comunisti di Asti condannati dal Tribunale Speciale I nove comunisti di Asti condannati dal Tribunale Speciale pa12 a 4 anni - La vigilanza speciale a 6 degli imputati Roma, 23, sera. Nelrudtenza di stamane del Tribunale Speciale, che si è iniziata alle 9,15, è continuato il processo contro i nove comunisti di Asti. „ .Le tre «cellule* astigiane E'" proseguita la sfiata dei testimoni. Il capo manipolo della milizia, Lui^i Bossano, che prese parte all'operazione per la. sorpresa e l'arresto dei comunisti, deponi: su circostanze già lumeggiate dai precedenti testimoni. Aggiunge che indosso al Comune, quando iu perquisito, venne rinvenuto un cale-ndaTietto nel quale era¬ no scritti tre som.: Lenin, Rosa Lu-Ixemburg e Friedmann. Il Comune, interrogato in proposito, dice: — I nomi corrispondevano alla denominazione di tre cellule comunista esistenti in Asti, Il presidente chiexte quindi al teste: — Che impressione ebbe del Comune? — Che fosse veramente consapevole di quello che egli dicerva, tanto che mi raccontò tutti i casi suoi per filo e per segno. — Come fu trattato ta caserma li Comune? — Benissimo, tanto che non cessava di rlngrazlaTml. — E Carretto è conosciuto ad Asti? — Per quanto mi consta, no. Però ad Asti si sapeva che vi era un individuo il quale faceva la spola tra Torino ed Asti quale porta-ordini del partito comunista. A domanda il teste afferma che 1*Aiertati è un pessimo soggetto, non Incline al lavoro e che ha dato sempre dispiaceri alla famiglia al punto ohe suo padre stesso invitò più volte 11 teste a condurre suo figlio in caserma per una severa lezione. L'Alciatl fu anche Indiziato come colui che l'anno scorso, in occasione del I.o maggio, aveva innalzato una grande bandiera rossa sullo stabilimento nel quale lavorava. Sempre a domanda il tes'e dice che non gli consta che TAcquaviva facesse propaganda attiva di partito. F. soggiunge: — Il Comune però mi affermava che quando epll riceveva le circolari comuniste si rivolgeva nll'Acquaviva per sapere come rispondere. P. M.: — Insomma l'Acquaviva sarebbe stato la mente dirigente. Lo sconosciuto di Torino II omrttiirione Giuseppe Accatino procedette al primo Interrogatorio del Comune ed assistette ad alcune perquisizioni nella casa dell'imputato. A domanda dice che le ricerche fatte in casa del rag. Acquaviva riuscirono del tutto infruttuose, in quanto non furo no rinvenuti nè documenti di partito nè opuscoli di propaganda. Agli Interrogatori era anche presente il maresciallo di P. S. Geremia Nardocci, il quale depone come già da tempo la polizia fosse a conoscenza dell'esistenza in Asti di una • cellula » comunista. Tutte le indagini però non ebbero esito sino al giorno 8 novembre in cui si ebbe notizia delle riunioni in casa del Gallo. Arrestato il Comune il 13 novembre, questi fece al teste le note confessioni. Presidente:' — Sa niente dell'episo dio della bandiera rossa? Teste: — Il l.o maggio 1926, io non ero ancora ad Asti, ma posso dire che la voce pubblica accusava del fatto l'Alciati. Questi, del resto, era noto co me un fervente comunista e più volte in perquisizioni da me operate in casa sua ho sequestrato giornali ed opusco li sovversivi. — Il Comune fece spontaneamente le confessioni T — Spontaneamente, dandomi minuti particolari. Non solo si qualificò per capo della f cellula » e per corrispondente dell'Unità, ma mi fece anche 1 nomi dei componenti la « cellula ». Mi dette inoltre i precisi connotati dello sconosciuto di Torino, che fu facile poi identificare. — Dopo l'arresto degli attuali lmpu tati vi è' stata in Asti distribuzione di alcuni manifestini? — Si, circa due mesi fa; ma roba da poco. A domanda del P. M. H teste dice che il Comune ebbe a dichiarargli al fresi che la mente direttiva del comu nlsmo astigiano era l'Acquaviva per quanto egli, figurasse solo tra le quinte. Non può" però precisare se anche l'Acquavtva fosse schedato come sov versivo. L'imputato Comune contesta al teste di avere fatto il, nome del Carretto, ma il capo manipolo Bossano, interrogato al riguardo, conferma che fu proprio il Comune a dare 1 connotati del Carretto.- La notte stessa il Bossano con alcuni militi st recava a Torino per informare della cosa il capo della Squadra politica dott. Palma e fare arrestare il Carretto, che però era assente da Torino. Un'Istanza della Difesa La deposizione dell'altro capo-squadra della Milizia Ernesto Cascioli non aggiunge nulla di nuòVò"alì«rircostan T.t gin noi»? Si apprende soltanto che, secondo ijuant" un salumiere rli Asti, certo Messa, ebbe a riferire ai teste, una adunata 6v\ comunisti di Asti ebbe luogo iu aperta campagna, sulla strada tra Asti e Pwta-»omaro. La riunione era presieduta dal rag. Acquaviva Sulle disposizioni iirinaTtitp da! comando della Legione dalla Milizia di Asti per Identificare ed arrestare i compo- no, alutante maggiore della Legione A scarico dell'imputato Carretto depone il teste Giovanni Cortese, il quale dice che, trovandosi degente nell'ospedale di Asti nella