Come può sfumare un milione

Come può sfumare un milione L'eredità dello zio d'America Come può sfumare un milione Generalmente le eredità dello zio d'Ataierica danno lo spunto a trame di favole e di racconti che fanno venire l'acquolina in bocca al popolino, oppure generano visioni di riccuezze taii da sconvolgere talvolta certi impressionabili cervelli. Coloro che si ritengono seri abbozzano invece un sorriso di... compatimento e scrollano le spalle a significazione della loro indinerenza. Poveri ingenui che credono ancora alla possibilità di favolose iniprevedute ereditai A malgrado di tutto ciò avviene che la pubblicazione di un trafiletti su un qualunque giornale richiedente notizie degli eredi di Cajo o di Sempronio, morto arcimilionario nel paese dei dollari o dei « pesos • enza parenti conosciuti, generi nei presunti interessati unti febbre... di 40 centigradi che li fa sfogliare lutti i giornali dell'epoca per vedere se la notizia ò stata riportata, che 11 fa correre dall'Ufflclale di Stato civile a richiedere documenti atti a comprovare, attraverso le ramificazioni dell'albero genealogico della famiglia, Il buon diritto ad aspirare all'eredità, elle 11 fa professare mille volte in un giorno e duemila in una notte il loro immutabile e costante affetto per il defunto. Tutto ciò anche un giorno il giornale riporta la notizia che gli eredi diretti del defunto sono stati rintracciati. Ed allora addio speranze! Sopravviene l'amara delusione, ed 1 poveretti che si erano creduti milionari da sera a mattina, che avevano abbandonato le loro occupazioni abituali, stanchi e sfiduciati, ritornano al duro lavoro quotidiano, troppo frettolosamente abbandonato, abbacinati da una visione luminosa, da un sogno durato lo spazio di una notte. Se invece il destino è benigno, l'uomo talvolta ne intralcia il suo cammino con raggiri e male arti, sì che la fortuna, quasi irritala, sfugge, svanisce dopo esseri lasciata brevemente in travedero e ghermire. Così accadde a quattro presunti eredi di Michele Albano, deceduto al Cile sette anni or sono. Giovanissimo, l'Albano, aveva abbandonato il suo natio paesello, ai piedi della montagna, emigrando in America e stabilendosi al Cile dove, durante i molti anni della sua permanenza spesi In sudate fatiche, riusci ad accumulare un vistoso patrimonio ed a diventare quasi milionario. Ormai prossimo al tramonto della vita, in possesso di rosi cospicua fortuna, lontano dai suoi cari di bùi mai aveva avuta notizia l'Albano Michele pregava uno dei più fidati amici, tale Filippo Colongo, di fare delle ricerche In Italia per rintracciare i suoi eredi ai quali consegnare la fortuna accumulata in tanti anni di lavoro. Il Michele Albano decedeva il 21 ago sto 1920 ad Antofagasta (Cile), in solitudine, rinnovando all'amico la preghiera per il rintraccio dei suoi paronfi. Il Colongo, fedele alla promessa scriveva in Italia a tale Flavio Sogno, suo compatriota, d'anni 60. residente a Torino, in corso San Martino 8, affinchè facesse ricerche in Piemonte regio no. originaria del defunto. Il Sogno interesso legali e municipii per le opportune indagini, e dopo due anni, tali Albano Maria ved. Maritano, Albano Anna. Albano Michele e Albano Maria Tu Giovanni nàti e residenti ad Abbadia di Stura si presentavano al Sogno qualificandosi eredi lesinimi e diretti del defunto Mchelè Albano. Accertata lajoro qualità, nominavano loro procuratore speciale per la liquidazione dell'eredità giacente al Cile il Filippo Colongo che aveva, come si suol dire, le mani in pasta. Il Colongo. in possesso della procura, riceveva la gestione della cospicua eredità coll'incarico di realizzarne ogni attività, dal curatore speciale nominato dalle autorità cilene nella persona di tale don Jozè Mazza. Come procedesse la>liquidazione di tale notevolissima fortuna, gli eredi Albano ignorano completamente, il Colongo li informò dapprincipio che l'eredità ammontava a circa 800-900 mila lire italiane, compresi in tale somma i valori immobiliari. Ma qui le ro<=e però si complicano e si oscurano. Sembra che al