Il dibattito franco-tedesco riacceso all'apertura della Conferenza interparlamentare

Il dibattito franco-tedesco riacceso all'apertura della Conferenza interparlamentare Il dibattito franco-tedesco riacceso all'apertura della Conferenza interparlamentare ^ Parigi, 2ó, notte. La ventiquattresima Conferenza dell'Unione interparlamentare si è aperta questa mattina alle ore 10,30 nell'aula delle sedute del palazzo del Senato. Nel 1914 l'Unione contava 26 gruppi nazionali; quest'anno, essa conta 27 gruppi, e ciò prova il suo notevole progresso. I delegati stranieri sono raggruppati per nazioni e per affinità. L'elemento femminile è largamente rappresentato. E' pure molto notato l'intervento degli stranieri, soprattutto nelle tribune del pubblico. Il Presidente del Consiglio, Poincaré, rappresentava i l Governo. I delegati iAlla Conferenza la Francia ha 139 ! delegati, di cui 79 senatori e 60 de-(putati; la Turchia, 45; la Germania e la Romania, 40 ciascuna; la Gran i Bretagna, 23; l'Italia, 21; gli Stati Uniti' e i Paesi Bassi; 20 ciascuno; ] la Danimarca, 17; la Svezia, 16; l'Au- : stria, 13; la Ceco-Slovacchia, 12; il Giappone e la Polonia, 9; il Nica- ! ragua, 8; la Svizzera e la Grecia 7; ijl'Irlanda, l'Egitto, il Perù, San Domingo, 6; la Bulgaria, la Finlandia, la Norvegia, 5; la Costarica e la Lettonia, 4; il Messico, 3; l'Estonia, 2; e infine il Canada e la Repubblica di San Salvador con 1 ciascuno. Il barone Avelsward, presidente del Consiglio dell'Unione, ha dichiarata aperta la seduta ed ha proposto la nomina di Paul Doumer, presidente del Senato francese, a presidente dell'assemblea. La proposta è stata approvata per acclamazione. Paul Doumer, insediandosi, ha pronunciato un discorso nel quale ha ricordato che l'Unione internazionale fu creata in un momento che sembra lontano, tanti gravi a.wenimentt si sono svolti da allora. Egli ha fatto in seguito un quadro impressionante della spaventosa conflagrazione scoppiata nel 1914. Ha parlato della Società delle Nazioni e ha detto di ritenere che l'Unione potrà portare, a favore di importanti problemi, il grande contributo delle sue proposte. L'oratore ha concluso dicendo che i francesi seguono con attenzione e simpatia il costante lavoro della Conferenza. Il senatore Merlin, presidente della sezione francese, a nome del gruppo francese dell'Unione interparlamentare e del Comitato di organizzazione della 24.a Conferenza, ha rilevato l'utilità della Conferenza stessa. Il discorso di Poincaré Quindi il Presidente del Consiglio, Poincaré, prendendo la parola, ha ricordato che una riunione analoga ebbe luogo a Parigi nel 1900, e ha detto: « Oggi i delegati ritroveranno la Francia pronta come una volta ad accòglierli ed a festeggiarli non meno che nel 1900. La famiglia umana ha subito delle prove lunghe e crudeli ed ha pagato alla morte uno spaventoso tributo. La guerra, per quanio sia stata cosi sanguinosa, cosi generale cosi violenta, e per quanto dopo essa siano rimasti, dapprincipio risentimenti, ha contribuito a f< care l'opera di «avvicinamento rialzando per tutti, fino all'infinitoi, il prezzo della pace. Gli odii scatenati divennero annunziaton di concord a senza che le patrie abbiano perduto la forza, la vitalità, l'individualità rispettiva L'esistenza di nazioni indipendenti, emule ma non nemiche, e una garanzia indispensabile di Progresso e di civiltà. Nessuno di noi, di qualunque paese esso sia, consentirebbe ad essere niente altro che un cittadino del mondo. Per ciò vi riunite,, nella speranza di conciliare sempre più i doveri verso i compatrioti con ì diritti dell'umanità. » L'Unione interparlamentare può titihnente coesistere con la Società delle Nazioni, senza fare un opera superflua Voi siete soltanto dei fedeli m: tern'reti di un grandissimo numero di opinioni