Si riparla di disarmo

Si riparla di disarmo Si riparla di disarmo L'argomento più importante per l'assemblea ginevrina, od almeno quello che darà luogo a più ampia discussione,' come nelle sette precedenti assemblee, sarà quello del disarmo. Ugualmente e parallelamente si avranno le discussioni nella stampa mondiale, specialmente perchè è ancor fresca l'impressione dell'insuccesso della Conferenza navale a tre. In tanta mole di opinioni controverse, di argomenti combattuti, di tnteressi minacciati, non è facile raccapezzarsi. Gli archivi della Società delle Nazioni. sull'argomento costituiscono da soli una biblioteca Tuttavia a chi ha seguito la gigf fesca logomachia non riesce impossibile determinare la posizione presa da ciascuna nazione; in linen generale si può dire che ciascuna e parzialmente negativa. Dal che si conclude che i tempi non sono maturi per la soluzione generale, ma che 11 bisogno ed il desiderio di tendervi è da tutti sentito. E sentito specialmente perche si sa che Ineluttabilmente la futura guerra sarà almeno continentale come estensione e fofale come intensità. Per l'intelligenza di manto si dirà a Ginevra, può essere utile mettere sott'occhio al lettor lo stato attuale della questione, ma in un rticolo di giornale ciò non può esser fatto che in forma molto schematica e senza entrare, come si dice, in merito. . **« La riduzione degli armamenti è uno degli scopi fondamentali della S. d. N. inscritto nel suo Patto, essendo lo scopo generale quell di rendere impossibile la guerra mediante la soluzione arbitrale delle controversie minaccianti la pace. Nell'ottimismo generale d'allora e non avendo valutata la formidabile complessità del problema, si credette nel 1919 di poterlo risolvere facilmente e presto, almeno parzialmente. Essendo però apparso sùbito che, sostituendo alla soluzione per la forza la soluzione per arbitrato, occorrevano alla S. d. N. i mezzi per imporre la decisione (gendarmi per far eseguire la legge), ^.éon Bourgeois, il più autorevole ed il più entusiasta fra t fondatori della S d. N., ritenne indispensabile, e chiese, la costituzione di una forza internazionale a disposizione della Lega Nel luglio del 1920, alla vigilia della memorabile riunione della S d N. a San Sebastiano, in un colloqui* che ebbi l'onore C avere con S. M. Alfonso XIII, ascoltai 1 progetti del giovine Sovrano per un esercito internazionale; siccome sarebbe stata affatto fuori luogo una discussione, tenni per me le argo mentazioni che, più tardi, esaminato da vicino il problema, ne dimostrarono le enormi difficoltà d'attuazione. 11 Patto ha creato una Commissione permanente consultiva, composta di delegati dei Governi rappresenta ti nel Consiglio ed avente , jr còni pito di studiare le questioni militari, navali ed aeree, sulle quali il Consiglio desidera il parere. (Delegato militare per l'Italia fu il sottoscritto, a cui nel 1923 succedette il generale senatore De Marinis, che con grande competenza ha partecipato da allora in poi ai lavori non sempre gradevoli e spesso non scevri di responsabilità). Naturalmente alla C. P. C. venne sùbito sottoposto il problema della riduzione degli armamenti. Essa si trovò di fronte a difficoltà formidabili e le espose. I maligni dissero che occorreva sottrarre ai tecnici il problema, perchè mai i militari avrebbero saputo proporre la soppressione di se stessi La realtà era, ad i calunniati militari l'avevano ben vista sùbito, che il problema del disarmo è prevalentemente politico. Venne allora creata una poderosa Commissione temporanea mista; temporanea in contrapposto alla permanente militare e perchè ne fosse ben chiaro Il carattere; mista, perchè vennero chiamati a farne parte politici, economisti, militari, finanzieri, indù striali operai. SI può ben pensare se ciascuno vuotò il proprio sacco, tanto più che, per lasciare la pili ampia libertà di espressione, si volle eh' i delegati non rappresentassero che se stessi e non i rispettivi Governi. Di fatto il lavoro della C. T. M fu veramente insigne e sboccò, dopo tre anni di laboriose discussioni in quel progetto di un patto di mutua assistenza, che fu presentato all'assemblea del 1924 avendo a padrini due capi di Governo. l'Herriot ed il MacOonald, ed in mezzo all'entu siasmo generale. Caposaldo del pat to era che la riduzione degli arma, menti è conseguenza del grado di sicurezza dei singoli ed è ad esso pro■ porzionale: in altri termin'. le tappe da percorrere sono tracciate dal trinomio: arbitrato, sicurezza, di tarmo. SI deve cioè dapprima far accettare da tutti l'arbitrato obbli gatorio per tutte le controversie; da ciò e risolte per via d'arbitrato le controversie esistenti, nasce per ciascuno dei contraenti una sicurezza, che consente di ridurre gli armo menti; al limite (in matematica al limite si tende, ma non