Gli estremi onori della " Grande Romania,, alla salma del suo re vittorioso

Gli estremi onori della " Grande Romania,, alla salma del suo re vittorioso Gli estremi onori della " Grande Romania,, alla salma del suo re vittorioso Il feretro su un affusto di cannone tirato da sei cavalli - Lo sfolgorante corteo da Cotroceni alla tomba di Curtea di Arges - Campane a morto e salve di artiglieria in tutto il paese. (Dal nostro inviato) o o a a e o o o Bucarest, 34, notte. E' sempre commovente lo spettacolo di un popolo che si accomiati dal suo re, da colui che ha per anni personificato gli interessi, gli ideali e le responsabilità nazionali; ma pochi re sono scesi nella tomba in circostanze analoghe a queste, e non è priva di significato la frase contenuta nella lettera del defunto Re Ferdinando al Presidente del Consiglio, Bralianu : « lo non credo che il mio compito in questa vita sia terminato, e che ormai io non debba più preoccuparmi di quello che, dopo di me, potrà avvenire ». Nel suo testamento politico, Re Ferdinando invocava la divina assistenza per il reuccio Michele, e rare volte una invocazione del genere rispose ad un cosi urgente bisogno dell'animo. Narra qualche giornale, desideroso di creare la popolarità attorno al piccolo sovrano, che finora questi della nuova dignità reqale conosce solo che essa non è incompatibile colla sua voglia di trastullarsi. Quando, mercoledì scorso, Re Michele si accorse che tutti lo chiamavano « Maestà*» ne chiese stupito il motivo, e perciò fu necessario spiegargli che il nonno era morto. Il bimbo, ricorda la Independance Roumaine, si mise allora a piangere amaramente. Senonchè, poco dopo, ritornato ai suoi giuocattoli, domandò : « Ma adesso che sono re, posso ancora giocare? ». Per tutto ieri, come già venerdì, la folla era continuata a sfilare davan ti alla salma di Re Ferdinando al castello di Cotroceni, sino all'ora in cui si procedette. col rito già descritto, alla chiusura del feretro, kino' alla fine, nel cupo silenzio della camera ardente, un prete re citò ininterrottamente le preci. La famiglia reale, i reggenti, i membri del Governo, il Corpo diplo malico, i grandi dignitari dello Stato hanno stamane assistito al-servizio divino, che ha preludiato alla-uscita della salma del Re da Cotroceni: quando gli aiutanti di campo ed alcuni generali hanno deposto, sopra un affusto di cannone ricoperto di crespo, il corpo del Rt, in tutta la città è cominciato un monotono scampanio e le artiglierie hanno sparato 101 colpo di cannone. Aperto dal prefetto di polizia, dallo squadrone della guardia reale, in ricchissime uniformi, dal clero ortodosso (religione, di Stalo sebbene Re Re Ferdinando fosse cattolico), dai preti cattolici, dalle bandiere dei reggimenti, il corteo funebre si è mes so in moto verso la stazione poco do po le nove, e sino a quando esso non giunse alla mèta, lo scampanio continuò. Nell'aria volteggiavano aeroplani, e tutte le strade riboccavano di popolo, paziente sotto l'implacabile sole e dietro ai cordoni di fante ria e di cavallerìa. Non un balcone appariva libero, sebbene le autorità fossero stale in proposito di un certo rigore. Nella magnifica giornata, le luci dei fanali attenuate dai crespi perde vano il loro lugubre effetto. All'apparire della testa del corteo correva per la folla quel caratteristico fremito delle masse in attesa, ma sempre sommesso e composto. Dietro le lacere e gloriose bandiere dei reggimenti stavano gli ufficiali d'ella riserva e gli invalidi di guerra : i più,, oppicanfi su stampelle, oppure i ciechi, sorretti da compagni. Veniiia quindi un ispettore dell'Armata il quale portava i simboli della potenza del morto Sovrano : la corona e il bastone di maresciallo, simboli forse che nei tempi moderni hanno as sai perduto del loro antico misticismo, ma che tuttavia — mostrati così assieme alla salma di chi li ebbe per un certo periodo — rammentano le molle possibilità riservate a chi ne venga insignito. Ora, nessun rumeno poteva oggi dimenticare che sotto il regno del defunto Ferdinando, la sua Patria era diventata tre volte più grande e pos sente, ' sicché il chiamarla ' « Grande Rumenta », è generale consuetudine HohenzoUem di nascita, Ferdman do visse e sentì da rumeno : al papa lo rumeno egli lascia una eredità che consiste nella realizzazione di due meravigliosi sogni millenari, ossia quello del raggiungimento delle frontiere che parevano lontanissime nello spazio e nel tempo, e quello del riassetto della proprietà terriera. Tale eredità però richiede dai beneficati cure e premure che l'uomo del quale vediamo passare l'esanime corpo ha sempre indicato con chiarezza. Come è tranquilla e solenne la marcia