Estremi rifugi sull'Alpe

Estremi rifugi sull'Alpe Estremi rifugi sull'Alpe Scienziati a! lavoro GOL D'OLEN, agosto Ieri sera tempesta furibonda Raffiche formidabili st scagliavano mugghiando •>. ruggendo sul grande albergo deno Stolemberg che ne scricchiolava e gem<» va nello scheletro come un vascello an-j ''orato Investito dalla bufera; ed erano «ferzate da far levare gli occhi inquieti di qualcuno quasi nell'anela che a una nuova ventata l'edificio Intero *e ne dovesse volar giù nell'escura voragine aperta nella valle. Ma la buona faccia tranquilla da sorridente gigante barbuto del signor GuaJa. n direttore di guest' allargo modello abbarbicato qui a tremila metri sul più celebre va Ileo fra la Valsesi* e la Val d'Aosta rassicurava gl'Inesperti che tornavano a guardar fuor'. dai vetri ormai tutti rabescati di ghiaccio il turbinare biancastro della tormenta. Intanto, rapite !n una loro turbolenta giocondità in •liscipltnatissima quattro slgnorhip m1'anesi curve su un tavolino nell'angolo ■iella sala presso la stufa accesa, continuavano imperturbabili a coprir di «aiuti alpestri Winatnerevoll cartoline 'Iltisrrare destinate ad altrettanto innumerevole stuolo di parenti e d'am'ei. • Il tlmbr»- de! colle, mi raccomando. Il timbro nel colle I .. E il signor fiuala diceva di si Poi a tratti. Improvvise Inespllcabil soste del vento parovano la tregua di un respiro affannato. E allora, tra miei rad»r repentino 11 silenzio che dava pace aOo sfarfa.!lo della nevicata, ecco che II bagtjer» della folgore stupiva come uno scherzo Inatteso. Vlanl a tradimento, di «otto <n su, vampa e rombo contempo-j raneamente. subito soffocato da un nuovo urlo di vento K tacevano un '«stante anche le Indiavolate ragazze. Niente a farci, per onesta sera Dicono che d1 quassù, quando I atmosf°ra è spazzata, si veda oltre l monti 11 blanehegg'ar di Milano nella pianura, «umbra che siamo capitati male: " Milano ci scontenteremo d1 verterla] "on gli ocelli rtell''mroB«rinazfone. tW*-tendo a Dio quel tanto d! quiete rta noter dormire stanotte. Ma stamane Giove è un po' meno Tuectato Non ha sp'anafo la front» nerchè au°«t'anno la moniaima. 'lai f>rv+no al Rosa al Monre Bianco. *'<> ••'■errrrtata detta sua caparWa natura ferrigna, e come Irritata dal troppo 'orm'colar d'uom-ln' su pel stin' fian"lii. scrolla ad ogni ora le spalle wi nggi ti scaravent-1 fnsongnmato un rrlormeo in un baratro doman' un altro te l'offre Irrigidito da! g#lo sovra ■ma vetta, oppure tr<> « quattro V. artne'a — per sempre spariti — nelle «ire misteriose rughe E intanto baldi giovani continuano a offrirsi ad una ver sr'ne che non V vuole. Topi bianchi e nomini neri Della bufera passata restano 1 segni 'n questa spolveratura b*anca tra trranfl'ne e neve, sul brevp piazzale loll'albergo. Inslem» eoi pesanti tavn tini di ferro rovesciati e porta* lontano dalla raffica Dico olii <n basso basso relativamente — : perche a tritarmiri lar 6U ' verso la Piramide Vncent e la gran rupe che dalla Punta Glnriani scende per la cr4sta del Polonio •Illa Malfatta non si scorge altro che un'immensa nub» biancastra lacerala * sfrangiata da' turbini folli del vento: neve sollevata e nebbia si confondono nella rldd" fantastica mentre i tanto In tanto, slmili a dorsi mostruosi di nachlderm1 le sobhe rocciose i»! Garstelet e d'Indren emergono ner?. minacciose, irte, per poi sparire nuovamente nella furia della tormenta. La e la morte certa per chi s'avventura. Sotto li pesante copertone fosco 11 nuvole che sovrasta frno a mezzo i delo a tutta questa violenza sromp"sta di elementi, la Valsesia brilla*vette stranamente di sole In una rfp«*ante pace di pascoli e di pini- E 2 '•ago dT)7ta. lontonto lontano, offre t «rro soBeeh'io placido alta vista. ApnroflrtVamn dimane dell'ora quasi benevola, e polche il termometro sM irla alzato a due trrad* sopra lo zero.' nrndentemente intabarrati vediamo di cruadatmare. pe- lì sentiero che corre tra