GOFFREDO MAMELI

GOFFREDO MAMELI GOFFREDO MAMELI ,nenaroea,nasca lOna trita che pare il seguirsi di fcfero/fo armoniose, ora dolcissime in Busurni romantici d'amore, ora frementi nell'ansimaro delle battaglie.: ecco la breve trama dell'esistenza di Goffredo Mameli. Oggi lo si ricorda, lo sis esalta non soltanto più come l'autore di nn inno ; patriottico fortanato^ mesto a 22- anni difendendo Ja libertà < di Roma repubblicana,, ma finalmente corno poeta,.. pensatore,, soldato,.artefice del nostro-Risorgimento. JSgli fu un precursore 'ardente, . tratto impeti r e v speranze ; i cantò, -«mgbaxò, combatto • e giunse al tramonto odella* huagiornata ', quando glifmorridevaf,ancora la giovinezza nelfeprimo- fiorir©.. Vita di poesia di intensa romantica poesia, che bi-i sogna - conoscere ^per ■ diventar- miglio-»' ri, per gettare-^in un angolo fna/'i panni smessi-sgliimitimi■• resti deUnostro (scetticismo. La1 sua adolescenza precoce si* ammantò «^pensosa «nel spiano, fiorire.) del maturo • EomanticisnSo,,e alcuni;maestri, • come .Michel ■. Giuseppe 'Ganalc, come kjil1 greco Schinas ■ evocarono per lui le^glorie medioevali-delle repuljbliche<ataliano e il martirio/'degli elicili senza patria. La madre -Irftanto, Adele Zoagli-Mameli, italianissima e mazziniana, baciava, in sfronte il' figlio,,qiiamdo,,poco-rpiù,:cheVdecenne, egliigia. protendeva-l'esile-braccio in segno, di s minacciai contro»'gli oppressori... A • quattordici * anni fGoiiredo * fu poeta forse"-per "la prima voltale ricvocò^in versi la suggestiva storia^di--Gian-'Luigi Fieschi, caduto^per^unisuo^sogno .diilibertà :, ,- liFoTsotlarPatria i nn 'giorno ii di » cruci /sepolcro .'Intorno ' a .to .htmodlrà.-.| ' * I|jionn^verBÌ|delìMameli 'adoleBcecìetjapp'aiono ".quasi, nn presagio deJ^snoifcestremo-j détìtino di Smorte- e ditglariai; -..« •Eret-nentfo «le tsonole .'degli IjScolopi aaHefquali* uscì jcon «larga-cultura -e onoscenze ^profonde vdegli^scrit~* anii eKlena^Bibbia^redientrò y^l^niversità^'d iV-Genoiiijrtella'|f acoltà « di '^filosofia, tla&di sgi'nrispruidenza.'.Ne ato^perirantolterco4:aviito co^mAcompagno, ^ euri'rifugiò jallora nel&ollegio^di Carcareidove sconobbe il ^|mdró#scolopio Atanasio f Canata, poetai ed fautore .di ?tragedie.t Cantò,: daàSnion i romantico «cbesTacooglie^nei' Bnoifvea^^liiechiideljBerchet, ilajsto-, rìa|di «jun ^giovane Ycrociato, ^e^vol-le} jpe^ersiineU'infinito^- •". ," . ■.JÌ«locoffl8«iin«wrtro*lg?oolo .•ch'erra ral a contln ciol,. vuoto. Maintanto *[bro«vo jtsuil*suo*oarnmiIio0U)"iioxe odella forrfmdriilità.-, Amore diWtìrim^e'amor^di-Patria:'•due Benché'fei-«confusero ^epesBO- asJcon^artistica vf orbuna;J duranJCdet^-nostro -romanticismo -e >^Risorgiinento :4 q-uasi-'una ^una,'buona regola* roìnaìétìoateScsii -il ' Mameli -non. volle davÌBéropare'eccezione. Edvamò,; poeta^ps^3o$ediinteressante,' suggestioimne^e^dlc^fanciaine genovesi, leggegidcAìoro'-'deL versi in-»cui si parlava df*m'orte^pros3ima :| ÌL''astroV<Iel ;v*ror rato, ' volge il ' tramonto, paHlA». .'-IMede-Ta^te sohvlddlo JXar^che ^morondo un ultimo ..'lampo!-l'avvivi ancor. ;, Dianzòllqualche'' minuétto e - qual chejgavotta-rnelle società, eleganti, e dedicòv.versi • di." fuoco, alla - formosa belléWa^della'marchesinaiCamilla PinelliSPpi'-si' dimenticò di leijperjadoratDajin^un. attimo (tre giornìl)* Una candiota^bellissima! chei gli; passò. daccanto % etimo ? una i1 visione,v^lasciando difeteo*t1Ì!!sè una •scia'iprofondai' di^rimpianti, ? indefiniti :. ... s • un'altra ell'era, giwea.4-ea--aveva4le> chiome blonde, e gli \ ? , foconi grandi i e tcllestrl,. e ' 114volgeva per uso come!