collettive che compongono l'opinione pubblica universale. Siete qui per preparare le decisioni che possono essere prese, e per abituarvi a conoscervi e a stimarvi. Cosi potrete rendere alla pace incalcolabili servigi. Lavorate qui con fiducia, lealtà,, deferenza e cortesia. Farete molto, in tal modo per la salute del mondo. Dall'ultima conferenza del 1900 gli avvenimenti hanno diminuito la distanza fra i popoli. Comprendiamo sempre meglio che è impossibile che un popolo per quantp possente esso sia, viva isolato e* ripiegato in se stesso. Comprendiamo che l'interdipendenza economica è una legge di bronzo che si impone a tutte le nazioni, cosi alle più floride come alle altre. Voi sapete che l'armonia fra i popoli rischia troppo spesso di essere turbata da discordie impreviste, da urti di interessi, da prevenzioni istintive, qualche volta anche pericolose. Cosi bisogna continuare a lavorare per sopprimere quanto più completamente è possibile ciò che divide le nazioni, per consolidare ciò che le riavvicina. I pubblici poteri e il popolo di Francia formulano ardenti voti per il successo dei vostri sforzi. Troverete dovunque, in Francia, la passione della pace, da cui tutti sono animati a. Loebe per lo sgombro del Reno Dopo Poincaré hanno poi parlato vari delegati esteri. II delegato te- e di dei fortifl desco, Loebe, ha detto di sperare che [dla Conferenza rappresenti un passo cinhnnvi vor<m il rmisnlifl-imenin rio] do «ili libili., Ih La vE™, L.r; Cla pace mondiale, ed ha domandato nche le relazioni tra ì popoli siano;Upubbliche, e che venga abolita la di- splomazia segreta. Egli ha detto dubritenere che la Società delle Nazio-irni lavori troppi, lentamente e ha do-!^mandato alla Francia di dichiararem..che non vi debba essere piu un sol-:,dato francese in territorio tedesco jd ina fiducia nella Conferenza, i cuii ! membri sono tutti animati da uno i (stesso sentimento: l'amore della pace. i Si aperse quindi la discussione sul rapporto del segretario della Confc ] renza. Il rapporto comprende tre : parti: situazione politica senprale: lavori dell'Unione interparlamenta ! re dopo le Cflnferenze di Washington col l.o gennaio 1928. Il delegato giap ponese Takebe, espresse il desiderio che tutto venga mésso in opera per migliorare il funzionamento del par- mspilamentarismo. Infine, il delegato po- ijlaccni pembinskl espresse la sua pie-|a a a a a e e a o e ò l i . a o - e Ottawa; relazione sulla gestione amministrativa durante l'ultimo an no. Dopo la discussione generali jsulla situazione della politica internazionale, l'ordine del giorno della Conferenza comporta le seguenti questioni : 1) creaz/one di una inte sa doganale europea; 2) riduzione degli annamenti;/3) lotta mondiale contro le droghe/nocive; 4) metodo di codificazione Ilei diritto interna zionale. / Nella seduta pomeridiana il senatore Luciano Albert, presidente della Commissione -'sanatoriale degl! Esteri, disse con quale attenzione il Governo segua gli sforzi della Unione interparlamentare, rappresentanza diretta dei popoli che, meglio della diplomazìa (costretta a usare un linguaggio più riservato) può esprimere i senliraent.i dei popoli i quali per mezzo suo, possono meglio comprendersi ed apprezzarsi. Senza dubbio non -si possono cancellare in un solo giorno le traccie di lotte secolari dai due lati di una frontiera, ma degli uomini di buona volontà cercano intanto di intendersi per costruire il tempio della pace. Il dele-. gato ungherese De Lukacs, dopo avere confessata la sua simpatia per la Francia, assicurò che la condizione essenziale dei progresso umano è lo stabilimento duraturo della pace. La replica di De Jouvenel e l'incidente Della pace ha parlalo anche il senatore Enrico De Jouvenel, con quel linguaggio lucido e chiaro tanto apprezzato nelle Assemblee della