La beila chiesa di Santa Croce riconsacrata e riaperta al culto

La beila chiesa di Santa Croce riconsacrata e riaperta al culto La beila chiesa di Santa Croce riconsacrata e riaperta al culto n a e e e e o . , l o La chiesa di S. Croce (una delle più caratteristiche opero architettoniche, dovute al Juvara) nuovamente consacrata, si riapre dopo tanti anni al culto dei fedeli. L'inaugurazione sarà fatta il 14 settembre, giorno appunto della solennità della esaltazione della S. Croce, ed alla messa pontificale assisterà in cappa magna S. Em. il Cardinale Arcivescovo Gamba. S. A. R. il Principe di Piemonte, altri Principi di Casa Reale, e tutte le autorità civili e militari cittadine assisteranno aHe funzioni religiose. L'avvenimento ò di notevole Importanza sia dal lato artistico che da quello spirituale. La chiesa da troppo tempo negletta, viene finalmente, merco 1 opera intelligente e paziente dell'ingegner architetto Midana, ritonnata all'antico splendore. Molte vicende ha conosciute questo tempio die i credenti e gli artisti guardavano, con un senso di malinconico rimpianto, deteriorarsi per l'incuria in cui era tenuto. La oli lesa di S. Croce, con l'annesso monastero era slata costumila per le canonichesse laleranensi nel 16S1 circa. La facciata e il campanile invece sono della prima metà dell'800 e li costruì l'architetto Riccio. Le canonichesse tenevano un educandato aristocraticissimo, clie nel 1801 il Governo rivoluzionario francese soppresse, costringendo le suore a lasciare la loro chiesa e Torino. Col ritorno del Savoia, Santa Croce tornò al culto e fu istituita parrocchia, ma solamente nel 1817 le canonichesse poterono rientrarne in possesso. Non vi durarono a lun go; col 1818 la chiesa e l'educandato, incamerati dal Governo con la legge di espropriazione dei beni ecclesiasti ci, diventarono un ospedale militare. Le canonichesse espulse trovarono asilo in casa della marchesa di Barolo, poi emigrarono a Chierd. Attualmente, le ultimo suore di quest'Ordine si trovano a Rivoli. Durante il tempo la cui il Monastero funzionò da ospedale la chiesa servi ad uso dei degenti, ma venuta la guerra il fabbricato venne adibito a caserma per i mitraglieri e l'annesso tempio fu mutato in magazzino militare. In seguito cambiò nuovamente ospiti e diventò, come è tutt'ora, caserma dei Reali Carabinieri mentre la Chiesa di S. Croce, isolata, per intercessione della signora Occella, fu sede della «Casa del Soldato». Passarono molti anni e nella casa dal Signore, mentre dalla vo!ta dell'alta cupola cadevano lo decorazioni in stucco e perfino rintonaco, si proiettavano fllms, ed i fUodramm alici recitavano per divertire i soldati. Fu il canonico Allals a muovere i primi passi perchè Santa Croce, dichiarata monumento nazionale, ritornasse alla Chiesa. Egli era stato incaricato delle trattative dalle Madri Pie di Ovada (piazza Vittorio Veneto, 6) alle quali la Santa Sede aveva sancito 11 passaggio dei beni delle Canonichesse lateranensi. Dire quali e quanti furano i passi che il canonico dovette faro per portare in porto l'affare, sarebbe cosa troppo lunga o di non grande interesse per il pubblico. Basti sapere che egli non si scoraggiò per i primi insuccessi, nè per gli ostacoli incontrati in seguito. La conclusione di tutte le trattative si ebbe ai primi del luglio scorso, quando I rappresentanti del Municipio, nella stessa chiesa dì S Croce, consegnavano ufficialmente le chiavi all'Istituto delle Madri Pie. Erano presenti il rev. mons. Duvina vicario moniale pei' la Curia Arcivescovile, mons. Garrone della Commissione Arcivescovile per l'Arte Sacra, il canonico Allais e la Madre superiora Vittoria Timossl dell'Istituto Madri Pie. Entrati in possesso della Chiesa e alcuni locali annessi, occorreva pensare ai lavori di riattamento. La scelta fortunata degli ecclesiastici cadde sull'ing. architetto Arturo Midana il quale, senza perdere tempo, si mise subito all'opera. Abbiamo avuto ieri occasione di tro vare il giovane architetto mentre soprasiedeva ai lavori. Con lui abbiamo visitata la chiesa, la cui caratteristica esteriore è rappresentata dalla grande cupola di rame. Le alte colonne sono di marmo di Gassino, ed altri marmi rari sono profusi dovunque. L'aitar maggiore, del 700, è di squisita fattura e conservato benissimo come pure la