Sei anni di delitti e di sangue della banda Pollastro

Sei anni di delitti e di sangue della banda Pollastro Sei anni di delitti e di sangue della banda Pollastro L'arresto idi una coppia di italiani che ospitava il bandito a Parigi Almeno trenta grossi furti nella capitale francese portano la sua impronta -- La serie degli assassinii compiuti in Italia: da Tortona a Milano a Mede Parigi, 13, notte. Proseguendo nelle loro indàgini, gli ispettori di polizia Faure e Dadidio, della brigata speciale, hanno proceduto stamattina a due nuovi arresti di complici del bandito Pollastro. Gli arrestati sono: Aldo Materassi, nato il 9 settembre 1900 a Terni, meccanico, domiciliato a Vincennes, e la di lui moglie Bianca Lindi, nata il 21 gennaio 1903 a Todi. La eoppla ospitala Gli agenti di polizia avevano trascorso l'intera notte a sorvegliare la coppia, polche m seguito a ricerche fatte avevano acquistata la certezza della connivenza di essa con Pollastro e la sua banda. Nel momento in cui la donna usciva di casa col Materassi, 11 quale portava una pesante valigia, gli ispettori dì polizia li acciuffarono, e, minacciandoli colla rivoltella, poterono arrestarli senza incidenti. Perquisito, il Materassi venno trovato in possesso di una rivoltella e di due caricatori di ricambio, ciò che gli avrebbe permesso di sparare 22 pallottole. I colpevoli vennero 6ubito accompagnati al Commissariato della polizia giudiziaria, dove il commissario Guillaume procedette ad un primo interrogatorio. Ma, mentre il Materassi non si dipartiva da un mutismo completo, la moglie riconobbe ohe da due mesi essa nascondeva in casa il Pollastro: « Dubitavo — essa aggiunse — che fosse un individuo alquanto strano, ma siccome quando usciva pretendeva di andare a trovare delle amanti, non ho mai pensato a cliìedergli quello che facesse >. Nella • valigia che 11 marito portava seco al momento dell'arresto, vennero ritrovati gli ordigni che servivano al Pollastro per effettuare le 6ue poco lodevoli imprese. E' da notare che quando ieri vennero, arrestati alla stazione di Liegi il Peotta e il Landi, questi confessarono che giungevano da Nairnur e che alla stazione aspcttovano 11 Pollastro, il quale doveva portare degli ordini che dovevano permettere loro di effettuare un grosso furto a Liegi. Dopo l'arresto del Pollastro 1 coniugi Materassi sembravano molto inquieti. Letti 1 giornali di stamane, e6si avevano subito pensato a disfarsi degli ordigni, diventati assai compromettenti. Un piccolo magazzino di refurtiva Tanto il Materassi quanto la moglie sono stati inviati alle carceri. Il commissario Guillaume, recatosi nell'abitazione del due, ha proceduto a ima minuziosa perquisizione. Egli ha sequestrato numerosi oggetti e, in particolar modo, una statuetta di bronzo, un binoccolo di madreperla da teatro, un nécessaire da manicure, una sca tola con 6el posate d'argento, un apparecchio fotografico col suo astuccio, e una serie di camicie nuove provenienti da un magazzino di Parigi che di recente era stato visitato dai- ladri. 1 funzionari hanno pure sequestrato una carta quantità di passaporti e 4 falsi timbri: uno ò svizzero e reca la data del 10 giugno 19-27, il secondo è di Domodossola, datato dal 5 giugno 1927, il terzo è di una capitaneria del porto. Sono poi state rinvenute in un ripostiglio 22 pelili la cui provenienza si sta ora ricercando. Materassi abitava da tre anni colla moglie un piccolo appartamento al 6.0 plano di una casa situata al n. 21 dell'Avenue de Paris. Quest'appartamento era composto di una camera e di una cucina. Da sei mesi circa non lavorava più e, a partire da quel momento, 11 suo tenore di vita si era profondamente modificato. Egli aveva abbandonato gli abiti da lavoro per Indossare vestiti eleganti; sovente si assentava di notte. Nei quartiere si era altresì rilevato che egli faceva delle spesa eccessive. Da circa tre mesi riceveva regolarmente le visite del Pollastro e degli altri due italiani arrestati a Liegi. Il mattino del giorno in cui venne arrestato egli aveva ricevuto una lettera dal suol complici di Liegi, i quali gli chiedevano di andarli a raggiungere colà col materiale necessa.