Un Congresso di eccezione

Un Congresso di eccezione Un Congresso di eccezione r o a ù e , i o n Parlo del Congrosso internazionai'dì Fisica, che, dopo una settimana di fervido lavoro a Como, si è concluso con una breve sosta all'Ateneo pavese con la celebrazione voltàana In Campidoglio. E' un Congresso che può ben dirsi d'eccezione perchè ha riunito sulla sponda del Lario, oltre il gruppo dei fisici italiani, alcune decine di fisici stranieri costituenti una « élite » scientifica quale da molti anni non era dato di vedere unita in concorde lavoro. Non faccio nomi perchè 11 privilegio del più valorosi scienziati consiste nel avorare fecondamente, ma nelVombra più che discreta dei propri laboratori. Il meraviglioso decano tra quelle deine di fisici, l'olandese H. A. Lorentz, venuto ad onorare 11 nostro Volta a pochi anni dalle onoranze mondiali che lui furono tributate nell'occasione del suo collocamento a riposo per limiti età, non giunge alla fama di un qualunque sorittorello di romanzi. Ma se dirò che in quelle poche decine di fisici eran raccolti una mezza dozzina di premi Nobel (di questi premi si che il pubblico ha sentito parlare), mi sarà permesso affermare che il Congresso dei Fisici in Como fu un Congresso d'eccezione? La caccia all'atomo H. A. Lorentz, nelle parole di commiato rivolte a Como ospitale, ha segnato in poche, felici frasi il carattere della fisica d'oggi:' « Voi, on. Podestà di Como, avete visto con quale interesse i fisici hanno seguito i lavori del Congresso. Voi avete visto che i fisici non arretrano dì fronte a nessun problema; oggi essi osano penetrare nell'atomo. Forse questa curiosità è indiscreta, essa disturba l'atomo, ma i fisici vogliono essere indiscreti, vogliono conoscere l'atomo». La fìsica di questi ultimi anni 6 Infatti dominata dalle assillanti ricerche sulla costituzione della materia, e il Congresso volti ano ha necessariamente subito l'influenza di questo indirizzo. Se l'esperienza non avesse ripetutamente dimostrato che ricerche cosi nettamente speculative sono nel modo più imprevisto fonte delle più eleganti applicazioni pratiche, verrebbe voglia di giustificare l'indifferenza con cui il pubblico rimunera l'attività dei fisici. Nacque negli ultimi anni del secolo scorso la teoria elettrica della materia e subito si mostrò estremamente adatta a raccogliere e coordinare 1 fatti allora noti. Attraverso fasi successive questa teoria si fermò sul concetto che la struttura atomica dovesse venir riserbata all'elettricità positiva e negativa. Atomi di elettricità positiva (protoni) ed atomi di elettricità negativa (elettroni) costituiscono, opportunamente raggruppati, le varie specie di atomi materiali necessarie per dar ragione dei numerosi corpi semplici ottenuti dalla chimica. Questa teoria appassionò i filosofi a cui non parve vero di discutere della costituzione e dell'unità della materia sulle basi fornite' dai fisici. Ma questa teoria appassionò anche più 1 profani che videro in essa rivivere il vec chio appassionante problema degli al chimlsti. Poiché atomi materiali d corpi diversi si differenziano solo pel numero e la disposizione delle cariche elettriche positive e negative che 11 costituiscono, è possibile immaginare la trasformazione di un atomo in un altro; l'esempio, ci è dato in natura dalle cosiddette trasformazioni radioat tive : ma perchè non sarà possibile re golare a nostra volontà questi feno meni atomici e vedere il mercurio cam biato in oro, o (poiché si tratta di la vorar d'immaginazione) il ferro mutato in platino, o l'azoto In carbonio e ma gari in diamante? >amripunfiveununzistIncoziforecespnprTteMupcimlalobzsprivfierrgtfcsdmuossmbmmbltspdgnlclrtnt o e gari in diamante? Ma fino ad oggi, e nulla di nuovo stilt'argomenito fu detto a Como, è sol tanto assicurata la possibilità di otte nere idrogeno dall'azoto, e in quantità cosi minima e a tal prezzo, che gli azionisti delle odierne fabbriche di idrogeno possano dormire tranquilli E dormano pure tranquilli gli azioni stl delle miniere di mercurio, ma per la ragione