La Germania chiederà a Ginevra l'applicazione del Patto di Locarno?

La Germania chiederà a Ginevra l'applicazione del Patto di Locarno? La Germania chiederà a Ginevra l'applicazione del Patto di Locarno? Londra d'accordo virtualmente sulla questione renana Parigi, 26, notte. Un importante Consiglio dei Ministri si ò riunito oggi all'Eliseo sotto la presidenza di Doumergue. Esso è slato esclusivamente consacrato — dice il laconico comunicato diramato alla stampa — alla discussione degli affari correnti, cioè: dimostrazioni comuniste, effettivi re 'nani e ricevimento (\e\VAmerican Le \gimi. Il ministro Briand ha comuni jeato ai colleghi la nota inglese con cernente la riduzione degli effettivi francesi, britannici e belgi nel Reno; nota rimessagli stamattina a mezzo dell'Ambasciata britannica. Il Ministro dell'Interno Sarraut ha fatto una esposizione concernente gli incidenti svoltisi nella serata e nella notte di martedì scorso; indicando le misure che egli credeva opportuno prendere per impedire che scene si- IrrriH possano rinnovarsi. Il Mii '-' ' —-„n.»„v,,- ^„na dell'Interno ed i suoi colleghi della Guerra, della Marina e delle Pensioni hanno precisato i varii punti del programma del ricevimento dell'American. Leyion. Interrogato mentre usciva dall'Eliseo, Briand ha dichiarato che la questione degli effettivi in Renania gli sembrava virtualmente regolata; e che ad ogni modo la nota britannica costituiva una base per future conversazioni. Nessun riassunto della nota britannica è stato ncora comunicale alla stampa. Sembra tuttavia che l'accordo fra i duo Governi potrà essere concluso prima della riunione del Consiglio della Società delle Nazioni. Il Ministro degli Esteri britannico, sir Austin Chamberlain, che si fermerà a Parigi martedì prossimo prima di recarsi a Ginevra, avrà infatti su questo argomento una conversazione con il suo collega francese; ed è verosimile che le divergenze, qualora ne sussistessero ancora, saranno appianate nel corso di tale conversazione. Secondo quanto l'ufficiosa Agenzia ilavas si fa telegrafare da Londra, la discussione tra i Governi inglese e francese sulla questione dell'occupazione renana, non ha per oggetto nè il principio della riduzione abfcsbdnLcvdvvsafzmotneMie (ruppe, nè l'interpretazioneIo e —, ■ - so"anto ai Governi francese, britano mco e De|Sa sPctta decidere al ri- . Iguardo. Ma è evidente che questi ri ì dell'occupazione stessa. Tale discus sione che, contrariamente a certe informazioni è sempre continuata su un tono normale, è unicamente limitala ad una questione di cifre. I Governi inglese e francese sono assolutamente d'accordo per considerare esclusivamente l'occupazione dal punto di vista del piano Dawes, di cui essa è la garanzia; e checché sia. stato detto, il fattore della sicurezza non è stato messo innanzi. 1 due Governi sono pure d'accordo ne! ritenere che la Germania non debba indicare delle cifre, poiché e e n o i a , o - conoscono di dover mantenere la ipromessa fatta al Reich nel 1926 di ridurre gli effettivi alleati senza che tuttavia ci si possa fermare sulla onceziono tedesca dell'occupazione cosidetta normale. Spetta dunque ai Governi inglese, belga e francese il fissare l'ammontare dei rispettivi effettivi. La differenza fra Londra e Parigi ha per oggetto la cifra della riduzione da compiere, per portare il totale truppe o a 60.000 od a 56.000. A quanto affermano i circoli autorizzati parigini, il punto di vista inglese sarebbe basato soprattutto su ragioni di ordine tecnico, data l'organizzazione