Teatro e danza del Nord

Teatro e danza del Nord Teatro e danza del Nord BERLINO, luglio Bayreuth, sacrarlo della tradizione wagneriana, riapre 1 battenti quest'anno con solennità maggiore ancora del consueto: è il suo cinquantenario. I fedeli del culto wagneriano, memori del primo giubileo, accorrono con compunzione ad ascoltare le armonie dal Tristano levarsi dal « golfo mistico » dell'orchestra. Ben pochi tra gli uditori saranno quelli che possono ricordar" la storica « prima » dell' opera: sono passati sessantadue anni... Dei testimoni illustri di quell'avvenimento, uno sopravvive, l'ospite invisibile della casa di Wahnfried. il genio tutelare di Bayreuth; la novantenne Cosima Wagner dal viso adamantlno personaggio già quasi leggendario. Chi pensa a richiamarci alla realtà è il figlio, Sigfrido Wagner. Egli si lascia voiontlerl intervistare, per dolersi del pubblico contemporaneo che non apprezza le sue opere, per narrare le angustie finanziarie di Bayreuth e della famiglia Wagner, (Difficile parte, quella di figlio d'un genio!). Mentre somme dì denaro enonni sono procurate ai teatri di tutto il mon do dalle opere di Wagner (non di Sigfrido, ma di Riccardo), non è una indegnità che alla vedova di lui non ne venga un centesimo? Cosi domanda Sigfrido ; ed evidentemente con la miglior ragione del mondo. La guerra mise a dura prova Bayreuth : sospese le rituali « stagioni », struttosi nell' inferno dell'inflazione 11 fondo ohe la famiglia Wagner destinava alle rappresentazioni bavreuthiane. Anche il patrimonio della famiglia subì la dura sorte di quas tutti i patrimoni dalla borghesia te desca. Ma non pochi teatri devolvono ora a benefìcio di Cosima percentuali volontariamente prelevate sugli Incassi wagneriani. Quanto a Bayreuth. dopo la guerra vi sopperisce una apposita fondazione consorziale, che solleva la famiglia Wagner dalle cure finanziarie, lasciandole l'alta direzione artistica dell'impresa. Cosi questa continua, un po' cristallizzata nelle sue forme, antimodernlsta rispetto alle messe m scena wagneriane d'altri grandi teatri, ma fedele in ciò al suo compito proprio, che è per eccellenza conservatore e tradizionalista. Lo ha detto lapidariamente 11 borgomastro di Bayreuth: «La nostra milione non è di seguire le oscillazioni del gusto contemporaneo, ma di tener viva, secondo lo spirito del Maestro, l'opera nspradarivinMpoavCoavmungeunlecoriessuincobdo sìtosPa a a e l i i o e 1 a , l a e r , a l i a e , l , e i e , i el i u e i zi e n e n Al giubileo bayreuthiano. con curiosa coincidenza di tempo, fa riscontro, di lassù lassù, quasi al circolo polare, quello del più nordico fra tutti 1 teatri del mondo: di Reykjavik, la capitale della vulcanica e gelata Islanda. E' una delle più commoventi prove della vitalità profonda della istituzione < teatro » e dell'alto grado di cultura di quella popolazione, soltanto apparentemente segregata dal mondo e in realtà segregata piuttosto dalla nostra Ignoranza e pigrizia mentale. La « capitale > islandese contava — nel '97, quando 11 teatro vi fu aperto — non più di quattromila abitanti, raccolti nelle sue casette quasi interamente di legno, tra le quali, modestissime, le sedi degli uffici governativi dell'isola. Ma scuole superiori, di medicina, di teologia una ricca biblioteca non mancavano alla piccola capitale, dandole un livello di vita intellettuale infinitamente superiore alla entità numerica della sua popolazione da grosso villaggio. Da principio 11 i teatro » non ebbe nemmeno una casa per sè: le rappresentazioni si svolgevano in una semplice saletta dalle pareti di legno. Oggi ancora, dopo trent'anni di vita, il piccolo teatro d'Islanda manca d'una sede adatta, ma è allo studio un impianto definitivo. Esso