lo si raggiunge mai) a sicurezza assoluta corrisponde disarmo assoluto. Ma l'arbitrato obbligatorio è una menomazione della sovranità assoluta dello Stato e molti degli Stati che, neH'amtosfera tutta particolare di Ginevra, avevano dato l'ade alone, cominciarono a riflettere. Chi ebbe il coraggio di pronunciare i! non vossumus fu l'Inghilterra; ai Gabinetto labourista era succedute il Gabinetto conservatore e nella primavera del 1925 air Austin Charo iteriate seppellì con molti fior, e molti sospiri il povero progetto. Ma l'ideale dei diaanno è immortale, il compito fondamentale della S. d. \ è 11 disarmo, quindi, a meno di sep pellire anche la S. d. N., si dovette continuare per altra via, -usi ri prendere la stessa via degli studi e Moratoria." L'assemblea" del 1925J affermò che una Conferenza per la riduzione degli armamenti doveva aver luogo ad ogni modo appena possibile, cioè non appena fosse stata preparata in modo da evitare un insuccesso (e quanto sia necessaria la preparazione lo dimostrano l'andamento e l'esito della recente Conferenza navale). Sufficiente preparazione vuol dire presentarsi alla Conferenza già d'accordo sui punti fondamentali. A tal fine venne nominata una nuova Commissione preparatoria della Conferenza, comprendente una Commissione politica e due Sottocommissioni : economica e tecnica; fatto nuovo ed importante la partecipazione degli Sta) Uniti E ricominciarono le riunioni e le discussioni, ma per l'assemblea del 1926 nulla si era concluso; soltanto nel marzo del 1927 la Commissione politica, presi in mano i lavori delle Sottocommissioni, che non erano riuscite ad accordarsi su parecchi punti capitali, cercò di concretare uno schema di progetto, che racco, gliesse sufficente numero di suffra¬ gi, ma invano. Alla fine della prima lettura il progetto era pieno di tante riserve deformatrici, che la Commissione decise di non passare alla seconda lettura, se non dopo che i Governi avranno esaminato il prò. getto e sanate le divergenze. Questa è la situazione, dinanzi a cui si trova l'assemblea. Le divergenze essenziali possono cosi riassumersi: — Antitesi tra il concetto europeocontinentale già accennato, che il disarmo è conseguenza della sicurezza, ed il concetto anglo-sassone che, per ridurre la tentazione di conflitti armati, bisogna ridurre gli armamenti esistenti od almeno non aumentarli. — Antitesi tra 11 concetto continentale che le forze di terra, di mare e dell'aria costituiscono una trinità inscindibile, ed il concetto inglese negante tale inscindibilità ed affermante che, risolta parzialmente la riduzione navale con l'accordo di Washington, occorre ora ridurre le forze terrestri. — Difficolta d'intendersi sulla de¬ terminazione dei potenziale bellico (valutazione e comparazione di tutti i fattori costituenti la capacità bellica, come la situazione geografica, quella demografica, le frontiere, le comunicazioni, il possesso di materie prime, lo sviluppo industriale, ecc.). Questa difficoltà apparve cosi grande, che si pensò di abbandonare il concetto del potenziale bellico per sostituirvi quello di armamenti limite (plafond) da non superare. — Influenza della situazione politica dei singoli. — Divergenze circa il controllo degli armamenti posseduti, che alcuni Stati con a capo la Francia ritengono necessario, mentre altri, e noi tra questi, lo .ritengono lesivo della sovranità nazionale, bastando le informazioni che, a norma del Patto, sono fornite alla S d. N. Sorvolando su molte altre controversie, diremo soltanto che ad un dato momento parve che alla soluzione finale ci si sarebbe potuti avviare con la stipulazione di patti regionali. Ma approfondendo il problema, si vide che per avere un pat¬ to efficace le regioni non possono essere che continenti più gli Stati aventi forti marine capaci di agire a distanza e che quindi si arrivava al patto generale. Come corollario einerse che l'assenza di uno Stato a forte marina rende inefficace il patto E' superfluo, infine, discorrere delle forze navali dopo la recente Conferenza a tre. Ma da questa è apparsa confermata una verità arciconosciuta, ma non altrettanto confessata. Mentre alla Commissione preparatoria Inghilterra e Stati Uniti si eran trovati d'accordo nel chiedere la limitazione del onnellaggio per ciascuna categoria di navi contro altri, che* chiedevano la sola fissazione del tonnellaggio glo. baie, alla Conferenza a tre l'accordo sfumò. E ciò perchè, nello stadio at-. tuale dell'evoluzione, mondiale, ciascuno Stato è ineluttabilmente portato a considerare anzitutto il problema proprio ed a risolverlo secondò le necessità proprie. Questa è la verità. Gen. GIOVANNI MARIETTI.

Persone citate: Alfonso Xiii, Bourgeois, De Marinis, Giovanni Marietti, Herriot

Luoghi citati: Francia, Ginevra, Inghilterra, Italia, Stati Uniti, Washington