degli effettivi britannici, costituiti da un esercito di mestiere; nonché su una ragione di cui la stampa inglese si è fatta eco: quella, in certo qual modo, dc!'n dignità militare ;h:stilicata dal desiderio di veder mantenere in Renania un numero conveniente di truppe inglesi in confronto alle truppe francesi. Si tratta dunque di mettere d'accordo le tesi dei diplomatici con quelle dei militari; ciò che d'ai . e t ronde non è .affatto considerato co- e e a n o ¬ o me impossibile da! momento che a i a , ; e si e, r-ì un'intesa di principio è intervenuta ira i due Governi. Tale è _ a uuauto suppone l'in formatore diplomatico del Petit Pnrisien — il senso della risposta del Gabinetto inglese. Tale risposta non regola d'altronde la questione, nè mette One alle conversazioni tra Parigi e Londra, le quali, come è stalo •.ria detto, continueranno tra qua! • •he giorno direttamente fra i due minisi ri degli Esteri E' opportuno aggiungere che il Governo france se non aveva, all'inizio dei negozia ti. preso in esame che il ritiro di il 00 o 50(10 uomini, per parte sua. S crede di sapore ohe esso ha ora ac consentilo n portare tale cifra a cir rti 7000 uomini. Per parte loro, l'In sliilterra e il Belgio ritirerebbero ascuno 1500 uomini, dimodoché si arriverebbe ad una diminuzione globale di 10.000 uomini. II giornale ufficioso aggiunge che, malgrado le voci diffuse in proposito, non è mai stata questione nei circoli militari britannici, od in quelli diplomatici, di uno sgombro completo della Renania. Cautela inglese Lord CeciI dimissionario? Londra, 26, notte L'annuncio dato oggi da Briand che l'accordo è virtualmente intervenuto fra Parigi e Londra sulla riduzione degli effettivi in Renania, viene accolto qui con beneficio di inventario. Sta di fatto che, fino a stasera a tarda ora, non era pervenuta a Downing Streot l'attesa replica francese alle ultime proposte avanzate dall'Inghilterra. Perciò, l'ottimismo manifestato da Briand dopo il Consiglio dei Ministri rimane per ora piuttosto problematico agli occhi di Londra. Gli ufficiosi osservano che il virtuale accordo annunciato dal Ministro degli Esteri francese potrebbe esistere al solo patto che Poincaré ed i suoi colleghi di gabinetto avessero adottato anzitutto il principio della riduzione dei quadri in considerevole misura e poi la riduzione proporzionale intesa a mantenere intatto il concetto del carattere internazionale della occupazione, col mantenimento dell'esatto equilibrio attuale tra gli effettivi francesi, inglesi e belgi. In caso contrario — aggiungono gli ufficiosi — sarebbe prematuro parlare di un accordo virtualmente raggiunto. Il Governo inglese infatti non sarebbe disposto ad abbandonare in alcun caso il principio della proporzionalità, quindi, se in realtà il Gabinetto francese nella sua riunione odierna non avesse decisamente sposato questo caposaldo, la controversia rimarrebbe in alto mare, aimono fino al colloquio di Chamberlain con Briand durante la sosta di 9* ore che egli farà nella capitale Ifrancese sulla via eli Ginevra, boi- tanto allora potrebbe delinearsi un riavvicinamento fra le due vedute in contrasto. Queste opinioni comunque lasciano trapelare la certezza morale che fra pochi giorni i due punti di vista finiranno col conciliarsi, e che Chamberlain e Briand arriveranno a Ginevra, con un progetto concordato. Il Ministro dogli Esteri partirà ila Londra martedì mattina e sarà in serata a Parigi, donde proseguirà per Ginevra mercoledì sera, Una voce sensazionale si spargeva stasera in questi ambienti politici: quella delle improvvise dimissioni di Lord Cecil da membro del Gabinetto, e però anche da capo delegato originario del Governo britannico a Ginevra. La Press Associalion, rivoltasi immediatamente a Lord Cecil per avere una conferma o una smentita della diceria, .