-io onde effettuare, come abbiamo detto, un furto Importante. Tre cenciosi I polizictti che per tutta la notte sorvegliavano il domicilio del Materassi avevano, per non attirare l'attenzione, rivestito degli abiti cenciosi che davano loro l'aspetto di poveri diavoli che non sapevano dove andare a coricarsi. Un bravo portinaio si un pietosi di loro, e avvicinandoli con aria compassionevole si scusò dì non poterli alloggiare e si offerse di dare loro qualche cosa da mangiare. Ostacolati in tal modo nella loro sorveglianza, 1 poliziotti non sapevano co me fare per allontanarsi ti pietoso portinaio. Non seppero escogitare altro mezzo che quello dì andare a cercare del pane e salame In una bottega vicina ancora aperta e di mettersi a mangiare. Allora il portinaio Ani per augurare loro una notte non troppo cattiva. L'inchiesta continua attivamente, e nuovi arresti sembrano probabili L'ambasciatore d'Italia, conte Manzoni, ha trasmesso le sue felicitazioni per l'arresto di Pollastro al prefetto di polizia Chiappe e lo ha pregato di tras mettere i suol complimenti agli ispet tori che hanno effettuata la pericolosa operazione e fra l quali andrà diviso il premio di 10.000 lire che il Governo italiano aveva promesso nel dicembre ecorso, dopo gli assassinii di Milano a coloro che avessero arrestato il fami gerato bandito L'ispettore principale Bethuel, che da un paio di anni era alla ricerca di Pollastro e dei suol complici, crede di trovare la mano del bandito in una trentina di furti commessi tanto a Parigi quanto nei din torni, in circostanze particolarmente audaci. Il più considerevole di essi quello della gioielleria Rubel — mise la polizia sulle traccie del bandito. Onesto furto commesso nella notte dal 23 al 24 dicembre 1925, venne perpetrato rtooo una minuziosa preparazione e col concorso di un complice, senza Ut tuaie esso sarebbe stato impossibile.i Il colpo dal fratelli Rubai I fratelli Rubel, commissionari in. gioie, hanno 11 loro laboratorio al terzo plano di un palazzo al N. 16 dell'Avenue dell'Opera. Un impiegato dalla ditta, certo Gaborl, recandosi alle sette della mattina a prender servizio, udì dei gemiti Soffocati che provenivano dagli uffici, della cui pulizia egli era Incaricato, ma nei quali era Impossibile entrare perchè la porta era chiusa dall'Interno. L'uomo che gemeva, — il guardiano notturno VulUaume — non veniva ad aprire. Infine, avvertiti il portinaio e la polizia, si potè entrare nel laboratorio. Il guardiamo era legato in croce sul letto e non cessava di gemere e di lamentarsi. Egli venne subito liberato e le prime osservazioni permisero di constatare che a cassaforte era stata sventrata per mezzo di una perforatrice meccanica e che parecchie verghe di platino js di oro erano state rubate. Procedendo ad una rapida inchiesta, il commissario di polizia del quartiere del Palals Royal interrogò 11 guardiano notturno, unico testimone del furto. Il guardiano non era di servizio nella casa che da due giorni, e sostituiva il guardiano titolare che era rimasto ferito due giorni prima in seguito ad una aggressione ed aveva perciò dovuto nterrompere il servizio per mettersi a etto. « Ieri sera — disse il Vuillaume verso le 23 fui aggredito da due individui che, in un baleno, mi legarono sul letto e mi imbavagliarono. Uno di essi rimase in atto di minaccia accanto a me, ingiungendomi di non fiatare, gli altri lavoravano nel laboratorio. Io non so altroI ». Ma il commissario divisionale a cui erano state affidate le ricerche ebbe ben presto il sospetto che il Vuillaume non