I problemi economici su quota 90

I problemi economici su quota 90 I problemi economici su quota 90 L'on. Boncompagni-Ludovisi nuovo Sottosegretario alle Finanze • L'on. Bermi da Mussolini - La riduzione delle tariffe ferroviarie in favore dell'Agricoltura e dell'industria - La concessa detrazione degli interessi passivi sui debiti per richiesta di titoli azionari - Le divise estere per il commercio o o i o i a i o e , a Roma, 21, notte. Con decreto reale odierno, l'on. dr. Francesco Boncompagni-Ludovisi principe di Piombino, deputato al Parlamento, è stato nominato sottosegretario di Stato per le Finanze. lt presidente della Confederazione nazionale fascista dell'Industria, on. Benni, è stato ricevuto dal Capo del Governo on. Mussolini, che lo ha trattenuto in lungo colloquio. L'on. Benni ha intrattenuto il Primo Ministro sulla situazione generale della industria italiana e su alcuni dei problemi che attualmente più la interessano e sulle fondate speranze di futuri sviluppi. Le Ferrovie e la lira Come è noto, uno dei problemi più notevoli connessi alla adeguazione dei prezzi a quota 90 è quello della diminuzione delle tariffe ferroviarie. Il problema, come abbiamo annun* ciato, è già stato esaminato dagli organi competenti, e i ministri Volpi e Ciano hanno avuto vari scambi di idee per stabilire i criteri di massima da adottare nella formulazione delle proposte, che saranno sottoposte al Capo del Governo e al Consiglio dei Ministri. I due ministri, nei giorni prossimi, avranno altri colloquii per la elaborazione definitiva dei provvedimenti. Secondo le informazioni odierne, sarebbe prossima una nuova revisione di alcune tariffe ferroviarie in favore dell'agricoltura e anche dell'industria. Le nuove tariffe entrerebbero in vigore subito e importerebbero per il bilancio delle Ferrovie una riduzione di entrate per qualche -decina di milioni, che si aggiungerebbero alla concessione già accordata nello scorso mese di giugno, per l'ammontare complessivo di oltre 70 milioni di lire. Confermando che le riduzioni tariffarie saranno superiori a quelle già accordate, La Tribuna aggiunge : « Esse saranno particolarmente importanti riguardo le tariffe accessorie, per le quali gli industriali 6i dolgono in modo speciale, poiché, mentre le maggiorazioni tariffarie 6i sono in genere adeguate alla fluttuazione della moneta, le tariffe accessorie (riferentisi ai rimborsi, alle 6pese effettive, ai noli, ai raccordi, ecc.), hanno risentito invece maggiorazioni più aspre, analogamente al regime generale delle prestazioni d'opera e dei prodotti in genere ». E' peraltro da tener presente che il contributo delle ferrovie al nuovo equilibrio dell'economia nazionale non deve far perdere di vista le esigenze del bilancio. ferroviario e la solidità del bilancio statale. Su questo punto insistono chiaramente taluni giornali; e a chiarimento dei criteri seguiti nella soluzione del problema, La Tribuna ritiene opportuno alcuni ragguagli sul bilancio delle Ferrovie : « Le tariffe ferroviarie dal 1916 ad oggi hanno subito un aumento medio in base al quale può dirsi che il regime - tariffario delle nostre ferrovie dello Stato è attualmente giunto a un aumento dal 200 al 400 %, e si ritrova oggi già adeguato alla quota 90. Nel giugno scorso su queste tariffe è stata operata una nuova riduzione che significa per le Ferrovie una perdita annua di circa 70 milioni di lire. Occorre tenere presente che le Ferrovie non sono una qualunque amministrazione statale, ma una gigantesca azienda ohe ha un suo regime di produzione e di costi come una qualsiasi altra azienda industriale ». Circa poi l'affermazione che le Ferrovie dello Stato, nella rivalutazione della lira, che incide fortemente nel senso della diminuzione i prezzi dei materiali che esse consumano, e soprattutto del carbone e del ferro e per le riduzioni dei salari — riduzioni del