> riuscita soltanto a ottenere questa sibillina dichiarazione da parte di un segretario particolare di Lord Cecil: «Non e possibile rispondere a un quesito di tale genere». La stessa Agenzia dal canto suo. fa notare che da qualche tempo circolava la voce di divergenze scoppiate tra Lord Cecil e alcuni suoi colleglli di Gabinetto su que stioni relative alla Società delle Na zioni. M. P. Michalaoopulos è partito per Ginevra dopo il rigetto dalle convenzioni con la Jugoslavia Atene, 26, notte. Le convenzioni stipulate fra la Grecia e la Jugoslavia, per Salonicco, sottoposte ieri sera alla ratifica della Camera greca sono state respinte alla unanimità. Il Presidente della Coni missione parlamentare per gli Esteri, proponendo il rigetto, .sostenne che gli' accordi in parola comprometterebbero il diritto di sovranità e gM interessi più vitali della Grecia. La loro ratifica anziché, all'amicizia ed alla pace — dichiarò l'oraiore — condurrebbe ad attriti e a conflitti. L'opinione pubblica ò soddisfalla per questa ripulsa, e confida che, sgombrato in tal modo il terreno, si aprano tra breve nuovi negoziati per il raggiungimento di più equi accordi, che rispondano realmenie agli interessi commerciali e politici dei due Paesi. La Delegazione ellenica per :a adunanza consigliare di Ginevra è partila ogj?! per la Svizzera Venlzelos era stato sollecitate a presiederla ina declinò l'invito, ed il Capo delegato è il Mi istro desìi Esteri Mlchalacopulos, assistilo dal Ministro delle Finanze cafandarls. _ , (Daily Telegraph) Mg» il delegato tedesco replica a De Jouvenel alla Conferenza interparlamentare •• La controrisposta dei dimissionario da Ginevra. Parigi, 26, notte. La seduta pomeridiana di ieri della Conferenza interparlamentare era stata tolta subito dopo l'inciden te MdpNlrsdrszfvéaiteito.l.làna fln. del discorsoI I ad ora 1 del senatore De Jouvenei in risposta a quello pronunziato dal presidente del Relchstag, Loebe, capo della Delegazione tedesca. I delegati del Reich avevano manifestato il loro malcontento con qualche grido, e picchiando le mani sulle tavolette. Il gesto, da parte di ospiti, non era forse molto protocollare; ma i delegati tedeschi potevano invocare a loro favore una scusa: e cioè che il discorso del senatore De Jouvenel (come del resto quello pronunziato oggi dal delegato* belga Magneti e, per rafforzare le argomentazioni del primo) riposavano su dì un deplorevole malinteso. E' il caso di ripetere : « traduttore traditore ». Il non tradotto Loebe Una traduzione incompleta del discorso di Loebe, traduzione nella quale era sta.<» omessa la maggior parte degli argomenti invocati dal presidente del Relchstag, è stata causa di questo malinteso. Conviene perciò ripetere la parte essenziale del discorso dui signor Loebe. Eccola: « Manca al mondo l'esempio di azio ni che provochino l'ammirazione e la emulazione. :se, per esempio, la Francia dicesse alla Germania: «Voi ci avete dato ora la vostra garanzia di pace e noi abbiamo la sicurezza; perciò, a partire dal lo gennaio 1928, non vi saranno più soldati francesi in Germania, poiché nti popolo che vuole vive re in pace con un altro non può imporgli la eua supremazia militare »: senza dubbio iale atto non deriverebbe necessariameme dal testo