prima decade del settembre del 1926, ebbe una visita del Carretto, parente di sua moglie. Esclude che la visita possa riferirsi al novembre dello stesso anno. Esaurite le ' deposizioni testimoniali 11 difensore d'ufficio del Carretto avvocato Martorelli del Foro di Asti pra senta al Tribunale formale istanza perché siano citati a deporre due nuovi Itesti: il dentista dott. Zavattoni e la ò l o l a o i a 3 e n e o o e a o e ti r n 1 Mi o oi u di a ce l u er ne v e a o o rra e a n signora Bertazzoni, entrambi di Milano, i quali dovrebbero deporre su circostanze che 11 difensore ritiene atte a provare che il Carretto, la sera dell'8 novembre 1926, non poteva essere ad Asti trovandosi a Milano. In via subordinata chiede lo stralciò del processo a carico del Carretto. L'avvocato militare Ciardi fa rilevare che la deposizione del testi richiesti non potrebbe dire nulla di sicuro sulla reale presenza del Carretto a Milano, mentre due capisquadra della Milizia confermano ai avere visto il Carretto- stesso ad Asti la sera in discussione. Pertanto chiede al Tribunale di respingere in pie no l'istanza e di ordinare il proseguimento della causa. Il Presidente dichiara che il Tribù naie farà conoscere la sua decisione in merito, nella ripresa pomeridiana. La requisitoria Quando alle 15,10 si riprende l'udien za il presidente generale Freri, rifependosi alla richiesta della difesa del Carretto, comunica di avere inviato ieri stesso a Milano un ufficiale dei carabinieri specializzati coll'incarico di compulsare i registri del dentista dott. Zavattoni, ohe ebbe in cuna la moglie del Carretto e che avrebbe dovuto deporre come il Carretto stesso avesse accompagnato la moglie nel suo gabinetto dentistico la sera dell'8 novembre 1926. L'ufficiale dei carabinieri inviato espressamente a Milano ha telegrafato di avere compulsato attentamente i registri del gabinetto dentistico, ma di non avervi trovato traccia alcuna delle cure ricevute dalla moglie del Carretto posteriormente al 20 ottobre 1926. Il dott. Zavattoni. interrogato, ha dichiarato dst non ricordare che la donna fosse stata da lui curata anche dopo quest'ultima d'ala, sdaccpilvnilndfumnlccac3gcitsandpoierfifrssggEarDopo ciò prende la parola l'avvocato ntt-HoT-e comm. Ciardi. Egli dopo avere tracciato a grandi linee i propositi d1 sovvertimento sociale che sono del programma comunista e l'attività specifica di detto parlilo in Italia, specie jwj periodo turbinoso del dopoguerra, dice che le prove di questo processo sono state pienamente raggiunte, on de non vi può essere dubbio sulla col pevplezza degli imputati. A qualificare 41 grado di responsaMlità del Comune basterebbero le sole ammissioni da lui fatte nel dibattimento orale, ma ancora più gravi sono le confesstòrtì da lui fatte nel corso dell'istnittoria. Il Comune ha descritto la vita ed il funzionamento della «cellula» comunista di Asti e ne ha indicati gli adepti. uìSEr0? esamina quindi le responsabilità, degli altri imputati al lume delle risultanze processuali. Soffermandosi sulla particolare posiz'?.r'e del rag. Acquaviva, l'Avvocato .Militare si dichiara profondamente convinto della reità dell'imputato, che definisce la mente direttiva dei comunisti astigiani, l'uomo di fiducia che certamente era in rapporti con i centri direttivi esistenti a Milano ed a Torino. Il P. M. conclude per la responsabilità di tutti gli imputati e chiede che per i reati loro addebitati di cospirazione e di 'incitamento all'odio fra le classi, essi siano condannati nella seguente misura: Giorgio Carretto, Mario Acquaviva e Comune a 12 anni e 6 mesi di detenzione, 1000 lire di multa e 3 anni di vigilanza speciale; Giuseppe Alciatl a 7 anni e 6 mesi di detenzione, 1000 lire di multa e 3 anni di vigilanza speciale; Alberto Gallò, Alessandro Chiesa, Giuseppe Cavatore, Pietro Voglino e Saracco a 4 anni e 6 mesi di detenzione e 1000 lire di multa. La sentenza Dopo le arringhe dei difensori, aw. Barbaresi per il Cavatore, avv. Mai torelli per il Carretto e per gli imputati minori Saracco, Chiesa, Voglino, Alciafi e Gallo, e avv. Grassi del Foro astigiano per il rag. Acquaviva, il Tribunale, alle 19,30 si ritira e rientra alle 21. Il Presidente legge la sentenza che ritiene responsabili tutti gli imputati dei reati loro ascritti, fatta eccezione per il Chiesa, il Voglino e il Cavatore che vengono assolti dall'imputazione di incitamento all'odio di classe, per insufficienza di prove, e stabilisce le seguenti pene: Carretto, condannato a 12 anni e 6 mesi di Menzione e 1000 lire di multa; Comune ed Acquaviva, condannati a 8 anni e 6 mesi di detenzione e 1000 ire di multa; Alciati e Gallo a 6 anni e-6 mesi di detenzione e 1000 lire di multa; Saracco a 5 anni e 6 mesi di detenzione e 1000 lire di multa; Chiesa, Voglino e Cavatore a 4 anni di detenzione. La sentenza commina poi, a tutti gli LpalttmlCdtggchmitcnmtsIfLtlQtprs, , , e oa nti o-ii imputati. 3 anni di vigilanza speciale, tranne al Chiesa, al Voglino e al Ca- smcDnprnrlgDllS