Una Principessa in volo sull'Atlanticodall'

Una Principessa in volo sull'Atlanticodall' LE TRANSVOLATE OCEANICHE Una Principessa in volo sull'Atlanticodall'Inghilterra al Canadà I! Giro del mondo: l'« Orgoglio di Detroit » da Belgrado ha raggiunto Costantinopoli LONDRA, 31, notte. Levine ha parlato troppo. L'estemporaneo volo da Parigi a Londra gli montò la testa e gli fece abbandonare ogni cautela anche nei rapporti degli intendimenti immediati che lo animano. Egli si lasciò scappare un sacco e una sporta di parole fra scherzose e boriose, che vennero bensì accolte con simpatico divertimento, ma il cui significato non sfuggì agli aviatori inglesi. Il significato era questo: — Ora vi voglio far vedere come si trasvola da levante a ponente. Anche voi avete una auantità di progetti per questa traversata, ma non riuscite a staccare i piedi dal suolo. Avete voi pure un po' l'aria di Quell'eccellente pilota francese Drouhin, che non partiva mai e che dovetti piantare a Parigi. Adesso ho sottomano uno dei vostri piloti, uno splendido aviatore, che si muoverà alla svelta in virtù delle leve che dovevo venire io ad applicargli. Fra pochi giorni saremo in America, e il mondo riconoscerà che l'aviazione americana non ha soltanto insegnato a quella europea come si supera l'Atlantico nella direzione più- comoda, ma come si riesce a superarlo anche nell'altra direzione, quella più scomoda. Dunque, preparatevi a sentirvi bagnato il naso per la seconda volta. Levine non osò naturalmente frasi di questo genere, ma quello che egli vo leva dire era questo, benché egli dicesse ■ altre cose superficialmente garbate. Ora, nessuno in Inghilterra pud e vuole oscurare ai cugini di America l'epopea di Lindbergh e la gloria degli altri due voli transatlantici {nel senso più comodo) che la seguirono; ma l'aviazione inglese preterisce apertamente che la traversata nel senso inverso passi alla storia aeronautica sotto i colori britannici, anziché ame ricani. Perciò le allegre vanterie di Levine hanno subito dato luogo nel l'animo di almeno due aviatori ingle si ad alcune tacite combinazioni chimiche, in seguito alle quali avveniva stamane la subitanea ed impreveduta partenza di un velivolo britannico verso il continente americano, in fruttuosa competizione anticipata col Miss .Columbia. / partenti rientrano nella serie delle éauipes inglesi che da varie settimane aspettano la giornata propizia per lanciarsi a volo verso l'America. Essi sono il capitano Hamilton e il colonnello Mlnchin. Ma non basta: vi è anche la auasconala. Questa consiste in un passeggero a bordo; anzi in una passeggera, la leggiadra principessa Loewenstein Wecretheim, aviatrice dilettante. In tal modo se {'équipe ora librata sull'Atlantico nel senso meno comodo giungerà a destinazione, l'Inghilterra si impadronirà della fama della prima traversala aerea verso il nuovo mondo, e per giunta potrà dire di averla presa cosi poco sul tragico da recarsi dietro nella impresa una elegante dama aristocratica per ingannare il tempo a bordo con graziose conversazioni. Chiunque può immaginare la sorpresa di Levine. Ma anzitutto occorre ricostruire l'improvvisa partenza dei suoi competitori. La Principessa intrepida La principessa Loewenstein è molto più inglese di quanto il suo titolo porli a credere. Essa proviene dalla famiglia Savile, anglo-sassone da cima a fondo. Prima della guerra sposava il tedesco Loewenstein {che allora era ufficiale dell'esercito spagnuolo) e subito poi andava alle Filippine, dove cadde sul campo. Immediatamente, la principessa inoltrò al governo inglese una petizione perchè le fosse ritornata la cittadinanza britannica. Da allora