Forzate acrobazie a Croydon

Forzate acrobazie a Croydon Forzate acrobazie a Croydon ai Londra, 29, notte Sebbene la traversata dell'Atlantico da ponente a levante rimanga sempre un rischiosissimo giuoco, essa assume ormai per il gran pubblico un tale aspetto di routine che la beffa di Levine aUe spese del pilota francese Drouhin tiene il primo posto sul giornali della, sera, riducendovi il notizia ro sugli altri voli in corso o in preparazione. Levine è realmente un bel tipo, osservano gli Inglesi concentrando le loro simpatie piuttosto su di lui che sui francesi che se lo sono lascia to scappare nel modo che sapete già. Si ricorda che questo milionario nato in Polonia, quando decise d; salpare sul Miss Columbia per l'Europa In compagnia di Chamberlin, ingaggiò un istruttore aviatorio perchè gli insegnasse in quindici ìer-ioni tutto quello che c'era da imparare per il pilotaggio di un aeroplano. In quindici lezioni ristrette entro un periodo di due settimane, generalmente non si impara che a cadere giù. In ogni modo, Levine, imparata l'arte l'ha messa da parte, anche perchè Chamberlin non gli avrebbe mai lasciato mettere un dito sulle leve del Miss Columbia. Oggi per altro non soltanto gli esperti rimasti in asso all'aerodromo del Bourget. ma anche quelli che dall>ero<»romo di Croydon videro improvvisamente spuntare il Miss Columbia, hanno potuto assodare l'esito pratico che si può ottenere in una sola quindicina di lezioni quando U discepolo sia un uomo di innegabile fegato come questo stra ordinarlo Levine. I particolari della partenza vi sono noti. Non occorre una enorme maestria per lanciare a volo un aeroplano meravigliosamente equilibrato come 11 Miss Columbia una volta che non sia sovraccarico. Occorre pero del naso per tenerlo Indirizzato verso la mèta precisa, senza avere a fianco alcun compagno famigliare con una rotta come quella fra Parigi e Londra piuttosto nuova per il Levine. Da ultimo, occorre saper assolvere con una certa abilità il compito finale del volo, vale a dire l'atterraggio. Fra una quindicina di lezioni affrettate e la probabilità di rompersi il collo prendendo terra anche con una macchina bene stabilizzato come il Miss Columbia, nessuno può negare una forte corrispondenza Nel caso concreto Levine seppe tenere la rotta giusta, e verso le 15,50 fi Mì»s. Columbia era avvistato nel pressi di Croydon Alcuni messaggi radiotelegrafici avevano preannunziato l'arrivo, e l'intero personale dell'aerodromo corse all'aperto per vedere in qual modo Levine avrebbe preso terra. Egli, iden liticato l'aerodromo, volteggiava un paio di volte in alto sulla spianata di atterramento, tracciando il suo piano per calare al suolo senza rompersi le costole. Ad un tratto, il Miss Columbia però cominciò a scendere quasi a precipizio. Esso era ormai ed un paio di metri dal suolo, ma disgraziatamente la posizione delle sue ali .anziché orizzontale, era cosi traversale che per poco.il monoplano non virò su sè stosso come una trottola sulla punta della sua ala destra. In quel drammatico Istante Levine pensò rapidamente a riguadagnare il cielo e il Miss Columbia si rialzò da terra e, barcollando, riusci per due palmi ad evitare il contatto col suolo e a rivolare più in alto. Seguì, per 1 presenti, il più vertiginoso spettacolo dì acrobazia aerea che mai avessero visto. I migliori piloti dell'aerodromo sudavano freddo osservando quali con fuse manovre Levine eseguiva per mettersi in posizione di atterrare Una pompa meccanica e una ambulanza automobile uscirono precipitosamente di rimessa e si appostarono nel mezzo del campo per accorrere In un baleno sul luogo del disastro. Per fortuna. U pilota Ernesto Smith ebbe una buona ispirazione Egli Inforcò un aeroplano e, salendo velocemente, accostò il Miss Columbia e fece un cenno a Levine, per mostrargli il modo e la maniera di operare un volo piane senza eccessivo pericolo Levine accennò col capo di avere capito e si accinse ad imitare l'esempio del suo istruttore improvvisato. Il. « Miss Columbia » starnazzò le ali, piegò a destra e a sinistra, e minacciò di precipitare a spirale, tanto che la pompa e l'ambulanza credettero opportuno approssimarsi meglio al loro obbiettivo. Da ultimo, il monoplano ritrovò sè stesso e U volo . piane » fini per compiersi felicemente quantunque l'atterraggio si effettuas se ad oltre 200 metri dall'ordinario punto di atterramento. GII astanti, col1 animo sollevato, corsero ad acclamare il pilota dilettante, felicitandolo per U disastro evitato. Levine rinchiuse 11 « Miss Columbia » in un • hangar » dell'aerodromo e scese In automobile a Londra, dove assunse davanti ai ■ reporters • andati a vederlo all'ai bergo le arie di un vecchio lupo del cielo. — Se 11 mio atterraggio non fu perfetto — diss'egli — ciò avvenne soltanto perchè mi ero scordato di stabilizzare la macchina. Cosi pure, se mi fu un po' difficile di rintracciare croydon, fu perchè non avevo portato meco la carta geografica. Ho dovuto quindi aggirarmi per una buona mezz'ora sopra Londra per identificare l'aerodromo. Ma sono inezie ». I • reporters • gli chiesero la ragione del suo subitaneo volo senza compagno. • Eccola — ha risposto Levine: — Il mio pilota non si decideva mai a salpare per l'America. Diceva che il tempo non era buono, e le mie preghiere rimanevano vane. Non potevo aspettare In eterno il ritorno del bel tempo. C'era ti rìschio di far troppo tardi. Cosi, decisi di partire per mio conto. Adesso, appena le* condizioni atmosferiche Io permetteranno, spiccherò Il volo per N w York. Con quale pilota? Può darsi benissimo che assuma lo stesso ti pilotaggio. M pare di esser» un pilota abbastanza buono per tornarmene a casa senza bisogno d1 eoceni e re ». Per fl momento tuttavia Levine ».ta cercando nn esperte pilota In surrogazione di Drouhin, fi eul arrivo peraltro sembra altrettanto Imminente quanto pieno 41 combattività, M. & rmPdlaznclamdsdtMdipmvcèdtglpgnmngpimcspmtddpcatmèecsrsrgbsmsrnIcnppaarèlnldcrdspv