degli acrordl di Locarno, ma deriverebbe dalbi fiducia e dalla speranza desiate da tali accordi. Oppure, se la Germania . parie sua dicesse alla Francia: « No: vi diamo la nostra parola che non ci armeremo più In segreto, e che noi alleveremo lo nostre nuove generazioni nello spirito iti pace, poiché contiamo che il nostro ilisarmo preceda il disarmo poneral-e » : oppure ancora se una delle Potenze navali che hanno partecipato alla Conferenza di Ginevra annunziasse che. malgrado lo scacco di questa Conferenza, essa procede ad una riduzione spontanea del 2" per cento dei suoi armamenti navali, s avrebbe l'esempio di azioni ardite eh,, rianimerebbero in fiducia e le speranze. Ma noi dobbiamo constatóre clic occorre per lo meno altrettanto, se non maggiore, coraggio nei lavori della pace che non nei travagli de!';: cruerra ». Una mozione belga Questo è ciò che aveva detto il signor Loebe, e che la traduzione aveva taciuto. Da ciò, il discorso di ieri de! senatore De Jouvenel e quello odierno del delegato belga Magnette, il quale, rimproverando alla Germania l'invasione del Belgio e la deportazione degli operai belgi, aggiunse che oggi il Belgio vuole rompere il silenzio conservato sino ' a r l , e a s a è « Noi attendiamo — disse il sen. Magnette — che vengano riprovate le pu rnle abbominevoli pronunziate dal cancelliere Von Bethrnann-Hollweg. La pace non si costruisce con un materiale di odio e di rancore. Vi sono dei sacrifici penosi, ma indispensabili. Coloro i liliali sono stali dolorosamente colpiti nei più cari affetti sono essi pure pronti non a dimenticare, poiebe non sarebbe possibile, ma a non volerci più pensare». A nome dei suoi colleghi belgi il sen. Magnette presenta quindi una mozione nella quale è biasimata ogni aggressione guerresca, ogni guerra di rivincita, e si afferma la necessità della pace degli animi e del disarmo morale. La mozione dichiara pure che la violazione della neutralità belga nell'agosto del 1011 è un fatto altamento deplorevole e reprensibile, ed afferma la speranza che il rispetto dei trattati sarà ormai la stretta regola della condotta dei popoli. Dopo il sen. Maornette parla l'on. Hngh Edwards, membro della CaComuni il quale deplora mera dei . ohe «una inquietudine persista in Europa» e deplora pure la tensione es,stente ira Francia e Germania.che non è stata attenuata. Egli prò- senta quost" duo nazioni come due ammalati stosi su duo letti tirini in uno «lesso ospedale, e conclude cìio per dissipare questo malessere hi- sognerebbe non considerare più- il P-mo come l'equatore dell'Europa, ^rendono in seguito la paiola l'on. lgnnaMario Roustan, che dice di considerare la pace economica come la prefazione della pace politica; l'on. Nakamura, delegato giapponese, e l'on. Floresco, capo della delegazione romena, il quale, rispondendo al discorso pronunciato ieri dal presidente del gruppo ungherese, dice di ritenere che il trattato del Tnanon ,psia la più alta e chiara manifesta-,vzinne di giustizia che sia ma: stata, fatta, perchè permetto di resi Unire ?a libertà a milioni di romeni die|CrL'ngh^ che le clausole dei trattati in favo-re delle minoranze vengano app!l-|gente col più largo spirito: «La può- gs ione delle minoranze e a piaga gdei Balcani. Quando questa piaga 8punto dovuto rispondere ai uiagu™, wdel senatore De Jouvenel, ma sicco-cme era assente, fu il dott. Walter aSchucking a prendere per lui la pa- croia. L'on. Schucking dichiara che pil Reich.