Dall'ateismo alla "convinzione religiosa,,

Dall'ateismo alla "convinzione religiosa,, Dall'ateismo alla "convinzione religiosa,, o 0 , n e e a i a a i o , , s i e , o o . i l e o , a a -' o o n e l o i o e i i a re e n o i i e e o , o a o 1 i 7.o) Lo « sconosciuto » professa, sino alla più inverosimile ostentazione, i più ortodossi sentimenti religiosi, ch'egli si affretta a definire « profondissime convinzioni ». Ma ad onta di ciò egli non dimostra alcun sentimento ed alcuna conoscenza attribuibili ad una personalità di puro spirito cattolico. Non può concepirsi il minimo dubbio circa l'insincerità di tali « convinzioni », improvvisamente manifestatesi il 20 febbraio (giorno della visita del prof, rtenzo Canella) e da allora accresciutesi a valanga. E' certo, peraltro, che, sino a quel giorno, in ogni suo scritto, egli non aveva lasciato sfuggire ogni occasione per professarsi, ripetutamente « ateo ed apollineo », discepolo di Nietzsche e di Graf, costante ammiratore degli « eretici » Paolo Sarpi e Gerolamo Savonarola. 8.o) Mentre mancano, negli scritti del soggetto, tutti i caratteri semeiologlcl notL nel campo della patologia della scrittura, vi si riscontrano, invece, moltissime particolarità che riguardano, oltre l'espressione grafica (bruscamente e stabilmente trasformatasi dal glornp dell'incontro con la signora Canella!), la forma grammaticale e sintattica, nonché lo stile letterario. Dai saggi glottologici si raccoglie infatti tutto un insieme di trasgressioni alle più elementari leggi grammaticali e sintattiche (solecismi, anacoluti, idiotismi, ecc.) che sono ben lontane, dal potersi identificare con lo patologiche distraste o con le paralogio o con gli agrammatismi o con gli asintattismi dei dementi. Questi; fatti esprimono nient'altro che sintomi d'illetteratura, assolutamente incompatibili con la pretesa qualità di « professore » e nelle quali un dottore in lettere non potrebbe sdrucciolare neanche nello stadio più avanzato della più grave demenza organica: sono, cioè, erroneo formo d'espressioni indiscutibilmente dovute ad un deficienza di istruzione elementare. Tali solecismi si associano frequentemente a specifiche espressioni verbali che s'impongono per la loro origine inequivocabilmente dialettale (piemontese), e coadiuvano anzi, insieme all'esame calligrafico e al contenuto con oettualé degli, scritti, a documentare |una precisa identificazione dell'autore stesso, in quanto che 1 medesimi errori grammaticali ed ortografici si ripetono stereolipatamentc (insieme alla identità completa di certe espressioni preferite), anche nelle lettere milanesi del sedicente Mighetti, nelle lettere genovesi del sedicente La Pegna, sin negli antichi e recenti scritti dell'autentico Mario Bruneri. A volere tentare di sostenere che i solecismi dell'uomo di Collegno siano da annoverarsi tra i cosidettl agrammatismi dei dementi, bisognerebbe ritenere verosimile l'assurda ipotesi che sin dal 1914 il tipografo Mario Bruneri fosse già caduto in irreparabile agrammatismo demenziale. Gli svarioni del « professore > Tonto dagli interrogatori resi al perito, quanto dagli scritti che si sono potuti avere, si rivela nello « sconosciuto » la più assoluta ignoranza del latino, del (/reco, del tedesco, e dell'inillese. Per il latino, egli si è clandestinamente servito sino al 31 marzo 1!K7, di un prontuario di 91 frasi latine accompagnato dalla traduzione ilaliana, che egli intercalava, con opportuna scelta, nelle sue varie lettere. Egli scrive • in. hoc signo viiu.os », e -« Do ad des », come nel maggio 1926' firmava tVtirinis Sum » in uno scritto che consegnò due mesi dopo il suo primo ricovero a Collegno, ripetendo l'identico errore che si rileva in una lettera di Mario Bruneri rimessa a Don Re nel novembre del 1925. 