in poi conservò il titolo tedesco, ma riprese a vivere una vita esclusivamente inglese. Fornita di quattrini in abbondanza, la principessa incominciò ad entusiasmarsi per l'aviazione ed effettuò varie traversate a volo sulla Manica sui primitivi apparecchi che tennero dietro a quello di Ulcriot e che erano pilotati da aviatori pericolosissimi per i loro passeggeri. La principessa dopo la guerra figurava tra le aviatrici dilettanti più illustri. Una volta fu implicata in ima controversia giudiziaria sul possesso di un aeroplano e suo fratello, il conte .\Iaxsb'oroùgh, ebbe occasione di proclama re davanti ai giudici: « Quella matta di mia sorella ha perduto la testa per l'aviazione, e ho paura che neanche questi fastidi riescano a metterla sulla via del buon senso ». Lord Mexboraugh conosceva bene la sorella. Essa rischiò di andare in poltìglia alcuni anni addietro partecipando al circuito aereo per la Coppa del Re. L'apparecchio era pilotato dal colonnello Minchia e un atterra., gio forzato li mandò a finire a pochi palmi da una foresta, contro i cui tronchi non si sfracellarono per miracolo. La principessa non abbandonò per cosi poco la sua cieca fiducia nell'abilità del colonnello Minchia, il quale nel frattempo veniva dedicandosi all'aviazione civile e si conquistava la giusta reputazione di uno dei più magistrali piloti inglesi di lungo corso. Per il tramite di Minchia, la principessa conobbe e apprezzò anche un giovane collega deVcolonnello, ossia il capitano Lesile Hamilton. Hamilton non ha che 27 anni; ma non c'è cantuccio di cielo inglese in cui egli non abbia eseguito dei salti mortali con apparecchi di ogni tipo, uscendone perfettamente vivo. In breve: poco alla volta si stabiliva il terzetto aviatorio la principessa Loewenstein, Minchin, I Hamilton, dal quale scaturiva ultima-} mente il progetto di trasvolare l'Atlantico in senso inverso mediante un monoplano Fokker munito di una coppia di motori di marca inglese da 400 cavalli ciascuno. I fondi per l'impresa vennero provvisti dalla principessa, con l'intendimento sottinteso che sarebbe slato riservalo a bordo un posticino anche per lei. « P semplicissimo », risposero Hamilton e Minchia, e senza farne parola con alcuno, agganciarono alla fusoliera del Fokker una poltroncina di vimini, accosciata sulla quale la principessa sta ora sorvolando la notte oceanica. Le caratteristiche , del « San Raffaele » Il Fokker venne fabbricato ad Amsterdam. La sua sagoma complessiva non differisce da quella dell'ordinario monoplano costruito dalla ditta con una decina di posti nella cabina per il trasporto dei passeggeri. Ma alcune varianti sono state introdotte nel congegno di timoneria. I funzionari tecnici di questo dicastero dell'Aviazione, quando, la settimana scorsa, videro giungere in Inghilterra il nuovo monoplano destinato ad Hamilton e a Minchin spalancatono gli occhi davanti al timone e dissero che non pqtevano accordargli l'indispensabile patente di sicurezza. Proprio in quel giorno, un Fokker dì identico tipo subiva un drammatico guasto alla coda mentre per conto di una società londinese stava trasportando dieci passeggeri da Londra ad Amsterdam. L'apparecchio, che non obbediva più al suo pilota, calò violentemente contro un gruppo di alberi che salvarono bensì la vita ai passeggeri, ma uccisero il meccanico dell'apparecchio e resero inservibile quest'ultimo. Peraltro, le difficoltà sollevate dai funzionari contro il Fokker, ordinato dalla principessa, scomparvero dopo certi, aggiustamenti operati sul posto da tecnici locali, che misero il timone in regola col regolamento. Allora, Hamilton e Minchin non nascosero più il loro