avrà una particolarità tecnica singolarissima: il riscaldamento — questione capitale, alla latitudine della Groenlandia — sarà ottenuto giovandosi di sorgenti naturali d acqua calda. Ma il teatro di Heykjavik — cresciuta intanto sino a contare ventimila anime — ha un'altra originalità, che fa certamente di esso un unicum nulla storia del teatro. Degna creazione del popolo islandese, che vanta una millenaria democrazia, esso è retto come una piccola repubblica. Non vi è direttore nominato da capitalisti o da autorità amministrative : gli attori stessi si scelgono un direttore, e sinora questo sistema di autogoverno ha dato eccellenti risultati, 11 teatro di Reykjavik è artisticamente ad un'altezza che — dice chi c'è stato — nulla ha da invidia re a teatri fra 1 più reputati del conti nente. Stunnnrifadpqnilvzdlippactafentasmodtpcusti tArgSerdstltrssDcvo acoin ro le ro o gi A nrà a a » A Eccezionale estate per il teatro musi cale, questa, in Germania. I teatri d'opera, a Berlino e nelle altre maggiori città, sono chiusi come di solito, ma una magnifica ■ estate musicale ■ — come ufficialmente s'intitola — si svolge radiosa a Francoforte sul Meno, integrando genialmente la grande espo sizione internazionale delia musica. Sono quotidiani concerti che preseu tano scelti esemplari della musica del varil paesi, delle varie epoche, di musica sacra delle diverse religioni; e sono rappresentazioni d'opera, nella prima delle quali fu reso omaggio ad un grande musicista italiano scomparso, che molta parte della sua attività d'artista e di maestro spese in Germa nia: Ferruccio Uusoni, Il suo Dottor Faust, rappresentato postumo due an ni or sono a Dresda, ripreso quest'an no ad Amburgo ed altrove, annuncia to per la prossima stagione invernai? a Berlino, rinnova ogni volta la mede sima profonda impressione. Opera dit nelle, opera che non sarà mai popola re, ma nella quale i critici riconosco no concordi una delle più vaste orme segnate nello svolgimento del melo dramma moderno da Wagner in poi, e forse la più vasta senz'altro: straordi nariamente folta di pensiero, vero te stamento d'una tormentata vita d'ar Usta. In nome dell'arte, che annulla le di stanze fra grandi e piccini, che fa egualmente degno e divino nella sua luce il riso e il pianto, la profondi tu del pensiero e la lievità dello scherzo Francoforte accoglie — con un ecclet tlsmo pieno di filosofica saggezza accanto al dubbio, all'ansia, al tormen to di Faust e alla musica di Ferruccio Busoni... il gesticolare pieno di faina sia e d'umorismo delle musicalissihi marionette del * Teatro dei Piccoli » di Vittorio Podreccu, die tanno rivive re la vecchia opera buffa in un'atmosfera tinta d'irouia e di irrealità, incomparabilmente poetica. Avvezzo ai trionfi, Podrecca ne ha aggiunto a Francoforte uno ancora alla serie senza numero: il Teatro di marionette, che conta in Germania qualche realizzazione di granati finezza artistica, è qui apprezzalissimo. Alla moda estetica del circo , fondata dagli impressionisti francesi e che ha tutta una sua letteratura, corrisponde con qualche analogia una moda del teatro marionettistico. Gii inni di lode agii artisti lignei ma vivissimi del « Teatro dei Piccoli » sono pieni di accenni e spunti di tale estetismo un po' decadente. I piccoli versam ente piccoli, che assistendo a queste rappresentazioni vanno in so lucrerò... son meno dei grandi (ed è tutto dire) dimostrano coma nel brio ilalianissimo dei miracolosi pupazzi stia un segreto di vitalità d'una efficacia immediata che può anche fare a meno di quei filtri raffinatissimi degli intellettuali. 1pgndvtT

Persone citate: Cosima Wagner, Faust, Ferruccio Busoni, Ferruccio Uusoni, Podrecca, Sigfrido Wagner, Tristano