<(Chl»sbanco. dolio cose umane cai^^jsooijdarsl deUa-tcrra ai cielo. EdfejnTÌne .giimse . j>er lui ancora primàv dei «vent'anni, l'amore vero e grande, quello-che+doveva lasciargli nel-/cuore un .solco profondo: la marchesima' Geronima Ferretti, fiore di purezza,vdi bellezza e di bontà- un amore r contrastato, infranto, quale forse,èrnecessario al poeta romantico per temprare la sua ispirazione nel dolore. Ella andò sposa ad un altro, o Goffredo sentì sullo '• labbra l'amaro del pessimismo .senza-retorica. Nacque allora da quella profonda delusione d'amore l'eroe del nostro Risorgimento ? Amore di donna e amore di Patria, binomio tradizionale della età- romantica italiana da cui i poeti trassero spesso l'armonia di due dolori : cuore e Patria derelitti, sanguinanti al ritmo di una elegia che si tramuterà in inno dì rivoluzione o di battagliai al fremito delle congiure, allo sventolìo delle prime bandiere tricolori, all'idealismo ardente,.delle teorie mazziniane. Goffredo-.Mameli, colla sua gracile apparenza-era tuttavìa uu forte e, svanito ilvsogno dolcissimo del- suo amore, ad+un altro sogno, ad un altro ideale, politico ed italiano, rivolse il pensiero. Il'patriota già da tempo si ora formato spontaneamente oin lui, poiché la • sua - natura, i suoi studi, la «sua famiglia, la vita genovese del tempo,.tutto insomma, lo aveva spinto sempre verso un ideale di libertà. Era=«suberante «e .generoso, aveva letto i!tutì»'Ale «-pagine esaltatrici della Psfcria,* discendeva da una famiglia patriziati guerrieri e di marinai, e nell'atmosfera di Genova respirava a pieni polmoni l'aria mazziniana della' Giovane Italia. Così, quando nel J(846 sùpensò a celebrare il centenario'sdeljgesto di Baliua.egli.vol-leéorganizz'jre un solenne giuramento^ di ■ studenti da farsi sul marmo di'Portoria; e quando nel settembre dello stesso anno si radunò in Genova l'ottavo congresso degli scienziati, ..viiprese > parte ; •vivissima, ebbro dunque qnetla di Goffredo Mameli,411^ i n i e ,, l a tornata si esaltasee da' quella riunione di grandi l'ideale dell'unità italiana. Conobbe allora uomini di fede, di scienza e di poesia come il Farini, il Lanibruschini, il Sajvagnoli, Terenzio Mamiani, Massimo d'Azeglio, Antonio1 DalTOngaro, il Berchet, Felice Romani, Antonio Gazzoletti, Gabriele Rossetti; e ad un pranzo di congressista tenutosi alla villa delle Peschiere, lesse un suo inno, il primo, pieno di speranze italiche e di liberale passione: L'alba ! Là sull'estremo* orizzonto, vocìi un • astro novello ? Flammccgla ,;ja sua iure .sul piano, sul monte: Già. biancheggia, rbpleiuie, dardeggia. f IPoi ■ cominciò : la fase politica e -i -»' i l o i e i a a o e i e ò , e o a e , ,: i' -, e} e e a e a e a a o , li i a e i i n e o l a a a a a ì o e o o l i , , l . a a e a a o -o e a , ro ,4gu«llr<,sc» della sua breve esistenza: 11 fu con Nino Bizio intransigentemente rivoluzionario; presiedette PAcoademia Entellica, e, nella febbre ■ dell'attesa, dettò altri ioni patriottici, appassionati come quello « Ai fratelli Bandiera » e t La buona novella ». Forse per una manifestazione di popolo che ebbe luogo il giorno 8 di settembre del 1847 al sassoidi Portoria, scrisse pure il suo inno più famoso t Fratelli d'Italia » che ebbe subito una prodigiosa diffusione sulle note affascinanti e trascinatrici del maestro Novaro; e poco dopo dettò t Dio e Popolo », inno in cui. si riaffaccia il misticismo biblico del ' Mameli, che cominciava a sentirsi davvero il sacerdote di una religione nuova. Sacerdote e tribuno fu sovratutto all'inizio del fatale" 48, quando guidò gli studenti per le vie a bandiere spiegate, quando li arringò dieci volte '■ in una sola giornata per galvanizzarne gli entusiasmi fino al • sacrificio, quando^ cantò in duomo£Q.'