Ginevra alla ricerca di un nuovo equilibrio

Ginevra alla ricerca di un nuovo equilibrio Ginevra alla ricerca di un nuovo equilibrio Un felice discorso di Briand e un insinuante appello di Stresemann - Scialoja mette , i punti sugli i ■ La Polonia presenta il suo progetto contro l'illegalità della guerra. Ginevra, 0, notte. Oggi all'Assemblea della Società delle Nazioni hanno parlato Stresemann, Sokal e Scialoia; e alla colazione offerta dai giornalisti ai membri del Consiglio ha parlato Briand. Tutta la giornata è in questi quattro discorsi. Liberiamo quindi in poche parole il campo da tutto il resto per venire poi ad essi, che compendiano l'interesse prevalente delle ultime 2-4 ore. * Stamane alla seduta dell'Assemblea, apertasi alle 10, ha parlato per primo il delegato e ministro degli Esteri del Belgio, Vandervelde. Ma non ha detto nulla che metta conto di essere riferito se non la citazione di una frase, del resto universalmente nota, di Guglielmo d'Orangc : « Non è necessario sperare, per operare; nò perseverare per riuscire ». Dopo è salito alla tribuna il delegato italiano on. Stefano Cavazzoni, il quale ha pronunziato un discorso di carattere tecnico su « i diversi flagelli di ordine sociale che decimano il mondo: tossicomania, tratta delle bianche, traffico delle pubblicazioni oscene ». - L'affascinante Briand Dopo ha parlato il rappresentante della Norvegia, Cristiano Lange, il quale ha tentato la critica del formidabile discorso che il rappresentante greco Politis pronunziava ieri; e poiché questi aveva concluso con la parola dell'antica saggezza ellenica — « Aspettate » — egli conclude : a... Non bisogna dire, con Politis, « Aspettate! »; non basta nemmeno più dire, con il conte Appony: «Aspettate e sperate!»; bisogna al contrario dire semplicemente, ma molto forte e decisamente: « Agite! ». Poi, alla colazione — come vi di cevo, offerta dai giornalisti all'Albergo Des Bergues ai membri del Consiglio della Società delle Nazioni — di.po un discorso del Presidente dell'Associazione dei giornalisti accreditati presso la Società delle Nazioni, il tedesco Bernhardt, e dopo la risposta del presidente dell'ottava Assemblea della Società delle Nazioni, il delegato unuguayano- Guani, ha parlato Briand. Riassumere il discorso del ministro degli Esteri francese sarebbe certamente muti larlo e sciuparlo. Il vecchio Aristide ha parlato della pace e dell'opera della Società delle Nazioni; e ne hn parlato in flueiia guisa, che egli solo, sa, con uno spirito e un garbo e" insieme una sincerità e un entusiasmo che i consensi sono stati, come non potevano essere diversamente, unanimi. E' sempre un grande, un ammirabile maestro di oratoria quest'uomo; e dalla sua parola emana sempre un fascino cui non ci si può assolutamente sottrarre. Suscitatore, sollevatore di assemblee, egli esprime da. sè una simpatia immediata e potente: tale è anche se non si consenta con le cose che egli dice. Si è presi dal fascino della sua loquela, si applaude alla sua arte, immutabilmente fresca, giovane, vittoriosa. Grande fascinatore, quando parla, il vecchio Aristide! Stresemann tira l'acqua al suo mulino Alla seduta pomeridiana dell'Assemblea, apertasi alle 16.30, è salito alla tribuna il ministro degli Esteri Stresemann, che ha parlato in tedesco. Egli ha premesso che vi sono tre questioni da riallacciare ti agli scopi e all'indirizzo'generale dei lavori della Società delle Nazioni » : e cioè: i problemi presi in considerazione dalla Conferenza Economica internazionale, la questione della sicurezza e* quella del disarmo. Dopo di avere accentuata l'importanza della Conferenza Economica, il ministro tedesco degli Esferi ha detto: ..Riguardo all'opinione pubblica in Germania, non si può nutrire il menomo dubbio che essa non abbia accettato le idee fondamentali di intea «! di pace... Fu un personaggio eminente, il Ministro degli Affari Esteri di Francia, il nostro onorevole collega nrlarid, che qualche mese fa ha apprezzato i! valore e la poviata del grande sacrificio psicologico che comportano per '.a Germania i trattati di Locamo, che si è chiesto se un altro .popolo, dopo le ferite infertegli dalla guerra perduta ne sarebbe stato ugualmente capace... Gli accordi ' di Locamo non sono fuori dalla Società rieile Nazioni; essi rientrano nel quadro della Lega, e sono precisampnte ile loro conclusioni che hanno portato '.a Germania a diventare membro della Società delle Nazioni. E' incomiri'e.ns!bi'!e che si sia qualche volta potuto dubitare che l'opera di