-i ■ non aveva mai presoisposizione nella questione della neu-Ut.ralità de; Belgio; rivendica per lai Germania il diritto di continuare la lpropria inchiesta sui responsabili ldelia guerra; rimprovera di avereIhdiscusso i! valore de! trattato di Lo-!Jcarno ed afferma che il trattato esi-'nstenm' tra la Russia e la Germania dnon è in contraddizione con gli ob- tblighi che la Germania ha assunto a sGinèvra Parlando poi dello sgombe- cro de'la Renania, soggiunge: s« Ciò che pertanto ci ha meravigliato mdi più è u fatto che il sen. De jouvenel tuvese le critiche Un'eite conno la no-;istra politica come motivo non soltanto dgiustificare la continuazione defili stuazioné creata ria Locarno e rentratajbdella Germania nella Società de:ie Na-!CZioni unponguiio alla parte..lav\r,ls'\\\','}; vliS'it^^^iìitS^Maniera a Ai colleghi di ogn paese, noi ri- ntvolgiamo la domanda seguente: ejLcompatibile con i princlptl Sondamen-|Gtali della nostra unione il far dipen-. CggS ìfS^Tì^lt^l\°li.iii vici i ^ « uMori mira forse ogni nostro lavoro a mettere nella vita dei popoli 11 diritto al posio della forza, e a basare le fondamenta nella paco non sulla po: tenza delle armi (ctie nulla ha inai gai untilo e pouà mai garantire), ma sul sentimento Jei popoli' La delegazione tedesca si dichiara di tutto cuore partigiana di questo principio u.spera nella sua realizzazione e neiia;riconciliazione definitiva, dei popoli tedesco e francese, riconciliazione nella uuale scorgiamo la nuova paci- ilca/ionrpennaneiutì dell'Europa.. K11 discorso del delegato tedesco ri- ^spèndeva al discorso di ieri di De Jouvenel. Ma questi, volendo dire iI'ultìma parola replicò brevemente trisi- Mi felicito di avere procurato l'oc-fc"»i ,i", ,i..i riritt ci-hii-ie e i e l a a a e a 1 e a i i . a castone del discorso del dott. tìcbu cking. Non sarebbe bene ridurre questa conferenza a un dibattito francotedesco. Abbiamo esposto ciascuno il nostro punto di vista. Per tutti. Locarno è una buona cosa, ma se per i tedeschi Locai no basta, a noi Locarno non basta. Bisogna stabilire la pa- ce non su delle nuvole, bensì su delle |realtà ». Dopo di che'la seduta antimeri- ]diana venne tolta. La seduta pomeri- diana fu altrettanto monotona quan- to quella del mattino era stata inte- ressante. Il semplice annuncio al- l'ordine del giorno della «lotta con- tro le droghe nocive» era stato suf- fidente per vuotare l'aula. Tuttavia i delegati del Giappone e della Pran-eia predicarono al desorto la buona |crociata contro l'eroina, la cocaina, l'oppio, la morfina, ecc. Dono una lunga discussione, un ordino del giorno chiedente il controllo deilu vendita delle droghe nocive e la conclusione dell'accordo internazionale in materia fu approvato dall'assemblea. Nel pomeriggio il Presidente della Repubblica ha ricevuto all'Eliseo l membri della Conferenza internarla- it del ; n Smontare. In nome dei presenti e (barone Adelswar, presidente del |.'Consiglio dell'Unione Interparla- - montare salutò con poche parole ilUe (capo dello Stato, " volgendo a tutte o niere i suoi voti personali e quelli - della Francia. Indi egli si intrat tenne qualche minuto co11p nrinci ipali personalità d«Jl* vwie daleea Izioni- aeiega- •un porne parole uiP quale risposo rl-ile delegazioni stra- nersonnli " n I i k ; sSDe -Jcuvenel|iBerlino, 26, notte. [La polemica svoltasi a Parigi fra ; gli oratori francesi e tedeschi conve- pnuti alla .Conferenza interparlamen-1 dnare occupa molto spazio nella stam-1 t■-->- - (Vivacì eroiche tedesche ai discorso pa ,edes,.u. Mentro Poincaré ha, una vòlta laal0 una ass;ii buona stani- t « sena{ore Dc. jouvenel è attac- „?.a.'