La Geografia chiave della Storia

La Geografia chiave della Storia La Geografia chiave della Storia Della Gran Bretagna^ e d'altre terre in sua signoria a a o o a o o a a i , a o a e , a e e d , e i aLa geograna è un'interpretazione co me un'altra delle cose umane. Assai più che a descrivere la terra, es6a è predisposta alla conoscenza della storia dell'uomo: sotto un certo punto di vista, s'intende, talvolta un po' chimerico, spesso parziale, ma sempre armonioso, logico, consequente. Gli uomini, dice la geografia pittoresca e scientifica, 6ono fatti così e cosi In quella o in questa regione, perchè il rilievo del mondo, l'atmosfera, I valichi alpini, la vicinanza del mare, la costituzione geologica od i capricci del vento cosi hanno voluto; la creatura è tosto ambientata, e si direbbe che la creazione abbia lavorato per secoli e secoli solo per arrivare alla bella conclusione di offrire, putacaso, la supremazia marinara e commerciale d'Europa all'Inghilterra, il gusto dei piccoli mestieri "arte, preziosi e arguti, ai cinesi, l'occhio vivido e la calda parlata ai popoli mediterranei. Ma tutto 6i risponde nella visione geografica; non vi sono, si può dire, città situate a caso, non vi sono monti, fiumi, praterie o scogliere senza uno scopo ed un senso ben chiari e precisi; non vi sono crocicchi emigratori obliati dall'istinto delle tribù in marcia. La geografia ha dunque questo di buono, che spiega molti fatti, e determina le condizioni di vita, 1 costumi, le tendenze, la fantasia, I caratteri delle razze, delle famiglie, e, staremo per dire, degli Individui. Tutto ciò è incantevole, e di un profondo e vasto interesse. Tutto ciò è soprattutto divertente. Dal fisico al murile In Francia, l'editore Colin ha iniziato otto 1 nomi di Vidal De La Blache Gallois, la pubblicazione di una Géographie Universelle, opera suntuosa, in molti volumi. Nel primo, dedicato alle Iles Brltanni/jues (autore il prof. Demangeon) leggiamo che il compito degli inglesi nella storia universale • propone alla geografia l'appassionante problema di un destino, a lungo "confinato in un angolo fuori mano d'Europa, ora ampliatosi fino al limiti della Terra •. Ed ecco una bella descrizione fisico-morale: • Nell'Interno delle isole (britanniche), anche le più piccole, 11 mare si nsinua profondamente per baie rfu estuari; il dominio della terra si riduce a penisolette e promontori; la stretta del flutti pare sospingere ovunque gli uomini alla vita marinara. In realtà, essa li isola. E' nell'isolamento che incomincia la storia della Gran Bretagna; il mare si dimostra da principio ostile». «Nella sua qualità di Isola - dice Vidal Le La Blache — la Gran Bretagna ha risentito dopo le Nazioni, continentali il contraccolpo degli avvenimenti che si succedevano in Europa; più tardi e diversamente della Gallia, 'influenza romana e il cristianesimo; più- tardi e più gradatamente delle regioni renane, le invasioni germaniche. Essa è divenuta una Potenza commerciale più tardi degli Anseatici ed un centro industriale dopo le Fiandre ». Gli Inglesi vissero a lungo come contadini e pastori prima di divenire marinai. E, anche dopo aver rotto l'accerchiamento del flutti, essi ostinatamente conservano l'andamento Istintivo della mentalità Insulare; attaccamento alle vecchie Istituzioni, esitazione ad imitare gli altri, gusto dell'isolamento tra gli stranieri. Orizzonti veccchi e nuovi Detto questo si può seguire lo sviluppo della, curiosa e possente civiltà britannica, l'orientamento dell'arcipelago Inglese, cosi: « Posto Innanzi all'Europa, In mezzo alle onde, a una più alta latitudine della penisola iberica, esso (l'arcipelago) si trova in pieno dominio dei venti di Sud-Ovest, sul cammino dei velieri che vengono dall'America, in paraggi ove i porti non gelano durante i moderati inverni. Cosi l'esperienza del gran commercio, appresa nel mare del Nord alla scuola degli Anseatici, trovò nei mondi nuovi dell'Occidente un campo meraviglioso d'azione; tutti gli spiriti avventurosi che fermentavano in Inghilterra si volsero verso quegli orizzonti ove brillava la fortuna. Commercianti e marinai andarono a sfruttare le « Isole >, le « Indie », e ovunque in' America, in Africa e in Asia sorsero stabilimenti inglesi sulle coste, alle porte del paesi nuovi. Le mercanzie esotiche giunsero nei depositi di Londra, di Bristol, di Liverpool e di Glascow: ben presto il commercio universale divenne il motore vitale di tutta l'economia britannica. I capitali, scaturiti dalle