Luisa Vanzetti nella "casa della morte,,

Luisa Vanzetti nella "casa della morte,, Luisa Vanzetti nella "casa della morte,, Il oìapallco incontro col (rateilo sono soglio della cella L'implacabilità dei giudici non disarma la Difesa Londra, 80, notte. La speranza di salvare Saeeo e Vanzetti è ■ attualmente abbandonata dai loro sostenitori in America. Il Comitato newyorkese per la campagna in favore dei due condannali lascia trapelare la sua disperazione in un comunicato uscito oggi a New York. Il dissiparsi degli ultimi barlumi di fiducia tra i paladini più immediati e diretti dei due italiani è probabilmente dovuto all'insuccesso che sinora esperimentano i tentativi legali presso gli uffici della Suprema Oorte, Federale a Washington, onde isolare ancora uva volta il circuito della sedia fatale. Le mosse dell'avv. Hill 21 collegio difensivo infatti non ha avuta molta fortuna nelle sue prime mosse verso la suprema ge-^ rarchia giudiziaria della repubblica. Ieri sera l'avvocato Hill, precipitatosi a Washington, ha avvicinato il giudice James Morton, della Corte Federale di quel distretto. Il patrono principale di Sacco e Vanzetti aveva fatto al giudice una motivata domanda di babeas corpus ed era rimasto a conferire con lui per circa i ore. Disgraziatamente, il giudice Morton ricusò di accordare quel precetto di babeas corpua che automàticamente avrebbe determinato un nuovo rinvio della esecuzione. Allora l'avvocato Hill ricorse a due altri espedienti concomitanti. In primo luogo incaricò 'il suo assistente, avvocato Musmanno, di presentare una petizione di intervento a certiorarl alla segreteria iella Suprema Corte Federale, attualmente chiusa per le ferie. L'avvocato Musmanno riceveva in, pari tempo l'istruzione di rivolgersi al dicastero della Giustizia per cercarvi il dossier penale relativo a Sacco e Vansettt, dato che si ritiene che nel dossier stesso i due italiani siano definiti come due uanarchici pericolosi» ossia risultino compresi nella cosidelta u lista rossan. Ora, se fosse suscettibile di prova, questa circostanza verrebbe a rafforzare la tesi che le autorità erano pregiudicate a danno di quei due imputati di un delitto comune. SI torna a Fuller . La seconda mossa ideata dall'avvocato Hill dopo il rifiuto del giudi ce Morton fu intrapresa personalmente. L'avvocato partiva in serata per un paese di campagna dove sta oilleqgiando uno dei membri della Suprema Corte Federale, vale a dire il supremo giudice Holmes, figlio del noto filosofo. Il proposito del l'avvocato Hill era di implorare il giudice perchè accordasse subito il precetto per la sospensione della esecuzione in vista della petizione pen dente davanti alla Corte Suprema Si ignora l'esito di questa petizione, ma disgraziatamente si conoscono già i risultati incresciosi dei passi ,' compiuti dall'avvocato Musmanno incaricato di agire presso la Segre tcria della Corte Suprema e pressi. il Ministero della Giustizia. La Segreteria, presa visione degli incarta menti relativi alla domanda di in tervento a certiorari (ovvero i.l finedi appurare più nettamente i fatti fece notare all'avvocalo Musmanno che i documenti non erario lutti in regola. Alcune formalità in'dìspensa bili erano state neglette, e la Segre teria — in base a questo suo giudi zio — si astenne dal prender,- allo della presentazione del ricorso, Ci impedì anche il tentativo di accesso all'archivio del Ministero della Giù stizia, e l'unirà risorsa dell'avvoca lo Musmanno fu di attaccarsi al le telano e di avvertire il suo princi naie, avvocala ili, della disgi ia la complicazione. All'avv. Hill quin di non rimase che ricorrere ancoro una volta al governatore Futlej srong rondalo di accordare di prò pria iniziativa un altro rinvio ul'i