Zerbini il cassiere con rubò due milioni condannato per la mistificazione ai danni del cugino

Zerbini il cassiere con rubò due milioni condannato per la mistificazione ai danni del cugino Zerbini il cassiere con rubò due milioni condannato per la mistificazione ai danni del cugino Una scialba miserevole figura dopo svanita l'aureola della ricchezza - Un anno e due mesi di reclusione al cassiere - Otto mesi al « cognato » De Giovanni Rocambole è un tipo, una parola dell vocabolario, anche per coloro che noni channo letto Ponson du 1 errali. Zerb:-| ni, il ladro dei milioni, era riuscito i mcolle sue imprese, ad essere un tipo, che girava per la memoria ed il tin-ì sguaggio degli uomini circonfuso in im'zalone di leggende, di sogno. L'arresto ! slo ha immiserito sotto lutti i riguardi. | E ieri mainila quando ha fatto il suoisingresso nell'aula del Tribunale, la piccola folla che era accorsa per assiste-•«re alla sua vicenda ha avuio aspre*-1 sioni di delusione. Lha sogguardato'dcome un delinquente comune, di quel-, v li che si avvicendano senza clamore e dsenza interesse, sui banchi della giù- asazia. Le accuse lraLa toeletta carceraria ha spogliato dZerbini di tutti quegli artifici e Quegli:Gorpelli che costituivano per c^il direi il frutto della sua capacità di siimi- dlazione e di dissimulazione. Ed ha tol-'cio interesse, al suo aspetto. Elfrulliate j rle tenti, abbandonata la studiata seri- tmutatura de: capelli e tutte quelle al- tre- risorse eolle quali era riuscito alureggersi ed a salvarsi è apparso un tipo comunissimo ed insignificante.. Una paglietta, ingiallita da qualctie stagione di sole feroce, irride /a inlìne, nel suo abbigliamento, alle ultime vestigia cleiln ele?anza passata: la cravatta a'organzino e le scarpe bianche elle porto y;a alla spiaggia. Liberato dalle manette, egli ha preso posto, senza esitanza e senza emozione sul banco degli imputati. Ed e rimasto, con tranquilla indifferenza, in attesa dell'inizio dei suo processo. 1 lettori sanno già d: quali colpe lo Zerbini s>a stato chiamato a risponde un r^ato ^»«^on1ÌS falsiiica- driudtrgflfgfrmzi. venne condannato ad un mese e 20 giorni di reclusióne. La condanna fu [scrjn.a naiuralmente sul cartellino! penale di Gaetano Bazzi. il quale solo! molto più tardi al principio di que- sfanno, scopriva il tiro che gli era stato giocato Ricorse al Procuratore Generale per ottenere la cancellazione della condanna che non lo riguardava, e gli accertamenti disposti si conchiudevano con l'arresto del inafferrabile • avvenuto a luglio scorso. A carico di Gaetano Zerbini si sono [venute concretando per quefila vicenda due ii intinte accuse: quella di falsa attestazione (art. 27!) <: l\! per avore il 14 febbraio 1025. dinanzi al Procuratore dei Re, ed il -;<i febbraio, dinanzi al Tribunale attestato falsamente di chiamarsi Gaetano Hazzi, e lineila prevista dall'art. tóS del Codice di Procedura penale pei- essere stato causa, attestando falsamente d; essere Gaetano Bazzi. rle.ia indebita iscrzione di costui nel casellario giudiziario Contemporaneamente allo Zerbini veniva arrestato a Torino lo chauffeur Fernando De Giovanni, <jj ?o anni, nato a Rimìni ed abitante a Toiino in via Monginevro, ~i. Costui è frt.telln di Concetta De Giovanni, l'amante di Zerbini, ed apparve lesalo al Unir milioni da vincoli e rapporti saldissi rni. Del suo nome si era servito nel 1925 lo Zerbini per ottenere la patente .« cassiere URimini il 3 : i ' automobilistica; a lui l'autorità giud - ziaria mosse l'accusa di complicità nella vicenda della falsa attestazione, norchè quella di favoreggiamento per aver1? aiutato lo Zerbini .ad eludere le investgazionl, fornendogli ,j documen ti relativi alla sua identità e consentendogli di assumere le proprie generalità. La prima volta dinanzi ai gradici Il Presidente richiama questi fatti e -!contesta alio Zerbini la prima impu i j tazione : i! Ammettete di avere assunto le pe- a r e i o 0 i o e l e neralit.