?V Deum per i Ejjvani sciabolati;» a Milano dalla sbirraglia austriaca. Fu-ancora poeta nell'inno «Suonò l'oraj; poi non ebbe più tempo divfar versi: il 18 marzo del 1848 l'Italia'balzò-sulle barricate a Milano^eNGoffredo Mameli il giorno 19 nel?teatro diurno deWAcquatola gridò r alla Solla fremente: c Cittadini,;, a Milano-BÌ muore; io e altri partiamo stanotte per il confine: chi èicon noi -ci-segnai ». • '-Fu= soldato sui -campi lombardi con Nino*Bixio,-collaborò^col Mazzini da ci li- ebbe.incariolii*di fiducia, e tornò a Genova infine, un poco-deluso, agli inizi dell'autunno, dopo l'armistizio" di Salasso. Diresse, giornalista di battaglia «.Il diario del popolo »; dettò 'qualche altro, inno come « All'armi, all'armi! » e «Milano e.Venezia», ed;inf ino'volse il suo passo irrequieto di 5pellegruio della Patria ' verso Roma-, ..che il 20 novembre si ara rivendicata- a libertà: EU* Infranse le setto itftmte, \. si imo dal suo letto di morto ove 11 sonno dell'Olita, dormi, • 11 lata! Campidoglio sali. L'urbe .lo attraeva col suo fascino millenario rinnovato nel crisma sanguinoso della ribellione, ed ecco il poeta giovane e biondo con Mazzini e Garibaldi nella città immortale, battezzato poeta delle camicie rosse. Ma «a-Roma non scrive dei versi: la poesia, tutta la • poesia è nell'«fzieme ; compila invece appassionati manifesti politici e stende articoli di pensiero profondo jier il giornale « Pallade-B. Torna a Genova ribellatasi dopo la pace senza speranza del 1849, e, ripartendo-per l'urbe più che mai.in pericolo, intona, profeta del suo fato imminente « L'ultimo canto »: f, ( già a mio spirto, ernesta - «tanca argillalascia, qua i fiamma •-11 tizzo Incenerito-, già si confonde la vltal scintilla aiH'uiflnlto. A Roma fu ufficiale di Stato Maggiore con Garibaldi, e il 3 giugno cadde combattendo al Casino dei Quattro Venti ferito ad una tibia: Garibaldi col jmnoho forato dalle pallottole, - lo vide portar via su una barella. Lo assisterono ferito l'eroina romantica Cristina Belgioioso che gli leggeva Dickens alla pallida luce di una candela, e Adelaide Baroffio, gentil fanciulla lombarda che il poeta forse amava. Morì, dopo la mal riuscita amputazione della gamba. sinistra, alle sette e trenta del sei luglio, mentre già da tre giorni, lui inconsapevole,- i francesi erano entrati in Roma, H suo corpo venne dapprima sepolto nella chiesetta delle Stimmate, e poi, nel 1872, tumulato solennemente a Campo Verano. Giorgio Sand scrisse al Mazzini per la morte del Mameli, del Daverio, del Masina, del Dandolo, alla difesa di Roma, parole che non si dimenticano: « Non piangete quelli che son caduti, non piangete quelli che dovranno ancora morire : essi pagano il loro debito. Essi valgono di più di quelli che li sgozzano: dunque essi sono più felici... compiangete piut-: tosto quelli che non fanno niente, compiangete me che son francese. E' un dolore e un'onta in questo mo-, mento! ». Goffredo Mameli non aveva 22 anni quando chiuse gli occhi per sempre, vaneggiando ancora di Gian Luigi Fieschi, sua prima e pur'non lontana ispirazione poetica ; ed oggi lo si ricorda appunto come simbolo di eterna giovinezza e di eterna poesia. Egli scandì in strofe italianis^inie il fremito della rivoluzione, l'ansimar delle battaglie; egli fu, force come nessun altro, cavaliere purissimo dell'ideale, e cadde falciato dal Destino che volle farne sull'altare della Patria, un mito di poesia ineffabile. Canteranno di lui tuMe le leggende, favoleggeranno di lui tutte 1<» favole buone, e la nuova gioventù: d'Italia ritemprata;nel eulto'imperiale'di'Roma non dimenticherà mai chi per la libertà di Roma cadde, fremendo di giovinezza e. di passione sulla fiorita soglia dall'esistenza. LUIGI COLLIMO. . t