L'imponente manifestazione popolare in onore del Beato Cottolegno

L'imponente manifestazione popolare in onore del Beato Cottolegno L'imponente manifestazione popolare in onore del Beato Cottolegno Nel centenario .li fondazione di quella mirabile opera eli carila, che rimarrà certamente unica al mondo, la « Piccola Cii>n deila Divina Provvidenza ■ i torinési hanno voluto rondare il più spontaneo ed il più affettujso omaggio alla memoria del Bea idndgto Cottolengo, muovendo in l'olla dal-1cla Chiesa dei . (,-jrpus Lamini » perlgun pio pellegrinaggio alla popolosa « città del dolore e della pietà » che la sua grande fede ha creato. E la manifestazione ha assumo, col significato della memore riconoscenza, una imponenza veramente degna rli colui che si voleva cosi onorare. Torino ha dato al « suo » Cottolengo una vibrante prova d'amore. Al « Corpus Domini » Nella chiesa del « Corpus Domini » si radunarono cosi alle ore 16 le autorità che dovevano prendere parte al corteo. Il tempio riccamente decorato con drappeggi e piante floreali che mascheravano la base delle colonne sostenenti la navata principale era parcamente illuminato dai ceri dell'aitar maggiore e dalle lampade pensili. In quell'atmosfera di raccoglimento si erano già svolte le funzioni religiose alle quali avevano presenziato i numerosi pellegrini venuti dai vicini paesi. Poi essi avevano sgombrata la chiesa alle 15 per lasciar posto alle personalità ufficiali. I sei canonici del « Corpus Domini », successori del Beato Cottolengo: ret tore can. Grlgnolio, can. Fino, can. Ca salis, can. Morino, can. Capitano e can. Lardone attendono sulla porta principale della chiesa le singole Autorità. Il transito peT la via Palazzo jli Città fe stato sbarrato da carabinieri Th alta tenuta, da milita fascisti, da guardie municipali e agenti di pub blica sicurezza. Presenziano al servi zio d'ordine i commissari cav. uff, Busso, cav. Tornabene, cav. Ftnucci, cav. Sigismondi e cav. Baglio, il capitano dei carabinieri cav. Miozzi, col tenente cav Anguissoda, ed il lenente della Milizia cav. Silva. La piazzetta del « Corpus Domini • è tenuta sgombra di pubblico ma dalle rinestre delle case fronteggiatiti la chiesa e da quelle dei fabbricati vici ni, adorne di drappi ed immagini sacre, numeroso pubblico assiste alla sfilata delle automobili che portano le autorità. Giungono: il Prefetto De Vi ta accompagnato dal capo di gabinet to contm. Lo Monaco, il Podestà am miraglio Di Sambuy coi vice Podestà come Orsi e conte Buffa di' Perrero, il colonnello Di Robilant segretario capo della Federazione provinciale fascista, il comm. avv. Bardànzellu, l'on. Bagnasco, il questore comm. De Roma col capo di. gabinetto cav. uff. Calasso, il generale Marchino in rappresentan za ,del Corpo d'Armata, il gr. uff. Anselmi commissario della Provincia, il comm. Pasini per la Corte d'Appello il gr. uff. Martinengo del Tribunale col. comm. Ponzio di S. Martino, il comm. Bruno Procuratore del Re aggiunto, il comm. Capuccio, il comm. Motta, il comm. Musso, il prof. Terrazzi per il Provveditorato agli studi, li comm. Brazzi, rappresentante la Pro-Torino, il comm. Gasparri segretario provinciale del Dopo-Lavoro, il comm. avv. Gay segretario generale al Comune, col comm. Gualco capo di gabinetto, i comm. Ottino Laudi e Parker per l'ufficio municipale istruzione, il gr. uff. Bona in rappresentanza dell'Esposizione 1928, l'avv. Colombini ed i consiglieri della « Fannia Turineisa ». il comm. prof. Casa zza del Comitato per le onoranze al Beato Cottolengo, il cav. Gallo in rappresentanza dell'Ospedale Oftalmico, e il comrn. avv. Balbis segretario della Federazione Enti Autarchici. Egli precede i podestà di Vercelli, Chialamberto, Rivarolo. Pino Torinese, Lauriano Po, Castagneto Po, Gassino, Bussolino, Rivalla, Vinovo e Orbassano. Il Podestà di Bra comm Dall'Orto era seguito dal gonfalone della città che