9.o) Nell'intento di colmare le lacuna dell'anamnesi remota, prima di formulare un cosciente giudizio medicolegale, il perito ba dovuto estendere le sue indagini psico-anamnesliche, studiando separatamente le due perso nalità psichiche che oggi si contendono il campo. La personalità psichica del prof. Giulio Canella risulta cosi limpidamente scolpita e delineata in ogni minima sfumatura biella sua biografia familiare e professionale, nella sua produzione scientifica, nelle sue più intime manifestazioni epistolari, da rendersi riconoscibilissima, in tutti i suoi nobilissimi aspetti, anche all'occhio più profano. Per contro, è apparso ben significativo il fatto che di essa nulla si riconosca, neanche frammentariamente, nel soggetto in esame, di cui pure si è potuto seguire, giorno per giorno sino dal lontano suo primo in grosso al Manicomio, tutte le martire stazioni psichiche. Avendo potuto ben definire questa seconda personalità psichica, quale si b delineata nei 17 mesi di tale osservazione, si è dimostrato che non solo a l i a a i i l e i i o , a o e e e differisce in ogni suo aspetto dalla personalità psichica del prof. Giulio Canella, ma può dirsi piuttosto, ch'essa non ha con questa nemmeno il più recondito punto di contatto, dimostrandosene anzi, in tutto e per tutto, come un'immagine negativa, tanto nella sua forma ed architettura generale, quanto nel più riposti particolari di struttura psicologica, sentimentale e culturale. Il perito ha voluto, con particolare cura, studiare se uno stesso soggetto, uno stesso organismo umano vivente possa, in due tempi, o anche simultaneamente, assumere una personalità bifronte, completamente e totalmente sdoppiata, o meglio due personalità distinte, dotate di repertori mnemonici diversi e di caratteri dissimili, o anzi antitetiche e decisamente antagoniste. E, sulla scorta-dei.prcxprli.esaini .diagnostici, delle odierne risultanze atuuniiertioh*, e di quanto sinora insegnano le-.psichiatriche discipline,'^Ha potuto, dopo una rigorosissima disamina, decisamente escludere, nel caso in esame, ogni più lontano sospetto di quelle rarissime, ma caratteristiche sindromi di sdoppiamento' della personalità. Un «immorale oostitnzionale» lO.o) Lo studio anamnestico (clinicopsico-hiografico), integrato dagli esami direttamente praticati sul soggetto, ha dimostrato invece che la personalità psich Ica dello « sconosciuto N. 44170 » è perfettameorte identificabile, e so vrappojiibiilc, in ogni sua più risposta manifestazione, con la figura psicologica del tipografo autodidatta Mario Bruner!, dello pseudo-religioso Alfonso Mlghctti, dello pseudo-pubblicista Raffaele La Pegna e dello pseudocommerciante Enrico Mantaut. Si è delineata, cioè, la figura psicologica di un immorale, di un tipico rappresentante della più classica degenerazione psichica, di un amorale per quanto si riferisce ai sentimenti, e più precisamente ai sentimenti etici. La personalità psichica di Mario Bruneri corrisponde dunque alla figura di quegli individui che Tanzi ha classificato come « immorali costitu- e | «*■£»•. «^Afej.» re a i i e n i 4 à o o l , , a d a o i l e , te a e i ù n a i r a i o scamente definito come « daltonisti dal sentimento etico », per indicare appunto un'anomalia, uno squilibrio, una disannonia del carattere e del sentimento senza partecipazione morbosa dell Mnteilligenza. tìono individui lucidi, non raramente d'intelligenza persino superiore alla media normale, in cui l'anomalia (che non rivesto un carattere schiettamente psicopatico, ma rappresenta bensì una espressione di degenerazione psichica) si risolve, in pratica, col portare nella loro stessa struttura mentale la tendenza a mettersi in conflitto con la società e con lo leggi che la regolano. Sono quindi, per definizione, i predestinati alla funzione di individui antisociali. | » L'originaria Immoralità può ancor non essere pienamente riconoscibile nell'adolescenza, per affermarsi invece, con l'ulteriore maturare del caratare, dietro lo stimolo di particolari fattori occasionali, estrinseci, ambientali, indipendentemente da qualsiasi movente patologico. La personalità Bruueri. sin rial periodo della guerra (alla auale peraltro egli ha trovato modo di non partecipare) ha graduaimente accentuato nel corso degli anni le particolari singolarità di carattere già manifestate sin dall'adolescenza. E' molto discutibile se anche la grave inféziono influenzale del 1918 abbia potuto in certo qual modo contribuire a spingere in maggior