fosse estraneo alla brigantesca impresa. Le constatazioni che egli fece, lo persuasero ohe 11 Vuillaume doveva essere stato complice dei banditi, e il 20 dicembre egli lo fece arrostare. L'inchiesta stabili che il Vuillaume frequentava circoli anarchici e che l'aggressione di cui 11 guardiano del laboratorio era rimasto vittima era stata appunto organizzata per permettere al Vuillaume di sostituirlo. La polizia procedette poco dopo al'arresto di un anarchico Italiano, tale Gino Manetti, nato il 10 luglio 1898 a Galluzo, e che non seppe giustificare l'impiego del suo tempo la notte del furto. La polizia era sulla buona pista, poiché il Pollastro ha ora riconosciuto di avere partecipato al furto nella gioielleria. Il Vuillaume venne condan nato, ma le ricerche della Polizia non cessarono per questo. Anzi, si intensifloarono, e procedendo dì concerto con quelle della polizia italiana, condusse ro alla brillante, operazione In seguito alla quale il Pollastro ed 1 suoi complici sono stati Analmente assicurati alla giustizia. Pollastro e staio accompagnato oggi nel pomeriggio nel gabinetto del giudice istruttore Girard per subire l'inlerrogatorlo di Identità. Egli ha dichiarato di essere nato a Novi Ligure ed ha chiesto un avvocato d'ufficio. Quando 11 magistrato lo Invitò a firmare il processo verbale, il bandito rispose che non poteva firmare avendo le mani incatenate. Nel processo verbale compilato dal cancelliere venne indicata tale circostanza, dopo di che il bandito è stato accompagnato sotto buona scorta alla prigione della Sante. II vice-questore italiano Rizzo, che ha qui proceduto ad un Interrogatorio del Pollastro, è partito da Parigi per Liegi, dove interrogherà anche il Peotta ed il Landi. La catena dei misfatti La figura di Sante Pollastro, un bandito degno della penna di Ponson du Terrai!, è delle più interessanti, criminalmente parlando. Già nella nostra edizione di Ieri abbiamo narrato i prl mi anni della sua vita, svoltasi a Novi colla famiglia, e come il bandito fuggisse dopo l'uccisione dell'amico Co mollo, amante della sorella. Si dice ancora che a Novi, quindicenne ap pena, il Pollastro avesse già una vera passione per la rivoltella, che maneggiava con l'abilità di un « cow-boy •. Si divertiva a quell'epoca a rompere a colpi di rivoltella le lampadine elettriche che pendevano sulle vie della città, e gli isolatori fìssati sui pali telefonici. Pare che rubasse già anche a quell'epoca, erano piccoli furti di denaro ai compagni, che non osavano protestare conoscendone la prepotenza e la forza. Poi il delinquente crebbe. DI statura non comune, aitante, il Pollastro, teneva immensamente all'eleganza. Era difficile vederlo trascuralo nel vestito, pel quale aveva delle cure eccessive. Un'altra ambizione dello strano delinquente erano le mani. Se le curava come potrebbe fare una signora che non abbia nulla da fare, non dimenticando di lucidarsi le unghie. Il volto non rivela 11 delinquente nato, anzi 1 suol tratti possono dirsi distinti. La fronte ampia, la bocca carnosa, il naso affilato e leggermente adunco. Soltanto gli occhi, affetti da leggero strabismo, hanno qualcosa di torbido. La fronte attraversata da una ruga profonda rivela nell'eccezionale delinquente una forza di volontà non comune. L'uccisione del cassiera Casalegno Il delitto dì Tortona, pel quale il Pollastro venne ricercato a Novi dal maresciallo Lupano. che trovò invece il Comollo che venne In seguito ucciso, pare sia il primo fatto di san gue da lui compiuto. Il fattaccio avvenne il luglio del 1921. Un pomeriggio, verso le ore 14, il direttore-cassiere della succursale della Banca Agricola Italiana, con uffici In via Emilia, signor Casalegno, di Trana Torinese, exmaresciallo del carabinieri, usciva dalla sua abitazione, in frazione San Bernardino, sullo stradale Tortona-Genova, montando in bicicletta, con una borsa di pelle sotto il braccio. Egli si accingeva a ritornare alla Banca. Il Pollastro, che aveva con sè dei complici, sicuro che il Casalegno portasse deila borsa di pelle .valori della Banca ancora a quel tempo sprovvista di' cassaforte — lo affrontò sulla strada e lo uccise con un colpo di rivoltella. 