..u.:b.en.'u.or!,U(Ì l.,l?:ì^ q-,Cr° veemente per>ai suo discorso, , T' £ % , ^ser^iu fla LgraTlte. „ fanUo discorso di Bri; J :fglia Società delle Nazioni per mi-^ 1giare alla conciliazione, e alla^ pace 8arebbe menzogna dalla prima al-'Pvw m nuiunu ui wwiuu, svmuiuriui jcome fa il senatore De Jouvenel è'"anche un affronto all'Inghilterra, la cui garanzia è considerata così im- jplicilarnento una vuota affermazione. •;'sulla carla, senza alcuna consi- PUtenza vera. 11 maggior numero dei giornali V,er-!i linèsi riproducono .il posto d'onore!*la replica che il deputalo Schucking rha fatto, a Paridi, al senatore De Jouvenel. La Taéflliche Rundschauìnota maliziosamente che 11 discorsodi De Jouvenel sembra essere l'in- terpretazlone autentica delle belle e; sorprendenti parole di pace pronuncinte da Poincaré, le quali erano, state applaudite tanto più calorosa- ' mente quanto più riuscivano inat- oteso. ,. Il signor De Jouvenel — scrive gi! Tìcrliner Tarirbinll — ha fatto Pdelle dichiarazioni de! tutto nuove |lsull'occupazione renana, ed esse stabile collo spirito dei trattati di Lo-' Carnn La TPSi sostenuta da De Jou vermi e ribadita da Pertinax nella ^ Polemica contro Chamberlain non significa altro che la negazione totale del significato dei trattati di Lot-ni.no, nnn solinnto da parto della Gernmnia, n,a ,|a pnrle di tutti i C0IUTaenti. Le stipulazioni di Lo\°™ -ano state ^considerate come un n senili * n rmmtiiiln - n Ir. »... un'assoluta garanzia della pace europea. Ora invece De Jouvenel vuole disfarla, perpetuando l'occupazione renana ». Le proteste contro D» Jouvenel fanno passare in seconda linea : dissensi secondari nel giudicare il discorso del presidente de! Reichstag Loebe, che è criticato dagli orfani aella destra per avere poco meno h auonica,nl n .s»,x . H auspicalo nuove assicurazioni K'^v1 d,sarm" germanico, ciò che ^"'^ a.""^^''« cha ™™ insuf f«^ti gli affidament! che la Gerinanii! «a «alo in proposito. La cam Papna francese tendente a perpe tuare 1 occupazione renana mostra fcla ^.ae£za contraria allo sgcimibero e piti forte che mai, e fa ritenere che Briand andrà a Ginevra collo mani legate, quanto alle concessioni sul numero delle truppe occupanti. Si spera quindi di chiarir? nella prossima riunione di Ginevra 'e intenzioni del Governo di Parisi e |l aiferrgiainento di tutte le potenz.p dell'Intesa di fronte ni trattati di Lo- ] carno. A ciò si adopererà la dele gazione germanica die si appresta a partire por Ginevra con a capo Stra semann. i ' « La GStTlSil?3 ella ?'0V3 » r!ÌCM3F3ilO \ f'ISìi i Rj„a .„■ tt j m vista della Imminente'sessione loipevrina la stampa « Ginevra mostrerà se la Germania intende seguire una politica indipen- dente, oppure mettersi ai servizi del ; direttori d'orchestra che ca na ì- Iperto una nuova campagna anglòfona francofoba, con il propesilo di indurre la Germania ad al la sua orientazione verso Occidente.! volgendo iiivec' la sua l'Oriente, ossia Russia. La » Pravda 're | direttori d'orcbe-rri eh» brÌt«m"ca tatmnò U tempo al nf Uerto europeo sul continente sì !' ' - ■- '' '-....-!----.?!. Vc" ìUenzione ai- [«/vicinandosi alla ad esemplo. scrive: «L'attitudine che lo diploma- ia tedesca assumerà prossimamente1icorvu cuiupeu dui uuuiuieme. ai veillrà se lo (Verniamo vuole conservare 10 sua amicizia per il grande paese k'il0ril',ll': europeo, oppure se sceglierà una strada che la costringerà a vendere l'amicizia suddetta per un piatto di lenticchie dagli astuti tattici del Foreign Office ». {Daily Telegraph)