diede i natali al Beato Cottolengo. Giunge l'automobile del cardinale Gamba e le autorità vanno ad incontrare l'illustre prelato, che veste la mantellina ed il zucchetto rosso. Lo seguono i vescovi mons. Castrale, mons. Pinardi, mons. Ressia e monsignor Coppo, vicario apostolico in Australia. Nella chiesa i valletti municipali, in alta tenuta, recano il gonfalone'della città ed una corona d'alloro a bacche dorate, Bui cui nastro tricolore si legge: « I^a città di Torino ». Dall'alto scendono nella navata le .nòte dell'organo, ma nessuna funziolne religiosa si compie. Il cardinale fnon si trattiene che pochi minuti nel tempio, e col prefetto, il podestà e tutte le altre autorità si dirige all'uscita, fermandosi sulla gradinata della porta d'ingresso. Rimangono in prima fila il cardinale, il Prefetto e il podestà, ammiraglio Di Sambuy; vicino a quest'ultimo sta il comm. Dall'Orto, podestà di Bra. Gli altri podestà si dispongono in gruppo a destra della chiesa. Le loro fascie tricolori mettono una gaia nota di colore su tutti quegli abiti neri. Nella piazza comincia Ira i fotografi, che vi si sono radunati, una vera gara di velocità nel fare scattare gli obbiettivi. Il corteo tEd ecco, ad un segnale dell'arcivescovo, la sfilata ha inizio: le associazioni, sbucando da .ia Porta palatina, passano davanti alla chiesa e Un boccano via Palazzo di città, tra i due porticati gremiti di folla. Aprono il corteo le orfaneile del Buon Consiglio, col loro labaro, seguite -da tutte le associazioni religiose della città: sono centoquattro Circoli giovanili cati tolici, ciascuno con la propria bandiera; duemila bambini degl'i Istituti e delle Scuole salesiane, tutte, nessuna esclusa, le associazioni cattoliche femminili; e poi ancora giti Esploratori cattolici, i Circoli rionali e le musiche: in testa la banda dei Salesiani. Ci sono donne di tutte le età, agghindate sotto i nastri che ne indicano la appartenenza a questa o a quella associazione; bimbi che sgranano gli occhi, per lo stupore della novità, ma fieri di vedersi inquadrati come dei soldatini; uomini maturi, infine, che stilano disciplinatamente, con AJmpattezza ed ordine. Le guardie municipali, moltiplicandosi, fanno spola dalla piazzeftn. ove tutta quella folla 6 arri massaia, alla testa del corteo, distri , buiscono ordini, evitano le dispers-.n\ ni, gli allungamenti e quegli ingorghi che in slmili sfilane sembrano inevitabili. Raramente è dato vedere un servizio cosi mirabilmente disposto: le soste forzate sono ridotte al minimo e ove-si tenga conto del fatto che in certi punti del percorso la lolia ammassala è stragrande, non ciresta che stupire della facilità con la quale una corrente di quella pomatapossa fluire nel suo alveo, umano anch'esso e mutevole. Alle ore 16,35 le maggiori personalità cittadine si incolonnano, tra le oiMitizzazioni cattòliche e le associazioni JpoIitJche: -.tutti . gli sguardi di nuelle*»tr7ignaia e migliaia di persone che si assiepano ai lati della via convergono "sulla flgura semplice e auste ra del principe delia chiesa, che prolòde, benediente, .aiBO to'jjfega »ìy 'orila. Xon appena alle cantonate, !a<pporpora appare, ira gli abiti scarlatti ilei monsignori ed i cappelli a cilindro delle autorità, gli applausi scrosciano, spontanei, irresistibili : si applaude nella via, si applaude dai balconi gremiti, non pochi dei aitali sono air 1che addobbati con drappi preziosi. Un lgVUPPO di personaggi, gravi sotto la e r n e i i e à , e a o i a , , l e • e a e à l o , a , l e l . , a l l i , d ioa n. ooaaià o i e na o e, nn unlo oe oe el e a, ra ea o, si a o ea uel fascia tricolore che dona alla solenni tà del loro abito nero una nota romantica, desta la curiosità ed i commenti della follia, che se li addita: sono — come si è detto — i podestà dei Comuni viciniori, molti dei quali, di freschissima nomina, fanno in questa occasione la loro