La morte di Matilde Serao

La morte di Matilde Serao La morte di Matilde Serao La malattia Spirata su di un libro Napoli, tì. "Otte Questa sera, verso le 23, in seguito ad un attacco di arterio-sclerosi, è morta Matilde Serao. La ferale notizia, che è lutto non soltanto per Napoli, ove la grande scrittrice svolse tutta la sua attività infaticabile di romanziera e di giornalista, si è rapidamente sparsa nella città suscitando in tutti il più sincero dolore, poiché Matilde Serao era amata da tutti a Napoli per la sua bontà ed attività. Una folla di giornalisti, artisti, amici ed ammiratori si è recata, malgrado l'ora tarda, in casa Serao. Qualche mese fa Matilde Serao, mentre si accingeva ad uscire dalla sua abitazione alla Riviera di Chiaia, per recarsi, come soleva fare quotidianamente, al Giorno, fu colpita da improvviso malore. Il polso rallentò i battiti ed immediatamente i familiari, che le erano accanto, ebbero la impressione di una improvvisa catastrofe. Per fortuna il medico curante, prof. Marocca, abitante nello stesso palazzo, potè accorrere subito presso di lei e con cure energiche di iniezioni di canfora riuscì a scongiurare una crisi. Nei giorni successivi furono continuamente chiamati a consulto i più illustri eli ilici napoletani ed anche un grande medico di Roma, i quali furono concordi nel diagnosticare una grave malattia cardiaca, difficile a curarsi per l'età dell'inferma, epperò prescrissero il più assoluto riposo, non nascondendo le loro preoccupazioni per l'esito della malatttia. Da quel giorno la morte della grande scrittrice era fatalmente segnata, Il medico curante, interrogato sul decorso della malattia, dichiarò che Matilde Serao non poteva guarire data la gravità del suo male e la difficoltà di curarla. Le pulsazioni del polso durante questo mese non avevano mai superato 30 al minuto. Tuttavia, Matilde Serao, anche in tali condizioni, trascorreva la sua giornata dietro la sua scrivania, nel suo ampio e luminoso studio in faccia al mare, e fino all'altro giorno trovò la forza e l'energia di scrivere un articolo. La morte l'ha colta questa sera. Erano le 22. Matilde Serao stava scorrendo un libro. Accanto a lei erano le sue due nipotine, Nanna e Vittoria Scarfoglio, figliuole del figlio Antonio, ed il collega comm. Infusini. Improvvisamente, ella si è sentita mancare il respiro. Ha fatto uno sforzo, poi ha reclinato il capo sulla scrivania. Era morta. Giungevano in quel momento tragico il figliuolo Carlo con la moglie, signora Virginia, la quale praticò inutilmente una iniezione di canfora. Il prof. Boeri ed il prof. Marocca, subito chiamati, non hanno potuto che constatare la morte. Questa notte intorno alla salma vegliano i figliuoli e un numeroso stuolo di giornalisti e di amici. I funerali avranno luogo domani alle ore 17. Il Mattino annunzia la morte di Matilde Serao con il seguente trafiletto : « Matilde Serao si è dolcemente spenta ieri sera nella sua Napoli, la città di cui aveva sposato le letiz'e e i dolori. Con lei passa lo spirito di una Napoli che già più non esisteva : quella che nella seconda metà dell' '800 raccolse e capeggiò il movimento artistico e letterario italiano. Visse la vita di sei giornali, scrisse trenta libri. Oggi va al suo riposo, grande figura di donna, di scrittrice, di giornalista e di madre. Il Mattino, che l'ha avuta fondatrice, l'annovera fra le sue glorie ». Vn grave lutto colpisce l'arte italiana. E non è bisogno di aggiungere parole a questa semplice, desolata notizia, — E' morta Matilde Serao, — perchè il pubblico possa misurare da sè, con la sua spontanea impressione, quanto dolorosa sia la perdita: che non è certo lettore italiano cui questa scrittrice non sia stata simpatica, familiare, cara: che non abbia sentito la suggestione, subito il fascino della sua prosa facile, abbondevole, focosa; che non abbia tratto dalle sue pagine un diletto e una commozione non eflmeri, non obliabili. Oggi, anche noi, compresi d'una a a a a profonda, accorata tristezza, non vogliamo dire parole, anche se l'elogio funebre sonerebbe della più convinta e vibrante sincerità, significherebbe il sentilo compianto. Diremo domani dell'artista, della scrittrice, della narratrice eccellente, della giornalista, quant'allre mai vivace e attraente. Alla famiglia dell'Estinta, ai figli Paolo, Carlo, Antonio e Michele Scarfoglio, e ai colleghi del Giorno, che sanno con quale fraterno animo noi ci sentiamo uniti a loro nel cordoglio di quest'ora, giunga l'espressione della nostra fervida, fraterna condoglianza. La