eseruzione pendendo l'appello per sonale del gìudict Holmes alla Su prema Corte Federale La rispositi di Fuller non e ancora annuncia ta. ma il quadro di. tutto quest'i in treccio di disperai», mosse legai continua a delinearsi alquanto Jo sco, e si capisce die amici intini dei due condannati non vi attribuì scano più alcun potere miracoloio lino dei guai è che quasi tutti i ma distrati sono in ferie, e che per ut vicinarli bisogna arare im lungo in largo tutto lo Stato del Massa chusetts e buoni parte del terrilor intorno a Washington. Sacco e suo figlio Saeeo e Vanzetti. dal canto loro non sembrano sperare più niente, primo, secondo 1 cablogrammi oggi, rimarrebbe rassegnato alla propria sorte. Si riferisce che juan do la brutta notizia ali venne coviu nicata, egli slava mangiando appetito, quasi a compensarsi a lungo digiuno. Tranquillamente unSanòcacovetemstqudstuvvcatmfrralatrUscfectiimqtacrimLLcbduucimbbigccncstugpstHsSdGsrssciamò; "Me iaspettavo », e poi foggiunst: u Lanciatemi rcrfc.de o eo n o o o ò 'i r ti i o ì o a t a o la n u una lettera a mio figlio ». Ciò letto. Sacco cessò di mangiare ed allonto nò da sè il piatto con un gesto sarcastico. Poi, alzatosi in piedi, pe.rcorie avanti e indietro la cella, preando il suo avvocato ci. tornare, a vederlo. Si riporta altresì che egli tentò poi'di scrivere al suo figliuolo, ma (a mano gli tremava. Cosi, questa ultima lettera paterna, nella quale egli incoraggiava suo figlio, di li anni, a dedicare la :ua esistenza non a fare soldi ma piuttosto darsi ad un apostolato per gli umili, invitandolo alla riconoscenza verso i sostenitori dì suo padre, dovette essere dettata da Ifii all'avvocalo. Sacco sapeva ancora manifetare con lucidità i suoi sentimenti, ma non riusciva a tenere la penna fra le dita. Si aggiunge che il agl'io di Sa:co raggiungendo in serata il carfre. li Charlestown per un'ultima vitita al padre, udì due passeggeri sul tram elettrico che, al suo fianco, dicorrevi io sul drammatico caso Uno di essi esclamò : u Dopo tutto, sono due anarchici, e non reità più che a giustiziarli ». Il fanciullo riferì queste parole al padre, che cercò di calmarlo e di rassicurarlo. La sedia elefrrica La certezza di dovere salire il patibolo ha prodotto in Vanzetti un improvviso attacco di demenza del quale non si conosce ancora la portata. E' confermato che egli ordinò che gli si portasse jpi apparecchio radiotelefonico per potere parlare immediatamente a tutto il mondo. L'infelice esclamava: «Lo sapevo! Lo sapevo! L'Alta Corte del Massachusetts sarebbe rimasta inesorabile! Adesso, mi occorre un milione di uomini! Voglio un milione di uomini per salvarmi! ». Egli faceva uno strepito enorme. A un tratto chiese: uChi è che fa questo strepito infernale? ». La difesa afferma che l'alienatone mentale del disgraziato è ormai indubitabile. Gli avvocati sembrano quindi prospettare la possibilità della revoca della esecuzioni1, in base alla norma che non si può giustiziare un pazzo. Peraltro, alcuni telegrammi posteriori narrano che i due condannati, quando furono trasferiti alle celle della morte camminavano a braccetto e rimasero impassibili allorché, transitando per una corsia, rasentarono un vano al di là del quale si scorgeva in pieno la sedia elettrica, coperta con un canovaccio. L'ultima speranza Le ultime notizie dall'America sulla sorte* di Sacco e Vanzetti sono tutt'altro che buone. La mossa delavv. Hill per ottenere dal giudice Holmes l'ordine di sospendere l'esecuzione per dar modo alla Corte Suprema di esaminare la domanda di revisione del processo, è fallita Gli argomenti dell'avv. Hill non sono riusciti a stornare il formale rifiuto del giudice Holmes Rimane 'appello al governatore Fuller, ma si tenie che abbia esso