11 Pollastro ed i compagni si impadronirono vdella borsa e si diedero alla fuga, rubando anche la bicicletta del Casalegno, che era morto all'istante. Uno dei criminali, per la fretta di fuggire, aveva abbandonata la propria bicicletta, montando quella dell'assassinato. La bicicletta lasciata sul terreno era un ■ Maino » di serie, e fu un ottimo filo conduttore per la scoperta del delinquenti. Ad processo, svoltosi ad Alessandria, con gli avvocati Baravalle, di Torino, e Plorò, di Alessandria, alla P. C., furono pronunziate due condanne a 30 anni di reclusione contro certi Carega e Leggero, ma il Pollastro era e rimase irreperibile. Ecco come 10 stesso Pollastro, che si accusa unico colpevole dell'uccisione del maresciallo Casalegno, raccontò ad un conoscente a Parigi, il fattaccio : «A Tortona, quando fu ucciso 11 cassiere della Banca Agricola, Casalegno, non vi erano il Carega ed 11 Leggero, che vennero condannati a trenta anni di reclusione. Lo ao che è un male che si sono cercati, polche, fu 11 Leggero che, suggestionato dagli interrogatoci, fini per ammettere la sua partecipazione al fatto, ma al delitto non hanno partecipato. A Tortona c'ero 10, 11 Comollo, il De Luisi, e lo « zingaro ». «— Fu il Casalegno stesso ad «ammazzarsi. Nella colluttazione, la rivoltela che aveva tirata fuori di tasca, si era trovata colla canna verso di lui, ed un colpo esplose, uccidendolo. Il Carega ed 11 Leggero stavano allenandosi, il giorno del delitto, sul circuito Tortotia-Serravalle-Novi, in bicicletta, per partecipare ad una corsa, che si doveva svolgere la domenica. Come ben sapete, noi eravamo in bicicletta quando fermammo il Casalegno. Il Leggero si era fermato al « Bar Vittoria », incaricando il Carega di portargli a casa la bicicletta. Quando 1 carabinieri videro 11 Carega che pedalava, trascinando la bicicletta, lo arrestarono, poiché si sapeva che uno degli uccisori del Casalegno aveva lasciata la sua bicicletta per inforcare quella dell'assassinato ». Il triplica assassinio di Milano Pare che, dopo 11 tragico episodio di Tortona, il Pollastro riparasse In Fran eia, dove aveva dei compagni fidati e sicuri, tra i quali il Massari, 11 Corte ed il Peotta, che formarono la banda del perforatori, che operava già da tempo sulla Costa Azzurra. Questa ban da, della quale 11 Pollastro era il capo aveva la sua sede a Parigi e degli abili Informatori in tutte le principali città La banda si spostava a seconda dei buoni colpi da fare, che le venivano segnalati. 11 14 novembre del 1926, la banda, passando con tutta probabilità da Ventlmigila, si recava a Milano, dove avvenne l'uccisione dell'orefice Zanetti e del portinaio dello stabile dove era situata l'oreficeria. Autore di questi due assassinii, — mentre 1 com plici fuggivano col bottino, — fu I; Pollastro. Con la sua grande abilità nel maneggiare la rivoltella, il bandito freddava sul colpo le sue vittime. Il Pollastro uccideva ancora a colpi di rivoltella un brigadiere del carabinieri ed un milite, che lo avevano sorpreso, poco dopo l'uccisione dello Zanetti, In un ristorante. — Il famoso apparecchio, un grosso ti apano speciale, col quale 1 banditi aprivano le casseforti e perforavano 1 muri, era opera del « Martin », che è un abilissimo meccanico. L'apparecchio venne abbandonato due volte dai banditi in fuga, ma il • Martin » non si scompose. Ricostruì l'apparecchio portandovi ogni volta nuovi perfezionamenti. La rivoltella infallibile tto 11 Tortonese ed il Novese, che v£se ore'di "vero allarmo ed angoscia cai fondato