sua operosa vita Matilde Serao era nata a Patrasso, in provincia di Elide e Acaja, nel 1856, da Francesco Serao, esule, e da madre greca, Paolina Borrely, appartenente alla antica famiglia degli Scanavy. A Patrasso essa rimase soltanto sino all'età di tre anni, perchè la vita povera, randagia e febbrile di suo padre, costretto a cambiare troppo spesso di consuetudini, di personalità e di residenza, non le consenti di protrarre ulteriormente il suo saggiorno tra le mollezze ed i fascini esotici. Nel 1859. Matilde Serao venne in Italia a Napoli, che diventò poi la sua patria di adozione. Esordi come scrittrice dopo qualche felice tentativo, rimasto oscuro, nel pieno rigoglio di tutte le sue facoltà percettive e creative. A 22 anni le prime sue novelle, 1 primi suoi pastelli, le prime sue varietà, apparvero sul Piccolo e sul Corriere del Mattino, due vecchi giornali napoletani. Nel Piccolo si rese nota con la Arma dt « Tuffolìna » ; nel Corriere del Mattino, quasi contemporaneamente pubblicò una serie di scritti di argomenti facili e di facile esposizione: brevi novelle sentimen tali, qualche commento estemporaneo agli avvenimenti del tempo, alcuni bozzetti, pervasi da una dolce piacevolezza. Nel '78 esce il primo suo volumetto: Ovale, una novella poetica, su cui la critica si sofferma benevolmente e che costituisce il primo passo verso la ce lebrità. Trent'anni dopo la sua pubblicazione, quando già la Serao era nota a tutto il mondo letterario. Gemma Ferruggia riusciva a trovare un esemplari: ingiallito di questo volu metto e da esso prese le mosse per una serie di conferenze critiche te nute a Venezia e a Milano. Matilde Serao, che seppe più tarili del tiro birbone dell'amica e delHammiratri ce, rise di gusto ed un poco se ne adontò, ma infine, dovette convenire che opale, piccolo libro di venti paginette, era per il suo cuore di mamma una delle più affettuose creature Dal vero. Raccolta minima, e Cuore Infermo escono tra il 1879 ed il 1881. Sia nella novella che nei roman zo la sua sensibilità si affina, l'esposizione si fa più vigorosa e stringata. Le figure del suo spirito levano alto gli occhi e fissano i miracoli della vita. Nel 1882, pur continuando col Sacrificio la sua collaborazione alla Suova Antologia. Matilde Serao, sen te il fascino profondo della vita giornalistica ed eccola a Roma al Capitan Fracassa a scrivere quotidianamente articoli di Ogni genere, facendo la cronista e la redattrice, la romanzie ra e l'umorista, la critica letteraria e la cronaca mondana, sempre, sino al 1885, sotto un nome di battaglia e di fede, sotto un piccolo nome andaluso e fiorito « Chiquita ». Nel 1885, Matilde Serao si unisce in matrimonio con Edoardo Scarfoglio il principe del polemisti, ed inizia là pubblicazione di quel Corriere di Ro ma che nel 1887 emigra a Napoli e si fonde col vecchio Corriere del Mattino divenuto poi Corriere di Napoli. Sono del periodo romano la novella Cristina, e la via di Damasco, com presa con altre nel All'erta sentinella Nel 1892 fonda con il marito il Mattino, il grande quotidiano del Mezzo giorno, che diviene la palestra del pensiero napoletano, da cui Edoardo Scarfoglio scaglia i fulmini polemici della sua prosa coraggiosa, personalissima, temprata alla fiamma di tutte le passioni. Dopo La conquista dì Roma, 11 romanzo denso di vitalità e di amore di Francesco Sangiorgio, li solitario dai la natura indomita e feroce, ecco Fan tasia, ove l'esuberanza di Lucia Alti mare trova le espressioni più sìngo lari e più orgogliose. Edoardo Scarfoglio, all'apparire delle prime prose di Matilde Serao aveva scritto pagine di critica aggressiva feroce, non risparmiando nessun ap prezzamento nei riguardi della esor cliente che sarebbe diventata poi sua moglie ; ci si può figurare che cosa uscisse dalla penna di Tartarìn appe na Fantasia apparve alla ribalta del mondo delle nuove lettere. Dopo Addio amore. Castigo, Vita ed avventure di Riccardo loanna, giun giamo al Paese di Cuccagna, un ro manzo di ambiente e di folklore, d passione e di smarrimento che costitu un grande successo letterario in tutto o n à a il mondo, n volume, tradotto in tutta le lingue, ha avuto e continua ad avere la migliore delle fortune. La stessa Matilde Serao ha confessato che tra le sue opere è quella che essa amò di più intenso amore. Nel 1898 esce 11 Paese di Gesù, racconto di un viaggio in Palestina compiuto quattro anni prima. Poi per circa tre anni Matilde Serao tace, medita e si raccoglie in un silenzio pensoso. Tra il 1900 ed 11 1910. la