sfasrtnml di roccia, piccoli nevai »d un laghetto anccra gelato I Istituto scieoimeo mterna^onale 4nor»1o Mosso fben riparato tò un anfratto s«. pfomtement* scelto' dove per la tenne» volomfi del fisiologo Instane possono da ben venfannl conven're scienr.'ati rti tutta Europa a compiere stnjlt sulla fatica e sui curiosi fenomeni «me oneste altezze provocano nel! umanv treanlsmo. , ; . A.1 giornalista in ricognizione le porte s'aprono cortesi, e l'assistente del prof. Herìltzka, il dottor Rodolfo Mar -irla che n<rgl dirige l'H'bno .b»' cr'ovanu a'to e mm^»»*" abbronzato « annerito da un soggiorno di un mese sn questi tremila metri, rrfaccoglle come un amico. Ma prima di penetrarennlre sale dal grandiose errtflcip debbo lasciare nel vestibolo gli scarponi ferrati e calzar pantofole con la suola d! gomma: un rito da moschea, che predispone l'animo ai sacri mister» della scienza E davvero e un peccato essere profano in materia perche qui', come dicono 1 benpensanti, clsarebbp da istruirsi tanti sono gli Istrnmenri, che protendono nello spazio I loro membri bizzarri di. vetro e d ottone Mi muovo etrsospette e rispettoso tra fialette e mierescopl. lenti ehe m* guardane col loro trasoarent» occhio granala e dlaarammi coperti W enigmatiche scrittura facendo sforzi tanto lodevoli quanto mfruttnesl per rtatemare dalle 1 oprar* memorie Tiesali almeno quel famosa mtenrratwre dalla fatica, roventato da Angelo Me* so. che m1 salverebbe ora dal far tropno brutta figura col dott Margaria. il anale, paafente. mi «p'ega u funzionamene dei variì congegni. Eccolo H, chiuso In una vetrina Insieme con la più delicate btlande dì precisione. Il misuratore: ti riconosco, caro, ette mi riappari col tuo! tubi per nccarol le dita, e mi rtnetovanlse! di quindici anni. Ormai sono a posto. I tt ggi bsppssfscqncnubpvpcnrCsbndugEg I sette saggi « Siamo qui in sette: lo, il prof. Berlocchi, del San Giovanni di Torino. Il dottor Chlatelllno. la dottoressa A11verti e il dottor Rostagno, une studente milanese e il prof. Umberto Monterln, direttore degli Osservatori! metereologlcl del Monte Rosa — mi dice il Margarta — e facciamo una vtta di disciplina e di studio. Anche di di sclplina, sicuro, perchè a oneste altez ze tutto deve essere regolato come su un bastimento In alto mare. Sveglia alle sette, a letto alle dieci, pasti ad era fissa, e guai a chi fuma nel laboratori-. A chi sgarra muta, e con le multe si comprano i libri per questa nostra blbllotechina. Come passiamo la giornata T Ecco, per esempio. Ieri mattina presto sono sceso a Gressoney-La Trlnité e ne son risalito tn quattr'ore per calcolare lo sforzo fisico, e nella marcia forzata ho verifteato una per dita di peso di duemllatrecento grammi esattamente. Vede onesta cicatrice sul braccia T E' una cavatina di san gue che mi son fatto appena giunto, per un'analisi. Adesso, di là, il dottor Chiatellino sta centrifugando un poco del suo per affrettare la separazione del siero dai globuli : è. lui che fa que sto rumore di ruota in movimento. Di solito chi viene a visitare l'istituto si. impietosisce soltanto sulla sorte dei eonigli, dei cani e dei topi, di cui ci serviamo per le esperienze. Ma guardi qui come sfamo tutti tagliuzzati e panzecchiati noi stessi. Eppure stia no bs nissimo ugualmente, e l'appetito non ci manca, .^lie l'assicuro ». Passando di ^ala in sala, U Slargarla mi presenta, ai suol cplleghl. Tutti giovani. robusti, dal viso sereno an- j j a] o » > a o a e a e e o e a ! . a . 