L'ingente dissesto della federazione Agraria Casalese

L'ingente dissesto della federazione Agraria Casalese L'ingente dissesto della federazione Agraria Casalese Casale, 23, notte. Nel mese scorso, apparendo Insostenibile la propria posizione, gravata da ingenti passiviltà, la Federazione Agraria Casalese presentava ricorso al Tribunale per ottenere rll essere ammessa alia procedura del concordato preventivo. Con decreto 25 giugno il Tribunale nominava a commissario giudiziale dell'azienda l'avv. Catterino Giorcelli e disponeva la convocazione dei creditori per l'accettazione o meno del concordato. Nel ricorso, gli amministratori dell'azienda dissestata dicevano di voler proporre ai propri creditori cliirografari « le migliori condizioni che risulteranno possibili dall'esame dell'attivo e del passivo, e certamente saranno superiori al limite minimo del 40 % del capitale, colla garanzia personale degli amministratori: avv. Giovanni Brusasca, consigliere delegato; conte Federico Ranieri di Vignale, vice-presidente; Gianfranco Callori, don Giuseppe Caroglio, don Ernesto lìertana *. I creditori riuniti In teatro L'adunanza dei creditori si è svolta oggi ed è riuscita affollatissima. Oltre 700 creditori convennero da ogni parte del Monferrato, tanto che la riunione — iniziata stamane nell'aula maggiore del Tribunale — dovette essere proseguita oggi nel teatro Municipale. Inusitate misure d'ordine erano state prese dall'autorità: drappelli di agenti e carabinieri, agli ordini del commissario di P. S. cav. D'Avanzo e dei tenenti Aulico e Dragone, vennero disposti nelle adiacenze del Tribunale e del teatro, e valsero ad evitare inconvenienti spiacevoli, dati gli Umori dei convenuti. Espletate le formalità per la verifica delle deleghe, il giudice delegato, cav. Bronzato, ha dato la parola al commissario giudiziale, avvocato Giorcelli, che, tra l'attenzione vivissima dei presenti, ha intrapreso la lettura della sua relazione. Le origini e le vicende della Federazione Agraria Casalese sono minutamente tratteggiate dalla relazione. La F. A. C. trae la sua origine dalla Federazione cattolica casalese, fondata circa 25 anni fa, e trasformata poi in Anonima Cooperativa nel IMI. Successivamente, nel 1922, venne trasformata in Anonima, col capitale di tre milioni di lire, collo scopo di esercire il commercio delle materie prime agricole, e cioè sementi, concimi, attrezzi, ecc., e facilitare il credito agricolo ai soci col ricevere depositi ed" anticipi di som¬me da Banche e da terzi entro 1 limitidel bisogni dell'azienda e del movimento economico. L'Amministrazione era composta dsette membri, ed al 31 luglio 1920 risultava cosi composta: presidente, Caroglio don Giuseppe; vice-presidenteCallori conte Panieri; amministratore delegato, Brusasca avv. Giovanni; amministratoli: Renana don Ernestoconte Callori Gianfranco, Capra don Eugenio, Caselli comm. Crescentinosindaci: Baracco on. avv. LeopoldoBassignana don Alessandro, Lavagno Giuseppe, Sisto Tommaso. Speculazioni non riuscito • Già fin d'allora — continua la relazione — e cioè dal novembre 1922quando si trattò di trasformare la Società da Cooperativa in Anonima, ssegnalava la deficienza del capitale per gli scopi sociali. Contemporaneamente si combinò colla Società A. VI. S. di Vercelli un grande affare per la fabbricazione e la fornitura del solfato di rame, di marca esclusiva della Federazione, contratto con cui questa forniva all'A. V. I. S. la materia prima, e cioè 11 rame che essa acquistava in America, più un tanto per quintale per la lavorazione. Ma questo contratto, per lo sbalzo del prezzi, specialmente nella valutazione dei cambiapparve dannoso e produceva fortperdite, che compromettevano i bilanci annuali, per cui sul finire del 1925 lo si dovette risolvere. Altri contrattriusciti molto pregiudicevoli per la F. A. C. vennero conclusi colla « Concimi » di Firenze, e coll'Agenzia Generale Bodhemeir di Milano (Casa madre in Parigi) di 4000 tonnellate dzucchero, contratto, a quanto parefatto a mezzo della-Società « Pro Monferrato », amministrata questa dallstesse persone della Federazione. Probabilmente si lavorava in perdita, noostante che dal bilanci annuali cinon apparisca. « Il denaro in parte veniva allF. A. C. dai depositi in massima partfatti da un ceto di persone che avevanin essa illimitata fiducia, perchnata sotto gli auspici del Partito popolare italiano e con prelievi ingentalla Banca di Credito Provinciale, dcui era presidente il consigliere delegato della Federazione. In parte anche lo si ebbe con assunzioni in pro mi o fatte dagli amministratori presso Casse rurali, mediante cambiali, per circa un milione. Questo sistema ili amministrare un Ente commerciale e bancario era mancante dì buoni criteri amministrativi e privo di quella avvedutezza e prudenza che l'importanza delle operazioni richiedva, e che per i gravi errori commessi doveva produrre dannose conseguenze. Sistema amministrativo improntato solo forse al criterio di non perdere la fiducia dei clienti e del depositanti, sollecitati sempre a far depositi in numerario o titoli, e di protrarre l'esercizio compromesso dell'azienda, sperando in affari migliori che dessero modo di riparare alle perdite ». L'attivo! 