Locamo comprenda tutte le Nazioni interessate, o sodamente qualcuna fra di loro. In proposito io mi riferisco alle dichiarazióni fatte poco tempo fa dai Ministri degli Affari Esteri francese e ire g'.eso, dichiarazioni in base alle quali questi accordi Hanno una portata che si estende all'ovest cosi come all'est. Gli è che. genericamente parlando, questi accordi costituiscono la messa in pratica sotto una forma particolare, delle grandi idee fondamentali della Società delle Nazioni... ». Quindi, dopo avere dichiarato che egli considera « come un dovere ed un bisogno imperioso ili nome del Reich » di proclamare che egli ade risce ad ogni progetto in favore del la pace, Stresemann dice : • ...Noi ci troviamo di fronte ad una promessa solenne che è stata fatta al mondo intero e ebe ha costituito la base morale della genesi della Società delle Nazioni, ini base a questa promessa il disarmo delle Nazioni che sono rimaste soccombenti nella guerra dovrà costituire la condizione preliminare del disarmo generale futuro. Se voi attribuite — ed io penso che voi lo farete con ragione — qualche importanza alla fede delle grandi idee per il progresso dei popoli, non deluderete mai la fede nel carattere sacro di questo allo ri»l nascimento deiIla Società dello Nazioni... ». Il rappresentante della Germania ricorda l'entrala del suo paese nella Società delle Nazioni e la frase di sgm a Briand: «Via i cannoni, via le mitragliatrici! » e conclude con un vibrante slancio oratorio inneggiando alla pace e alla giustìzia. I/o. d. g. polacco Il rappresentante della Polonia, Sokal, salito alla.tribuna tratta delle vecchie questioni che si riferiscono al disarmo, alla pace e all'opera in generalo della Società delle Nazioni facendo insieme" una acuta disamina del discorso di Politis. Poi svolge l'argomento della proposta polacca, controbattendo vigorosamente le critiche già sollevate contro di essa e infine presenta la proposta stessa all'Assemblea, in forma di ordine del giorno, quale dal più al meno io ve la comunicavo la notte scorea: « L'Assemblea, , « constatando la solidarietà che unisce la comunità internazionale, « animata dalla ferma volontà di assicurare la pace generale, « constatando che la guerra di aggressione non deve mai servire come mezzo per regolare le controversie tra gli siati e che per ciò solo essa costituisce un crimine internazionale, «considerando che'uria rinuncia solenne a ogni guerra di aggressione sarebbe di natura tale da creare un'atmosfera di fiducia generale favorevole ni progresso dei lavori iniziati in vista del disanno, « dichiara .quanto segue: ■ Lo) Osmi guerra di aggressione è e i-està vietata; « 2.o) Tutti i mezzi xiaciflci debbono essere impiegati per il regolamento delle controversie, di qualunque natura esse sta.no, che'sorgano fra gli Stati. « L'Assemblea dichiara che sussiste per gli Stati membri della Società delle Nazioni l'obbligo di conformarsi a questi due principii •. Scialoja esalta il Patto Segue alla tribuna il primo delegalo italiano, sen. Scialoja. Egli ricorda di essere un veterano della Società delle Nazioni e si schiera sia contro l'ottimismo, sia contro il pessimismo con cui è accolta l'opera della Società delle Nazioni. Ricorda anche il suo atteggiamento ri guardo al Protocollo, e prosegue considerando il fallimento della Conferenza navale : « Allora — si è detto — la Società non è in grado di risolvere il grande problema del disarmo. La Società i Ma chi era a questa Conferenza? La Società? Niente affattoi C'erano gli Stati Uniti, che non appartengono al •la Società, e c'erano anche delle grandi nazioni che non erano presenti c'orna membri della Società, lo sooq lieto di "vedere l'eminente rappresentante dell'Impero Britannico approvare in questo momento ciò che io dico. Dunque, se là conferenza navale non ha avuto successo non è colpa delta Società delle Nazioni. Ma che cosa sussiste, al di fuori di questo, che sia di natura tale da farci disperare? Naturalmente, l'insuccesso della conferenza navale è un fatto importantissimo riguardo al quale noi non possiamo chiudere gli occhi poiché, se tre Stati — animati certo dalla migliore buona volontà — non sono riusciti à mettersi d'accordo su un punto del problema del disarmo (che non era nemmeno dei più diffìcili) poiché il disarmo navale, soprattutto fra tre Stati, costituisce evidentemente un problema a?sai memo complicato che non quello del disarmo totale di tutte le forze di tutte le nazioni) se tre Statidico, hanno dovuto separarsi senza