dtìb-_Pare ch'i il Pollastro sia stato l'autore della rapina in danno dell'esattore ferroviario Martini, avvenuta nei pressi di Novi e precisamente ad Isola del Cantone, lungo la linea ferroviaria ad un passaggio a livello, prima dell'uccisione del Casalegno. Il colpo fu ancora questa volta compiuto dal Pollastro, dallo • Zingaro », dal De Luisi e dal Comollo. Al Martini venivano rubate 160 mila lire. Il De Luisi si sarebbe in seguito recato a Torino, dove comprava una motocicletta con tutti biglietti da 50 lire, parte del frutto del bottino. Il De Luisi avrebbe partecipato al ferimento d-il brigadiere Fragione in un bar di corso Regina Margherita, a Torino, dove 11 suo compagno Mllesl veniva ucciso. In una tasca di questi sarebbe stato rinvenuto l'Indirizzo del Pollastro. Si dice anche che quando il Pollastro era disertore — dopo essere stato bersagliere a Ventimlglia — uccidesse a Novi un suo cugino che l'aveva denunciato, ed un brigadiere di P. S. che voleva arrestarlo. Gli assassinii del vlcs-brlgadiere Sommaschlnl, del carabinieri Garbi e firondolo, del fascista Garavlno, avvenuti misteriosamente a Vantimtglla nel dicembre del 1926, pel modo come furono perpetrati, pare debbano essere attribuiti alla rivoltella disgraziatamente Infallibile del Pollastro: una Browning del calibro 7,66. L'impressione a Tortona Tortona, 13, notte. Le notizie d'oggi, se hanno prodotto in città un'impressione enorme, la meraviglia non è stata eccessiva. Che Pollastro vivesse e realmente dimorasse in Francia era nelle convinzioni di tutti. Se ne parlava plano e forte negli esercizi pubblici ed in privato, e tra i più si attendeva da un giorno all'altro il clamoroso colpo di scena. Ancora il 5 corrente mese — solennità di N. S. della Neve — a Novi Ligure, città nativa del Pollastro, ed in un notissùno esercizio si voleva anche sostenere la presenza del Pollastro nel pressi della città dove aviebbe avuto anche colloqui con parenti ed amici, nonché compagni di sventura, a piede liliero ' La popolazione di Ai ia^ie ' a à e e i i e n i blo che Pollastro vivesse ancora e fosse un giorno ritornato a terrorizzare le nostre campagne, respira ora sapendolo al sicuro. Ripresa di indagini della polizia milanese Mllano.,13 notte. Grande impressione ha destato In città la notizia dell'arresto del Pollastro. Dapprima un po' di diffidenza serpeggiò nel pubblico, ma quando poi le successive informazioni vennero a stabilire in modo Inequivooablle che il bandito, dopo aver beneficiato di uno straordinario equivoco, era veramente caduto nelle mani della giustizia, una viva soddisfazione subentrò a quei mortificante disagio che agli onesti dà sempre la scelleratezza spavaldamente Impunita. Il Pollastro debuttò neU'alta delinquenza nel .1920, specializzandosi nel furti agli scali ferroviari. La sua sanguinarla carriera s'inizia a Novi Piemonte, che è il suo paese natale. Nel luglio del 1922 11 Pollastro compie il suo primo omicidio, vìttima un ex-maresciallo dei carabinieri allora commesso tri una banca di Tortona. Se le prime confessioni di questo tipico brigante moderno sono vere, se esse sono complete, una decina di delitti gravano sul suo passato, e quali delittll La più importante delie sue dichiarazioni, è senza dubbio, quella di aver partecipato all'orrendo eccidio di Mede cosi vivo nel commosso ricordo di tutti. Tutta un'istruttoria è-ora da rifare. Intanto una domanda resta senza risposta: il morto di Nults-sous-Ravteres A veramente 11 Massari? Se fosse lui, come è che il Pollastro non ha addossato a quel morto parte dei suol delitti. 