Società delle Nazioni dove egli rappresentò per lunghi mesi il suo Pne se. E disse: « Noi siamo qui uniti per comprenderci. Ma per comprenderci bisogna spiegarci francamente, con il rispetto che noi dobbiamo gli uni agli altri. Stamattina, il signor Loebe diceva: « Anzitutto, bisogna dimenticare il passato ». Io ritengo che egli volesse diri con ciò che noi non dobbiamo ritenere del passato se non le sole lezioni; e che i nostri sguardi debbono essere rivolti all'avvenire. • La pace, la vera pace, la sola pace duratura deve appoggiarsi su tre basi solide, che formino un blocco incrollabile. Par lavorare all'opera di pace bisogna: 1) Far prevalere la concezione economica sulla concezione ter ritoriale: 2) Bisogna che questa interdipendenza economica sia realizzata simultaneamente; 3! Bisogna organiz zare la solidarietà della pace qualora non si voglia subire la solidarietà della guerra ». E, dopo avere lungamente svilup pato queste considerazioni, il senatore De Jouvenel cosi conclude: » Il signor Loebe ci ha detto: «Ma l'occupaziom militare del Reno? sgombrate il Reno per il l.o gennaio 1U28 ». Il signor Loebe mi permetta di dirgli che è la sola garanzia di stabilità dell'Europa Orientale. Se noi sgombrassimo il Reno, e se fra due o tre anni i pagamenti previsti dal piano Davves venissero sospesi o tro vassimo domani la nostra nuova ami ca, la Germania, alle prese coi russi nostri ex-alleati che cosa rimarrebbe dell'amicizia tedesca? Quando si è stati per molto tempo avversari bisogna avviarsi lealmente nei sentieri dell'amicizia piuttosto che dirigerci verso nuove rotture. La Francia vuole la pace ma non vuole separare questa pace dalla pace degli altri. Una Europa una pace; tale è la nostra dottrina ». La delegazione tedesca, che fine a questo momento aveva ascoltato ii discorso silenziosamente e colla maggiore attenzione, si impennò e fece udire qualche leggero grido di protesta. Mentre i delegati tedeschi picchiavano colle mani sul banco, gli applausi generali soffocarono la piccola dimostrazione e il- presiden te tolse la seduta. Domani Loebe risponderà al senatore De Jouvenel Un commento del « Temps » La questione della riduzione degli armamenti contenuta nel programma della Conferenza suggerisce al Temps le seguenti considerazioni: • Vi è chi.tpensa che possono esservi degli inconvenienti a discutere pubbli camente un piano tecnico di riduzioni degli armamenti, mentre i lavori dellb Commissione preparatoria di Ginevnnanno mostrato in quali difficoltà ci s Urta in questo dominio e mentre h scacco della Conferenza navale ha sta bitimene le tre principali Potenze ma rittimR non possono mettersi d'accor ^0.-. clate le condizioni troppo divers. m. .imitazione dei loro armamenti pei ,nal.e. L'errore è di credere che la ri duzione degli armamenti può essere creata permetterà a tutte sia uno de m°zzi più importanti per garantire la sicurezza del mondo; mentre essa nor può essere che una conseguenza logie;, della sicurezza acquisita e debitamen te garantita tra tutte le nazioni. Col l'arbitrato, con l'assistenza efficace a( ogni Stato vittima di una aggressioni la situazione eh le nazioni di ri durre i loro armamenti nella misuri compatibile coi bisogni reali Odella lo ro difesa. E i membri dell'Unione Inter parlamentare, che vogliono^ sincera mente lavorare all'opera di pace, noi dovranno dimenticarlo ». Quindi, accennando ad una frase del discorso di Poincaré, il quale constatava come l'esistenza di nazio ni interdipendenti, emule e non ne miche sia una delle garanzie indi spensabili del progresso della civil tà il Temps conclude : « Coloro i quali lavorano con tutti il cuore alla pacificazione del mondo coloro i quali vogliono conciliare seni pre più ii loro dovere nazionale con dirilti dell'umanità, non possono di menticare