pure un esito negativo. Il rinvio che la difesa sollecita' sarebbe stavolta di circa due mesi, giacché la prossima sessione della Suprema Corte Federale non si aprirà che in ottobre. Ad onta di tutto, un annunzio capace di far rinverdire qualche speranza è statò emanato stamane dal comitato nazionale prò Sacco e Van zitti. Esso dice che il procuratore generale del Massachusetts, on. Sargenl, ha convenuto di accogliere,' in linea di massima, l'appello toltogli per ottenere la sua collaborazione agli sforzi intesi a promuovere l'intervento federale. Giova tuttavia notare che fon. Sargenl aveva già predicato la clemenza in seno al Consiqlio statale presieduto da Fuller, ma la tendenza da lui rapprescnta'a ,dovette cedere da vanti all'ostinazione della maggioranza consigliare. Si ha da Buenos Aires che l'Unione sindacale dei lavoratori e la h'ederazione regibnale {due dei più putenti sindacati del paese) preannunciano per lunedì uno sciopero d> protesta contro la condanna a morte dei due italiani. Le precauzioni adottale dalla polizia a New York e negli altri grandi centri americani per prevenire nuovi colpi anarchici nei prossimi giorni sono infinite. Le autorità newyorkesi hanno adibito ben 7000 agenti alle squa drè volanti con l'incarico di affrontare ogni eventualità per impedire disordini o reprimerli senza pietà M. P. teCzedgdpntezecdCincrsSsnmdrd»s'ttvctazpfzufqmSdtszctlgaseszeplscIl comunicato ufficiale Roma, itì, nulle L'u Agenzia Stefani » comunica: Boston, 20. — L'avvocato princi pale del Comitato di difesa di Sacco e Vanzetti ha annunziato che la Corte Federale del distretto ha ri oi Mutato l'nhabeas corpus», nonché ! de 1 autorizzazione di ricorrere alla Cor l e a o e e n l e . o a l n o i a Ua ù no a uw ri pi o na ne te d'Appello degli Stati Uniti. Il Comitato di difesa di Sacco e Vanzetti ha domandato al Presidente della Corte del Massachusetts di aggiornare l'esecuzione dei due condannati fino a quando la Corte Suprema di Washington si sarà pronunziata sulle due petizioni inviatele dalla Difesa di Sacco e Vanzetti: una per la revisione del processo e l'altra per la revisione della decisione della Corte Suprema. Il Comitato di difesa ha domandato inoltre al Governatore di Massachusetts, signor Fuller, un nuovo rinvio, affinchè il processo possa essere esaminato anche dalla Corte Suprema degli Stati Uniti ». Dopo 19 anni New York, 20, notte. Nel pomeriggio, la signorina Luisa Vanzetti ha avuto col fratello, che non aveva visto da 19 anni, un commovente incontro. Accompagnata dalla signora Uosa Sacco e dal di rettore delle prigioni, William <tf endry, Luisa Vanzetti penetrò nella » casa della morte» e, lentamente sorreggendosi, a fatica percorse il '■orridoio nel quale si aprono le porte delle celle dei condannati a morte. Infrangendo il regolamento che vieta di lasciare uscire dalle loro celle i condannati a morte, il direi tore delle prigioni diede l'ordine di aprire là'porta, e Vanzetti, d'un baizo, fu presso la sorella. Dopo alcune parole di benvenuto, balbettate con fatica è inframmezzate da singhiozzi, Luisa Vanzetti venne colta da uno svenimento. Una guardia si affrettò a portarle una sedia, sulla quale la sorella del condannato a morte si lasciò cadere. La signora Sacco si recò a cercare un bicchiere d'acqua, mentre Vanzetti, abbracciata la sorella, le accarezava le mani s/orsandost di confortarla. Dopo alcuni minuti di conversazione alla quale partecipò pure Sacco, Hendry diede ai due condannati l'ordine dì. tornare nelle loro celle. Una sedia per la signorina Vanzetti venne posta davanti alla porto grigliato ed il direttore le disse che avrebbe potuto rimanere a conversare con il fratello durante un'ora e che domani le verrà accordato lo stesso