fertilità della scrittrice si risveglia. In un prodigioso ritorno d1 energia, Matide Serao compone in media un romanzo ogni due anni, l.a ballerina. Suor Giovanna della croce. Storia di due Anime. Dopo il perdono. Evviva la fila! sono i libri di questo periodo, frammezzati da una serie di articoli enialissiml, di una sorprendente vivezza. (Ci riferiamo in particolare a. quelli compost' per l'eruzione del Vesuvio del 190C. che apparsi sul Giorno furono poi più tardi raccolti in volume sotto il titolo di Sterminator Ve sevo). Nello stesso 1996 esce 11 Ventri di Napoli, un volume d' fede e di entusiasmo In ditesa della sua patria di adozione, in cui Matilde Serao prospetta al lettore le vere coridizioni del popolo napoletano, calunniato, agglomerato in abitazioni antigieniche relegato in budelli ciechi, n una promiscuità ipaventosa ed urtante, povero perchè incapace di alzare la voce e di reclamare, ladro per necessità, suonatore per tradizione, generoso per sentimento. Il volume è suddiviso in tre parvi distinte, che si riferiscono a tre epoche diverse. Seguono altri quattro anni di riposo meditabondo, appena interrotto da qualche articolo. « Piangevo — dichiarò poi la scrittrice — piangevo disperatamente, perche mi sentivo incapace di lavorare con assiduità e tenacia intorno ad una stessa opera. Piangevo perchè quando una romanziera sente II peso del manoscritto iniziato e non ha la forza di condurlo a compimento, è segno cna essa è alla fine del suo spirito creatore e del suo entusiasmo ». Dopo di che, eccoci nel 1914 al romanzo Ella non rispose scritto in brevissimo tempo a Roma ed a Napoli, e, su invito di Renato Simoni, apparso per la prima volta a puntate sulla Lettura di quell'anno. Riunendolo in volume poco dopo e dandolo al Treves, Matilde Serao scriveva dall'Alta Engadina rivolgendosi al lettore: « Nei sette lustri dacché io scrivo, ogni volta che un lungo romanzo od un breve romanzo, che un racconto od una novella sia stata licenziata da ma per le stampe ed il volume partendo abbia compiuto, il suo grande viaggio intorno al mondo vi è stato per ognuno di questi libri un maggiore od un minore successo di critica o di pubblico, od anche nessun successo, secondo che io abbia potuto rendere vivo ed efficace il mio sogno o non sia riuscita a farne una realtà. Ma sempre, dopo un mese, dopo sei mesi, dopo un anno, 10 ho finito per ricevere un biglietto, per ricevere una lettera da un qualsiasi paese d'Italia, da un qualsiasi paese dell'estero disperso od oscuro, una cittadina di provincia o da una metropoli tumultuosa, lettera firmata con un pseudonimo, o con un solo nome di battesimo, o con un cognome ignoto. « A questa lettera, da Casale Monferato o da Bucarest, da Diamante in Calabria o da Cincinnati in America, diceva sempre: — Signora, quanto ho pianto di gioia o di dolore leggendo 11 vostro libro 1 ». Nel 1914-15 esce Infine Parla una donna (diario femminile di guerra) che con La vita è cosi lunga! e con il romanzo pacifista Mors tua sono la ultime opere di Matilde Serao. Là scrittrice sino dal 1912 aveva iniziato -un altro romanzo, più volte interrotto e più volte ripreso: L'ebbrezza, il servaggio e la morte, romanzo che noni è stato terminato. Matilde Serao, nei quattro anni di guerra, era ridiventata una semplice donna una semplice anima femminile, una lavoratrice assidua all'uncinetto. Faceva calze per i suoi figliuoli e per quelli degli altri, scriveva lettere per la sua portinaia e per l'ultimo fattorino della sua redazione, offriva ai combattenti la sua mirabile energia, rinunzia va alle quattro consuete-, ore serali di ricreazione e di riposo per scrivere ai combattenti e corrispondeva con una cosciente amicizia con Re in esilio e con regine detronizzate, con principesse e principi del sangue. Anche l'imperatrice Eugenia era in costante corrispondenza con lei. Anche Margherita di Savoia, alla quale la Serao dedicò molti articoli di devozione, le fu costantemente amica. Nel 1899, iniziando una serie dì articoli critici sul « Figaro », intitolò il primo Ma Reìne. Matilde Serao amava i viaggi: ella nel corso della sua vita, si è recata undici volte a Parigi, a ritrovarvi Margueritte e Paul Bourget, a contrattare traduzioni, a rivedere quel grande Boulevard des Italiens costellato di luci che essa predilesse. Visitò l'Egitto, la Palestina, Costantinopoli, la Germania, l'Austria Ungheria, e da questi suol viaggi ricavò brevi appunti di taccuino, spunti ai dialogo, dispute di Italianità, nuove amicizie, nuove relazioni, nuove promesse.