La voce dal tumulo

La voce dal tumulo La voce dal tumulo Dopo cent'anni, esiste un'attualità'! tie o e i a e l r e i e . e o e e o e e , , a n a B o e i a , , e e m i l rra a si«. a al oia amrie a al del Foscolo, per cui la sua arte, cosi ricca di plasticità e cosi densa di realismo, è più viva e feconda che inai. Tutto un intero secolo letterario, dal risolversi dell'Arcadia sino alle Primavere elleniche, sino anche alla voluttuosa ebrietà panica della Laus vitae, vive e vegeta entro la luce degl'insegnamenti foscoliani, come in una matrice fecondissima e possente. Dopo cent'anni, dopo tutte le false e spae sate rivoluzioni dal Carducci In po', non per la vanità di alcuni industriosi riecheggiamenti, bensì per un senso più vasto, più profondo, e parimente pacato, che di nuovo rifluisce nei concetti dell'arte c della poesia, par quasi che la nostra povera vita spirituale sino a ieri illusa di fecondare le larve degli ultimi romanticismi, vogilia a volo ancora innalzarsi verso un sublime artistico e morale, e rivivere antro il sorriso del nativo aer sacro. In un clima foscoliano. L'attualità quindi del Foscolo è cosa tutta intima e sostanziale, fuor d'ogni forma e d'ogni scuola, ben lontana dall'edonismo deli'uilitime esperienze estetiche, ma già esistenza e misura di civismo; ed è, potenzialmente, più con siderevole che quella, pur grand!» sima, del Leopardi. "Nell'arte di Ugo Foscolo, nata dall'humus robusto e fa race d'una cultura greco-latina-italica. e assai meno isolata dallo spirito della tradizione che quella solitaria e asso luta del poeta della Ginestra, noi già possiamo scoprirvi l germi, e le passioni, e gli ondeggianti lirismi, e i gusti per il bello ellenico, muscoloso e scultoreo, i quali tutti dovevano poi dilatarsi e di sè fecondare l'intero Ot tocento europeo. Perchè, come nell'Ortis e nell'altre meno note prose letterarie: dal Gazzettino del Bel Mondo ai Frammenti di un romanzo autobiografico, abbiamo, dopo qualche pagina del Baretti e del Gozzi, non soltanto gli esempi della nostra prima prosa veramente moderna, ma anche gli spiniti e le forme di quel dolore universale, di cui doveva sublimarsi tutto il romanticismo; cosi 1 discorsi sul testo del poema di Dante e sul testo del Decamerone, e 1 Saggi di critica sul Petrarca e sul Tasso fanno del Foscolo il nostro primo grande critico estetico, storico e psicologico. Infatti, se De Sanctis ci costringe a risalire sino al Vico, e il Carducci sino al Muratori, tutt'e due sono passati attraverso la critica foscoliana, già nata quando Giordani rettoricamente dflettavasi sulla Psiche. Perciò, in tutta l'opera del poeta del Sepolcri, già fermentavano, le tendenze che poi furono coscienza e carattere di un secolo, che giunge sino al D'Annunzio, e che risolveva i fervori romantici in un equilibrio classico, di là dalla vita, dov'è la sede dell'arte. E non solo, ma In un certo sentimentalismo del Foscolo giovanetto, quando nel piano di studi le, gesl accanto al nome di Omero quello di Ossian, accanto aliTAriosto il Rousseau, accanto al Tasso 11 Milton, accanto a Teocrito 11 Frugoni e 11 Pope : qua/rido, seguendo il Bertola, poneva mente agli autori stranièri, o accarez zava leggiadrie rolliane; può presentirsi certo accoramento e tono di sconsolatezza, che paiono annunziare la materia poetica leopardiana:1 Tutto si cangia, Tutto pere quaggiù! ma tu giammai, Eterna lampa, non ti cangi? mal? Pur verrà di che nell'antiquo vóto Cadrai del nulla, allor che Dio suo sguiMo Ritirerà da te: non più le nubi Corteggeranno a sera 1 tuoi cadenti Raggi sull'Oceano; e non più l'alha Cinta d'un raggio tuo Di più, nessun