rilievo le sue particolari deficienze affettive; certo è che già alcuni anni prima della » influenza spagnola » egli aveva praticamente dimostrato la singolare deficienza di sentimenti familiari e patriottici, nonché la particolare attitudine e la costanza nel suol programmi di simulazione, o ouanto meno di esagerazione (sordità). L'idenifloazione di Mario Branerl Il forzato abbandono della politica militante ne ha poi fatto decisamente uno spostato, un disorientato, animato in ogni sua ulteriore azione dal perenne malcontento e dal rimpianto per le brame Insoddisfatte, spinto da un sordo e mal celato disprezzo contro il prossimo, contro tutto quanto è espres sione più pura di ordine familiare, di ordine sociale, di giustizia, di auto rità civile, di sentimento nazionale. Incapace d'ogni sentimento disinteressato, egli si è definitivamente votato alla carriera del cavaliere d'industria, elevando la truffa a programma della propria vita, perfezionandosi sempre più, attraverso un più lungo e non infruttuoso esercizio, nel campo delle simulazioni e. delle sostituzioni di persona, di cui ormai può vantarsi veterano. Tutte le manifestazióni pra¬ tqmptdlscgtcpnmdpsnntucgpn•cs6psss tiche della sua decisa criminalità di quesli ultimi 8 anni (i cui intimi momenti sono ben rivelati, più o menu palesemente, ma 6empre efficacemente), nei suoi vari scritti d'ogni tempo, dimostrano ch'egli è spinto a violare le leggi della morale non per impulsività o per pnssloni, ma dopo averne contemplato e ponderato tutti i vantaggi che possono derivargli da un determinato piano d'azione, ed avere ben commisurate le probabilità di riuscita. Un soggetto, dunque, che dimostra piena coscienza dè-i proprii atti, di cui non gli manca neanche la valutazione morale. Egli grida, nei rari momenti di sincerità, che « i giudici son sempre pronti a scagliare il codice sulle spalle al poveretto »; ma nelle sue ma niere esteriori e negli scritti... ufficiali non manca di ostentare i più puri sentimenti "di legalità, di delicatezza, di umanità. di'solidartBta sociale, nonché di mentita religiosità. lV.o)"' In" pieno e tìtri-dènti66imo con-, traslo con la polimorfa figura antisociale dello sconosciuto — Bruneri, Mighetti, La Pegna, Mantaut — s'erge e s'impone la nobilissima personalità psichica del prof. dott. cap. Giulio Canella, scienziato, educatore, letterato. •Mente animata da elevatissimi sentimenti morali, ispirata da purissima fede religiosa (profondamente e intimamente sentita), da squisito senso di solidarietà umana, da passione per la famiglia. Spirito eletto, cui furono guida di un'esistenza illibatissima la Fede, l'Amore, la Scienza, il Dovere, la Patria. Anche se le perizie somatiche, 1 riconoscimenti giudiziari, i confronti, lo testimonianze, le prove fotografiche e i rilievi dattiloscopici, singolarmente e nel Toro insieme, non fossero più che sufficienti a risolvere il cosidetto « enigma » sulla 'personalità del soggetto esaminato, il perito non esita a dichiarare nel proprio giudizio, che l'insieme degli studi neuro-psichiatrici consente all'alienista di suggerire, con 6leura coscienza, l'identificazione psicologica dello « sconosciuto » nella persona dell'ex-tipografo Mario Bruneri. Nessuna serietà nei tentativi di snioidio 12.o) Benché tutti i fatti suesposti risultino più che sufficienti, e cioè senza il sussidio di alcun'altra prova, a consentire una diagnosi pronta, decisa, e diretta di simulazione volontaria e cosciente, è doveroso nondimeno ricordare che la corrispondenza clandestina con Vex-ricoverato Vilrottl, iniziatasi sin dal maggio 192C, documenta nelN modo più preciso il perfetto equilibrio mentale posseduto, sin da quell'epoca, dallo « sconosciuto »; non elle i 6tioi decisi proponimenti di evasione dal Manicomio, suggeriti da uno scopo ragionevolissimo, ed ideati con piena coordinatine ai fini ch'egli si proponeva di raggiungere. Concludendo il suo giudizio, il prof. Coppola osserva che avendo escluso il pericolo del suicidio nell'Individuo, quale 6 oggi, quale appare da ben 16 mesi, il dubbio delle pericolc6ità risorgo quando si consideri in lui la personalità di