verso il sepolcro di un re che seppe morire vittorioso! Questo spettacolo di lutto diventa, a tratti, una specie di trionfo. L'ordigno guerresco colla bara prosegue adagio adagio, trascinato drvCdMlgdmspadgCCncu o i i a e à i , i o e e e o , a o da sei docili pariglie di superbi morelli; la cassa non si vede tutta, ravvolta come è nei vessilli della Real Casa e nel tricolore, e sormontata dalla piccola corona della Regina Maria. Non appena -il feretro spunta, le fanfare della cavalleria, agli angoli delle strade riprendono il tema della marcia funebre tuonata dalla musica dietro il feretro, tema che così si propaga di strada in strada, precedendo con una triste ondata di armonie il morto Re. Tengono i cordoni che pendono dall'affusto, it Presidente del Consiglio Bratianu, i Presidenti delle due Camere, il Presidente della Corte di Cassazione, e ad essi fanno aia i generali ed i membri militari del Gabinetto. SI avanza quindi il bianco cavallo che Re Ferdinando preferiva, una delle bestie la cui nobiltà sembra condannata a cessare il giorno in cui muore chi la proclamò. Ecco poi il triumvirato della reggenza, col giovane principe Nicola, il patriarca Miron ed il presidente Buzdugan. Seguono gli alti dignitari, gli ex-presidenti del Parlamento, gli ex-ministri (con Averescu e Jorga alla testa), il Corpo diplomatico, brillantissimo per le sue uniformi, i rappresentanti delle comunità religiose non ortodosse, le delegazioni della provincia. Reparti di truppa chiudono il corteo. Lungo tutto il percorso, ma specialmente sul tratto della Calca Victoriei, una immensa folla ha~reso al Sovrano un silente, reverente ed estremo saluto. Il circolo militare spariva sotto i drappi neri, la cui monotonia è stata oggi rotta soltanto dal giallo-rosso-azzurro dei colori nazionali romeni. Quando il corteo è passato davanti alla vecchia reggia (che negli ultimi anni, in sostanza, aveva servito solo per le cerimònie ufficiali) commoventissimo è stato Vomaggio-reso alla salma dalla studentesca, schierata davanti al prospiciente edificio scolastico di fondazione del Principe Carol. Alla stazione, attendevano il corteo funebre quattro treni speciali, dei quali il primo è partito con i membri ed i funzionari del Parlamento. Aid un quarto d'ora di distanza,.si è messo in m.oto il treno reale, colla salma di Re Ferdinando, la famiglia reale, i membri del Consiglio di reggenza. Il treno, ad ogni stazione, fino a Curtea de Arges è stato salutato dalle autorità, dalla scolaresca, dal clero, dalle associazioni con bandiere abbrunate. Con 15 minuti di intervallo sono poi partiti gli altri due treni, contenenti gli ex-presidenti del Consiglio, i generali aiutanti di campo del Sovrano defunto, i giornalisti, gli alti dignitari delle Missioni straniere, il Corpo diplomatico, i membri del Governo, le autorità, giudiziarie, i capi degli ordini cavallereschi. All'arrivi a Curtea de Arges è stato quindi ripetuto il cerimoniale, e mentre la bara veniva nuovamente collocata sopra un affusto trascinato da sei cavalli, le campane suonavano, ed echeggiavano le salve delle artiglierie. Nel duomo è stato celebrato un altro servizio divino, e quindi la bara è stata calata nella tomba, fra il nuovo suono funebre dei sacri bronzi e a nuove potentissime salve. Il mortorio e le salve venivano nello stesso momento ripetuti al termine della celebrazione degli analoghi servizi divini in ogni paese della Romania in cui esistessero una chiesa ed una guarnigione. Per il suo carattere pittoresco, quasi diremmo un po' bucolico, questa seconda parte della funebre cerimonia odierna è stata certamente la più interessante. Lungo i duecento chilometri che dividono Bucarest da Curtea De Arges, i villici si erano schierati alle barriere e sui fossati. Vestiti dei loro policromi costumi, sbucavano tra i campi lussureggiati ti, su dalle primitive carrette e guardavano i treni speciali con riverenza commista a stupore. La commozione detta campagna è apparsa magari più intensa di quella della capitale. Il corteo che dalla stazione di Curtea De Arges è salito verso il santuario, aveva oltre che del funebre, del coreografico e del fantasmagorico: i popi ortodossi, gravi e lenti sotta i paludamenti di una ricchezza ignorata dal clero cattolico, formavano un gruppo che in tanto verde, in tanta pace e fra tanti soldati e artiglierie, colpiva per il suo aspetto ieratico, non occidentale nè europeo, Avendo chiesto ad un prete orlodosso come mai nel santuario sia stato oggi sepolto un re cattolico, ha risposto : zncddffdsestIvStvprnrdgrdfr i i e a , , e e t aa, l i i o a a — Esiste un precedente della eccezione fatta: Re Carol. Eppure vi era nella funzione'odierna