poeta prima del Foscolo, tolto che sia l'Alfieri, mostrò tanta adesività alila vita dall'arte, e tra questa e quella si concisa unità ideala da giustificare come e perchè la sua figura campeggiasse sulle passioni moderne. La classicità che fu del Monti e poscia del Pindemonte, fu nello spirito risonante del Foscolo sentimento profondo, energia di vita, grandezza che fecondava e reintegrava la coscienza, concordia suprema con l'ideale cittadino. Era essa classicità che fondeva nel suo animo il più passato lori, tano con la calda sostanza dei suoi giorni o amorosi o furenti o sdegnosi, tanto d'essere una forza operosa, e più ancora una vera e propria realtà. Inimitabile, quindi, per chiunque è la magnifica veste formale dei Sepolcri e delle Grazie, inquantochè non destinata ad esistere ohe in armonia con la religiosa sostanza, con la vita che le viene dall'intimo; quasi potrebbe dirsi ch'è una fantasia fatta attiva, animazione canora che a noi giunge non da una pura immaginazione, ma da quanto la coscienza stessa ha creato nell'uomo. In ciò, la classicità del Foscolo prima, e moderna, nella conciliazione del naturalismo con l'umanesimo. Di nanzi ai solidi rilievi, che le Grazie ci mostrano; dinanzi alle mitologiche bellezze trasfuse nelle realtà presenti; -dinanzi al nitore fidiaco con cui Foscolo trae dalla visione della bellezza antica il concetto altissimo d'un'arte supremamente civile, noi vediamo appunto come lo spirito del Foscolo appartenga all'età ch'è nostra, dopo che fu del secolo, in cui sembrò che l'arte perdesse grazia e serenità.. Perciò, non fu un annunziatore, solo perchè nell'ode All'amica risanata sorride quell'eterno femminino che fu il motivo dominante del più grande romanticismo europeo: Goethe e Heine, Byron e Shelley, Leopardi e De Mussot; nò perchè il suo spirito fu non chiuso entro i confini della patria, ma spaziò, vasto e ribollente, tanto da vivere nel clima degli HOlderlin e dei Novalis, del Rousseau e dei Chénier; e nemmeno perchè fu per noi, in sede critica, ciò che furono gli Schlegel per la Germania; ma piuttosto perchè, primo e solo, seppe conciliare e armonizzare una sostanza essenzialmente romantica, e fieramente vissuta, con quanto fu, ed è tuttora, l'eterno linguaggio della nostra gente, l'orma della nostra più salda civiltà ideale, nel tempo scolpita. Ed è da Foscolo, cioè da co trtistdeulevLclagècsGdaltdcstmdvSgdvcs-ctrfcszsvPJnmmevlpscliW et* man fera® M teismo H*oa4 iano, ma risalente con gli spiriti, at» traverso al Parini, alle foiiti più antiche e maggiormente pure della nostra lirica, che nascerà la liberazione del romanticismo Italiano, che solo * unico, tra gli altri opachi di morbosa letteratura, seppe salvarsi dagli equivoci dei filosofemi, e riattingere col Leopardi l'attica nudità dell'Infinito. Si salda, cioè, in Foscolo quella; chiarezza stilistica, che egli trasse dal» la più lontana sorgente di nostra lingua per immetterla nell'avvenire. Gli è che quella potenza di rilievo estetico, che fa di certe parti dei Sepolcri scenari mirabili d'immagini, e delle a o e e e ; a e e e n o n ò o l , , e e o o a o o Grazie veri e proprii frammenti lirici d'una solennità e ricchezza veramente? alessandrina, si fa con il tempo, dopò la sosta carducciana, sensualismo estatico, non soltanto nell'estrema poesia! dannunziana, ma anche nella filosofia; crociana, annichilendosi sino alla cosid-etta poesia pura, e relativa teoria. Cine la vita fantastica del Foscolo' trovasse gli spunti negli umori e nelle mode dei tempi, oltre che nelle vicende della sua esistenza amorosa e civile, è dimostrato dal tema stesso dèi Sepolcri; ma come