Mario bruneri. Risulta in fatti dall'anamnesi che è stata accuratamente vagliata, ohe Mario Bruneri ha attentato più volte alla propria vita. Dopo il primo tentativo dol 1918, quando in istato di completa incoscienza perchè in preda a delirio confu&ionabile febbrile, cercò di defenestrarsi eg*i fu protagonista di altri tre tenta tlvi, e cioè il bagno nel Po, la minac eia di scavalcare il pianerottolo e l'innocuo colpo di testa contro il pilastro della Questura. Ma questi ultimi tentativi sono stati compiuti In piena lucidità, senza un fine ben determinato e concreto, fine dal quale è stato sempre beh lontano il desiderio di atten tare alla propria integrità personale e tanto meno alla propria vita.' » Per questo, tanto nel riguardi dello stato mentale, attuale, del soggetto, quanto in considerazione delle risul tanze storico-ananmestiebe sulla personalità Bruneri (più che mai, poi se ulteriori giudizi dovessero tentare di ritornare sulla ipotesi — scientificamente insostenibile — di una presunta personalità Canella), un reale pericolo dì sincero suicidio in caso di licenziamento o di dimissioni dal Manicomio, o, soprattutto, di un suicidio attribuibile a moventi d'indole psicopatologi ca dovrebbe potersi serenamente escludere. Ed il perito infatti ritiene di poterlo escludere, almeno per. quanto concerne i logici criteri scientifici della previdenza psichiatrica e della prò filassi clinica. vdsdcLt difficoltà Incontriti dal nodiol iti Manicomio Questo giudizio, nètto e preciso, cut il perito è giunto dopo una dotta discussione clie si estende per centinaia di pagine, è seguita da alcune considerazioni sulla eccezionalità del caso. Le difficoltà diagnostiche — osserva il Csitgiadcn•nidavau é -, e à . a i a a o e e e o o , 6 i , o o o , e i aa o a, i o prof. Coppola — che ognora si presentano alla niente di ciascun alieni; sta, di fronte ad un soggetto di cui non si conosca alcun precedente, e eh* manifesti una-sindrome psicopatologica poco differenziabile sulle prime, dalle comuni e genuine malattie mentali risaltano dallo studio compiuto. Nel campo delle funzioni mnemoniche, il programma di un abile ed alle nato simulatore è assai facile e comodo, tanto da poter trarre in inganno il più sperimentato tra gli alienisti. E' quindi doveroso in ogni caso un lungo e meditato esame, prima di ne gare ufficialmente ad un individuo so spetto una diagnosi psicopatica, il cui disconoscimento può, qualche voi ta, tradursi in incalcolabili pericoli e persino in danni irreparabili. La funzione del medico in genere, essendo una missione altamente umanitaria, alla quale in egual misura concorrono la ragione e 11 sentimento, orienta sempre l'animo del sanitari verso in dirizzi di solidarietà e di rispetto per l'ammalato. Nel dubbio, e finché altri sussidi diagnostici (quali quelli successivamente intervenuti sino al perlo do dell'osservazione peritale) non consentano di dirimere 11 problema semelologico in base alla potenzialità diagnostica della psichiatria attuale è umano che l'animo generoso del me dico accetti per vera una malattia di discutibile genuinità, piuttosto che Infliggere ad un vero ammalato la grave fallace, oltreché caluniosa, accusa di simulazione. Ogni esame diretto a risolvere il prò blcma diagnostico è stato tentato (com presa l'eterizzazione, e non escluse k esperienze psicologiche e le prove siero-diagnostiche) ogni garanzia di fron te al riconoscimenti familiari non stata trascurata al momento della pn ma dimessione dagli alienisti al cu esame è pervenuto l'inclassiftcabll • Sconosciuto », alienisti a nessu'no secondi in fatto di esperienza clinica e di cultura psichiatrica. Se lo studio peritale, pur rilevando nel soggetto una spiccata anomalia del carattere d'Indole degenerativa, piuttosto eh' schiettamente psicopatica, ha creduto di poter pronunciare un giudizio deoisamente contrario al riconoscimento d'una vera malattia mentale, nel più stretto senso psicopatologlco, oiò è do vuto esclusivamente alla possibilità d disporre oggi di im complesso prozio so di notizie e di prove documenta', di cui non si disponeva ancora nel corso della prima