piantagioni, dalla tratta dei negri e dall'armamento marittimo, fornivano i mezzi per impiantare le officine della rivoluzione industriale. Per vendere la gran quantità degli « articoli » fabbricati in queste officine, si dovettero conquistare nuovi sbocchi oltre mare : per alimentare queste officine fu necessario procurarsi nuove sorgenti di materie prime; per nutrire gli-operai, le campagne britanniche abbandonata dalla mano d'opera non furono sufficienti : si dovettero acquistare i viveri al di fuori. Tutta l'economia del paese, viveri dei lavoratori, materiali da lavoro, prodotti del lavoro, tutto divenne funzione del commercio con l'estero. Un passo dopo l'altro, l'esistenza del paese si legò indissolubilmente a relazioni universali ». Cose non rare e difficili, anzi piane ed esposte con suadente chiarezza, con quella perfezione che non lascia nel l'ombra alcun particolare. Come ci ap pare subito evidente che la geografia è la chiave dei rapporti umani, della vita dei popoli; come crediamo volentieri che la storia si evolga con tanta semplicità di azioni e reazioni, e come il nostro spirito aderisce volentieri alla riposante saggezza di queste ricostru zionl che hanno un po' tutti I pregi son realistiche e lasciano immaginare bellissimi 6corcl' di paese e di genti, sono colorite e confortate di scienza e statistica, sono piacevoli e severe. Poi. si sa. la faccia del mondo si altera, i panorami si spostano; nascono nuovi orizzonti geografici e 6'affacciano nuovi problemi sociali, commerciali, politici. Le civiltà si polarizzano in bacini oceanici, che qualche anno fa non erano neppure sospettati (cent'anni nella vita della terra sono un cosi lieve respiro!) ed anche questo è assai romanzesco, e abbastanza concreto per soddisfare ogni nostra aspirazione di curiosi. L'egemonia dell'Europa decli na. dice il Demangeon. Le Imprese del popoli d'America e d'Asia sorgono In ogni luogo. '. focolai della grande in dustria si moltiplicano in Giappone, in India, negli Stati Uniti, 1 grandi mercati sfuggono al controllo europeo ed i banchieri di Londra hanno per rivali potènti, temibili, minacciosi, 1 banchieri di New York. Ciò vuol semplloemen te dire che l'orizzonte umano si è esteso. Or è qualche 6ecolo l'umanità era mediterranea. Con la conquista del1 l'Atlantico il centro di gravità del mondo tenta le strade dell'Occideate: zona dpsè emtasdOtrvprtulatccmvrmsdclgtprclnanimibpttedgdefccmNg1oNFcdaaiOzcvameststdsvmcCacpclmpmcclsdclnEndmetcdcecEespstgftcsmlmg7 attrazione pel trasporti marittimi, per la produzione, il consumo, il riparmio diventano gli Stati Uniti. Ora è la volta del Pacifico. Questo oceano era lontano, irragiunglblle. assurdo come gli antipodi, oltre ogni nostro conatto, chimerico, favoloso; ebbene; «le ue due sponde, che da un secolo guardavano l'una a Occidente e l'altra a Oriente, si rivolgono l'una verso l'alra e divengono le facciate di un "nuovo Mediterraneo. Ed ecco che l'Arcipelago britannico ed 1 paesi dell'Europa occidentale si trovano in un canuccio rispetto a queste nuove costelazioni ». •-. ' L'impronta glaciale La geografia vi dà il gusto del paricolare preciso, ben rilevato, ' della concretezza scabra e ricca, vi Insegna come e per quante ragioni noi amiamo la terra, questo globo che pare a volte disorientato ed è cosi, denso' di risorse insospettate, cosi aspro all'uomo e pur cosi amabile nei giorni di sole e nelle belle teorie di scientifiche deduzione ed esperienze e ipotesi' dna ci conducono dalle vaghe e crepuscoari origini ai giorni nostri. La :geo^ grafia ci insapora poi anche là meditazione di cenere e tosco: la' vanita paurosa dell'io oscilla sull'asse polare, rasenta l'infinito e si ritrova placata e serena tra le praterie e 'le colline erbose ed i poggi del nostri pà> noraml famigliari, quelli che paiono aver definitivamente superato le lontane età di tutti i cataclismi. Nulla è forse più emozionante di una immagine, come questa: «L'impronta dell'azione glaciale s'è ncisa energicamente sul paesaggio britannico. Essa ha foggiato queste superflci di roccia, groppose e increspate, sprovviste di materiali mobili, tutte trivellate di piccoli laghi, tristi e desolate, che si estendono suHa più gran parte del Sutherland, del Ross e delle Ebridi in Scozia, del Donegàl e del Mayo In Irlanda. In questa uniforme monotonia massi erratici • giacciono qua e là, dimenticati dal ghiacciaio ». E le razze erranti sul mari e sui fiumi ci affascineranno menoT Ecco: ' Marinai e commercianti