prima comparsa davanti al pubblico di una grande città. eatin ue il site à: ate e na mri ii. nla sca ei e taa i i nro re oal ta ci. a ta, nale adi ne ne oL'omaggio della città Siamo ora in via Garibaldi; sorpassata la chiesa dei Gesuiti, sfiliamo davanti a quella di S. Dalmazzo, imbocchiamo via, della consolata al suono delle musiche alternate: durante le pansé tra un inno e l'altro il silenzio è appena turbato dagli applausi e da qualche ordine breve degli agenti alia folla. . . L'obelisco di piazza della Consolata è preso d'assalto dai fotografi: con i loro scatoloni neri gettati a tracolla sbarrano gli immensi occhi vitrei del loro congegni su Torino memore: che tutta Torino che apprezza e ricorda è là, nel ristretto campo delle loro macchine. Le prime associazioni si ammassano già nella chiesetta del Cottolengo quando ancora la coda del corteo, net le vicinanze del Municipio, sembra attardarsi: ma, lentamente, le lunghis sime file si contraggono, si addensano In corso Regina Margherita, ove una folla immensa si è radunata, il r-apsagsio del corteo sembra la traversata d'una turba d'eletti. Lo spazio, nella piazzetta davanti alla « Piccola Casa » è divenuto angusto; ci si pigia ed a stento 6i può procedere. La chiesetta dell'Opera, oramai zeppa, non è più in grado di accogliere anima viva; il servizio d'onore — disimpegnato da guardie municipali e da pompieri — deve subire una variante, allo scopo di permettere che la folla possa distendersi nelle vie interne di quella che a buon diritto fu chiamata « una città nella città »; vie interne, costeggiate da grigi fabbricati il cui aspetto solitamente triste, ha oggi un eorriso, il sorriso di tutti quei malati che, occhieggiando, gremiscono le inferriate. Le autorità sostano davanti all'ingresso della Piccola Casa e la corona d'alloro del Municipio viene issata sulla statua del Beato Cottolengo. Alla « Piccola Casa » La « Piccola Casa della Divina Provvidenza » non ha un ingresso appariscente. Essa ricorda anzi nella sua costruzione -esterna la grande modestia e lo spirito di sacrificio che animarono la vita del suo fondatore. Vìa della Consolata, all'altezza della grande Basilica, incomincia a seguire un leggerò pendio, che è al fine interrotto da un piccolo arco a tre volte, che sembra ne ostruisca il passaggio. Questo arco, segna l'ingresso al vasto regno di carità cristiana creato dal Bealo Cottolengo. In una nicchia del sopra-arco, troneggia appunto la ben nota figura del benefattore, scolpita in jmarmo- bianco e simboleggiarne tutta la sua opera terrena. Il Beato Cottolengo_è_JnfalU nell'atto di porgere una mano ad un vecchio paralitico inginocchiato ai suoi piedi; e mentre in quel gesto è espressa la potenza della carità che allevia tutte le miserie, con l'altra mano tesa all'alto, il benefattore invoca dal Cielo la provvidenza divina. Al disopra della statua, proprio all'estre mo limite dell'arco, il quale internamente, attraverso un basso porticato congiunge le due maggiori ali del Cottolengo," la mano di un altro artista più modesto ha impresso in rilievo, completando cosi il simbolo che lo scultore ha voluto esprimere, i segni della Provvidenza divina: il triangolo fiammeggiante dello Spirito Santo, che a sua volta è sovrastato dal primitivo nome dell' Istituto: Divina Provvidenza Oltre l'arco, la via svolta bruscamente a destra, per poi ripiegare a sinistra, dopo aver disegnato un'esse. La l'acciaia della chiesa è all'inizio dei ripiegamento della via, e quindi completamente nascosta all'occhio di chi guardi a up punto qualunque della strada, prima dello sbarramento costituito dall'arco. Ma per i fedeli, il piccole porticato a tre arcate è la soglia vera del grande tempio. Esso appare infatti nello sfondo della strada tutto pavesato di ricchi broccati granata, e sormontato da una luminaria, che divide attraverso le tre arcate i colori della bandiera