ottenere -utili risultati, il fatto deve farci Tifletter-e profondamente sulla gravità.del problema e sui mezzi p^r risolverlo progressivament», poiché io penso che non è -possibile risolverlo tutto d'un tratto. Riguardo al restose noi consideriamo i fatti che sono riassunti nella relazione che oggi è in discussione. noi dobbiamo certo rallegrarci dei progressi quotidiani che là Società delle Nazioni ha realizzato« Il signor Sokal ci diceva pur ora che bisogna.' con un voto della Società rielle Nazioni, raccomandare agli Stati di stipulare convenzioni di arbitrato e di conciliazione. E' ciò che noi abbiamo fatto, e per parte mia io non sento il bisogno di rifare ciò che già esiste. L'Italia ha firmato in questi ultimi anni non meno di una decina di queste convenzioni di arbitrato, e se è vero che essa detiene il record in questo campo è anche vero che molti Stati si trovano, dal più al meno, nelle stesse condizioni. Se qualcuno viene a dirmi: « Tu devi fare la tal cosa » è un rimprovero che egli mi fa in qualsiasi maniera. Ma. nel caso, io ho fatto oualche cosa di più che non il signor Sokal d'assemblea ride). Perchè dunque egli rieve dirmi che. io devo farlaquando invece io l'ho già fatta? « La Società delle Nazioni ha realizzato ri-ji progressi, e dei progressi molto più reali che non i voti retoricemessi dall'Assemblea. Poiché questprogressi corrispondono a patti giuridici che ci legano e che ci portano a delle conseguenze assai più importantche non un voto dell'Assemblea... •. 11 grande saccesso del delegato italianoScialoja sviluppa questo argomento: che il patto della Società delle Nazioni contiene già ciò che la prò posta polacca prospetta, e tratta dquella che si è detta la «fessura» che esisterebbe nel patto, rilevandche la fessura stessa non sussiste snon in quanto è determinata dalla difficoltà di stabilire quale sia statl'aggressore. Egli conclude: • .. Il credito della Società delle Nazioni, din t' la nostra anima e la nostra ragione di vivere, deve impedircdi fare delle dimostrazioni inutili e deve obbligarci, al contrario, a ripetere ciò che io ho già detto a sazietà nel discorso che ho ora pronunciato: bisogna sapere clic :J Patto non -è mai stato toccato per nessuna cosa che noabbiamo fatto sia in bene sia in maleche il Patto resisie; che esso è in pieno visore, che esso è veramente ancora la garanzia dulia Società delle Nazioni, la più grande garanzia della pace. Non indeboliamolo. « Ma allora si dirà: — Occorrerò molto tempo per realizzare questa sicurezza che ci condurrà al disarmo per adempiere ai compiti che sonscritti negli articoli del Patto7 E' vero Ma se noi vogliamo, invece di risol vere ì problemi, far credere al pubblico che nui li abbiamo risolti, no.facciamo una cosa che certamente noè conforme alla nostra coscienza e chsolleverà la più grande diffldenra nM pubblico riguardo alla Società. Abbisogna del tempo! Si dirà ili me,tutto ciò che si vorrà; poiché si dicono ogni sorta di sciocchezze sul mio conio, ma io non tradirò il pubblico, io non voglio mentire al pubblico, lo non voglio fare delle promesse che, secondo ma, sono irrealizzabili. Ecco ciò che io voglio. E' perciò che io ho parlato. Può darsi che io abbia esagerato, ma se nelle mie parole ho esagerato, ad ogni modo ho sempre detto meno di quello che ho dentro di me ». Il poderoso discorso del rappresen tante dell'Italia ha riscosso per parte dell'Assemblea i più vivi e vasti consensi. Le ovazioni che ne hanno coronato la fine hanno avuto un carattere di unanime entusiasmo, quale raramente ci è stato dato di constatare in questo alto consesso ginevrino. Stasera alle 18 è giunto a Ginevra in automobile il sottosegretario italiano agli Esteri, on. Dino Grandi. MARIO BASSI. Complimenti a Stresemann per il «funerale di terza classe»: Berlino, 9, notte. Sotto la presidenza del CanceMiere Marx, ritoii.c.io dalle sue vacanze, ha avuto luogo stamane un Consiglio dei Ministri presenti a Berlino per prendere conoscenza dei rapporti inviati dal ministro degli Esteri Streseman sull'andamento delle trattative ginevrine e dei risultati finora ottenuti dalla delegazione tedesca. Nulla è stato comunicato sul tenore delle discussioni svoltesi in seno al Gabinetto. Secondo i.uello che i giornali presumono, lo stato di fatto risultante, stamane dalle ultime comunicazioni venute da Ginevra all'esame dei ministri era questo: che colà non verrà messa ai voti, nell'Assemblea plenaria di questi giorni, ne una proposta autonoma' polacca, nè una olandese e nemmeno una firmata dalle grandi Potenze. Tutto andrà a fmixe allo studio di una Commissione. 