qualche cosa di più di un semplice rito religioso. Davanti alla salma del Sovrano defunto vi era forse il desiderio di una religione che si afferma con tutta la sua potenza di fronte all'altra, professata in vita da Ferdinando. Sull'orlo della fossa-aperta a sinistra di chi entra nel piccolo tempio, era stato disteso un tappeto roseo ' sul guaìc la Regina Maria si è più. tardi inginocchiata; e, sotto il tappeIo, vi è un vuoto nel quote, quando vorrà il Signore, il corpo della stessa Sovrana dovrà essere accolto. La Regina vedova si è inginocchiata forte e serena, costantemente rivelando una maestà, che rapiva e stupiva. All'avvicinarsi della bara, fra il rombo delle cannonale e lo scampanio, ella si levò ritta, in piedi, sicura, se pur commossa, sempre fissando la salma che arrivava a spalla di generali e principi; dietro aiutava a reggere l'angolo sinistro Re Alessandro di Jugoslavia, che Vestiva l'uniforme dei cacciatori rumeni. Le pareli del tempio sparivano sotto le corane di Coolidge, Masaryk, Pilsudzki, Horthy, dell'Imperatore del Giappone, del Re Alberto del Belgio e di infiniti capi di Stato e di Governo, quelle di Re Vittorio e di Mussolini, deposte sulla salma a Bucarest soltanto ieri, affinchè la freschezza durasse di più, sono arrivate più tardi. Carol aveva pregato fosse offerto un fascio di fiori bianchi con nastro rosso e col suo nome, e la preghiera è stata esaudita settonalmenie dalla Regina vedova, ITALO^ ZINQARELLI. La commozione di Carol alla Mossa in suffragio a Parigi Parigi, 23, mattino. Nel momento in cui in Romania si svolgevano ì funerali di re Ferdinando un servizio funebre ufficiale° vtSlva cejebrato nella chiesa romena di Parigi per il riposo dell'anima del re de, ^l°'.La cnlesa era completamente addobbata a lutto; nel mezzo, un catafalco circondato da una miriade di candele era ricoperto d'una grande bandiera nazionale di seta, sulla quale era stato collocato lo scudo reale Il catafalco era circondato a profusione da gigli, da rose e da ortensie I membri della Legazione e del Consolato, aventi alla loro testa tì. principe Cantacuzeno, ministro plenipotenziario (l'incaricato d'affari Diamandy ò partito per Bucarest) si trovavano m prima fila. Erano rappresentati il Presidente delia Depubblica e il Rrésidente del Consiglio, assenti. Il ministro della Marina e quello del Lavoro rappresentavano il governo francese e il capo del protocollo rappresentava il ministro degli Esteri Briand. L'ex-Presidente della Repubblica Millerand, una quantità di funzionari e di autorità, tutto il corpo diplomatico in uniforme erano presenti. Pochi minuti prima che la cerimonia cominciasse, il principe Carol giunse in automobile accompagnato dal suo segretario. Egli era in marsina, con una imponente filza di decorazionL e prese posto alla destra del principe Cantacuzeno. Alle 11,30 la cerimonia funebre ebbe inizio e fu notata l'intensa commozione del principe Carol. Alla fine della cerimonia religiosa, tutti i presenti sfilarono davanti al principe ed al personale dell'Ambasciata. Quando il principe carol, sempre molto commosso, usci di chiesa per salire in automobile, venne accolto da grida di • Viva Re Carol ! » lanciate da alcuni studenti e da alctnrl giovani della colonia romena, che pacò cordoni di polizia tenevano lontani Il principe Carol, tornato alla sua villa di Neuilly. ha ricevuto nel pomeriggio una delegazione di personaggi politici romeni venuti da Bucarest per vederlo. In questi circoli si afferma peraltro che 11 principe Carol non prenderà nessuna determinazione finché le certmonfe dei funerali di Re Ferdinando non saranno completamerrte terminate. Una Messa a Roma per Re Ferdinando Roma, 25 roatt. A cura della Legazione di Romania presso la S. Sede, nella Chiesa di rito greco di S. Attanasio, ieri mattina è etata celebrata una messa in suffragio di Re Ferdinando. Vi hanno assistito il cardinale Gasparri,' segretario di Stato, accompagnato dal sostituto di Segreteria Mona. Pfezardo, i cardinali Sincero e Ceretti e mons. Marmagni, nunzio apostolico a Praga, già nunzio a Bucarest, mons., Papadopulo, assessore della Congregazione orientale, mons. Gonfalonieri., cameriere segreto partecipante di S. S., mons, Sebastiani segretario delle Lettere Latine, mons. C'riaci, vice-segretario della Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari, una larga rappresentanza della Segreteria di Stato, numerosi prelati dei rial latino e orientale, il Ministro di Romania presso la S. Sede sig. Peenesco, con tutto il personale della Legazione. Erano presenti tutte lo rappresentanze del Corpo diplomatico, accreditato pres. so la S. Sede e numerosa personalità dèli» Colonia, rumena.