italiana. Ed è stato appunto sul limitare dell'arco che i dirigenti del corteo si sono ritrovati, e che il reggitore della grande Opera, Monsignor Riberi, ha atteso, circondato da uno stuolo di suoi collaboratori, l'arrivo della maggiore Autorità ecclesiastica della Provincia e di tutte le Autorità cittadine. I Corpi armati municipali, che aprivano il corteo, sono giunti davanti all'ingresso dell'Opera, poco dopo le 16,30. Essi si schierano, come le fanfare, davanti alla chiesa, ed entro le due navate laterali della chiesa si dispongono le rappresentanze di tutte le Associazioni giovanili cattoliche, e tutti i porta-bandiera. Terminatala sfilata dei giovani, il resto del corteo è incanlato invece per via Cottolengo, e tutta la massa si riversa nel vasto cortile principale dell'Opera al centro del quale una riproduzione della statua del Cottolengo appariva contornata da un arco di lampadine elettriche. edddcincfSlitsintcrgddpfsrlGciqtngnCisadapmirtcamgPlIdssdrcczvui™c)rstcpmsntCuTra luci e broccati Nell'interno della chiesa tutto è pronto per la cerimonia. La navata centrale, destinata alle Autorità, è tenuta completamente sgombra. Le colonne che sostengono la navata centrale, l'abside e tutti gli intercolunnii non affrescati, sono ricoperti da drappi di notevole valore. L'Altare principale, o, meglio, il Presbiterio, è pronto per accogliere le principali Autorità civili ed ecclesiastiche, per le quali sono state approntate due serie di poltrone rivestile di broccato cremisi. Nel centro spicca la sedia vescovile, il faldiiterio, ricoperta di stoffa argentea e sormontata da due appoggiatoi in avorio. Sul pergamo, anch'esso tutto drappeggiato, spiccano la mitria e i paramenti cardinalizi. L'altoire è tuvto illuminato dalla parte del coro, il quale è sovrastato da ama raffigurazione pittorica della beatiiicaiione del Cottolengo, quadro che è^KcorHiciato da una luminaria. Di grande effetto è il basamento dell'altari e le parti laterali del giardinetto del tantissimo, che sono in alabastro candido e. sulle quali spiccano, sotto l'azione della luce proiettata dal coro, lii fittili e di dodici angeli finissimamente miniati. •• Cosi pavesata, la piscola chiesa met-|ìyj£i ili xUjexo to^te le tìu-.^cara^jrisU^^ pln pregevoli, senza colpire per sfarzo eccessivo. In essa,«*ialgrado la consi derevole folla che già lia preso posto, domina infatti incontrastato un senso di religioso raccoglimento, reso più completo dalle molle ligure raccolte in preghiera al di là delle grate che chiudono i due ordini di finestre bifore e trifore die circondano il coro. Sono figure che si vedono appena, delineate nella controluce, ma che suscitano un tumulto di pensieri. Le finestre a sinistra di chi guai da danno infatti nell'ala del Cottolengo riservata alle monache di clausura; quelle al centro e a destra, nei locali dell'opera, sono riservate agli ammalati più gravi. Il gruppo delle autorità, preceduto dal cardinale Arcivescovo, dal gruppo dei vescovi e da una numerosa rappresentanza ecclesiastica, giunge di fronte all'arco, accolto da un triplice squillo di tromba, circa tre quarti d'ora dopo l'arrivo,della testa del corteo. L'incontro del « piccolo padre » dell'Opera con il Cardinale Arcivescovo Gamba e con le principali autorità cittadine, è commovente. Don Riberi si inchina davanti all'Arcivescovo, e quando si rialza sembra che stanti a trattenere le lacrime. Le autorità sostano quindi davanti all'arco finché due guardie in alta uniforme non abbiano appeso ai piedi della statua del Cottolengo la piccola corona recante i segni e il nome di Torino. La consegna di questo omaggio del- Comune avviene nel più semplice modo. Il Podestà, fattosi incontro a Padre Riberi, accompagna la posa della corona con poche paròle in piemontese: « Il Comune di Torino è presente con tutti i cittadini a questa dimostrazione di riconoscenza ». Le parole