1 i 2 t i M .' bronzato dal riflesso Jei rhiaccl e rialsferza dei venti. E questo nitore di pareti e di oggetti allineati in ordln<perfetto, questa austerità di studi perseguiti con metodo rigoroso, la naturastessa selvaggia e solitaria che appar fuori dai vetri tersi, tutto contrast» stranamente con la letizia delle parole, con l'aspetto di sanità e d1 forza di questi volontari soldati del sapere. Ma non son essi forse quelli che ticer' cano e trovano la verità tangibile, l'unnica ehe il cielo avaro conceda agi' uomini avidi! E chi non affronter»b be sorridente fatiche e disagi per lscoprire e tener salda In pugno una sua verità, anche umilissima? Mariannina Levi Adesso visitiamo la bella sala da pranzo chiara e spaziosa, la cucina, ch'è uno specchiò di pulizia, e ai pia no di sopra le camerette da letto, a» redate con semplioi mobili di larice. Ce n'è tante da poter ospitare dictotto scienziati. A giorni ne verranno qn' due da Berlino, ma si recheranno su blto alla Capanna Osservatorio Regina Margherita, sulla Punta Gntfettl. dove a <561 metri l'Istituto Mosso ha una sua. diremo cosi. Aipendance per gì' esperimenti in altissima montagna. E a questo proposito il Margaria m1 fa notare quanto giovevole fosse 11 coH»gamento telefonico con la «Margherita» venuto a mancare or è qualche anno f non più riattivato per deficienza di sussidi: collegamento cui non è facile supplire con la radio, che richiede operatori provetti. Ora H telefono unisce, è vero. l'Istituto con Alagna, ma non con Grassone; ; mentre sfruttando 11 posto intermedio del Gablet si potrebbe completare la rete con relat' vamente piccola spesa e con grande vantaggio anche degli Osservatori! metereologlcl del prof. Monterln is'ltoatl a Gressoney Saint-Jean, al Gablet. al Col d'Olen e alla Capanna Margherita). 11 quale deve aiutarsi unicamente con l'opera di quattro soldati, cui l'autorità militare pas-a — figuriamoci - ben chiane lire al giorno caduno per mantenersi, si ch'egli deve provvede re col suoi mezzi a colmare la dtffe renza. L'Istituto Mosso è un vanto del la scienza italiana, e sarebbe giusto che gli venissero concessi rutti gli agi che possono facilitare studi e ricerche Ma gli altri ospiti della colonia scientificaT Cani e conigli superstiti sono già stati spediti a Torino Rante una cinquantina di grossi topi bianchi che al nostro apparire dan segni manifesti d'inquietudine rifugiamdosi in un angolo della gabbia State trnnqull li, amici, che per oggi nessuno v1 scor tica. Del resto, sono dei convalescenti questi, con una zampa sbucciata, quelli con 1» schiena che mostra tra il pelame candido il rosso della carne: sono serviti per seguire 11 processo di cicatrizzazione delle ferite, ma non hanno l'aria d'esser troppo soddisfatti d'aver contribnito a codeste ricerche, per loro evidentemente superflue • Serena alacre audace — Mariannina Levi... • : che è quella lapide, qui nel vestibolo, tra le lapidi poste a memoria d'Angelo Mosso e del patologo Gino Galeotti? Bisogna leggerla tutta, l'epigrafe, perchè è bellissima. • Serena aMcre audace — Mariannina Levi stringeva qui in un solo amore. - la icienza e l'alpe - Questa — upegnen do la breve sua vita - fissava — in linee di imperitura bellezza - il ricor do dell'alta sua mente — del nobile cuore - dello spirilo puro • Guardo il dott. Margaria Gli tremano le labbra mentre pronunzia quel povero nome: Mariannina...: il nome della, sua compagna, qui, di lavoro Tanto soave memoria di te hai dunque lasciato per ogni luogo dove passasti, o giovine, se Ieri sulla vetta del Lyskamm v'era chi sì commoveva leggendo il tuo nome fermato nella roccia, ed oggi questo altro uomo quasi piange ripetendolo a voce sommessa T Bppure tanti altri caduti la montagna annovera, e tanti altri studiosi sevr'essa lasciarono la vita Ma dalla .tua anima fresca fioriva spontanea la bontà: — ab'è l'unico dono che un poco ci avvicini a Dio. Voci oltre i monti Poi che. U cielo stanco di venti, s'è fatto più clemente, per tutto il pomeriggio è stato nel'albergo uu rumoroso avvicendarsi di comitive. Le si vedeva salire dalla valle profonda come file di formiche, grìge sul grigio del sentiero, sassoso. Se n'udivan da lungi : richiami festosi Poi, silenzio E, d'improvviso*, ecco I primi della carovana spuntare, comparire, emergere dai snolo dietro il muretto del piazzale: prima la faccia arrossata dal freddo, le spalle