opposta: non è per nulla si curo che si sia già riusciti, come ta luno ha affermato, a trasformare i mercurio in oro, sia pure in quantit; infinitesima. SI ripete insomma quanto avvenne una trentina di anni or sono per 1 diamante: Moisson riuscì ad ottenerti artificialmente, ma in cristallini cos piccoli e a tal prezzo da non aver^as solutamente influito sul mercato del le gemme. La nuova alchimia non ha ancora dpfle possibiliHà pratiche. Disgraziatamente la teoria elettine rteiTla materia, dopo il primo brillali tissimo passo (dovuto sostanzialment al Lorentz) venne a trovarsi in un intricatissimo ginepraio in cui si di batte ancora... malgrado il Congresso La necessita di giungere all'Inter prefazione e al coordinamento di un numero sempre maggiore di fatti, con una approssimazione sempre mas giore, ha suggerito successive radica li modificazioni a questa teoria elpf trica, fl.no a complicarla notevolmen te. Ma il più grave è che, in quest ultimi anni, ogni autore ha tentato di migliorare tal teoria per meg-lln adattarla a interpretare almeno un gruppo speciale di fenomeni. Sono co sorte tante teorie, tulle not.evolment complesse e tutte insoddisfacenti per che unilaterali. DI questa crisi della teoria elettro n.lca della materia si 6 avuta una lar ga eco nei lavori dpi Congresso Como, i quali però, non aimuneinn aoror.i I'niissnicalfl stintesi delle tenrparziali. Anzi, in questo Congresso una voce discorde ha addirittura osato sler. rare il suo ennesimo attacco contro la concezione dell'el-n'rone corno atomo costante e indivisibile di elettricità negativa. Risultarono invece meno discussi gli argomenti, pur cosi interessanti, di altri campi dalla fisica teorica, come ad es., il problema, einni fa predominante, della propagazione delle onde elettromagnetiche, in particola-tv. della luce, 11 quale costituì 11 perno dalla teoria della relatività. Le onde ultra-acustiche Ma insomma la bella fisica speri mentale di Galileo, di Volta, di Fara;. day non si a latta viva a Cornai V Cario fissici .ha Ift.aansaaiona chegrdbucpviscsflcnrctttddltctlalteddcvzC a a a l e a n a >a fisica teorica marci molto rapidamente, e si sviluppino più teorie che ricerche sperimentali. La ragione è presto detta: la fisica teorica si fa con' un cervello e con del buoni libri. La' fisica sperimentale si fa con un cervello, con del buoni libri e cori un buon laboratorio di ricerca. Oggi un laboratorio di ricerca per ben funzionare deva significare impianti e strumemt.i per milioni e milioni di lire. In conclusione la fisico' teorica è in condizioni di privilegio. Eppure essa non porla alla cognizione di nuovi fenomeni; nel caso più fortunato ossa riesce solo a coordinare quelli già noti e a proporre la ricerca di nuovi fa.ttl di cui il risico sperimentale dovrà poi confermare o no l'esistenza. Orbene la fìsica sperimentale, sia pur soverchiata dall'aristocratica sorella teorica, non ha taciuto a Como. Tra le varie comunicazioni di carattere sperimentale ricorderò quella di Millikan il quale tenta lo studio dt una nuova specie di radiazione, cha potremmo dire ultra X, che la natura ci offre sotto forma di un irraggiamento di origine cosmica che investa la terra provenendo forse fin dalie lontanissime nebulose. E ricorderò l'Interessante relaziona1 i Wood sugli effetti ottenuti dalle, vi. brazi.on.1 ^ltra-acustiche (300.000' vibrazioni al secondo) che da alcuni anni si riesce a generare con l'oscillatore pLezoelet.tri.co, e che, nei liquidi, corrispondono all'emissione di energia vibratoria meccanica che sorpassa per» fino il chilowatt. Che con tali dosi <M energia si riesca, come il Wood ha riferito, a sbriciolare un pesce o un ranocchio, a sgretolare un pezzo di ghiaccio, a emulsionare l'uno nell'altro due liquidi a contatto, è cosa chs fa un po' sorridere quando si pensi che un chilowatt è la potenza corrispondente al lavoro normale di una dozzina di uomini insieme. Dodici no* mini per stritolare un pesciolino sono un po' troppil Ma ricorderò che queste onde ultra-acustiche usate dal Wood* sono quelle