permesso. Indi si ritirò. Van zetti, la cui agitazione mentale ieri era estrema, è sembrato oggi ossa più padrone di se stesso, e dopo la lunga conversazione avuta con la sorella sembra più calmo di quello che non sia stato da mollo tempo. , (Petit Parisieni. aatnedianvaunsttepolodariminratadncolevcsaricsagmcsLilrni cla ri ! r le rivelazioni d'un russo a Berlino su di un misterioso individuo • ' Berlino, 20, notte. L'impressione prodotta qui dalla decisione della Corte di Boston, che fa ritenere imminente la morte di Sacco e Vanzetti, è quasi una im pressione di sgomento dinanzi alla ostinata insensibilità americana Tale insensibilità è critirata ne rommenti della stampa tedesca, che si è ultimamente occupata con larghezza di questa tragedia giudizio ria. Un fatto nuovo che, se confer moto, potrebbe riaprire uno spira olio alla speranza di ottenere una revisione del processo, è riferito stq sera dalla Vossische Zeitung. .Si tratta di una rivelazione fatta do un architetto russo residente a Ber lino, il cui nome corrisponde alle iniziali W. K. Secondo il suo racconto, egli trascorse gli anni dal 1919 al 1922 a Roma, dove aveva uno studio in via Margutta. 53. Una sera (che l'archi tetto crede risalga al febbraio 1922) egli si trovava nella trattoria dell Sora \anna », nella suddetta via trattoria della quale era uri fre iiuentatore. Vi erano molle persoti di varie classi sociali e fra esse quella sera, un uomo che evidente mente voleva mettersi in vista per la sua conoscenza della lingua in •/lese. Costui ordinava da bere usan do parole inglesi e diceva di essere slato lungo tempo in America. Era di statura media, ma molto torchia lo, quasi atletico. Portava il volt accuratamente rasato, ma si indovinava una barba nerissima. Aveva i capelli brizzolati e, da una parte sopra una tempia, una singolare calvizie. L'architetto attaccò discorso con l'individuo, il quale lo invitò a bere. Era un italiano, ed evidentemente ben fornito di denaro. Porlava un vestito rhe ricordava qualcosa della foggia americana. Dapprincipio fu poco loquace, ma poi - sotto l'azione del vino — divenne via via più espansivo. Quando l'architetto gli disse di essere russo, l'i t'aliano gli confidò di essere un anar chico e di avere agito come terrori sta in America. Chiusa la trattoria, i due si accompagnarono per strada fino a piazza del Popolo, e l'italiano, la cui ubbriachezza era aumentala, LcprmddsDgarntildVlrlasdrndlsraemfstcct arra a lungo particolari della sua attività in America. Egli insisteva nel qualificarsi un terrorista, e per dimostrare che non era soltanto un anarchico teorico raccontò che aveva anche proceduto, in America, a una grassazione nei dintorni di Boston. In quella occasione erano state soppresse alcune p—sone, ma la polizia non era riuscita ad arrestarlo ed egli era uscito indisturbato dall'America. Anche i suoi complici rimasti in America erano in libertà, mentre due disgraziati si trovavano in prigione in loro vece. All'architetto russo è stato naturalmente chiesto come mai egli soltanto ora si ricordi di questa storia, dato che da settimane i giornali sono pieni di informazioni circa Sacco e Vanzetti. Egli ha risposto che legge molto di rado i giornali, e che vedeva sempre a proposito di Sacco e Vanzetti — ti nome del a Massachusetts » e questo non gli suggeriva nulla. Soltanto quando in una conversazione udì pronunciare, insieme al nome del «Massachusetts», anche quello della città di Boston, gli tornò improvvisamente alla memoria il racconto di quella sera. Un conoscente gli consigliò, udito questo racconto, a renderlo pubblico. L'architetto ritiene che l'italiano con il quale si incontrò nella trattoria romana debba essere a Roma ben noto e facilmente identificabile.