gravata del sacco, tutta la persona Nascevano dalla montagna. Donne vestite da uomo, uomini col torso serrato nel golf da donna: l'alpinismo restituisce I caratteri al tempo. Entravano. Strascicare di scarponi chiodati, tonfo dello zaino deposto, ru mor di piccozze e bastoni caduti per terra, accorrere Intorno di camerieri, sospiri di soddisfazione — Un punch ; due caffè; caffi.'iatte con pane. — la buona bestia umana ridesta dopo' l'abbrutimento della fatica. SI ristoravano ; e allora cominciava l'allegro parlare. - Domani la Zumstein, la Vincent, la Parrot, la Gnifetti. Purché il tempo. Ma il tempo forse domani sarà buono. Auguriamolo a qnesra brava gente cosi ricca di entusiasmi. La posta sta per partire, come tutti I giorni al tramonto, sul solito mule ehe ben conosce (1 cammino. Speziarne dunque anche noi 11 salmo dì rito a persone che lo leggeranno distratte; e adesso godiamoci in pace 11 gioco delle nebbie che la Valsesia sptngie interno alle punte erte di Monte Tagliaferro e di Cima Camera A poco a poco il sole lascia. la valle fonda, guadagna il declivio dei versanti, 9fuma sulle vette eoe una dopo l'altra si spengono. E' l'ora triste della montagna: quella ebe stringe il petto con up desto vago di pianure, di luci, di rivi cantanti tra 11 verde, « Ansaldo 71, Il va 133. Montecatini 177, Cementi Spalato 1130 l'atto parlante della radio funziona e comunica la notizie di Borsa No: questa non è più malinconia: quassù, è disgusto Stoccarda trasmette, poi Vienna, LI sbona. Berlino Concerto di Bach, foxtrott. Leonora N. 3, valzer viennese Da prima il suono sorprende per l'immensità degli spazi che ' traversa : poi una specie di amarezza subentra. Dove dovremo dunque rifugiarci per esser salvi dalla voce degli uomini? Ma le quattro -signorine milanesi, che da ieri attendono di salire alla Gnifetti, sono entusiaste: guardano estatiche l'imbuto canoro: l'umanità plaude al progresso. Usciamo, n colle è di nuovo spazzato da un vento gelido. Intorno alle cime del Rosa la tormenta ricomincia la sua ridda notturna, che mia vacatila guida barbuta — la guida delie milanesi — guarda con Indifferenza, incensitele ai morsi dei freddo. Ben al ire tempeste ha visto costui netta sua vita. Azzardo qualche domanda: mi risponde a monosillabi; allora rinunziò a parlare Annotta. Già sul nostro capo alcune stalle brillano vivida, troppa lucenti, taauietanti. E t lumi del'&ib<rg-> scintillano da ogni finestra, coma in una sera Invernale Ma laggiù In basso, lontano, oltre I monti, oltre le valli sommerse di ombre, '.a pianura novarese ancora si mostra '.n una luce dolce di tramonta estivo; ed 'o con tutta l'anima mi protendo verso quatte serenità Manda ehe smuove ai minati In minute tra an vacar vanto di nubi pacate. Un altro gran soffio Avento passa sul colle: un fremito alle mie spalle, come di un'ala che sbatta Mi volpo: è la bnnrt'ora piantata sulla cappella eretta alia Madonna del Mori- te." ti pareili palp'to di unacosa" viva."'MARZIANO BERNARDI. Il Principe ai Teodulo Valtornanoho, 29, none. Valtornenche ra accolto oggi con grande entusiasmo 11 Principe di Piemonte, che, come avevamo annuncia to, è stato qui di passaggio per ì'tnaii' guraaione del rifugio che porta il suo nome, costruito sul Colle di San Teo dulo, a cura della Sezione torinese del Club Alpino Italiano. Umberto di Savoia è giunto alle ore 16, accolte dallo scampanio della parrocchio, dallo sparo di cannoncini e dal deliranti applausi della popolazione e delia folta colonia di villeggianti. L'angusto ospt!?