stesse che hanno permesso di risolvere da qualche anno in' modo veramente spettacoloso il prò- • blema della determinazione pratica* mante istantanea della profondità del mare, il problema della ricerca del bassifondi, delle rocce che insidiano la navigazione: sono le stesse onde ultra-acustiche che permettono di smaischierare 1 sottomarini in agguato, e; perfino, di segnalare le urine che attendono la loro preda o ciecamente vai» gano fino ad Incontrarla. E infine ricorderò la brillante comunicazione del nostro Maiorana sulla telefonia senza filo mediante una speciale luce ultravioletta (la cosiddetta! luce di Wood) e le riuscitissime esperienze effettuate con questo metodo di telefonia tra Villa Olmo e l'Hotel Pll» nius di Como (circa due chilometri)* Non v'è chi non veda subito l'importanza pratica, specialmente a scopo militare di una tale telefonia ottica, invi, sibilo per l'occhio perchè questo è incapace di percepire le radiazioni ul-' tra violette. In piena fisica tecnica ci ha portai* l'affascinante problema trattato dal Boucheroi : l'utilizzazione delle differenze di temperatura tra i vari strati dell'acqua degli oceani, utilizzazioneJ termica e di forza motrice, che, proposta da qualche tempo e da varie parti, stenta ancora ad uscire dal campo utopistico per realizzare l'abbagliante" spettacolo di una zona equatoriale! (p. es. l'africana) in cut le condizioni di vita cittadina siano pari a quella della zona temperata. i , e v. o patari ahe Il contatto con la pratica Nè questa del Boucherot fu nel Cori» gresso la sola comunicazione di indirizzo nettamente tecnico. Non slama dunque noi fisici ancor chiusi nella» botte d'acciaio della ricerca pura senza» uno spiraglio che ci tenga in contatto! con la vita pratica. E il frequente rimprovero che in questo senso ci viene rivolto non è giusto. E" quasi sempre" impossibile una valutazione aprioristica dell'importanza pratica delle ricerche pure, sicché accade che indo» striali e mecenati ritengano in buona! fede di disinteressarsi di queste. Ma! la storia insegna da tempo che la ricerca teorica e l'applicazione praticai non possono marciare di pari passo. Per otto anni Volta fece saltellare] rane e leccò dischi di metallo, prima» che gli albori dell'elettrochimica additassero al mondo attonito i primi frutti pratici dell'opera voltiana. Per molti anni parvero inutili le divinazioni di Maxwell e le esperienze di Hertz a di Righi finché da queste non scaturì l'invenzione di Marconi; e molti anni trascorsero dalle esperienze di Bichardson e dei suoi allievi sull'effetto termoionico fino alla realizzazione della valvola termoionica ora impiegata a mille scopi pratici, basti ricordars la trasmissione e la ricezione radiotelefonica. E dalla scoperta di Wood del vetro di ossido di nichel capace di filtrare, dalla luce dell'arco a mercurio, una luce monocromatica ultravioletta intensissima, si va all'applicazione oggi diffusissima di questa lucei per la scoperta delle adulterazioni, delle falsificazioni, si va alla applicazione di tale luce alla telefonia ottica del Maiorana. E potrei continuare. Cooperaz'one internazionale! Infine un ammaestramento ci giunge dal Congresso di Como: Inglesi al Indiani, Americani e Giapponesi, e Tedeschi. Francesi. Russi, Italiani, abbiamo visto al lavoro mossi da UH nlco fuoco: l'amore per la Scienza, abbiamo udito l'invito di Cotica al fisici di tutto il mondo: nuovi mezzi perimenti li potentissimi saranno «nessi in opera l'anno venturo a Parigi; essi sono a disposizione degli studiosi $1 qualunque nazione. Ma se ora, sfuggiti alla malìa di quelle riunioni, ci sorprendiamo et mormorare ntestarneinte che i fisici di lingua Inglese e tedesca dominarono pel loro nunnaro e pel loro valore, e che la lingua italiana in suolo italiano fu la cenerentola, il pensiero di una cosi bella e proficua cooperaziona mondiale in nome della Scienza non addormenti lo stimolo ad aumentare e migliorare il contributo del nostro Paese. EMCIO PERUCCA. dalla, R, Scuola d'iDsesnertì al Twiaa

Luoghi citati: Como, Parigi