à di vostro cugino? — Si. Pres. : - Raccontate. — Il 10 febbraio 1925, la polizia, che era slata i-itca da sospetti, venne a cercarmi nella trattoria di via Giober ti. Interrogato diedi le gen-ralita di Gaetano Bazzi. Pres.: - E la patente automobilistica ? — L'avevo ottenuta prima Per 11 ti more che al nome di Razzi non m: venisse rilasciata, avevo assunto allora il nume dei De Giovanni Die.)', queste generalità alla scuola e questa pensò poi a chiedere i documenti. Presidente a De Giovanni: - Quando vi siete accorte- chP lo Zerbini ave va ottenuto la patente col vostro nome? — 11 giorno dell'arresto. Prima non avrei potuto accorgermene, perche ia palent'- io l'avevo richiesta a! nome di mio fratello Ho una condanna e temevo che questo fatto potesse costituire un impedimento per iJ rilascio. Presidente a Zerbini: - Non cercate di salvare gli altri In fondo, doveie pensare die vi hanno pelalo di sante ragione Dite, quale parie ha avuio -jH ~De Giovanni-neU'aKàre della pa- leme - Nessuna parte Egli teneva i suol, - documenti iti un cassetto, dove erano o!riposte anche le mie carte Li potali o minidi vedere e conoscere con preci- i sione le sue generalità. jj|i Pres.: — Ma il De Giovanni sapeva che voi siete Zerbini, — Ha sempre creduto che mi emamassi Bazzi. Pres.: — Come va allora che vi ha seguito in tutte le vostre peregrlnazioni, durante le quali cambiaste cosi sovente di nome? — Mi ha seguito poco e mi ha conosciuto sempre per Bazzi. « Spero di poter fare qualcosa per le» CoIJ questa battuta Zerbini concluude jj SJU0 interrogatorio. E' la prima volta che egli compare dinanzi ai giù dici ma dimostra di essere già iniziato a q,'lL,ste battaglie; si mantiene accor- lo, pruderne. E, forse per un tortuoso rimorso, si astiene ria ogni accenno alle sue gesta miraboit-nii. Il Presidente passa all'interrogatorio del De Giovanni. _ xegjj atti figurano mclte lettere, dalle quali si ricava il convincimento cj,,. voi foste al corrente della perso-'D rialita di Zerbini, ba .i-nera indirizza-1 locoInmnRda trè IloindsosdGr32tavi da Asti ne è la prova, \\ rjP Giovanni si limila a fare un unno negativo col capo, e Zerbini nterviene a spiegare: msp_ Di* Asti ho scritto io, ma a nome, ldella sorella inPresidente: — Tuttavia in questa cor-1 srispondenza si trovano degli accenni | indubbi: c'è in calce ad una lettera luna noticina con certe somme, che sitrdicono « ricevute da Nino » Nella lettera da Asti, lo Zercini dice: • spiegherò ogni cosa ai mio arrivo a Bologna », ed aggiunge: « Spero di poter fare qualcosa anche per te ». Sono allusioni ben chiare qiieste. Ma il De Giovanni spiega che queste frasi si riferivano a questioni famigliari. Egli fu all'oscuro seiinpre di furto. Trovò nel 1925 la sorella a Torino, accompagnata dallo Zen-bini, allora Gaetano Ltazzi — Mi sono spc:?.»a e ti presento mio marito, — disse Concetta De Giovanni. vficlpgmlzeEtzL'imputato Vi compiacque di quel- c . . _ \ei maTio 1°2t> — pres.: - Sembra che lo Zerbini l'ali- s btate visto anche dopo. | p[salice, 38. Do vrehbr" essere inteso an- zrGaAnche se l'avessi visto, non avreD be importanza, perchè io Io ritenevo sempre Gaetano Bazzi. De Giovanni va a sPde.rsi, e viene In. trodotta l'unica teste del processo, la . Uignora Arcangela Panataro fasclietta,-i che affìtto ne! (925 aPo Zerbini una Ccamera nel suo alloggio di strada Vai-eFccsnrevie un altro teste, Il commissario cav. Ftamella, capo libila Squadra Mobile, mn