ciò se vogliono che i lori sforzi siano realmente utili, e che l'o pera di pace possa svilupparsi orma* al riparo da ogni cattiva sorpresa». aldwin e is Renania Il punto di vista inglese Londra, 25, notte Baldwin, tornato ieri dal Canada, ba riunito oggi tutti ! ministri a portato della capitale e. durante questo Confi gl'Io, ò stata discussa tanto !a questioni' della revisione degli effettivi oleati in Renania quanto quella di alcuni temi all'ordine dei giorno per la prossima adunanza consigliare di Ginevra. L'attitudine inglese circa gli effettivi in Renania rimane condizionata — secondo il collaboratore diplomatico del KaHy Telegraph — da queste tre considerazioni precipue: t) la riduzione delle forze deve essere abbastanza rilevante in conformità delle assicurazioni date alla Germania: 2) la riduzione delle forze inglesi e belghe deve essere equamente proporzionata alla riduzione delle forze francesi; 3) il pròIlenia della sicurezza francese, in sé per sè, lì superato dalla specifica cuestione sul tappeto, la quale si ala direttamente al trattato di Versailles e al patto di Locarno. 11 Times stamane, in un importante editoriale, affermava che è sorta una deplorevole confusione mentale e tentava di rimettere le cose in chiaro. Anzitutto, dava un colpo alla botte. La Germania ha già ottenuto tutte le concessioni cl*e le erano state promesse e non ha realmente diritto a chiederne altre. Gli alleati non hanno mancato illa parola e, quando i tedeschi accennano al numero di truppe che prima della -uerra rappresentavano il normale presidio della Renania, dimenticano che quel quantitativo era tenuto segretissimo alla vigilia della guerra e che quindi nessuna cifra in merito è suscettibile di controllo. Poscia il Times passava al cerchio. Si può comunque accordare alla Germania 11 beneficio del dubbio e ridurre ulteriormente le forze di occupazione. Queste, dopo l'evacuazione della prima zona, sommano complessivamente a 70 mila uomini mentre la seconda e la terza zona originariamente erano occupate da non più di 65 mila uomini, n Governo inglese è pronto a ridurre questi effettivi a 5600 uomini. La riduzione deve essere proporzionale, sulla ba6e degli effettivi francesi, inglesi e belg* ora esistenti. La Francia peraltro non è disposta a ridurre le proprie forze che in ragione di 5500 uomini. La conseguenza sarebbe-che gli effettivi inglesi e belgi dovrebbero assottigliarsi oltre misura e che il carattere internazionale dell'occupazione, a tenore dei trattati, verrebbe eliminandosi Tuttavia — prosegue il Times — que ste cose sarebbero rlaggiustabill amichevolmente come tante altre tra la Francia e l'Inghilterra. Ma è interve nuto un nuovo fattore. La Francia considera ora il 6uo esercito di occupazione ' come una forza di copertura contro una eventuale aggressione tedesca. Questa veduta è in antitesi con il fine che il trattato attribuisce alla temporanea occupazione alleata sul Reno. 11 giornale soggiunge che difft cjlmente l'opinione pubblica inglese si adatterebbe all'idea che il contingente britannico in Renania rappresenta un avamposto della difesa francese. 11 problema della sicurezza dèlia Fran eia venne risolto a Locarno, il cui pai to non poteva contemplare il mantenimento di truppe difensive sul 6uolo di uno degli Stati contraenti. Inoltre, questo mantenimento impedirebbe la smilitarizzazion.i della Renania contemplata dallo st*6so trattato di Versailles. Dunque, cccorre astenersi da confusioni di idee. Il Times lascia le cose a questo punto. M. P. — m — Il ritorno di Kameneff a Roma Roma, 4. notte. Ha tatto ritorno a Roma rta Mosca, dove si era recato nella sua quanta di men»uro del Comitato esecutivo centrale del lariito comunista, l'ambasciatore Kameneff, U Quale tra giorni ripartirà per U suo consueto portolo di congedo.