0 l'esecuzione materiale dt qualcuno di essi? O non sarebbe vivo anche 11 Massari? Le maglie della vasta rete di Indagini si sono d'un tratto strette da Parigi a Milano a Liegi, ove un altro complice importante, Luigi Peotta, e stato pure arrestato e interrogato dal vice-questore Rizzo. Non dovrebbe essere impossibile ora svelare anche 11 mistero che permane tuttora attorno al morto di Nuits-sous-Ravtèree. Molte circostanze farebbero pensare che quell'ucciso non sia affatto Giacomo Massari, la cui presenza sul territorio milanese venne più volte segnalata alla polizia. Le ricerche furono sempre vane, ma non è da escludere perciò che tali segnalazioni fossero un puro parto di fantasia. C'è un episodio onchc recente al quale l'autorità annette Importanza, e riguarda le eonndenze di un ex-graduato dei carabinieri In pensione, li quale avrebbe avuto contatti col Massari, Questo graduato ebbe lunghi colloqui con un funzionarlo della Questura centrale al quale rivelò che 11 Massari — soprannominato « Martin », — non poteva essere, come si era sospettato in un primo tempo, l'ucciso di Nults-sous-Rnvlères, perchè egli si aggirava vivo e sano, per quanto in malo arnese, nelle vicinanze dt Milano. L'ex-carabinlere fu anche più preciso; narrò che il Massari veniva aggirandosi nel cascinali del territorio al Trenno e che lo aveva visto col suoi occhi. Aggiungeva che 11 bandito era ridotto In condizioni pessime, sen. za mezzi per vivere, tutto lacero e stracciato Furono fatti degli appostamenti, ma senza risultato, Una mattina il funzio narlo ebbe la speranza di poter com plere li bel colpo, ma anche questa volta dovette tornarsene a mani vuote. L'operazione avrebbe dovuto avvenire sul piazzale della Stazione centrale, ove U Massari doveva incontrarsi con uno di quegli Individui che fanno servizio di facchinaggio, Il quale avrebbe dovuto consegnargli un palo di scarpe e un po' dt danaro. Il funzionario con alcuni agenti si pose In vedetta nel luogo indicato, con tutte le precauzioni del caso perohè l'appostamento non fosse notato, ma 11 Massari non si fece vivo. Ebbe egli 1n tempo la rive lazione della trappola tesagli o pi ut tosto le informazioni del confidente erano poco attendibili? Come abbiamo detto questa seconda ipotesi sarebbe scartata dal funzionario, il quale avrebbe ragioni per credere alla serietà dell'Informatore. Costui avrebbe giustificato l'insuccesso delle ricerche col fatto che 11 Massari aveva avuto U sospetto di essere sorvegliato. Anche questo episodio, che risale a non più di un mese fa, autorizzerebbe a pensare che il Massari non sia affattto l'ucciso di Nults-sous-Ravtères, e che 1 suol complici tentino di avvalorare questa voce allo scopo di allontanare dal suo capo 11 pericolo delle indagini della polizia. Non appena 1 telegrammi cifrati eb¬ T bero confermato questa notte In modo assoluto alla nostra Questura la notizia dell'arresto del Pollastri, 11 funzionario di notturna dott. Ardjszone fi Part to In automobile, con diversi a/ ganti, alla volta di Rho. La spedizione aveva lo scopo di rintracciare: un in, Affila, oert9 D? «««a, definito anar22SP« Vi quale temo.° » avreW» m» strato di sapere molte cose sul conta dei componenti la banda. SI ricorderà, che nell'agosto 1926, alcuni di essi rannero segnalati a Rho; allo scopo di catturarli, 11 maresciallo Nava e divani affetti si recarono colà, dove sostennero una battaglia notturna A «voj. teliate nell'interno di un negozio eoa due dei ricercati, 1 quali riuscirono ancora una volta a fuggire. SI ritiene ohe le indicazioni sulla presenza det banditi venissero allora fornite dal De Rosa, allo scopo di assicurarsi 118rem lo promesso per la loro cattura. è 11 De Rosa però, allontanatosi da diverso tempo, per Ignota destinazione, nè altri, poterono essere questa notte scoperti. (Comunque, la ricerca riapra le indagini In una località che fu teatro di una fra le più clamorose gesta della banda, còsi come altre investigazioni vengono compiute e dalla Questura Centrale e dal ocmmissarTatì, seguendo le traccio, molte volte sanguinose, che gli assassini hanno lasciato anche nella nostra città. U t 14