audaci, 1 Normanni avevano spinto 1 loro viaggi assai lung verso U Nord, l'Est e 1 Ovest; avevano raggiunto il Baltico orientale nell'850,. oltreppassato 11 capo Nord alla stessa epoca, occupate le Fur-Oer nejl'861, l'Islanda nell'865, toccata la Groenlandia nel 985 e senza dubbio scoperte le coste del Labrador al principio del secolo undicesimo..', attraverso il Baltico, 1 fiumi russi ed il Mar Nero spedivano l'ambra In Oriente, e ne ricevevano derrate preziose ». E se poi volessimo trovare qualche cenno a certe vicende politiche che a volte paiono misteriose e lnsptegabilt, a volte ammantate di molti perchè;'di molta rettorica e di incerta dottrina ecco un altro passo: « Tra le cause che da secoli pesano sul destino dell'Irlanda, si deve contare, come una delle più potenti, la sua posizione rispetto alla Gran Bretagna. L'Irlanda, la più piccola delle due isole sorelle, non ha altra terra In sua vicinanza; verso l'Ovest essa non vede innanzi a sè che la solitudine del maru verso l'Est è la Gran Bretagna cne domina le sue relazioni con 11 Continente europeo. L'Irlanda sembra all'ombra della sua vicina; e, d'altro canto, questa vicina la sente troppo prossima a sè per disinteressarsene'». Le cifre rivelatrici Vita economica, vita sociale, storia, cultura politica, ed 1 destini segreti e e belle ascensioni della civiltà, è le miserie, i dolori, le sconfitte del popoli, tutto, come vedete, è geograficamente determinato, tutto dipende e si collega a leggi geologiche, a capricci còsmici. La geografia diviene cosi l'inesauribile tesoro di tutte le conoscenze ed esperienze umane, comprènde le cifre della statistica come le canzoni liete o tristi, fantomatiche o luminose, sbocciate su di una landa nordica, o tra 1 colli politi di Toscana. E soprattutto la geografia ci rinfresca nella mente problemi e prospettive, ci distende sotto gli occhi la faccia dei mondo, ci fa attuali col tempi nostri, ed agili e pronti a cogliere le più lon- ' tane rispondenze, 1 rapporti e le necessità degli sviluppi storici: ci fa, diciamo, toccare le cose, le infinite cose che popolano la realtà della terra, e che sono alla radice di ogni feconda contemplazione e di ogni opera virile. E se il filosofo insinua che le cose non esistono, che sono un gioco, un'Illusione, un sogno dello spirito, ebbene, per una volta, benedetta l'illusione cita si converte In frumento, carbone, petrolio, in vascelli e porti di mare a genti diverse, che rende allegro e frizzante il nostro pensiero ed attraenti 1 testi scientifici. Movimento a colore: signori, sedentari, si viaggia, e si scoprono le valli amene del turismo mondano, fumanti polipai industriali, le strane isole brulicanti di ignote germinazioni. Vogliamo definire la geografia un» gaia scienza 7 ' " Per capirne poi tutta l'utilità basta aprire il volume citato. Opera di alto stile, corredata di carte, figure varia e magnifiche fotografie. Quest'ultime, scelte con rara sapienza evocatrice,' Vi procurano la diretta sensazione di quelle terre, ve ne fanno respirare la atmosfera. Ciò Invoglia alila lettura, ne acuisce il profitto, diffonde un cotàl pittoresco anche sulle cifre. Le quali sono tutt'altro che aride, come suol dirsi delle cifre in genere, ma anzi aggiungono la risorsa di precise ed emozionanti rivelazioni al vari quadri della vita urbana, industriale, marittima, agricola. - ' Il sapere che nelle isole britanniche ' si estrae il 23 per cento del cartai») del mondo intiero, e che dai poesedV menti inglesi innestati sul piccolo arcipelago della madre patria e dispersi per tutta la terra si ricava 11 Tt par cento dell'oro, il 42 per cento dallo stagno, U 28 per cento del grand ed ti 77 per cento della lana universali, non vi lasci era certo indifferenti. Ed un periodo come questo: ,• ' • • Tutto l'emisfero orientale, 1 paeat d'Asia e d'Australesia, gravitano nel cerchio di affari di Londra. L'India,, l'Africa australe, l'Estremo OrieataJ Singapore, Hongkong, ShangaL -l'Australia, la Nuova Zelanda: ecco, 1 territori preferiti dall'attività di Londra, quelli oh"essa coltiva e serve con la sue grandi compagnie di navigazione-: Britlsh India Steam Navigatum CoH fondata nel 1845; Peninsular and Orientai, fondata nel 1839; Orient Pacifia Line; Union Castle Une ». Un periodo coma questo vi suggerirà forse più immagini, e visioni e accesa" volontà di domin'o umano che non' molte Uriche eroiche, o quasi F, BERNAROeLU.

Persone citate: Gallia, Gallois, Iles, Mayo, Sutherland, Vidal, Vidal De