è fuori di Torino. Le Parti rinunciano alla sua deposizione. La Paniitaro racconta che il sedicente Bazzi riceveva frequenti visite: si recavano a trovarlo una signora con un bau bino ed un uomo anziano, che sarebbe ! poi uno zio dello Zerbini. Molte volte anche il De Giovanni, che essa omo- ; sceva come fratello del suo Inquilino, i„ ,„,,,„ „_,...:„- • Una lettera anonima Il De Giovanni manifesta molta me-lravigiia per l'affermazione d>-.ia teste,;e lo Zerbini, cu-: senza darsene l'aria,] segue alternamente il dibattilo, Inter- ' i viene e spiega: I ' - Sono stato io a dire che era mio i | attera anonima datata 6 giugno ' indirizzala da Mi.ano al PrJcu-l, . , a denunciarlo allo Stato Civile? i De tiiovanni- - E' venuto l'ufficiale giudiziario in casa Marita) L'imputato ba la testa cosi zeppa di fratello Teste: - No, no. Fu il De Giovanni. Vedendolo entrare decisamente in casa, gli chiesi chi fosse: Sono l' fratello de! Bazzi. mi rispose. — Vada pure — replicai allora. Presidente. — Quando lasciò la sua casa ? — Il 30 aprile. La teste è licenziata e si ha una breve appendice agli interrogatori, con contestazioni del Presidente e richieste degli avvocati. Agli atti è allegata una 19-27 ratore Generale della nostra Corte di Appello. La lettera fu utilissima per le j inriasrini che portarono a scoprire 11 j rifugio di Gaetano Zerbini, e l'avvo- cato Torchio difensore con l'avv Ris | so del De Giovanni, prega il Presiditi, ite di voler chiedere allo Zerbini se sa indicar* l'autore di tale scruto P M. - È una domanda inutile E non Influente in causa Avv Torchio- — Può avere lì suo Interesse Zerbini assista, ammiccando, alla schermaglia e quando il Presidente gl formula :a domanda si chiude in un riserbo dignitoso. — Non Ir saprei proprio indicare. Pr&sidente a De Giovanni.-. - Ad onta di tutte le vostre difese, sta il fatto che avete abitalo in casa dello Zerbini, vivendo anche a suo carico — Per pochissimo tempo e nel perio do in cui err disoccupalo. Vedendomi senza lavoro mi dissero di andare ad abitare con loro nella trattoria di via Gioberti Li avrei coadiuvati nel ser vizio. In cambio mi a\n libero mantenuto e corrisposto uno stipendio di 150 lire mensili Ma alla fine de! mese per avere niella somma irrisoria do vevn richiederla ire o .mauro volle Presidente - Quando vostra sorel la ha dato alla luce il bambino naio dall'unione con Zerbini chi e andato De Giovanni perora l'avv' Risso e del lo Zerbini, con eloquenza e dottrina cose giudiziarie, che non vede e non Intende altro. Gli viene ripetuta la domanda ed allora corregge: — Sarà andata la mamma. Avv. Risso. — Quando il De Giovan ni si sposò lasciò un debito di 500 lire Risulta? Presidente: — Può avere lasciato dei debiti anche maggiori. C'ò anche a suo carico una denunzia per ternata truffa. La sentenza La fase istruttoria del dibattimento è conclusa ed ba inizio la discussione. Il P. M. cav Buscaglino. dopo avere osservato che la causa è contenuta in linee semplicissime e che le ipotesi delittuose contestate ai due imputali sono meridianamente provate dalle ri sultanze di causa, chiede la condanna di Gaetano Zerbini e di Fernando De Giovanni — entrambi socialmente pe ricolosi — rispettivamente alla peno di 32 e 22 mesi di inclusione. In dilesa di dpgpavmirabile, l'on. Bentinii. Secondo la tesi sostenuta rial difensore in linea di diritto. Zerbini non può esser* condannato per l'uno e per l'altro reato: la falsa attestazione com inessa costituisce un fatto unico nelle sue conseguenze, Kgli deve essere condannato o per l'uno o per l'altro reato: non per entrambi. 