3.300.000 Dopo l'esposizione di quésti dati, il Commissario passa ad esaminare lo stato delle attività e delle passività denunciate dall'Amministrazione dell'azienda. Dalla attenta disamina della contabilità presso la sede centrale e presso le filiali di Alessandria. Asti, Acqui, Novi, Nizza Monferrato, Moncalvo. l'avv. Giorcelli crede di poter fissare iu lire 3,701,700 il totale delle àttività. Ma questa cifra va ancora ridotta. 1 crediti verso clienti e corrlspon denti erano stati indicati dagli animi nedceuriquapcorqsgclingtalatatrlelaoactemcPlanii:lnn,nMl ; 1! * ,>rtn rt- r\ 1 '<fi nnlLl'n" ì'wSWP™,' ,0SSfirv;a p11 commissario giudizia e detraendo sima per forniture ad agricoltori. E' difficile prevedere quanto si potrà realizzare, tenuto conto dalla molteplicità dei debitori e delle difficili condizioni attuali dell'industria agricola. Sembra non eccessiva la svalutazione del 30 % circa, riducendo cosi il prò babile ricavo a 1,510,000 lire. Nello stato attivo la P.A.C, aveva elencato anche la somma di lire 11.841.230 sotto il titolo a Effetti aitivi in circolazione ». E' una voce questa che non può avere alcun interesse per 1 creditori: trattasi di 20 effetti emessi dagli amministratori della F.A C. a favore della « Società Pro Monferrato » e da questa girati alla. F.A.C, che a sua volta li girò al Credito Agricolo Provinciale ed alla Banca d'Italia. Ma la « Pro Monferrato », che è una società anonima con un capitale di 150 mila lire non è certo in grado di far fronte a tale ingente passività, il cui realizzo è dato soltanto dalla potenzialità ecoromica degli amministratori. In via '< ni JarSa approssimazione l'attivo può i e n ò a e o è i i - essere calcolato in 3.300.009 ]ire. 23 milioni di disavanzo Contro questa cifra sta un passivo che supera i 28 milioni: il totale di 26.476.188 lire denunciato nel bilancio presentato dagli amministratori può essere ritenuto approssimativamente esatto. Il commissario giudiziale, sulla scorta dei rilievi compiuti, lo fìssa esattamente in L. 26.664.288. La situazione risultante da questi dati è in pieno e stridente contrasto colle risultanze del bilancio chiuso al 31 luglio 1926 e in base al quale fu distribuito agli azionisti un dividendo del 7 per centoPochi mesi dopo si verificava 11 clamoroso sbilancio cui va aggiunta altresì la perdita del capitale e della riserva. « Poiché non pare possibile nè è giustificata la grave perdita in si pochi mesi — argomenta il commissario — è logica conseguenza ritenere che le deflcenze risalgano a molti anni anteriori e che siansi dissimulate con. impostazioni fittizie, fra cui le cambiali della Pro Monferrato, disavanzo che andò sempre più aumentando. La relazione passa quindi ad esami nare la proposta di concordato ed 11 commissario consiglia l'accettazione dell'offerta del 40 per cento, pur osservando che nello stato attuale non vi è alcuna possibilità di conseguirla Accolto da mormorii ostili ha poi parlato l'amministratore delegato dell'azienda dissestata, on. avv. Brusasca che ha formulato ed Illustrato la prò posta di concordato: pagamento del 100 per 100 al creditori privilegiati e pagamento del .50 per cento a quelli chirografarl, in 4 rata, la prima delle quali pagabile due mesi dopo Tomolo gazione del concordato. Concludendo l'avv. Brusasca ha detto di riservarsi di presentare In tempo utile le garan zie volute dalla legge ppr l'effettuazlo ne del concordato. Il commissario giù dlziale ha dichiarato a sua volta che e saminerà tali garanzie, riferendone ni Tribunale, al quale spetta unicamente 11 giudizio definitivo in causa. Si sono iniziate quindi le laboriose operazioni di votazione per 11 concordato propo sto, operazioni che continueranno ancora nel prossimi giorni. Non è dato pertanto prevedere se la proposta sarà o meno accolta. L'assemblea affollatissima e tumultuosa fino all'ultimo, è stata sciolta ad ora tardissima. aagptMsrcstsdsnpptp