Colongo tutti quei pesos facessero gola assai, sì che molto a ma¬ lincuore si decidesse ad inviare al Sogno, in Italia, la somma di 1)3.550,84 pesos (che dovevano anche essere i primi e anche gli ultimi) perchè li rimettesse agii eredi. E pare che ancora più a malincuore il soglio si decidesse a consegnarli agli Abano. Fatto sta che alla fine del l'JAì il Colongo rinunciava al mandato ricevuto dagli eredi Albano e l'anno successivo presentava il rendiconto della propria gestione, dal quale risultava essere in credito degli eredi di 176»,18 pesos! Una mazzata sulla testa avrebbe meno impressionato gli eredi dell'arricchito emigrante a leggere un tale rendiconto. Come e dove era dunque sfumata la cospicua fortuna, dal momento che essi non ne avevano ricevuta che una mininnssima parto? E compresero cosi come il denaro del loro facoltoso parente fosse finito nello tasche amplissime di un audace malversatore. 11 quale, alle insistenti e pressanti richieste di spiegazioni rivoltegli dagli eredi, oìsP£,n„d,t:va dt aver Inviato al Sogno 9J55J.84 pesos e che il rimanente era stato assorbito completamente nelle Rrat ,tò1!e^per a recupero dell'ereditai Dei 93.000 pesos gli eredi perù non avevano incassato che 25.000 e 16.000 lire italiane. 11 resto della somma inviata dai Lolongo al Sogno e cioè circa 8-i.oOo lire, era Unita nelle mani di quest'ultimo Così la fortuna afferrata per i capelli e tenuta stretta per quasi quattro anni sfuggiva miseramente come solitamente avviene in tali casi, per ultima e ben magra consolazione, gli eredi truffati denunciarono all'autorità giudiziaria il Colongo ed il Sogno e di questi giorni la lunga istruttoria condotta dal giudice Solitari! e gli accertamenti eseguiti dal P. M. barone Scalfaro sono terminati col rinvio a giudizio del solo Flavio Sogno. Nel confronti del Colongo l'azione penale non è procedibile giacchè il reato che egli avrebbe commesso avvenne all'estero e per prò cedere contro di lui sarebbe nécessa ria la sua presenza nel Hegno. 11 Co longy sta lenissimo, invece, al Cile. Il Sogno, in un lungo memoriaIt presentato a mezzo del proprio difensore avv. Libois, protestandosi innocente, spiega come ricevesse nel 1920 una lettera proveniente dal Colongo, nella quale questi lo pregava di ricercare gli eredi dell'Albano Michele, deceduto al Cile e che aveva lasciato, morendo, una grossa eredità. Il Sogno, messosi alacremente All'obera, riusciva a rintracciare gli eredi. Partecipò quindi «1 Colongo di averli ritrovati ed allora questi gli inviava i documenti trovati nella camera aoi morto tra cui una fotografia di quest'ultimo. Nella eftlgB gli eredi riconobbero senz'altro l'immagine di un loro cugino. Una procura speciale veniva redatta da un notaio sollecitato dagli eredi nella quale procura gii stessi lo incaricavano ed autorizzavano a realizzare l'eredità del defunto. — Ricevetti dal Colongo soltanto 100.000 lire — spiegò il Sogno. — Con esse diedi 4000 lire ciascuno ai quattro eredi e cioè 16.000 lire; venticinque, mila me le trattenni quale provvigione per il mio interessamento come era stato convenuto; 9700 lire furono pagate al legale che si occupò delia faccenda; 50.000 furono spese parte in riparazioni di una casa di proprietà degli Albano in via Aquila, parte in speculazioni fatte per conto degli Albano eredi e... finite male. Tirate le somme, della cospicua eredità di circa un milione agli Albano ben poco è toccato e niente potranno più ottenere in quanto che dalle indagini esperito dalle autorità cileno sarebbe emerso che il defunto Michele Albano era... un trovatello! Conseguentemente i suoi beni non liquidati dal poco scrupoloso procuratore Colongo, sono stali incamerali dal Governo cileno. Ed è assai problematico che gli Albano possano ottenere dai Sogno la restituzione delle 84.000 lire che egli afferma invece di aver consumate nell'interesse degli eredi. Così l'abbagliante vistone di ricchezza, dopo alternative varie di illusioni e delusioni, getterà prossimamente 1 suoi ultimi pallidi ritiessi nel grigiore di un'aula del nostro Tribunale.