osservazione. (vNmpmIl Vd21ce Nchcsdgi lut a l Un comico «pisodio Fra i diversi colloqui che il prof. Coppola ha avuto col soggetto da luì studiato con particolare scrupolosità, il perito ha creduto opportuno riportarne alcuni nella voluminosa e detta gliata perizia, per meglio illuminare i magistrati, e perche e suo giudizio anche queste scene servono a meglio dimostrare la validità d'elle sue con clusioni. Di speciale interesse per i pubblico b il comico episodio, reso noto attraverso una sommarla pubblicazióne,, .nel .quale, lo', sconósciuto-'.di Collegno ha creduto di riconóscere •in un signore che accompagnava il Procuratore del Re, grand'ult. Colonnelli, lo- suocero- giunto dall'America, il ricoveralo, clie effettivamente credeva di aver veduto il comm. Francesco Canella, raccontò al prof. Coppola l'episodio, rammaricandosi dell'indifferenza dimostrata dal suocero, liceo, succintamente, in quali termini parlo 10 sconosciuto: — Circa venti- giorni addietro, in questa stessa stanza, insieme al Procuratore del Re, si trovava anche mio suocero. Egli si era seduto senza pronunciare parola sull'angolo del canapè, ma mi guardava, fissamente. Lei può comprendere l'emozione che provai, perchè io lo ho riconosciuto subito, sebbene tenesse il cappello in testa. — E non le ha detto nulla? — Non sì è neppur mosso. Io sono rimasto molto, molto male. In un momento simile, non intendevo riesumare piccole controversie del passato. Veramente piccole controversie di fronte alle grandiosità delle sventure presentii Sono rimasto male. Mio suocero non solamente non mi rivolgeva la parola, ma neppure mi salutava e rimaneva davanti a me con *una figura enigmatica.' — Lo ha riconosciuto subito, oppure ebbe qualche esitazione, qualche incertezza? — domandava il prof. Coppola allo sconosciuto. — istantaneamente, istantaneamente! La sorpresa ini ha perfino fatto mancare alla più elementare regola di educazione, che era quella di salutare 11 Procuratore del Re, ma lo ero conio affascinato dalla vista di mio suocero. — Glie lo avevano preannunciato? — Nessuno mi ha detto nulla, quan do entrai nella sala, lui era già seduto sul sofà,-lo guardai, lo riconobbi, ed attesi. Credevo che egli mi sarebbe venuto incontro. Io avevo delle ragioni per non voler essere il primo ad avvicinarmi a lui. — Insomma, eravate due persone ugualmente sostenute, dignitose, ed ognuna delle due aspettava forse dall'altra un cenno... Un cenno lo pronunciai lo. Il Procuratore del Re mi aveva dato da leggere alcune cartelle, e mentre glie le restituivo, constatando la mia non scemata agitazione, mi domandò che cosa' avessi e se conoscevo quel signore. « Altro che conoscerlo, appena entrato l'ho riconosciuto subito », — esclamai. — E lui non si e mosso per nulla? Ma che caratteraccio! • — Il grand'uff. Colonnetti mi chiese ehi fosse quel signore, *d io risposi, sicuro: • Un mio parente ». — Ma quali contrasti aveva con lo suocero7 — Anche 11 Procuratore del Re vo leva entrare in particolare riguardo a questi contrasti, ma io ho risposto che per rispetto ad un uomo, che viene da tanto lontano per partecipare a questa dolorosa vicenda, e per la pace di cui ho tanto bisogno, desidero che queste cose siano lasciate nel dimenticatolo, tanto più che io sapevo come mio suo cero era stato sobillato in passato da un'altra persona di famiglia. — E lei ricorda quest'altra persona? — Cer,to, con questa persona, quando sono tornato 6 casa, ci slamo abbracciati, proprio per cancellare ogni rancore. Non se ne parli più. — E vorrebbe precisarmi di chi si tratta? Se -proprio et tiene a saperlo, ebbene, ò la signora Bice Canella. — Sua cugina? — Si. In questo colloquio, come nei precedenti e in quelli successivi, che il prof. Alfredo Coppola ebbe con lo sconosciuto, questi si dimostrò sempre tranquillo e volonteroso di parlare di sè e delle disgraziate vk-pnde, che lo avevano condotto al Manicomio, studiandosi il più possibile, data la sua limitata cultura, di apparire agli occhi del perito psichiatra, il prof. Giulio Cauella. GVeIvbmlLspgntnsdaisvcnvppMcvnesDvstaavnmqdiMzbBduscgepscncnsgfanifidsgllr

Luoghi citati: America, Collegno