pustBdMttlLr1efitlcGonpdddscrscdpncddufbcgvtlVpdtgrsmgtmpsllscqSsncnt pala sovrastante, la quale è ornata di un dipinto del Beaumont: «La deposizione dalla croce ». Ai due altari laterali stanno due quadri. Il primo del Brambilla: «la Natività»; il secondo del famoso Guglielmo Caccia detto il Moticalvo : « San Pietro in abiti pontificali ». La cantoria sostenuta da artistiche mensole sculturate, sulla qua le poggia l'organo è anch'essa del '700. Le piccole volte sovrastanti le uscite recano quattro affreschi, due del qua 11 sono già stati riparati. In uno di essi l'architetto Midana ha scoperto la firma del Cignaroll. Deve certamente trattarsi di uno della famiglia del ce lebre frescante veronese. Del quattro coretti solamente due sono utilizzabili. Gli altri, rimanendo lo stabile annesso occupato dal carabinieri, non servo no più. ' Su questa bella chiesa ormai ,im gran parte ripulita e riattata si alza la grande cupola, tutta scrostata e maculata di chiazze scure. In corrispondenza delle colonne sono rimasti nel muro i segni dei costoloni che seguendo la curva della volta dovevano raggiungere l'alto lucernario, attorno al quale si raccordavano non si sa come. L'arcliitetito ci dice che prima di procedere al rifacimento interno della cu pola, sulla quale ora lavora all'esterno una squadra di operai, bisognerà che egli consulti documenti, albums, disegai sparsi del Juvara, per vedere di rintracciare, cosa non impossibile uno schizzo di quanto egli intendeva fare per la chiesa di Santa .Croce. L'abate siciliano, bene spesso metteva in carta con pochi del suol sapienti segni, i progetti che gli fiorivano nel cervello. -L'architetto, dopo aver consultato tutto quanto conserva del Juvara la nostra Pinacoteca, si recherà pure a Vercelli dal conte Tournon, il quale è in possesso di molti bozzetti e studi del maestro. Dopo 'la chiesa passiamo a visitare il coro. Aiiclie qui ammiriamo un'ampia e bella cantoria a sculture dorate del '700, e quattro grand! affreschi uno dei quali, forse il più bello, per i'infil trazione dell'acqua piovana, ha un angolo pressoché completamente deterio rato. Sono opere del Vallo* e rappresentano: «L'ultima cena», «Gesù nell'orto », « 11 bacio di Giuda » e « La moltiplicazione del pane e del pesci » Un'occhiata in giro ol mostra che gli staEl, certamente di valore, sono tutti scomparsi. La sala c completamente vuota e solamente la circolare pavimentazione .in legno Ìndica il posto un tempo occupato dagli stalli. Ma l'ing. Midana non si perde d'animo egli ci dichiara che li cercherà finché riuscirà a mettervi le mani sopra, e allora gli stalli che potrebbero rappresentare una bella attrattiva per qualche antiquario, torneranno al loro posto. Molto lavoro è stato compiuto in questo breve periodo nella chiesa di Santa croce, mia molto ancora ne resta a fare. Perfino dei pavimenti erano in tali condizioni di disfacimento che dovettero essere ricostruiti, attenendosi scrupolosamente alla fattura ed al disegno originario. Durante gli scavi gQi operai hanno perfino avuto la sorpresa di trovare tre salirne di monache, le quali riposavano in una botola della chiesa chissà da quanto tempo. Le Madri Pie non si sono addossate un facile nò poco oneroso compito, nel voler ridare ai fedeli la chiesa di Santa croce in piena efficienza. Al riattamenti e restauri di indole artistica bisogna aggiungere la completa, totale mancanza di paramenti ed arredi sacri, candelieri per gli alitar!, eco. Ma le suòre non possono dubitare della Divina Provvidenza. Il cardinale ha fatto dono alle Madri Pie di un artistico rellquari© contenente una preziosa reliquia della Santa Croce, la quale sarà esposta alia venerazione del pubblico 11 giorno dell'inaugurazione. In attesa di quei giorno particolarmente solenne, nella chie sa, a partire dall'8 settembre, vi saranno tridui di preparazione. 11 canonico Allals, che lasciamo sulla soglia di Santa Croce mentre ci congediamo dall'architetto Midana, ci dice: — Demani sera le campane della chiesa suoneranno per la prima volta dopo tanti anni. Sarò lo a tirare le corde, non ho voluto lasciare questo privilegio a nessuno. Santa Croce torna finalmente a parlare ai fedeli con la sua sonora voce di bronzo 1 U. P. CpsczlDllctazcstlaagcc5lsCrcrtrd1Mnd11

Luoghi citati: Barolo, Piemonte, Rivoli, Savoia, Vercelli