tali spunti, in luogo di rimanere allo stato di cupe meditazioni melodrammatiche, o di rinverdire quel sentimentalismo r>etraxchesco, in cui oziarono le brutte poesie giovanili, venissero a sprofondarsi, -coma dice De Sattctis,- «nelle più intime regioni della moralità umana V« rfon può trovare risoluzione e misura! che in un classicismo naturale. In cui si riaffacciano gli echi delle lontananze più remote. Poco, per noi, Importa; sapere se la prima idea del Sepolcri venisse al Foscolo o dai Cimiteri del Pindemonte, o dal Canto notturno sul* la morte del Parnell, o dalle Notti del Joung, o dai Sepolcri del Hervey, o? non piuttosto da una elegia di Tommaso Gray; ma c'importa di vedere co. me i motivi, di cui si saturava l'artà e la poesia del preromantici, si elevassero, rinnovellati dal crogiolo dell'animo foscoliano, sino alla paganttH dei greci. E altrettanto 1 motivi auto» biografici, poiché tutta l'opera del Foscolo segue e s'innesta e si giustificai nella vita, rivelando, se ce ne tosse bisogno, l'unità ideale tra 1 sentimenti dei carmi e i sentimenti deU'£pistò< Iorio. Non ci meravigliamo, quindi, se tri 0 tono romantico, e talora enfatico, dell'Ortis, e la purità classica dei S«polcri e delle Grazie non *.i sia una! soluzione di continuità, uno stacco da mondo a mondo, un avvicendarsi di filosofie; e questi siano come la necessaria catarsi di quello, o la luce* l'eroismo della maturità; polche gli spiriti di tutta l'arte del Foscolo, anche di quella meno appariscente, nascono sempre da esigenze concrete, lai esuberanti e tribunizie, qua pacate «1 serene. Gli è che sotto il poeta freme 0 s'agita l'uomo; sotto la evocazione! obbiettiva urge e s'inciela la sofferenza della passione già consumatasi a bruciatasi nel suo stesso ardore. SO nelle pagine dell'Ortis lo spasimo è tanto presente, da tramutare la prosa! in un esaltato esercizio di vita, rivalimelo quel molto di cantabile e d'oratorio che l'empito trascina secai verso un ideale che sfugge Inquantochè troppo immediato e' agente nei Sepolcri tale spasimo non muta sorgiva, nè volge ad albio mète, soltanto è già divenuto lievitadi meditazione, vita superiore, ascesi, inno, preghiera. Cioè, la materia umana sopra cui Foscolo lavora a costruire melodicamente il regno della fantasia, e la sostanza ideale ch'è la luce prima nasepsta di cotesto, umanità liberata, sono sempre li stesse, e nella! prosa giovanile come negli endecasillabi della maturità ; ondo un verso del Sepolcri: Nè passeggiei- solingo oda il respiro 'Che dal tumulo a noi manda natura. non è che la versione dell'epigrafe preposta dal Foscolo all'Ortis: € Natvrae clamai ab ipso vox .tumulo ». Continuatore anche, il Foscolo, dopo Dante, d'una poesia civile, che più non si riconosceva che nella prosa del Machiavelli. Nel Settecento, e nell'Alfieri stesso, patria, libertà, gloria, virtù, eroismo erano verità astratte, mere idee, spesso pomposa retorica. Nel .Foscolo ogni astrazione si concretizza; diventa forza morale; erompa in caldo sentimento. Ingiuria e furore, inno e polemica, amore e dolore furono necessità di temperamento comaimperativi categorici della coscienza. L'atmosfera romantica, in cui il giovane Foscolo crebbe più per un senso d'individualistica libertà che per vai gretto materialismo, fu dall'Ortis stesso purificata, inquantochè in esso già rifioriva l'alterezza e si raddrizzava!l'orgoglio e la forza di ricreare nel presente, entro l'arbitrio e la negali*». a4 zione, la pura coscienza del passalo. GIUSEPPE RAVEGNAMI» Ritratto del Foscolo giovane opera del Perlotto (l'originale si conserva a Vicenza)

Luoghi citati: Germania, Vicenza