11 Consiglio dei Ministri ha pienamente approvato la condotta della delegazione tedesca. Si considera, nei circoli governativi, che sia un essenziale risultato della tattica di Stresemann il fatto che la Polonia sia stata costretta a scoprtisi, a confessare cioè che la sua proposta mirava a costringere là Germania'a un patto di Locamo orientale. Si rideva che la Germania, con la sua dichiarata disposizione a mettere la propria Ila-ma sotto una proposta generica di proibizione di una guerra di aggressione, ha dato una nuova prova delle sue intenzioni pacifiche mentre d,'altra parte non ha rinunciato ->•» |6 non potrebbe. mai rinunciare — alle possibilità- relative ai suoi confini orientali, possibilità che risultano dall'art. 19 del Patto della Società delle Nazioni. L'art. 19, come e noto, dà ai membri della Società il diritto di provocare un nuovo esame dei trattati divenuti inapplicabili e delle condizioni internazionali il cui mantenimento possa mettere in pericolo la pace del mondo. In tutti i giornali, intanto, anche in quelli che nei primi momenti si erano lasciati andare a critiche avventate o inspirate a concetti teorici sì piegano 0 si abbassano le lance già rivolte contro il ministro degli Esteri, e.segni di un improvviso e sano realismo anche, a riguardo del funzionamento 9 della natura dell'Istituto ginevrino avvengono, anche in quegli organi che, per i loro principi teorici, hanno finora battuto in breccia contro di essi. « É* un ridicolo rimprovero — dice la Deutsche Allgcmeìne Zeitung — quello che si fa alla Germania di essersi messa nella scia dell'Inghilterra. A Ginevra, la Società delle Nazioni non è un sistema filosofico destinato a migliorare le sorti del mondo o qualcosa di simile; a Ginevra ogni paese fa della politica, e fa quella politica chs 1 suol interessi richiedono. La cosa Diù stolta che la Germania potrebbe commettere sarebbe di volersi fin d'ora fissare verso un determinato gruppo di potenze, o su rigide direttive, nella . sua politica societaria. Nel caso concreto della manovra traversa polacca, la Germania doveva procedere in linea parallela con l'Inghilterra. In un altro caso, potrà scegliere una altra tattica». Un linguaggio di questo genere, che trapela un po' dappertutto anche so non in questa esplicita forma, costituisce un successo per la ' paziente o cauta politica societaria che il signor Stresemann ha abbracciato con tanta ferie fin dal primo momento dell'ammissione della Germania a Ginevra, politica che in questi giorni, secondo ogni apparenza, tocca uno dei suoi punii culminanti. Anche i giornali di solilo o di professione meno disposti alla soddisfazione approvano implicitamente l'opera del rappresentante della Germania, incitandolo ad ottenere di più. La Dcutsclie Tagcs Zeitung, mentre •deplora che l'energia del signor Stresemann debba disperdersi ilei meandri dei raggiri ginevrini, aggiunge: « fi rappresentante tedesco dovrebbe or* richiamarsi ai principii stessi della Società delle Nazioni e approfntare di una magnifica piattaforma per chiedere una reale equiparazione della Germania con le altre Potenze. La Germania oggi è l'unico paese del mondo sul cui suolo (anzi sulla parte vitale del suo -nolo) oggi, nove anni flopo l'armistizio, *i accampano truppe straniere in pieno assetto di guerra». « La pace - aggiunge il giornale riDctr-iii/o le parole di Appony — non può esistere fino a che permanga una degradazione delle nazioni vinte: Questo 6 un tema essenziale per lo discussioni di Ginevra sotto la guida spirituale della Germania, e non già'la richiesta di sempre nuove garanzie, da .nane di paesi che, in verità, non han¬ no da temere ti più piccolo pericolo e che sono anzi quelli che, con-la loro» prevalenza militare e lo spirito' chauvinista dei loro capi- presentano la sola e vera minaccia per la pace ». La Boersen Zeitung si. limita a registrare con soddisfazione la notizia della probabilità che la proposta vada a finire nel vicolo cieco di una competente commissione. Se efò accadrà (dice), la proposta polacca avrà un funerale di terza classe a si potrà intitolare questo episodio della sessione gi» nevrina col motto * Molto chiasso pet nulla Intanto che questa polemica dura, fa il giro dei giornali la notizia del-parziale alleviamente delle truppa di- occupazione di Treviri e del totale iscombro di Kreuziiach, che sono in cor so iti svolgimento ia Ciucuziona UcgiJ e [accordi avvenuti, M » . vGj-.P,