„?rovenlva da Bard, dove nella matttnata aveva assistito ad una manovra militare. | villaggi lungo la strada erano stati Imbandierati, e Valtornenche pure aveva preparato la sua toilette tricolore alle finestre degli alberghi e delle case, e teso archi trionfali in onore dell'ospite augusto. n principe Umberto, ehe era accompagnato dal generale Clerici a dall'ufficiale d'ordinanza, capitano Solerà, è stato ricevuto all'Hdfet Rogai, dove gli venne per iniziativa del podestà, capitano Bich. offerto un the d'onore. La bambino Terestna Hosquet gli offerse un fascio di fiori alpini, deposti su un piatto di legno, scolpito dall'insegnante stalli Adriana secondo la tradizione paesana Durante quo- ' sto ricevimento venivano presentatesi Principe le autorità Intervenute per onorarlo Tra queste erano presenti II presidente della Sezione torinese del Club Alpino, gr. uff Pomba. col consiglieri aw Amedeo Peyron e prof, cav Arrigo, ti cav. Passe roni, segretario dello Sci Club ed organizzatore della gita U prefetto d'Aosta comm, Ptrrettl, il generale Piva comandante o reggimento alpini, il generale Pezzana. comandante la Divisione di Novara, il colonnello Pcatls. comandante 11 4.0 regg. alpini, U colonnello Caio, podestà di Aosta, l rappresentanti della città e della Federazione fascista di Torino, Il segretario politico Camillo Hosquet e U parroco, don Ronco Notavansl pure l'ammiraglio Blscaretti di Ruffla, presidente dei Consiglio superiore della Marina. 11 commendatore Bobba. presidente delle Corti d'Assise del Piemonte* U prefetto di Trieste comm. Guasti, e il prof Giotto Dainelli. che s1 trovano attualmente in villeggiatura a Valtornenche E pure le valorose guide di Valtornenche formavano intorno al Principe uno stuolo austero e severo Questi dominatori della montagna che portano 1 nomi celebri di Correi. Macrulgnat. Bich. Pellissler. Ottin. Gorret. Pession, nomi famosi nelle più ardite imprese dell'alpinismo mondiale, hanno voluto onorare 11 Principe, scendendo dalle vette sulle quali ancora l'altra notte si trovavano per le loro arditissime escursioni. Il Pd i a è i a a Il Podestà, capitano Bica, Ha rivolto all'Augusto Principe U saluto a noma di Valtornenche. "'-^ > Altezza Reale, - egli ba detto, — sono lieto ed orgoglioso del grande unore ette mi e dato oggi, come Podestà, di- porgervi li fervido e vibrante saluto di questa patriottica popolatone .a quale, fedele alla tradizione '.■miai quasi millenaria di Vaile d'Aosta, si gloria di essere sinceramente affezionata e devota alla Vostra Augusta Casa. Nel darvi il convenuto, Principe amatissimo, vi prego di scogliere con t'omaggio devoto, l'a^pressione della più viva gratitudine nostra per esservi compiaciuto di onorarci delia Vostra amena s gradita visita. Valtornencpe. riaffermando in questo fausto giorno a VoL eietusPrincipe, l'inrreugiDUe fedeltà sua, temprata attraverso 1 secoli sotto l'egida dei Conti, dei Duchi e dal Re di Savoia, formula i voli più sinceri per le maggiori fortune Vostre, di Vostra Augusta Casa e dell'Italia.. U salato dei Podestà e stato accollo co. grido di: «Evviva Casa Savoia!a, da parte dei presenti. Dopc U ricevimento, li Principe al e avviato alia piazza del Municipio, ove sorge il monumento dei as Caduti di Valtornenche, per l'occasiona unoandierato e rivestito di verdi trofei dello montagna. Lo accompagiiava 11 Parroco, don Ronco, coi seg»iio delle Autorità, indi si è formata la carovana per salire ai Giomein. basa era cosi composta: li prol. cav. Arrigo, capitano Solerà, e subito dopo il Principe, il sig. GoneUa ed u-cav. passeroni, del C A. !.. Sezione di Tonno, in scorta d'onore, li granduli. Romba, li generale Clerici, ecc. Alla comitiva «rano stati apprestati dal t.o Reggimento Alpini, diciannove muli. Fra gli applausi fragorosi del presena, li Principe Umberto ha- preso quindi la via del Giomein, dove è arrivato al tramonto. Dal piazzale che fronteggia r« Albergo Peraido ». a dai quale sì gode l'imponente visione dei Cervino, fragorosi battimani, saluti alla voce, sventolare di bandiere, nanno accolto 11 Principe, quando ancora da lungi era apparso sulla mulattiera. Calata la notte, in onore datJ"Ospite Augusto una fantastica illuminazione di fuochi a bengala si è accesa nell'anfiteatro del monti. La partenze per il Teadulo è stata fissata per domani mattina, alle 6.