desiderio di volare diffìlato dall'Inghilterra al nuovo mondo, o più esattamente dall'aerodromo di Upavon {presso il confine fra l'Inghilterra e il Galles) e l'aedromo di Ottawa, capitale del Canada, un tratto di oltre 3000 miglia. Essi nascosero soltanto la principessa e la data della partenza. Il grande Fokker era pronto da vari giorni sul trampolino di Upavon, ma i bollettini meteorologici lo incoraggiavano pochissimo a salpare e nessuno credeva che il monoplano avesse fretta. Ma chi pensò che da un momento all'altro sarebbe capitato a Londra Levine, l'uomo più frettoloso del mondo ? < Partirò non appena il vento si rifarà buono », dichiararla ieri sera l'alacre milionario americana, sdraiato sopra un canapè del Savoy Hotel, a uh cerchio di reporters sulle sedie circostanti. E prosegui: « Appena il vento si rabbonisce, io parto come un razzò. Ma per ora lira un vento cattivo e purtroppo bisognerà aspettare qualche giorno ». Fuori, la notte era imbronciata e chiunque poteva prevedere tutto fuorché l'immi nenie partenza del Fokker sonnecchiante a Ùpavon. Pochi, in quei paraggi, notarono i movimentati preparativi. La principes sa, sul far dell'alba indossava un bel casco giallo, un paio di ampi pantaloni turchini accartocciati In basso tra le fibbie di un paio di stivalétti di vernice con tanto di'tallone, mentre un caschetto azzurro .integrava il variopinto abbigliamento. Il bagaglio consisteva in due valigette di cuoio e in una cappelliera laccata in rosso. L'automobile era pronto al castello della principessa ed era pure pronto ad accompagnarla all'aerodromo un buon prelato irlandese che regge la diocesi di Cardiff in veste di arcivescovo. La principessa si sentiva certa della splendida riuscita del gran volo, ma, ad ogni buon fine, credeva da buona cattolica, di iniziarlo con i conforti religiosi. La benedizione dell'Arcivescovo Scoccavano le sette quando l'automobile della principessa giunse all'aerodromo. Il tempo era coperto e piovigginava. Il colonnello Minchin osservò che il peggior passo è sempre quello dell'uscio, ma, a capo scoperto, insieme ad Hamilton mostrò all'arcivesco¬ vo gli ultimi preparativi della partenza facendolo salire-rMtta - al boccaporto della cabina. Il prelato, poco di poi, parandosi dalla pioggia sotto un'ala dell'apparecchio aspergeva di acqua santa la carlinga benedicendo anche i partenti. > Dio sia con voi — disse l'arcivescovo. — Abbiate un ottimo viaggio. Non ci dimenticheremo di se-guiryi.con le nostri preci ». La prinei-pessa sì inginocchiò davanti all'arci-vescovo per ricevere la sua benedizio-ne. Poco dopo, gli ultimi addii si in-trecciavano fra la macchina, la cui eli- ca cominciava a rombare e il piccolo gruppo dei presenti. Il Fokker, 7ie»ecui stive si trovavano circa quattromila litri di benzina pesava complessivamente in quell'istante almeno sei tonnellate. Tai sua ascensione non poteva a meno di essere laboriosa. L'apparecchio percorse un lunghissimo tratto della carraia di ascensione prima di- staccarsi dal suolo. Più in là, le due ruote del carrello sfioravano sinistramente i terrapieni marginali, dell'aerodromo e per un altro tratto il monoplano ballonzolò pesantemente a pochi metri dalla superflce delle case coloniche, colmando di ansietà gli spettatori. Da ultimo, guadagnò decisamente quota, scomparendo fra la caligine umida che fasciava a ponente, l'orizzonto. Le segnalazioni: sull'Atlantico Il vento soffiava intenso in suo favore colla velocità oraria di circa 30 miglia. I presagi deponevano nel senso che questo vento in poppa sarebbe durato almeno fino a mezzo Atlantico. Il Fokker è battezzato San Raffaele, ossia col nome del santo che si considera patrono dell'Aviazione: Tutta la Inghilterra gli augura i venti più favorevoli che San Raffaele possa accordargli. La sua sagoma è stata intravista al di sopra della contea di Tipperary in Irlanda alle 10,-iO, ossia quasi tre ore esalte dopo la partenza, che era avvenuta alle 7,30. Il San Raffaele navigava ad una quota di 300 metri verso la casta occidentale dell'isola. Più tardi, venne avvistato ancor una volta al di sopra del litorale di Gotoa?