del Cardinale Subito dopo le autorità entrano nel tempio, e prendono posto secondo il cerimoniale stabilito. Nel presbiterio, a sinistra, prendono posto i quattro monsignori venuti da fuori, l'ammiraglio Di Sambuy, il Prefetto, ì due vicePodestà ed il Questore; a destra tutte le altre autorità civili ed ecclesiastiche. Il Cardinale Arcivescovo sale invece direttamente sul pergamo. Raccogliamo del suo dire le esprns sioni "più salienti. « Non farò un discorso — egli premette — come forse desidererebbe il Comitato delle onoranze centenarie al Beato Cottolengo, che ha promosso con tanto amore e con tanto zelo questa grande dimostra zione di venerazione e di riconoscenza verso il grande benefattore. Non fan'i cmkcavribslns«Fun discorso, anche perchè mi sarebbe vimpossibile dire cose, che i presenti. d™"a:]°r° Partecipazione alla dimo- dccfcsislasRrsedcqcola Casa. Questo dimostra quanto sia )1 merito e quanta la riconoscenza; e rappresenta nello stesso tempo il dìscorso pivi eloquente che sia inai uscito da labbra umane. « L'omaggio rielle autorità e della cittadinanza al Reato Cottolengo — prosegue il Cardinale Gamba - non mi stupisce ». e dopo essersi alquanto soffermato ad esaminare l'importanza nell'opera creata dal grande henefat acsv- -rr ..v..... ,tnre, riprendendo, dice die era pinstn- Cile Torino non si lasciasi sruggire i una cosi buona occasione per afferma- rè il suo tributo di riconoscenza al Beato cottolengo. |« Ma prima che a lui — continuai i arcivescovo — bisogna render grazia a Dio — e pronunzia le due parole sa- cre che sono il vangplo dell'opera del!Coltolengo — Tteo aratias, le due pa^role eli? il Beato ha lasciato in eredità ai prosecutori della sua opera, senza la quale ìnfinitp lagrime e infinite miserie umane sarebbero rimaste senza conforto. Ma grazie anche al Beato Cottolengo. che, secondando l'impulso della grazia, segui l'ispirazione e mise mano ad un'opera di beneficenza umana cosi colossale, che tutto il mondo invidia alla nostra città ». Qualche altra frase ancora, poi l'ar- civescovo conclude il suo dire con le':stesse parole dell'esordio: ìleo aratiti'!parole che sono ripetute come un'ecoitlalla grande massa di fedeli raccolti inella chiesa Ed ecco che ora il silenzio rotto da un dolce canto: sono le « crocine » che intonano il coro del Te Deum. Nel cortile Intanto oltre diecimila persona pregano sommessamente, rispondendo di tanto in tanto con le parole di rilo alle laudi recitate dai sacerdoti. Mentre in chicfea si canta il Te Demi), monsignor Chiantòre volle anzi rivolgere alla numerosissima folla qualche parola di ringraziamento a nome dell'Opera, cosicché gli applausi si incontrarono con lo scampanio annunciarne la benedizione impartita dall'arcivescovo. La folla, che comprende il segnale, si inginocchia, segnandosi. Poi uh fremito di impazienza passa per quell'altra moltitudine, in attesa della benedizione arcivescovile. Ma è stato que* stione di pochi minuti, poiché subito dopo la prima benedizione l'arcivescovo si muove dall'altar maggiore e, segnalato alla folla da uno squillo di tromba, attraversa il tempio per portare a tutti i fedeli che non poterono riversarsi nella chiesa la benedizione d: Dio. La benedizione alla folla inginocchiata in quell'ampio cortile è stata impartita in forma solenne, e neutre il ministro di Dio protendeva in alto il Sacramento, la folla si è prostrata infatti come soggiogata dal' suirilo divino. Impartita la benediz le." l'arcivescovo è ritornalo presso l'altare maggiore, ha deposto l'ostia sacra; quindi si è recato nella sacrestia, accompagnato da tutto il Corpo ecclesiastico. Intanto la massa di popolo si riversava in strada cantando laudi sacre. Alla sera nel rione del « Corpus Domini », al Palazzo Municiipale, alla « Piccola Casa », in tutte le abitazioni balconi e finestre si sono illuminati a festa ad onorare il Beato. U l di iltll ibe