11 fatto e unico anche se le violazioni sono molteplici, e in suo favore può legittimamente invocarsi il concorso formale. Svolti questi concetti, l'oratore tratteggia vividamente la figura del suo diféso: quegli che per avere un giorno realizzato il sogno di Fiuto, appare un mito. Ma il mito Zerbini è stata la cosa più stolida e più scema: è slata una creazione della fantasia. Nella sua reaita egli ò uno straccio umano; il vinto. E le sue vicende leggendarie sono tutte pagine di dolore, di mortificazione, di sgomento. Zerbini è un uomo che non meritava il quarto d'ora di adUsdddA — ma con ciueU'i stro cuore e la vostra intelligenza vi | potranno suggerire per le considera- zioni chp ho esposto. Il Tribunale (Presidente cav. Carrara), ha accolto questa tesi; ha ritenuto Gaetano Zerbini colpevole della falsa attestazione, dall'art. 279 del C. P.. . -in concorso formale collari. 63G del C. P P e lo ha condannato ad I anno e 2 mesi di reclusione; ha ritenuto Fernando De Giovanni colpevole di complicità nello stesso reato e lo ha condannato ad 8 mesi, 5 giorni della stessa pena, assolvendolo Invece per non provata reità dall'accusa di favoreggiamento. Le probabili complicazioni La lettura della semenza è accolla sui suo capo!questa proce-1 ! ^ smgJ,i022) ,Jti.i i>e Giovanni, ^.( bìuì mipas=.biie. sui ; gI-ava r>f>u a.uo uemma questa pi idurB ,,autlla L-iu- urgeva magg.oriiienie • per ristabilire la verità nei commuti oc-Ua vittima delia mistiucaziorie, Gac- -lianu Bazzii, e per pincr procedure alla ,;raitincuzione. degli au. dt>i oaseùiario) ,] Zerbini sarà tradotto a Milano. Cola ' io attendono mone foo-malilà ed anche I talune complicazioni d«Ua sua viceu- o i da. Per il furto dei milioni, egli fu condannato lu contumacia a 9 anni 4 mesi t 13 giorni di reclusione: a questa peua, che egli dovrà espiare, verrà ad eaawe cumulata la pena iuililiagli ieri dai giudici torinesi. Ed in totale non potrà benandare di un codono superiore ai due anni, quello accordalo dal decreto d'indulto del 31 maggio 1925. Senunchfc i suoi conti con la giustizia non si esauriranno con ques.e semplici operaz'oui aiiuiieticbe. Nei 1923, colie ripetute lettere che invia-a | dalie più dispaiate e lontane locai il,' o ' "'f 1'°''^ rBt'Li a<*uso come auluv -l^el tarlo ali Esattoria un suo «oUega e i n a a a n a i e 1 - , a o a n d l o i d a i e o o iil Ferrara, t costui, condannato in primo giudizio in base agli elementi lorniui ual cassiere fuggiasco, potè provare solo in Appello la propria innocenza ed aveià ragione. Ora la presenza dello Zerbini potrebbe indurre i. turi-ara a cliiedere soddisfazione del1 ùccu&a lanciata contro Ji iui. La ijueìtna p-er calunnia -rfiubra anzi che sia ;'.ala già minacciala. Da un giudizio a. lai genere poincbbeio scaturì* per /.eibuii deile conseguenze penai, brin maggiori di quelle derivatagli per u =uo ingiusto colpo ladresco: in caso di acceiuito ìeapoiiaabiiita, una condanna a pena di molto superiore a quel,a già riportata. Vero è pero clie sulla bilancia lo Zerbini può contare in questo momento anche degli elementi a favore: le rivelazioni latte al momento dell'arresto e secondo le (inali agli sarebbe staio istigato a trafugare i ilun milioni e mezzo da un amico. Domenico Scarpa, che ebbe poi a pigliarsi la maggior parte de! bottino, hanno indotto l'amo ritti giudiziaria di Villano a riaprire l'istruttoria. Ove nel corso di ipiiiiianuova indagine le responsabilità dolioZerbini apparissero attenuate rispetto a (iueìle clie si ciano profilate dapprincipio, egli avrebbe diritto alla revisione del suo processo. E potrebbe naturalmente sperare in una mitigazione della condanna Ma per ora lutto eie. non si pr-venta che coma una pura ipote.-,i ed una speranza indistinta ed evanescente. F. A.

Luoghi citati: Asti, Bologna, Ferrara, Milano, Torino