/. Più oltre si stendeva l'Atlantico, senza scalo fino a san Giovanni di Terranova. Questo è l'ultimo ragguaglio attualmente disponibile sulla rotta del Fokker, che reca a bordo la prima don na che abbia osato avventurarsi a volo sull'Oceano. La velocità media che il San Raffaele può brf'terr. — con una certa economia di combustibile — si aggira sul le 85 miglia all'ora, ma sono attesi venti contrari nella seconda metà del tragitto ed essi ridurranno certamente la' velocità media praticabile dal Fokker. La benzina a bordo è sufficiente per almeno 43 ore di volo e si calcola che se il monoplano potesse mantenere la velocità media di una cinquantina di miglia i suoi occupanti, salvo complicazioni, non avrebbero alcun motivo di preoccuparsi. £<z rotta dalla costa dell'Irlanda è in linea retta verso Terranova. Gli aviatori recano a bordo una zattera pneumatica di gomma e razioni per diversi giorni, ma è chiaro che difficilmente un tuffo in alto mare mancherebbe di essere fatale. I due piloti e la principessa non sono rcalment *Tì?rl ,1" Jr", !!successo. Non ce radiotela/ralia abordo. La rotta prescelta non è frequentata da molte navi. Dopo la costa irlande- se la terraferma meno lontana è ù 1900 miglia. Nella migliore delle ipotesi, essa non potrà essere raggiunta prima di domani a mezzodì. Se tutto andrà bene, il Fokker proseguirà difilato dalla costa di Terranova alla capitale del Canada compiendo cosi integralmente il tragitto progettato, che è di 3250 miglia esatte. Poscia, gli aviatori si propongono di virare quasi subito di bordo e di riprendere la via senza scalo dell'Europa, andana do ad atterrare, se la macchina lo permetterà, niente di meno che a Vienna. Che ne dice lo stupefatto Levine? Cerca di cavarsela da uomo di spirito, « E' un bell'ardimento e i miei voti sono che la fortuna assista gli aeronauti. Mi dorrebbe se il volo termi nasse in una disgrazia e che si dices se che la partenza è stata affrettata in seguito al mio improvviso arrivo a Londra. Ma speriamo che il Fokker non manchi di arrivare sano e salvo alla meta. Dal canto mio, è chiaro che io cambierò i miei piani. Voglio attendere il risultato della splendida im presa. « Se il successo coronerà, l'impresa, ho già in mente di abbandonare il mio progetto di riattràversare l'Atlantico in senso inverso e dì adottare una alternativa che per ora preferisco tenere segreta. E' possibile che io volga \la VTua del Miss Columbia verso l'O\rlente anziché verso l'Occidente. Una \sola cosa P°-"° dire: che, avendo sot]'0 mano un apparecchio così meravi\alioso come « Miss Columbia non in !tend0 muovermi da Londra se non per : tentare di battere il più portentoso dei !r«cc,rds mondiali che io riesca ad im- maginare. Voglio compiere cose grandi e non mi staccherò dal Miss Columbia senza averle almeno tentate ». La signora Levine, colla figliuola, è salpata stasera per VAmerica a bordo di un transatlantico, smentendo la voce intorno alle trepidanze che l'animerebbero di fronte alle straordinarie velleità aviatorie del marito. « Cono sco il mio Carlo » ha detto la signora Levine, sottintendendo che c'è mollo metodo nelle follie aviatorie del fantasioso milionario. MARCELLO PRATI.