caro-viveri — già attuate, si trovano in condizioni favorevoli per una riduzione delle tariffe, il giornale osserva che questo ragionamento sarebbe giustissimo se dal punto di vista del bilancio di gestione non avesse il gravissimo difetto di dimenticare addirittura una delle parti più importanti del bilancio di gestione: gli introiti. Prosegue quindi La Tribuna : « Poiché si vuole, ed a ragione, che le Ferrovie dello Stato siano considerate alla stregua di una industria e poiché le altre industrie hanno prospettato al Governo la loro situazione di crisi, è giusto che anche la Indu¬ slazzScpfsrcpdpdsatbuptdccgIgfsgc<micaptsptaoacnst stria ferroviaria dello Stato completi a esposizione del suo bilancio di azienda con un calcolo della diminuzione degli introiti. Le Ferrovie delio Stato, nella loro qualità di vettore principalissimo dei prodotti italiani, non potevano non risentire di tutti gli effetti dèi momento economico attraversato dal paese. In altri termini, pur rimanendo costanti le spese di esercizio, sono diminuiti gli introiti ap punto per la contrazione dei traffici. E difatti, mentre nel novembre scorso si presumeva un avanzo di 350 milioni di lire, ridotto poi a 250, al 30 giugno scorso il bilancio ha presentato un avanzo di soli 140 milioni di lire. Si tratta di una sensibile diminuzione di ben 110 milioni avvenuta solo in questo ultimo semestre. Inoltre, da calcoli approssimativi fatti sull'andamento attuale della gestione ferroviaria, • si può dedurre che oggi, secondo i dati del corrente mese, le" Ferrovie danno in confronto del 1926 un minore introito giornaliero di qualche milione di lire, In queste condizioni di gestione, di grande delicatezza, sono giunte alle ferrovie dello Stato le richieste di ri duzionì delle tariffe, le quali, se fossero accettate integralmente, rappresenterebbero per le Ferrovie un maggiore onere di 600 milioni all'anno, ciò che significa il ritorno al deficit ». Interessi e divise Circa l'interesse passivo sui debiti contratti per la richiesta di titoli, la < Agenzia economico-finanziaria », comunica che il ministro delle Finanze, in accoglimento di un voto dell'Associazione tra le Società italiane per azioni, ha impartito istruzioni ai dipendenti da essa, nel senso di accet tare la detrazione degli interessi passivi che una società corrisponde al propri creditori su somme cordunque tolte a prestito per l'acquisto di titoli azionari emessi da altri enti similari, o che ne sono emanazione o filiazione, allo scopo di regolare la produzione e- la concorrenza. E' stata Invece di chiarata inammissibile la deduzione, quando si riconosca di fatto che l'acquisto del titolo ha avuto' un line speculativo, ovvero che esso sia estra neo all'oggetto sociale. Questa dispo sizione è applicabile anche alle con testazkrai in corso, in ordine alla ri ducibilità o meno degli interessi d cui trattasi. Circa le divise estere per il commercio, la stessa Agenzia pub blica: Per disposizione del Ministero del le Finanze» quando gli importatori sia no costretti a eseguire pagamenti parziali o totali a favore di case estere loro fornitrici, prima che le merci le derrate siano effettivamente impor tate nel Regno, nel qual caso essi ven gono a trovarsi nella impossibilita materiale di esibire preventivamente la completa documentazione di tale importazione, le banche autorizzate a commercio dei cambi possono, in for za della autorizzazione loro data dal Ministero delle Finanze, ugualmente cedere, sotto la loro responsabilità, le valute estere occorrenti, a condizioni però che in tal caso le ditte conces sionarie assumano l'Impegno di pre sentare tutti i documenti di importa zione entro un certo tempo, o, in man canza, di restituire le divise ». «-#-» taspi1gtmDliqrEd

Persone citate: Boncompagni-ludovisi, Ciano, Francesco Boncompagni-ludovisi, Mussolini

Luoghi citati: Piombino, Roma